Corso di Storia delle Relazioni Internazionali
A.A. 2012/2013
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Giovanni Bernardini [email protected]
GIOVANNI.BERNARDINI2.STO_REL_INT
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La stagione dei vertici tripartiti
• Nell’ottobre de 1943 si incontrarono a Mosca i
tre ministri degli esteri. Regolamentare la
procedura per i paesi sconfitti e liberati,
specialmente dopo il precedente italiano
• Commissioni di controllo politico: il
compromesso è la creazione di una “European
Advisory Commission”: politica comune
nell’Europa liberata. Si afferma soltanto la
natura “consultiva” dell’organo.
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La stagione dei vertici tripartiti
Novembre 1943: incontro tra Churchill,
Roosevelt e Chiang Kai-Shek al Cairo (Stalin
declina l’invito:
• Prosecuzione della guerra fino alla resa
incondizionata del Giappone
• Giappone ricondotto ai territori del 1914
• Ritiro dai territori “rubati” alla Cina
• Avvio dell’indipendenza per la Corea
• Di fatto, Roosevelt vuole riconfermare
l’importanza del legittimo governo cinese per
il dopoguerra
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La stagione dei vertici tripartiti
Seguì la Conferenza di Teheran tra i tre capi di
governo. Lo scambio di opinioni intenso di
quei giorni conteneva già i termini delle
deliberazioni degli anni successivi
• Sbarco in Normandia entro il 1° maggio 1944
• L’Unione Sovietica si impegnava ad aprire un
“secondo fronte” contro il Giappone tre mesi
dopo la conclusione della guerra in Europa
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La stagione dei vertici tripartiti
• Roosevelt espose il progetto delle Nazioni
Unite, trovando il completo accordo di Stalin
che esse sarebbero state edificate su:
– Prosecuzione dell’alleanza di guerra
– Impegno di pace
– Lotta al colonialismo
• Dall’agosto del 1944 a Dumbarton Oaks
(Washington) gli “esperti” inizieranno a
lavorare alo statuto dell’ONU
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La stagione dei vertici tripartiti
• Sul piano della risistemazione dell’Europa:
rinascita della Polonia.
• “Spostamento” di 200 km dell’intera Polonia
storica, a danno della Germania. Posizione
defilata di Roosevelt per ragioni utilitaristiche,
ma non c’è opposizione di principio.
• Questione tedesca: ampio ventaglio di
soluzioni. C’è chi propone che UNA Germania
cessi di esistere, chi vuole che sia sottoposta al
controllo di Gran Bretagna e URSS. Ci sono
persino ipotesi di “ruralizzazione” della
Germania e di sterilizzazione coatta”
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La stagione dei vertici tripartiti
• Inizia ad affacciarsi l’idea, almeno
temporanea, di una divisione in “zone
d’influenza”
• Annessione degli stati baltici all’URSS: nessuna
opposizione occidentale
• Assistenza “congiunta” (per quanto possibile)
alla resistenza jugoslava e a quella greca
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La stagione dei vertici tripartiti
• Ma molte di queste risoluzioni non furono
ufficializzate e quindi non trovarono posto nei
comunicati ufficiali
• Di fatto, i grandi avevano discusso con
leggerezza di questioni che riguardavano
l’esistenza di interi popoli e il rispetto o meno
della loro volontà
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La stagione dei vertici tripartiti
• Non a caso, un vertice tenuto a Mosca
nell’ottobre 1944 soltanto tra Churchill e Stalin
fornì l’occasione per discutere in termini di
future “sfere d’influenza” in Europa; un
approccio che in generale Roosevelt non
condivideva, ma al quale non si era opposto
con fermezza durante la conferenza di Teheran
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La stagione dei vertici tripartiti
• Soprattutto, si tratta di uno schema velleitario,
perché
– Dà per scontato il disinteresse e il ritiro
degli Stati Uniti dall’Europa
– Attribuisce alla Gran Bretagna
responsabilità e carichi che essa non
sarebbe stata minimamente in grado di
sobbarcarsi nel dopoguerra
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La stagione dei vertici tripartiti
• Tuttavia, un obiettivo di Churchill era
contenere e regolamentare la crescente
influenza sovietica nei Balcani a seguito delle
operazioni di guerra, pur riconoscendo la
legittimità del concetto di “sfera di influenza
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La stagione dei vertici tripartiti
• L’approssimarsi della resa tedesca rende
necessario un nuovo incontro al vertice
• Nuovo incontro a Yalta (in Crimea)
• I sovietici hanno “liberato” la Polonia tra
molte polemiche
• Mosca riconosce un governo diverso da quello
in esilio
• Memore di quanto avvenuto in Italia, Stalin
sigilla la questione polacca come un fatto
compiuto da non discutere con gli alleati
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La stagione dei vertici tripartiti
Cosa viene realmente deciso a Yalta:
• Convocazione della conferenza per il varo
dell’ONU
– Concessioni di rappresentanza all’URSS
– Diritto di veto dei vincitori di guerra in seno al
Consiglio di Sicurezza
– Avvio all’indipendenza delle colonie perse dagli
sconfitti
• Cosa fare della Germania? Per il momento
quattro sfere di occupazione
• Riparazioni di guerra: accordo ufficioso per cui
il 50% va all’URSS
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La stagione dei vertici tripartiti
• Polonia: difficile compromesso, per gli
occidentali si tratta di salvare “l’onore”
• Costituzione di un “governo di unità
nazionale” con elementi di “provata
democraticità”. Elezioni libere “al più presto”
• Sarà fonte di critiche infinite a occidente. Ma
la domanda è: cosa avrebbero potuto fare gli
occidentali per mutare la situazione?
