Corso di Storia delle Relazioni Internazionali A.A. 2012/2013 1 Giovanni Bernardini [email protected] GIOVANNI.BERNARDINI2.STO_REL_INT password: storelint La stagione dei vertici tripartiti • Nell’ottobre de 1943 si incontrarono a Mosca i tre ministri degli esteri. Regolamentare la procedura per i paesi sconfitti e liberati, specialmente dopo il precedente italiano • Commissioni di controllo politico: il compromesso è la creazione di una “European Advisory Commission”: politica comune nell’Europa liberata. Si afferma soltanto la natura “consultiva” dell’organo. 4 La stagione dei vertici tripartiti Novembre 1943: incontro tra Churchill, Roosevelt e Chiang Kai-Shek al Cairo (Stalin declina l’invito: • Prosecuzione della guerra fino alla resa incondizionata del Giappone • Giappone ricondotto ai territori del 1914 • Ritiro dai territori “rubati” alla Cina • Avvio dell’indipendenza per la Corea • Di fatto, Roosevelt vuole riconfermare l’importanza del legittimo governo cinese per il dopoguerra 5 La stagione dei vertici tripartiti Seguì la Conferenza di Teheran tra i tre capi di governo. Lo scambio di opinioni intenso di quei giorni conteneva già i termini delle deliberazioni degli anni successivi • Sbarco in Normandia entro il 1° maggio 1944 • L’Unione Sovietica si impegnava ad aprire un “secondo fronte” contro il Giappone tre mesi dopo la conclusione della guerra in Europa 6 La stagione dei vertici tripartiti • Roosevelt espose il progetto delle Nazioni Unite, trovando il completo accordo di Stalin che esse sarebbero state edificate su: – Prosecuzione dell’alleanza di guerra – Impegno di pace – Lotta al colonialismo • Dall’agosto del 1944 a Dumbarton Oaks (Washington) gli “esperti” inizieranno a lavorare alo statuto dell’ONU 7 La stagione dei vertici tripartiti • Sul piano della risistemazione dell’Europa: rinascita della Polonia. • “Spostamento” di 200 km dell’intera Polonia storica, a danno della Germania. Posizione defilata di Roosevelt per ragioni utilitaristiche, ma non c’è opposizione di principio. • Questione tedesca: ampio ventaglio di soluzioni. C’è chi propone che UNA Germania cessi di esistere, chi vuole che sia sottoposta al controllo di Gran Bretagna e URSS. Ci sono persino ipotesi di “ruralizzazione” della Germania e di sterilizzazione coatta” 8 La stagione dei vertici tripartiti • Inizia ad affacciarsi l’idea, almeno temporanea, di una divisione in “zone d’influenza” • Annessione degli stati baltici all’URSS: nessuna opposizione occidentale • Assistenza “congiunta” (per quanto possibile) alla resistenza jugoslava e a quella greca 9 La stagione dei vertici tripartiti • Ma molte di queste risoluzioni non furono ufficializzate e quindi non trovarono posto nei comunicati ufficiali • Di fatto, i grandi avevano discusso con leggerezza di questioni che riguardavano l’esistenza di interi popoli e il rispetto o meno della loro volontà 10 La stagione dei vertici tripartiti • Non a caso, un vertice tenuto a Mosca nell’ottobre 1944 soltanto tra Churchill e Stalin fornì l’occasione per discutere in termini di future “sfere d’influenza” in Europa; un approccio che in generale Roosevelt non condivideva, ma al quale non si era opposto con fermezza durante la conferenza di Teheran 11 La stagione dei vertici tripartiti • Soprattutto, si tratta di uno schema velleitario, perché – Dà per scontato il disinteresse e il ritiro degli Stati Uniti dall’Europa – Attribuisce alla Gran Bretagna responsabilità e carichi che essa non sarebbe stata minimamente in grado di sobbarcarsi nel dopoguerra 12 La stagione dei vertici tripartiti • Tuttavia, un obiettivo di Churchill era contenere e regolamentare la crescente influenza sovietica nei Balcani a seguito delle operazioni di guerra, pur riconoscendo la legittimità del concetto di “sfera di influenza 13 La stagione dei vertici tripartiti • L’approssimarsi della resa tedesca rende necessario un nuovo incontro al vertice • Nuovo incontro a Yalta (in Crimea) • I sovietici hanno “liberato” la Polonia tra molte polemiche • Mosca riconosce un governo diverso da quello in esilio • Memore di quanto avvenuto in Italia, Stalin sigilla la questione polacca come un fatto compiuto da non discutere con gli alleati 14 La