L'importanza della progettazione
sociale nel settore dell'accoglienza dei
richiedenti asili e rifugiati in Italia
• Migrazioni contemporanee e diritto di asilo
• Tutela e accoglienza dei rifugiati
il modello italiano
•Quella umana è una “specie migratoria”
•Nel mondo ogni anno milioni di persone si
spostano da una parte all’altra del pianeta;
•La maggior parte degli spostamenti avviene
all’interno dei continenti interessati;
 Le migrazioni attuali sono causate da fattori
permanenti e chiaramente identificabili.
 Esse
sono
inscritte
oggettivamente
nel
meccanismo diseguale e combinato del mercato
mondiale e soggettivamente
nell’aspirazione,
estesa a tutte le popolazioni della terra a migliorare
le proprie condizioni di vita.
 L’attuale fenomeno della globalizzazione le
cui radici sono vecchie di secoli, è segnata da
un marcato squilibrio che sta accentuando il
divario tra Nord e Sud del pianeta, con una
serie di disastrosi effetti quali guerre in
serie, fame e miseria, negazione dei più
elementari diritti politici, disastri ecologici,
etc.
 Immigrazione
 Asilo
 “Libera scelta”
 Fuga/esilio
 Migrante cd
 Rifugiato
economico
 L’immigrato c.d.
economico può fare
ritorno nel proprio Paese
di origine;
 Il rifugiato non può fare
rientro nel proprio Paese
di origine,
 Interesse legittimo
 Diritto soggettivo pieno
 Immigrazione
 Immigrazione
economica
non configura un diritto
soggettivo pieno in quanto
lo Stato può fissare dei
limiti e stabilire le
cd
“quote”
forzata
configura
un
diritto
soggettivo pieno e non può
essere sottoposto a limiti.
Ogni profugo perseguitato
nel
proprio
paese
e
costretto alla fuga ha
diritto alla protezione di
un altro Stato.
 Popoli in fuga
 Popoli in movimento
 La storia dell’umanità è segnata da fenomeni che




obbligano gli esseri umani ad abbandonare la propria
casa e a cercare la sicurezza altrove.
Si è dovuto aspettare il xx secolo perché si affermassero
norme internazionali di difesa dei diritti umani.
L’attuale regime di protezione dei rifugiati data
all’indomani della II guerra mondiale.
Il diritto di asilo è il frutto di un lungo cammino
portatore di valori universali.
L’asilo è un diritto fondamentale della persona.
 Il quadro normativo che regola la materia del
diritto di asilo è diverso da quello che regola la
materia dell’immigrazione, ed è complesso e
articolato:
 si compone di atti relativi alla legislazione
internazionale, a quella europea e a quella
prodotta dai singoli Stati.
Dichiarazione Universale
dei Diritti dell’Uomo
 1948
Adottata
dall’Assemblea Generale
delle Nazioni Unite, è il
primo documento che
sancisce, a livello
mondiale, i diritti
fondamentali degli
individui.

Convenzione di Ginevra
 1951
 E’ il primo documento in
cui viene regolato il
sistema legale
internazionale per quanto
concerne l’assistenza a
coloro i quali sono
costretti ad abbandonare
la propria terra. Prima
definizione del termine
“rifugiato”.
 Art.1: Tutti gli essere umani nascono liberi ed uguali in
dignità e diritti
 Art.3: Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla
sicurezza della propria persona
 Art. 13: Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento
e di residenza entro i confini di ogni Stato. Ogni individuo
ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di
ritornare nel proprio paese.
 Art.14: Ogni individuo ha diritto di cercare e di godere in
altri paesi, asilo dalle persecuzioni
 Art. 1: “E’ rifugiato colui che, temendo a ragione di
essere perseguitato per motivi di razza, religione,
nazionalità, appartenenza ad un determinato
gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si
trovi fuori dello Stato di cui possiede la cittadinanza e
non possa o, a causa di tale timore, non voglia avvalersi
della protezione di detto Stato”.