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La stagione dei vertici tripartiti
• “Dichiarazione sull’Europa liberata”
• Impegno a perseguire la denazificazione, alla
reciproca consultazione, a operare per la
creazione di istituzioni democratiche e libere
elezioni
• Richieste di Stalin per l’ingresso in guerra
contro il Giappone: territoriali e di influenza in
Cina
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La stagione dei vertici tripartiti
Nel frattempo, la guerra continua e il “miracolo”
sembra possibile…
Il 25 aprile truppe americane e sovietiche si
incontrano a Torgau, Germania
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La stagione dei vertici tripartiti
Ma accanto allo spirito della collaborazione
politica (vertici) e bellica (“Spirito dell’Elba),
non bisogna mai dimenticare lo “spirito della
Resistenza”. Il bisogno largamente condiviso di
credere che il dopoguerra sarebbe stato
diverso.
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“Insieme abbiamo creduto a lungo che questo mondo
non si fondasse su un principio superiore e che
eravamo dei frustrati. In un certo senso lo credo
ancora. Ma ne ho tratto conclusioni diverse da
quelle di cui lei mi parlava allora e che da tempo voi
tentate di introdurre nella storia. (...) Lei non ha mai
creduto che questo mondo avesse un senso e da ciò
ha dedotto che tutto si equivale, che il bene e il
male fossero intercambiabili. Lei ha supposto che, in
assenza di qualsiasi morale divina o umana, i soli
valori fossero quelli che dominano nel mondo
animale, cioè la violenza e l’astuzia.
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Lei ne ha dedotto che l’uomo non è niente, che si
poteva sopprimere l’anima, che, in una storia così
senza senso, il compito dell’individuo non potesse
essere altro che l’avventura della potenza e la sua
morale il realismo delle conquiste.”
“Continuo a credere che questo mondo non abbia
una finalità superiore. Ma so che c’è qualcosa che
ha un senso: l’uomo. Perché è il solo a pretendere
di averlo. (...) Con un sorriso sprezzante lei mi dirà:
cosa significa salvare l’uomo? Glielo grido con tutto
me stesso: significa non mutilarlo, dare alla giustizia
tutte le possibilità che l’uomo sa concepire. Ecco
perché lottiamo.”