stagione dei vertici tripartiti Cosa viene realmente deciso a Yalta: • Convocazione della conferenza per il varo dell’ONU – Concessioni di rappresentanza all’URSS – Diritto di veto dei vincitori di guerra in seno al Consiglio di Sicurezza – Avvio all’indipendenza delle colonie perse dagli sconfitti • Cosa fare della Germania? Per il momento quattro sfere di occupazione • Riparazioni di guerra: accordo ufficioso per cui il 50% va all’URSS 15 La stagione dei vertici tripartiti • Polonia: difficile compromesso, per gli occidentali si tratta di salvare “l’onore” • Costituzione di un “governo di unità nazionale” con elementi di “provata democraticità”. Elezioni libere “al più presto” • Sarà fonte di critiche infinite a occidente. Ma la domanda è: cosa avrebbero potuto fare gli occidentali per mutare la situazione? 16 La stagione dei vertici tripartiti • “Dichiarazione sull’Europa liberata” • Impegno a perseguire la denazificazione, alla reciproca consultazione, a operare per la creazione di istituzioni democratiche e libere elezioni • Richieste di Stalin per l’ingresso in guerra contro il Giappone: territoriali e di influenza in Cina 17 La stagione dei vertici tripartiti Nel frattempo, la guerra continua e il “miracolo” sembra possibile… Il 25 aprile truppe americane e sovietiche si incontrano a Torgau, Germania 18 La stagione dei vertici tripartiti Ma accanto allo spirito della collaborazione politica (vertici) e bellica (“Spirito dell’Elba), non bisogna mai dimenticare lo “spirito della Resistenza”. Il bisogno largamente condiviso di credere che il dopoguerra sarebbe stato diverso. 19 “Insieme abbiamo creduto a lungo che questo mondo non si fondasse su un principio superiore e che eravamo dei frustrati. In un certo senso lo credo ancora. Ma ne ho tratto conclusioni diverse da quelle di cui lei mi parlava allora e che da tempo voi tentate di introdurre nella storia. (...) Lei non ha mai creduto che questo mondo avesse un senso e da ciò ha dedotto che tutto si equivale, che il bene e il male fossero intercambiabili. Lei ha supposto che, in assenza di qualsiasi morale divina o umana, i soli valori fossero quelli che dominano nel mondo animale, cioè la violenza e l’astuzia. 20 Lei ne ha dedotto che l’uomo non è niente, che si poteva sopprimere l’anima, che, in una storia così senza senso, il compito dell’individuo non potesse essere altro che l’avventura della potenza e la sua morale il realismo delle conquiste.” “Continuo a credere che questo mondo non abbia una finalità superiore. Ma so che c’è qualcosa che ha un senso: l’uomo. Perché è il solo a pretendere di averlo. (...) Con un sorriso sprezzante lei mi dirà: cosa significa salvare l’uomo? Glielo grido con tutto me stesso: significa non mutilarlo, dare alla giustizia tutte le possibilità che l’uomo sa concepire. Ecco perché lottiamo.” Albert Camus, “Lettere a un amico tedesco” 21 L’ultimo vertice 22 L’ultimo vertice • Fine luglio, quando la Germania è sconfitta e il Giappone sta cedendo • 2 protagonisti su 3 sono cambiati: minore esperienza di politica internazionale e molto minore disponibilità al compromesso • Luglio 1945, Truman: “Stalin mi piace. È diretto. Sa quello che vuole e, se non può ottenerlo, scende a compromessi” • Fine 1945, Truman: “The Russians only understand one language - how many armies have you got? I'm tired of babying the Soviets” 23 L’ultimo vertice • Perfezionamento delle decisioni (o non decisioni) di Teheran e Yalta • Divisione in quattro zone della Germania, con una commissione alleata di controllo e coordinamento. Amministrarla “come un’entità economica”. Ma congiunto non vuol dire coordinato • Anche Berlino divisa in quattro, con regolamento del traffico da e per la città 24 Conclusioni da trarre Il “Gran Design” rooseveltiano prevedeva il ritorno degli Stati Uniti in Europa per ricomporre, sulle rovine del disordine precedente e delle aberrazioni che aveva generato: • un sistema economico aperto • con commerci senza discriminazioni • Con trasferimenti monetari senza intralci • Governato dalle regole del diritto internazionale • Sottoposto all’ONU 25 Conclusioni da trarre • Ogni compromesso era un sacrificio in vista di questo obiettivo • Da parte sovietica si