•Vieta di sanzionare l’ingresso ed il
soggiorno irregolare dei rifugiati (art. 31);
Afferma il principio di non refoulement,
(non respingimento) secondo il quale
nessuno Stato può espellere in nessun
modo un rifugiato verso un territorio dove
la sua vita e la sua libertà potrebbero essere
minacciate (art. 33).
 A livello comunitario si è intrapreso da diversi anni un
processo di armonizzazione delle politiche in materia
di immigrazione e soprattutto di asilo.
 1990: Conv. Schengen
 Abolizione dei controlli alle frontiere interne dello
spazio comunitario e potenziamento dei confini
esterni.
 Regole comuni per le richieste di asilo.
 Regime comune per il rilascio di visti di ingresso e del
controllo alle frontiere.
 2002: la Convenzione diventa Regolamento in base al quale
 viene stabilito il “principio di autorizzazione”, ovvero la




responsabilità dello Stato competente.
Uno solo è lo Stato competente!
2003: Sistema EURODAC
Obbliga gli Stati membri a rilevare le impronte digitali di
tutti i richiedenti asilo, nonché di tutti gli stranieri
irregolari ed a trasmettere i dati ad una banca dati centrale.
In base al sistema EURODAC vengono disposti i
trasferimenti dei richiedenti asilo allo Stato competente.
 Art. 10 Cost.
Comma 3
 “Lo straniero al quale sia impedito l’effettivo
esercizio delle libertà democratiche garantite dalla
Costituzione italiana, ha diritto di asilo nel
territorio della Repubblica, secondo le condizioni
stabilite dalla legge”.
L’Italia è l’unico Paese europeo a non essersi dotato di
una legge organica in materia di asilo!
 il tema del diritto di asilo è stato trattato sempre in
maniera residuale all’interno delle leggi nazionali
dedicate all’immigrazione, e solo a partire dal 1990,
con la c. d. legge Martelli (L. 39/1990)
 Bisogna tenere presente che l’Italia è storicamente
un Paese di emigrazione e che fino alla fine degli
anni 80 sono pochissimi i rifugiati.
 Per procedura di asilo si intende la sequenza di passaggi
burocratici che inizia nel momento in cui il cittadino
straniero presenta la domanda di asilo e si conclude con
l'emanazione di un provvedimento definitivo in merito al
riconoscimento o meno dello status di rifugiato.
 il richiedente deve presentare una istanza motivata alla
polizia di frontiera o alla Questura del luogo di arrivo.
 Il questore territorialmente competente rilascia un
permesso di soggiorno temporaneo valido fino alla
definizione della procedura di riconoscimento.
 La procedura ha termine con l’audizione del richiedente
asilo presso un organo competente per il riconoscimento
dello status di rifugiato.
 La domanda di asilo viene esaminata da un organo
ad hoc, competente per la valutazione delle
richieste di asilo,
 nel corso di un’audizione personale durante la
quale il richiedente racconta, in presenza di un
interprete, la sua storia personale e i motivi della
persecuzione subita.
 Sono composte da un Prefetto, un funzionario
della Pubblica Sicurezza, un rappresentante degli
Enti locali ed uno dell’ACNUR,










1) Gorizia
2) Milano
3) Roma
4) Foggia
5) Siracusa
6) Trapani
7) Crotone
8) Torino
9) Bari
10) Caserta.
 Diritto di asilo-Dovere di protezione
 Protezione= presa in carico, cura, tutela, sostegno
Persone in fuga da contesti violenti
già segnate dal trauma della fuga e di tutto quello che
può essere precedentemente accaduto, nel Paese di
origine, nelle regioni di transito, nei contesti di arrivo.
Violenze, torture, discriminazioni, matrimoni coatti,
tratta, persecuzioni.
Viaggi attraverso il deserto e sui barconi.
Percentuale significativa (circa il 20-30%) vittime di
tortura e con gravi disagi dovuti anche alle condizioni
di vita nel nuovo contesto di riferimento.
I rifugiati in Italia alla fine del 2012
64.779
Sesto posto dietro:
1.