Albert Camus, “Lettere a un amico tedesco”
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L’ultimo vertice
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L’ultimo vertice
• Fine luglio, quando la Germania è sconfitta e il
Giappone sta cedendo
• 2 protagonisti su 3 sono cambiati: minore
esperienza di politica internazionale e molto
minore disponibilità al compromesso
• Luglio 1945, Truman: “Stalin mi piace. È
diretto. Sa quello che vuole e, se non può
ottenerlo, scende a compromessi”
• Fine 1945, Truman: “The Russians only
understand one language - how many armies
have you got? I'm tired of babying the Soviets”
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L’ultimo vertice
• Perfezionamento delle decisioni (o non
decisioni) di Teheran e Yalta
• Divisione in quattro zone della Germania, con
una commissione alleata di controllo e
coordinamento. Amministrarla “come
un’entità economica”. Ma congiunto non vuol
dire coordinato
• Anche Berlino divisa in quattro, con
regolamento del traffico da e per la città
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Conclusioni da trarre
Il “Gran Design” rooseveltiano prevedeva il
ritorno degli Stati Uniti in Europa per
ricomporre, sulle rovine del disordine
precedente e delle aberrazioni che aveva
generato:
• un sistema economico aperto
• con commerci senza discriminazioni
• Con trasferimenti monetari senza intralci
• Governato dalle regole del diritto
internazionale
• Sottoposto all’ONU
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Conclusioni da trarre
• Ogni compromesso era un sacrificio in vista di
questo obiettivo
• Da parte sovietica si cerca la “sicurezza totale”
(del regime e delle frontiere)
• Il regime staliniano raggiunge vette di
paranoia e crudeltà ancora peggiori. Gli
intellettuali che progettavano il dopoguerra
non potevano non sapere
• Le proposte di prestiti ingenti (miliardi di
dollari) sono un tentativo di vincolare l’URSS al
progetto complessivo
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Conclusioni da trarre
• Inoltre, l’URSS poteva costituire un mercato
senza limiti per gli Stati Uniti, mettendoli a
rischio di crisi di sovrapproduzione
• Ma il cambio di guida da Roosevelt a Truman,
e l’evidenza del comportamento sovietico in
Polonia e in Europa orientale, cambiano i
termini del dialogo. Viene meno ogni fiducia
• Dal 1946 i sovietici scelgono di procedere da
soli alla ricostruzione. È un ritorno
all’autarchia che gli Stati Uniti non volevano,
ma che alla fine viene imposto da ragioni di
insanabile divergenza politica
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La fine della guerra nel Pacifico
• Il modo in cui fu sconfitto rivela già la fine
della collaborazione di guerra e l’inizio della
“Guerra fredda”
• Dalla fine del 1943 la flotta americana ha
recuperato la supremazia nel Pacifico
• Liberazione lenta e difficoltosa
• Tra febbraio e giugno il Giappone è ormai
ricondotto entro il suo territorio
• Mutano anche gli equilibri politici a Tokio:
primo ministro Suzuki (uomo del dialogo) e
soprattutto ministro degli esteri Togo, ex
ambasciatore a Mosca
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La fine della guerra nel Pacifico
• Tra marzo e giugno 7.000 missioni di
bombardamento sul Giappone. In una sola di
queste ci furono 124.000 vittime
• Il 16 luglio nel Nuovo Messico esplode il primo
ordigno nucleare bellico: il mondo entra nell’
“era atomica”. La notizia fu comunicata a
Truman mentre si trovava a Potsdam
• Il 26 luglio viene inviato un ultimatum al
Giappone, che contiene riferimenti solo molto
vaghi all’arma atomica (accuse in seguito agli
Stati Uniti)
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La fine della guerra nel Pacifico
• Il 6 agosto viene rasa al suolo Hiroshima, il 9
Nagasaki, da due bombe atomiche
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La fine della guerra nel Pacifico
• Soltanto il 9 agosto, si riunisce il Supremo
Consiglio imperiale. L’imperatore Hiroito: “E’
giunto il momento di sopportare ciò che non è
sopportabile”.
• L’8 agosto era entrata in guerra l’URSS, ma
ovviamente non partecipò alle operazioni
• Il 2 settembre cessano le ostilità e viene
sottoscritto un armistizio. Ma gi Stati Uniti si
guardano bene dall’esigere la rimozione
dell’Imperatore (esigenze di ordine interno)
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La fine della guerra nel Pacifico
• Il 12 settembre cessano le ostilità in Corea: il
paese viene diviso in due zone di occupazione
– USA e URSS – lungo il 38° parallelo
• Come la vicenda influenza i rapporti tra Mosca
e Washington?