cerca la “sicurezza totale” (del regime e delle frontiere) • Il regime staliniano raggiunge vette di paranoia e crudeltà ancora peggiori. Gli intellettuali che progettavano il dopoguerra non potevano non sapere • Le proposte di prestiti ingenti (miliardi di dollari) sono un tentativo di vincolare l’URSS al progetto complessivo 26 Conclusioni da trarre • Inoltre, l’URSS poteva costituire un mercato senza limiti per gli Stati Uniti, mettendoli a rischio di crisi di sovrapproduzione • Ma il cambio di guida da Roosevelt a Truman, e l’evidenza del comportamento sovietico in Polonia e in Europa orientale, cambiano i termini del dialogo. Viene meno ogni fiducia • Dal 1946 i sovietici scelgono di procedere da soli alla ricostruzione. È un ritorno all’autarchia che gli Stati Uniti non volevano, ma che alla fine viene imposto da ragioni di insanabile divergenza politica 27 La fine della guerra nel Pacifico • Il modo in cui fu sconfitto rivela già la fine della collaborazione di guerra e l’inizio della “Guerra fredda” • Dalla fine del 1943 la flotta americana ha recuperato la supremazia nel Pacifico • Liberazione lenta e difficoltosa • Tra febbraio e giugno il Giappone è ormai ricondotto entro il suo territorio • Mutano anche gli equilibri politici a Tokio: primo ministro Suzuki (uomo del dialogo) e soprattutto ministro degli esteri Togo, ex ambasciatore a Mosca 28 La fine della guerra nel Pacifico • Tra marzo e giugno 7.000 missioni di bombardamento sul Giappone. In una sola di queste ci furono 124.000 vittime • Il 16 luglio nel Nuovo Messico esplode il primo ordigno nucleare bellico: il mondo entra nell’ “era atomica”. La notizia fu comunicata a Truman mentre si trovava a Potsdam • Il 26 luglio viene inviato un ultimatum al Giappone, che contiene riferimenti solo molto vaghi all’arma atomica (accuse in seguito agli Stati Uniti) 29 La fine della guerra nel Pacifico • Il 6 agosto viene rasa al suolo Hiroshima, il 9 Nagasaki, da due bombe atomiche 30 La fine della guerra nel Pacifico • Soltanto il 9 agosto, si riunisce il Supremo Consiglio imperiale. L’imperatore Hiroito: “E’ giunto il momento di sopportare ciò che non è sopportabile”. • L’8 agosto era entrata in guerra l’URSS, ma ovviamente non partecipò alle operazioni • Il 2 settembre cessano le ostilità e viene sottoscritto un armistizio. Ma gi Stati Uniti si guardano bene dall’esigere la rimozione dell’Imperatore (esigenze di ordine interno) 31 La fine della guerra nel Pacifico • Il 12 settembre cessano le ostilità in Corea: il paese viene diviso in due zone di occupazione – USA e URSS – lungo il 38° parallelo • Come la vicenda influenza i rapporti tra Mosca e Washington? • Stalin ottiene i guadagni territoriali promessi, MA • Solo truppe statunitensi occupano Giappone e Corea del sud, e diventano la potenza dominante su Pacifico; ogni speranza di una presenza sovietica in Estremo Oriente sembra compromessa 32 La fine della guerra nel Pacifico • L’arma atomica cambia i rapporti di forza in seno alla coalizione • Cambia anche il modo in cui è ricordata la guerra in Europa • Stimola una competizione scientifica a fini bellici che non ha precedenti 33 Un difficile dopoguerra • Conferenza di San Francisco del 25 aprile: nascono le Nazioni Unite • Art. 1: lo scopo è “Mantenere la pace e la sicurezza internazionale” • Delega di intervento diretto a paesi, ma anche la previsione di un esercito multinazionale • Le colonie vengono definite “territori non autonomi” • Prima riunione dell’Assemblea a Londra • Ben presto, più che la prosecuzione dell’alleanza, diventa il teatro della sua dissoluzione 34 Un difficile dopoguerra • Esempio: creazione di una Atomic Energy Commission. Gli USA chiedono controlli senza limiti e nessun diritto di veto. I sovietici chiedono la distruzione di tutti gli armamenti esistenti. Un accordo è impossibile. Ci vorranno 20 anni perché la “Distensione” tra USA e URSS riparta dal dialogo sul nucleare (dopo che anche Mosca sarà in possesso dell’arma atomica!) • Le Nazioni Unite registrano l’inizio della fine della coalizione di guerra 35 Un difficile dopoguerra • Il senso di reciproca diffidenza mette fine alla collaborazione di guerra • C’è alla base un diverso concetto di egemonia: quella statunitense, spesso “sottile” e lungamente preparata; quella sovietica, fisica e spesso brutale (ne è un esempio il trattamento della Germania occupata) • Ci sono diverse esigenze: un mondo aperto e sicuro che garantisca la leadership statunitense; la “sicurezza totale” e la ricostruzione per i sovietici 36 Un difficile dopoguerra • In Polonia i comunisti “vincono” le elezioni col 90% dei voti; lo stesso avviene in Bulgaria • In Romania viene screditata la monarchia e il potere è assegnato a forze “amiche” • Le forze comuniste alleate dell’URSS vincono in modo a dir poco sospetto le elezioni, anche dove l’Armata Rossa non è arrivata (Albania e Jugoslavia) • Questi regimi portano la vera rivoluzione sociale in senso socialista • Era un piano o il risultato di circostanze particolari? 37 Un difficile dopoguerra • Il nodo rimane la questione tedesca • I sovietici aspiravano realmente a un controllo coordinato, ma: • Nel febbraio 1946 gli Stati Uniti fanno circolare l’idea di un patto venticinquennale contro la rinascita del militarismo tedesco: gli Stati Uniti intendono RIMANERE in Europa • Nel frattempo, si deve procedere a risollevare economicamente la Germania, e favorire la rinascita del sistema politico 38 Un difficile dopoguerra • Nel luglio 1946 i sovietici rifiutano di collaborare a entrambi i progetti: risultato di un approccio pragmatico. Semplicemente, non esistevano più le premesse della collaborazione temporanea con i “governi borghesi” • l’alleanza di guerra è definitivamente morta; inizia la “Guerra Fredda” 39 La Guerra Fredda (1945-1989) Realtà e paradigma interpretativo del dopoguerra • Termine entrato (spesso a sproposito) nel linguaggio comune per definire periodi e situazioni contingenti del dopoguerra: se l’inizio è incerto, la fine è comunemente identificata nella caduta del Muro di Berlino • Nell’immaginazione popolare, ricondotta spesso alla sua dimensione puramente militare o spionistica • Dai contorni geografici incerti • Spesso sfruttata con spirito revisionistico o per uso giornalistico decontestualizzato Cosa fu la Guerra Fredda • Conflitto “congelato” (mai giunto a una deflagrazione totale tra i contendenti) tra due Superpotenze, Stati Uniti d’America e Unione Sovietica, portatrici di messaggi universalistici, tendenzialmente antitetici e inconciliabili. Le Superpotenze furono capaci di estendere la loro influenza con mezzi e metodi differenti dapprima in Europa, poi su vaste aree del globo, e di fare di queste ultime dei campi di battaglia. Cosa fu la Guerra Fredda • Campi di battaglia diversissimi, eppure unificati dalla volontà delle due Superpotenze di farli rientrare nel conflitto complessivo: – “gioco a somma zero” – “proxy wars”, o guerre per procura Cosa fu la Guerra Fredda • Questo rende già l’idea di come: – Gli ideali di cui erano portatori Stati Uniti ed Unione Sovietica abbiano avuto una diffusione transnazionale senza precedenti (anche grazie ad imponenti apparati di propaganda e al tentativo di influenzare le leadership locali) – Le specificità locali siano state spesso sacrificate brutalmente sull’altare della Guerra Fredda: pro-americani o prosovietici, “tertium non datur” La fine dell’alleanza antinazista • Stati Uniti ed Unione Sovietica “riscoprono” la loro vocazione universalistica: impero della libertà vs. impero dell’uguaglianza • Si lotta “per l’anima dell’umanità” • Possesso di arsenali dal potenziale distruttivo senza precedenti La fine dell’alleanza antinazista • Inconciliabilità di fondo, un nuovo conflitto è inevitabile: – Per gli americani il comunismo è inconciliabile con la concezione di libertà che è alla base dell’ “American way of life” – Per l’URSS il capitalismo non può sopportare l’esistenza di un regime fondato sul comunismo, perché sa che questo è destinato a vincere La Guerra Fredda in Europa • In questi anni nasce la definizione di Guerra Fredda con una connotazione negativa anche nei confronti degli Stati Uniti: – Walter Lippman: rinuncia volontaria alla diplomazia – Raymond Aron: pace impossibile – guerra improbabile George Orwell Dall’Observer, ottobre 1945 The Atom Bomb and You (…) Guardando al mondo nel suo insieme, il movimento per alcuni decenni non va verso l’anarchia, ma verso la reimposizione della schiavitù. È possibile che ci dirigiamo non verso una conflagrazione generale ma verso un’epoca altrettanto orribile quanto quella degli imperi dell’antichità. 