2.
3.
4.
5.
Germania, (più di 571 mila) più di 7 ogni 1000
Francia, (217.865) 4 ogni mille
Regno Unito (149.765) 4 ogni mille
Svezia (92.872) 9 ogni mille
Paesi Bassi (74.598) 3 ogni mille
In Italia meno di 1 ogni 1.000 abitanti.
L’offerta di accoglienza e di assistenza ai richiedenti
asilo, rifugiati e beneficiari di protezione umanitaria, in
mancanza di una legge nazionale specifica in materia di
asilo, è stata per tanti anni inesistente.
Unica prospettiva la fuga verso altri Paesi europei, che
hanno da decenni istituito sistemi di accoglienza adeguati
per coloro in cerca di protezione.
La Direttiva n. 2003/9/Ce, recepita in Italia con il
D.lgs.140/05,
prevede
le
norme
minime
sull’accoglienza dei richiedenti asilo finalizzate a
“garantire loro un livello di vita dignitoso e
condizioni di vita analoghe in tutti gli stati
membri”.
 CDA (Centri di accoglienza)
istituiti con la legge n. 563/95, garantiscono una forma di
prima assistenza dei richiedenti asilo, in attesa dell’esito
della domanda d’asilo.
 CPsA (Centri di primo soccorso e Accoglienza)
I CPsA sono strutture istituite con Decreto interministeriale del 16
febbraio 2006. accoglienza temporanea dei richiedenti asilo.
mediamente 48 ore
 CARA (Centri di accoglienza per Richiedenti Asilo).
istituiti con il D.lgs. n. 25/08 con la finalità di accogliere i
richiedenti protezione internazionale nei casi particolari
previsti dal decreto suddetto, per max 35 giorni.
 Strutture di concentramento
 Promiscuità (centinaia, a volte migliaia)
 Condizioni igienicosanitarie precarie
 Lunghi tempi di attesa (nonostante la legge stabilisca
tempi molto stretti)
 Strutture paramilitari, divieto di accesso dall’esterno
Avulse dal contesto di riferimento
 Finalità: trattenere per identificare i nuovi arrivati
 Effetti: spersonalizzazione, isolamento, dipendenza
 Parallelamente ai centri governativi si è costruita la
rete della cd Seconda accoglienza gestita dagli enti
locali in collaborazione con il terzo settore.
 Vedi SPRAR
 Fa capo al Dipartimento per le Libertà Civili e




l’Immigrazione del Ministero dell’Interno
è risultato insufficiente sotto diversi punti di vista:
- innanzitutto sotto il profilo della capacità numerica di
accoglienza che è risultata fortemente carente rispetto alle
reali necessità,
- al mancato rispetto delle tempistiche previste dalla
normativa per l’accoglienza, quindi il numero
massimo/minimo di giorni garantiti nelle diverse tipologie
di Centri (CARA, CIE, CDA).
- alla forte disomogeneità negli standard di accoglienza
Sprar/centri governativi
solo il 32% hanno trovato un posto in accoglienza nel
quadriennio 2007-2010,
non l’hanno trovato il 67,6%.
Quindi l’Italia abbandona sulla strada tendenzialmente
intorno al 60/70% dei titolari di protezione.
Questo è il sistema Italia!
1999: emergenza Balcani (1997)
27.000 boat people
Nasce il progetto “Azione Comune”
•La prima vera esperienza di rete di accoglienza nazionale;
•Ideata dal mondo dell’associazionismo e del volontariato
in collaborazione con enti locali;
•Finanziato dall’UE e dal Ministero degli Interni;
•Più di 1000 persone assistite;
•10 Regioni coinvolte;
•26 Centri di Accoglienza.
 Il modello sperimentato con Azione Comune è stato
riconosciuto da tutti come una “buona prassi” nel
campo dell’accoglienza ed ha fatto da punto di
riferimento per la progettazione nazionale;
 Ha evidenziato la necessità di un sistema di
accoglienza integrato e in rete, che permetta di:
- uscire dalla logica dell’emergenza;
 Attraverso il coinvolgimento:
degli enti pubblici, delle amministrazioni locali,
dell’associazionismo e del volontariato sociale.