• Stalin ottiene i guadagni territoriali promessi,
MA
• Solo truppe statunitensi occupano Giappone e
Corea del sud, e diventano la potenza
dominante su Pacifico; ogni speranza di una
presenza sovietica in Estremo Oriente sembra
compromessa
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La fine della guerra nel Pacifico
• L’arma atomica cambia i rapporti di forza in
seno alla coalizione
• Cambia anche il modo in cui è ricordata la
guerra in Europa
• Stimola una competizione scientifica a fini
bellici che non ha precedenti
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Un difficile dopoguerra
• Conferenza di San Francisco del 25 aprile:
nascono le Nazioni Unite
• Art. 1: lo scopo è “Mantenere la pace e la
sicurezza internazionale”
• Delega di intervento diretto a paesi, ma anche
la previsione di un esercito multinazionale
• Le colonie vengono definite “territori non
autonomi”
• Prima riunione dell’Assemblea a Londra
• Ben presto, più che la prosecuzione
dell’alleanza, diventa il teatro della sua
dissoluzione
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Un difficile dopoguerra
• Esempio: creazione di una Atomic Energy
Commission. Gli USA chiedono controlli senza
limiti e nessun diritto di veto. I sovietici
chiedono la distruzione di tutti gli armamenti
esistenti. Un accordo è impossibile. Ci
vorranno 20 anni perché la “Distensione” tra
USA e URSS riparta dal dialogo sul nucleare
(dopo che anche Mosca sarà in possesso
dell’arma atomica!)
• Le Nazioni Unite registrano l’inizio della fine
della coalizione di guerra
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Un difficile dopoguerra
• Il senso di reciproca diffidenza mette fine alla
collaborazione di guerra
• C’è alla base un diverso concetto di egemonia:
quella statunitense, spesso “sottile” e
lungamente preparata; quella sovietica, fisica
e spesso brutale (ne è un esempio il
trattamento della Germania occupata)
• Ci sono diverse esigenze: un mondo aperto e
sicuro che garantisca la leadership
statunitense; la “sicurezza totale” e la
ricostruzione per i sovietici
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Un difficile dopoguerra
• In Polonia i comunisti “vincono” le elezioni col
90% dei voti; lo stesso avviene in Bulgaria
• In Romania viene screditata la monarchia e il
potere è assegnato a forze “amiche”
• Le forze comuniste alleate dell’URSS vincono
in modo a dir poco sospetto le elezioni, anche
dove l’Armata Rossa non è arrivata (Albania e
Jugoslavia)
• Questi regimi portano la vera rivoluzione
sociale in senso socialista
• Era un piano o il risultato di circostanze
particolari?
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Un difficile dopoguerra
• Il nodo rimane la questione tedesca
• I sovietici aspiravano realmente a un controllo
coordinato, ma:
• Nel febbraio 1946 gli Stati Uniti fanno circolare
l’idea di un patto venticinquennale contro la
rinascita del militarismo tedesco: gli Stati Uniti
intendono RIMANERE in Europa
• Nel frattempo, si deve procedere a risollevare
economicamente la Germania, e favorire la
rinascita del sistema politico
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Un difficile dopoguerra
• Nel luglio 1946 i sovietici rifiutano di
collaborare a entrambi i progetti: risultato di
un approccio pragmatico. Semplicemente, non
esistevano più le premesse della
collaborazione temporanea con i “governi
borghesi”
• l’alleanza di guerra è definitivamente morta;
inizia la “Guerra Fredda”
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La Guerra Fredda (1945-1989)
Realtà e paradigma interpretativo del dopoguerra
• Termine entrato (spesso a sproposito) nel
linguaggio comune per definire periodi e situazioni
contingenti del dopoguerra: se l’inizio è incerto, la
fine è comunemente identificata nella caduta del
Muro di Berlino
• Nell’immaginazione popolare, ricondotta spesso
alla sua dimensione puramente militare o
spionistica
• Dai contorni geografici incerti
• Spesso sfruttata con spirito revisionistico o per uso
giornalistico decontestualizzato
Cosa fu la Guerra Fredda
• Conflitto “congelato” (mai giunto a una
deflagrazione totale tra i contendenti) tra due
Superpotenze, Stati Uniti d’America e Unione
Sovietica, portatrici di messaggi universalistici,
tendenzialmente antitetici e inconciliabili. Le
Superpotenze furono capaci di estendere la
loro influenza con mezzi e metodi differenti
dapprima in Europa, poi su vaste aree del
globo, e di fare di queste ultime dei campi di
battaglia.