48 (…) In pochi hanno considerato finora (…) il tipo di visione del mondo, il genere di convinzioni, e la struttura sociale che probabilmente prevarrebbe in un paese che sarebbe al contempo invincibile e in uno stato di permanente ‘guerra fredda’ con i suoi nemici. 49 Se la bomba atomica diventasse qualcosa di poco dispendioso e di facile realizzazione come una bicicletta o una sveglia, certo potrebbe risospingerci verso la barbarie, ma d’altra parte potrebbe segnare la fine della sovranità nazionale e dello stato di polizia altamente centralizzato. Se, come sembra il caso, si tratta di un oggetto raro e costoso quanto difficile da produrre (…), è più probabile che metta fine a guerre di ampia scala al costo di prolungare indefinitamente una ‘pace che non è una pace’. George Orwell, 1945 50 Dalla guerra alla “Guerra fredda” 51 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • Nel febbraio 1946 gli Stati Uniti fanno circolare l’idea di un patto venticinquennale contro la rinascita del militarismo tedesco: gli Stati Uniti intendono RIMANERE in Europa • Nel frattempo, si deve procedere a risollevare economicamente la Germania, e favorire la rinascita del sistema politico 52 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • I sovietici saccheggiano il territorio e il potenziale umano tedesco per la loro ricostruzione • A fine 1946 hanno trasferito in URSS 3.500 fabbriche e più della metà della produzione complessiva della loro zona • Da parte occidentale si vuole favorire una ripresa economica tedesca, quantomeno per alleggerire i costi della sopravvivenza dei tedeschi stessi; timori di disordini sociali 53 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • Alla fine gli occidentali negano ai sovietici le riparazioni dalle loro zone, mentre i sovietici bloccano qualunque collaborazione per la ripresa • Da parte occidentale si fa strada l’idea della gestione unilaterale: guidare la “loro” Germania verso una forma di indipendenza prospera, in modo da non costituire più una minaccia, né da essere minacciata da est • Il 1 gennaio 1947 USA e Gran Bretagna uniscono le forze: nasce la “bizona” tedesca 54 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • Nel frattempo, l’URSS declina l’invito a entrare nelle istituzioni di Bretton Woods (Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale): • “La nostra adesione potrebbe essere interpretata come debolezza, come una mossa impostaci dalla pressione americana. Il nostro atteggiamento negativo mostrerà la nostra posizione indipendente 55 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • Truman sempre più persuaso che l’URSS sia irrecuperabile alla collaborazione: a meno di due anni dalla fine della guerra, l’ex alleato è paragonato a Hitler e ogni collaborazione all’ “appeasement” (quindi alla premessa di una sconfitta) • 9 febbraio: 1946 Stalin annuncia al popolo la necessità di una ripresa a tappe forzate. Sacrificio dei beni di consumo, crescita dell’industria pesante: ci si deve preparare al conflitto inevitabile tra capitalismo e comunismo 56 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • Un mese dopo, in un discorso negli Stati Uniti, Churchill (non più al governo, ma simbolo di fermezza contro il nazismo): • “I sovietici cercano l’espansione senza limiti del loro potere e delle loro dottrine” (…) “da Stettino nel Baltico a Trieste, una cortina di ferro è calata attraverso l’Europa” • Cambia la raffigurazione del dopoguerra: da alleati ad antagonisti irriducibili 57 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • Da parte americana inizia una profonda riflessione su come affrontare la nuova situazione • George Kennan, politico e diplomatico statunitense, viene inviato a vedere di persona cosa sta succedendo in Europa orientale • La conclusione è un “lungo telegramma”, inviato a Truman, che avrebbe segnato profondamente l’approccio alla “Guerra fredda” 58 Dalla guerra alla “Guerra fredda” Contenuti dell’analisi di Kennan: • Il regime sovietico e