Il progetto Azione Comune ha rappresentato il primo tentativo
sperimentale di organizzare una rete di accoglienza e assistenza per
RARU, con alcuni “rudimentali” strumenti comuni:
creazione di una banca dati;
servizi di consulenza e orientamento comuni;
percorsi di inserimento sociale;
Ambiti di intervento:
segretariato sociale (rapporti con questure, ASL, prefetture, etc…);
inserimento scolastico per i minori;
corsi di alfabetizzazione della lingua italiana per adulti;
consulenza legale e tutela dei diritti della persona.
Idea di accoglienza:
un’accoglienza decentrata (strutture medio piccole);
non mera assistenza, ma servizi mirati all’autosufficienza.
Nel 2001 nasce il PNA:
un “Progetto Pilota” mirato alla costituzione e alla gestione
di un sistema nazionale di accoglienza, assistenza e
protezione in favore di RARU, decentrato e diffuso a livello
nazionale.
Protocollo di intesa siglato da:
ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani);
ACNUR (Alto Commissariato delle N.U. per i rifugiati);
Ministero degli Interni
Finanziato con fondi straordinari dell’8 x1000 e con FER
(Fondo Europeo per i Rifugiati)
È stato avviato con un bando pubblico rivolto ai Comuni.
La L. 189/2002, (legge Bossi Fini), ha riconosciuto le iniziative avviate sul
territorio con il PNA.
L’art 32, 1-sexies, di modifica all’art. 1 della legge 39/90 istituisce
Il Sistema Nazionale di Protezione e Tutela dei RAR;
(evoluzione in chiave più organica ed istituzionale del PNA)
L’art. 32, 1- septies, istituisce:
Il fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo.
Lo SPRAR è un sistema pubblico per la tutela,
l’accoglienza e l’integrazione di RAR, diffuso su tutto il
territorio nazionale, attraverso una rete di progetti che
fanno capo agli Enti locali.
150 progetti territoriali;
3000 posti di accoglienza;
Progetti attivi in Calabria:
1)
2)
3)
4)
5)
6)
7)
8)
Cosenza (25);
Crotone (20);
Isola Capo Rizzuto (25);
Badolato; (15);
Riace (15);
Acquaformosa (15)
Caulonia (15)
Melicuccà (15)
 Sistema pubblico di protezione per richiedenti
asilo e rifugiati costituito dalla rete degli enti locali
che accedono al “Fondo nazionale per le politiche e i
servizi dell’asilo”.
 con il contributo delle realtà del terzo settore, offrono
interventi di “accoglienza integrata”
oltre al vitto e all’alloggio, prevedono servizi di:
 informazione,
 accompagnamento, assistenza e orientamento, volti
alla realizzazione di microprogetti individuali
 di inserimento socio-economico.
 Per gli anni 2011-2013 lo SPRAR dispone di 151 progetti
territoriali che offrono oltre 3000 posti in accoglienza,
divisi tra categorie di richiedenti ordinari, vulnerabili e
con disagio mentale.
 Triennio 2014-2016: 16ooo posti.
 Riconoscimento e valorizzazione dei progetti di
accoglienza integrata.
 Parlare di integrazione in termini concreti significa
pensare a molteplici aspetti della vita delle persone:
dall’inserimento economico, a quello sociale e
culturale.
significa ragionare su tematiche quali:
 accesso all’alloggio, alla formazione e all’occupazione,
la costruzione di una rete amicale, la partecipazione
alla vita civile, la conoscenza della lingua e della
cultura del Paese che accoglie.
 Un rifugiato deve potere accedere in autonomia ai




servizi.
Deve essere in grado di dialogare con il territorio.
significa dialogare con l’anagrafe, con le scuole, con il
servizio Nazionale sanitario, quindi con il proprio
medico, con il pediatra e soprattutto interagire con
potenziali datori di lavoro, con i proprietari degli
immobili in cui vive.