fondamentalmente insicuro e per questo autarchico • Per mantenere il proprio dominio ha bisogno di un ambiente internazionale ostile: è “ossigeno” • Ogni possibilità di collaborazione è illusoria • Ma, a differenza del nazismo, il potere sovietico non è incline a correre rischi inutili, ed è sensibile alla logica della forza 59 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • Per questa ragione, gli Stati Uniti devono farsi attori principali di un contenimento dell’Unione Sovietica per impedire una sua ulteriore espansione e attendere che le contraddizioni interne al suo sistema esplodano • Per farlo, è necessario coinvolgere tutti i paesi “liberi” (= non ancora sovietici) e garantire loro sicurezza e benessere, affinché diventino parte del grande sistema di contenimento • Da notare: l’idea sovietica che il crollo del capitalismo fosse questione di tempo non era così tanto diversa 60 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • Enorme sensazione e immediato consenso presso l’amministrazione Truman • Non soltanto: il dogma del contenimento avrebbe condizionato la politica degli Stati Uniti per quattro decenni; è la dottrina con cui Washington entra nella Guerra Fredda e ne definisce i caratteri principali • Le dimostrazioni arrivano ben presto: pressioni sovietiche su Iran e Turchia. Truman invia una flotta statunitense nel Mediterraneo orientale: nessun cedimento 61 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • La situazione dell’Europa occidentale è preoccupante: ancora non c’è alcuna ripresa sensibile; i danni di guerra non vengono riassorbiti; diffuso disagio sociale e crescente consenso per le forze social-comuniste (che in alcuni paesi partecipano al governo) • Continue richieste di crediti e merci agli Stati Uniti: viaggio di De Gasperi a Washington. Per la loro concessione, gli Stati Uniti iniziano a imporre l’esclusione dal potere di forze socialiste e comuniste (in febbraio in Italia, in maggio in Francia) 62 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • Sempre maggiore coscienza negli Stati Uniti che sia necessario un piano sistematico per mobilitare le risorse europee e porle al servizio della rinascita dell’economia internazionale (il benessere previene il comunismo), e soprattutto del contenimento dell’Unione Sovietica • La svolta: a inizio marzo la Gran Bretagna comunica di non essere più in grado di aiutare il governo conservatore greco nella lotta contro formazioni comuniste 63 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • In realtà, Stalin non aveva mai dato mano libera ai comunisti greci (una situazione che si sarebbe ripetuta spesso), ma le lenti dell’ideologia influenzano la lettura di Washington: tutto è riconducibile all’espansionismo sovietico • Il 12 marzo 1947 Truman chiede al Congresso di finanziare il governo greco e “i popoli liberi che intendono resistere a tentativi di soggiogamento da parte di minoranze armate o pressioni esterne” 64 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • È la Dottrina Truman, che avrebbe impegnato gli Stati Uniti a mantenere la loro presenza nel mondo (al contrario di quanto avvenuto nel 1919!) • Il Congresso approva la “crociata anticomunista”. Questo avvia anche una svolta conservatrice anche all’interno degli Stati Uniti • Per capire cosa significa ideologia: Truman parla di “popoli liberi”, Kennan di “regmi politici quantomeno favorevoli alla potenz e all’indipendenza della nostra nazione” 65 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • L’obiettivo è mobilitare tutte le risorse per il territorio che sembra centrale per le sorti del confronto: l’Europa • Tornare a farla prosperare, reintegrare la Germania nella vita internazionale (più tardi sarà lo stesso per il Giappone) 66 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • Il 5 giugno del 1947 il Segretario di Stato George Mashall annuncia un piano straordinario di aiuti (Piano Marshall) per “ogni governo che voglia aiutare il cammino della ripresa”, ma non per chi “manovri per impedire la ripresa degli altri paesi” (non ci sono limitazioni pregiudiziali) • Convocata una conferenza in Europa per concordare le modalità • A luglio arrivano a Parigi delegazioni da tutti i paesi, anche dall’URSS 67 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • Ma quando è chiaro che l’accettazione del piano include inevitabilmente l’accettazione di un coordinamento (quindi apertura) ed elementi di capitalismo (partecipazione di imprese private), Mosca si ritira polemicamente • Ordine anche a Polonia e Cecoslovacchia di ritirarsi. L’esecuzione fu umiliante soprattutto per i cecoslovacchi, un governo democraticamente eletto (e con forte partecipazione comunista!) 