Significa anche interagire con il vicino.
In breve, dovrebbe essere in grado di vivere in
autonomia sul territorio a pari di un cittadino italiano.
 Complice la crisi economica, i rifugiati, come i
cittadini italiani, fanno i conti con la scarsezza dei
fondi destinati all’assistenza pubblica.
 Forte diminuzione dei servizi di tipo assistenziale (ad
esempio inserimento scolastico per i bambini e servizi
per l’infanzia, servizi di assistenza domiciliare,
disponibilità dei contributi economici).
 Soprattutto nelle grandi città, il rapporto numerico
assistenti sociali-utenti è attualmente inadeguato ad
accogliere la domanda delle persone che si rivolgono ai
servizi socio-sanitari.
 In materia di assistenza pubblica, l’art. 23 della
Convenzione di Ginevra del 1951 stabilisce che gli stati
contraenti devono concedere ai rifugiati lo stesso
trattamento concesso ai loro cittadini.
 D.lgs 251/2007- Art 27
 Parità di trattamento in materia di assistenza sociale e
sanitaria relativamente alla fruizione delle provvidenze
e prestazioni, anche economiche,di assistenza sociale.
 i richiedenti e i titolari di protezione internazionale
“hanno l’obbligo di iscrizione al servizio sanitario
nazionale e hanno parità di trattamento e piena
uguaglianza di diritti e doveri rispetto ai cittadini
italiani per quanto attiene all’obbligo contributivo,
all’assistenza erogata in Italia dal servizio sanitario
nazionale e alla sua validità temporale.”
 tra i rifugiati che arrivano nel nostro Paese ci sono alcuni che
hanno un alto tasso di istruzione e preparazione professionale,
hanno un diploma di istruzione secondaria o la laurea.
 Questi rifugiati si scontrano tuttavia con la difficoltà di vedersi
riconosciuta la propria formazione e competenza professionale.
In assenza della documentazione originale che attesti i propri
titoli di studio, non è infatti possibile ottenerne il
riconoscimento. I rifugiati sono così costretti a riprendere gli
studi, tornando indietro nel loro percorso e frequentando a volte
addirittura la scuola media. Il diploma di terza media è infatti il
titolo di base necessario per avere accesso a molti corsi di
formazione professionale.
 Perdita netta certamente in termini di qualificazione
professionale ma anche di identità e autostima.
 I rifugiati si trovano spesso costretti a rivolgersi al
mercato del lavoro nero, finendo così in un circolo
vizioso dal quale difficilmente riescono ad uscire.
 l’assenza di un contratto regolare, oltre a privarli dei
diritti fondamentali dei lavoratori, ostacola loro
l’accesso al mercato regolare degli affitti immobiliari,
per non parlare dell’accesso alla concessione di
cittadinanza.
 Necessità di un supporto all’inserimento
sociolavorativo: cv, bilancio di competenze, iscrizione
al Centro per l’Impiego, attivazione di borse lavoro e
tirocini formativi
 in assenza di un contratto di lavoro regolare e di una rete
familiare, diviene ancor più difficile superare la diffidenza
dei proprietari immobiliari e fornire le garanzie formali da
questi richieste per l’affitto (caparra, deposito, mensilità
anticipate, fideiussioni bancarie).
 L’irregolarità delle condizioni alloggiative impedisce
l’accesso alla residenza e ai servizi territoriali.
 Emerge la necessità di supportare i rifugiati attraverso
progetti di sostegno all’inserimento abitativo.
 Intermediazione socioabitativa: filtro con le agenzie,
supporto nella sottoscrizione del contratto di locazione e
nelle spese di registrazione e caparre.
 necessità di individuare una nuova chiave
interpretativa dell’accoglienza e dell’integrazione
Significa ragionare sulle condizioni di vita all’interno dei
campi, sugli effetti che producono sulla vita dei raru.
Superare definitivamente la logica dei campi
Rafforzare la rete che si occupa di percorsi di
accoglienza integrata.
Scarica

lezione della dottoressa Papa