68 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • Rinasce il coordinamento dei partiti comunisti nel mono (Cominform): l’obiettivo è resistere ai piani americani • Totale sovietizzazione dell’Europa orientale, ormai senza più finzioni • Sono mosse “difensive” • Il Piano Marshall proietta sull’Europa un modello di democrazia e prosperità di consumi 69 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • 16 paesi aderiscono al Piano Marshall • Dal 1948 al 1951 gli USA elargiscono aiuti per 13 miliardi di dollari (1,5% del PIL USA); incentivo al coordinamento europeo: verso l’integrazione economica regionale • Il Piano Marshall fu la miccia della ripresa europea e l’avvio di un boom trentennale • Tra il 1947 e il 1950 il PIL europeo occidentale cresce del 30% 70 Dalla guerra alla “Guerra fredda” • Due eventi mostrano la radicalità dello scontro ma anche la diversa interpretazione dell’egemonia • Nel marzo un colpo di stato porta i comunisti cecoslovacchi al potere; repressione degli oppositori. Il ministro degli esteri Masaryk si “suicida”. Dimostrazione di debolezza • Il 18 aprile le forze centriste vincono le elezioni in Italia: vittoria della scelta euroamericana 71 Germania divisa • Nel nuovo contesto, sia le necessità economiche che quelle strategiche spingevano per la formazione di uno stato tedesco occidentale • Timori degli europei: firmato a Bruxelles nel gennaio 1948 un patto difensivo tra Gran Bretagna, Francia e Benelux (Unione Europea Occidentale). Ma è chiaro che serve una garanzia statunitense 72 Germania divisa • Per il momento, gli Stati Uniti interrompono la smobilitazione militare e dispongono maggiori finanziamenti per il riarmo. Riorganizzazion del sistema di sicurezza e difesa (nasce la CIA) • Tentativo di Stalin di bloccare la formazione di uno stato tedesco occidentale • Il 24 giugno le truppe sovietiche bloccarono tutti gli accessi terrestri alla parte occidentale di Berlino e interrompono l’erogazione dell’energia elettrica • È la prima crisi della guerra fredda 73 Germania divisa • L’abbandono di Berlino è fuori discussione: ne va della credibilità americana e occidentale in Germania e nel mondo • Ma non si vuole rischiare una guerra forzando il blocco • Le armi nucleari rivelano tutta la loro inutilità • In più i sovietici non sembrano volere la guerra: viene giudicato un “bluff” 74 Germania divisa 75 Germania divisa • Si risponde con un ponte aereo di dimensioni mai viste prima • Per un anno arrivano a Berlino 1.400 aerei al giorno, con ottomila tonnellate di rifornimenti, più o meno quanto arrivava via terra prima del blocco • Furono 322 giorni durissimi, ma alla fine i sovietici dovettero cedere • Oltre alla riuscita logistica, c’è l’enorme sconfitta politica, psicologica e propagandistica. I sovietici sono gli affamatori 76 Germania divisa • Dal punto di vista occidentale, c’è l’avvicinamento delle popolazioni alla causa comune: il popolo tedesco è parte dell’occidente minacciato da Mosca. Una minaccia che è diventata visibile e materiale • L’11 maggio il blocco finisce • Poco dopo nasce la Repubblica Federale Tedesca dalle tre zone occidentali • In ottobre, come risposta, nasce la Repubblica Democratica Tedesca a est. Nessun riconoscimento reciproco 77 Germania divisa • Il 4 aprile del 1949 era nata l’Alleanza Atlantica, un trattato di difesa collettiva in caso di aggressione contro uno dei paesi aderenti (Stati Uniti, Canada più 10 + 2 paesi europei). Per la prima volta nella loro storia, gli Stati Uniti partecipano a un’alleanza militare in tempo di pace. E in posizione di leader • È la prima concretizzazione del contenimento • Si perfeziona la divisione dell’Europa, che pare ormai un processo irreversibile 78