Cosa fu la Guerra Fredda
• Campi di battaglia diversissimi, eppure
unificati dalla volontà delle due Superpotenze
di farli rientrare nel conflitto complessivo:
– “gioco a somma zero”
– “proxy wars”, o guerre per procura
Cosa fu la Guerra Fredda
• Questo rende già l’idea di come:
– Gli ideali di cui erano portatori Stati Uniti ed
Unione Sovietica abbiano avuto una
diffusione transnazionale senza precedenti
(anche grazie ad imponenti apparati di
propaganda e al tentativo di influenzare le
leadership locali)
– Le specificità locali siano state spesso
sacrificate brutalmente sull’altare della
Guerra Fredda: pro-americani o prosovietici, “tertium non datur”
La fine dell’alleanza antinazista
• Stati Uniti ed Unione Sovietica “riscoprono” la
loro vocazione universalistica: impero della
libertà vs. impero dell’uguaglianza
• Si lotta “per l’anima dell’umanità”
• Possesso di arsenali dal potenziale distruttivo
senza precedenti
La fine dell’alleanza antinazista
• Inconciliabilità di fondo, un nuovo conflitto è
inevitabile:
– Per gli americani il comunismo è
inconciliabile con la concezione di libertà
che è alla base dell’ “American way of life”
– Per l’URSS il capitalismo non può
sopportare l’esistenza di un regime fondato
sul comunismo, perché sa che questo è
destinato a vincere
La Guerra Fredda in Europa
• In questi anni nasce la definizione di Guerra Fredda
con una connotazione negativa anche nei confronti
degli Stati Uniti:
– Walter Lippman: rinuncia volontaria alla
diplomazia
– Raymond Aron: pace impossibile – guerra
improbabile
George Orwell
Dall’Observer, ottobre 1945
The Atom Bomb and You
(…) Guardando al mondo nel suo insieme, il movimento
per alcuni decenni non va verso l’anarchia, ma verso la
reimposizione della schiavitù. È possibile che ci dirigiamo
non verso una conflagrazione generale ma verso un’epoca
altrettanto orribile quanto quella degli imperi
dell’antichità.
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(…) In pochi hanno considerato finora (…) il tipo di
visione del mondo, il genere di convinzioni, e la
struttura sociale che probabilmente prevarrebbe in un
paese che sarebbe al contempo invincibile e in uno
stato di permanente ‘guerra fredda’ con i suoi nemici.
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Se la bomba atomica diventasse qualcosa di poco
dispendioso e di facile realizzazione come una
bicicletta o una sveglia, certo potrebbe risospingerci
verso la barbarie, ma d’altra parte potrebbe segnare
la fine della sovranità nazionale e dello stato di
polizia altamente centralizzato. Se, come sembra il
caso, si tratta di un oggetto raro e costoso quanto
difficile da produrre (…), è più probabile che metta
fine a guerre di ampia scala al costo di prolungare
indefinitamente una ‘pace che non è una pace’.
George Orwell, 1945
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Dalla guerra alla “Guerra fredda”
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Dalla guerra alla “Guerra fredda”
• Nel febbraio 1946 gli Stati Uniti fanno circolare
l’idea di un patto venticinquennale contro la
rinascita del militarismo tedesco: gli Stati Uniti
intendono RIMANERE in Europa
• Nel frattempo, si deve procedere a risollevare
economicamente la Germania, e favorire la
rinascita del sistema politico
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Dalla guerra alla “Guerra fredda”
• I sovietici saccheggiano il territorio e il
potenziale umano tedesco per la loro
ricostruzione
• A fine 1946 hanno trasferito in URSS 3.500
fabbriche e più della metà della produzione
complessiva della loro zona
• Da parte occidentale si vuole favorire una
ripresa economica tedesca, quantomeno per
alleggerire i costi della sopravvivenza dei
tedeschi stessi; timori di disordini sociali
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Dalla guerra alla “Guerra fredda”
• Alla fine gli occidentali negano ai sovietici le
riparazioni dalle loro zone, mentre i sovietici
bloccano qualunque collaborazione per la
ripresa
• Da parte occidentale si fa strada l’idea della
gestione unilaterale: guidare la “loro”
Germania verso una forma di indipendenza
prospera, in modo da non costituire più una
minaccia, né da essere minacciata da est
• Il 1 gennaio 1947 USA e Gran Bretagna
uniscono le forze: nasce la “bizona” tedesca
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Dalla guerra alla “Guerra fredda”
• Nel frattempo, l’URSS declina l’invito a entrare
nelle istituzioni di Bretton Woods (Fondo
Monetario Internazionale e Banca Mondiale):
• “La nostra adesione potrebbe essere
interpretata come debolezza, come una mossa
impostaci dalla pressione americana. Il nostro
atteggiamento negativo mostrerà la nostra
posizione indipendente
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Dalla guerra alla “Guerra fredda”
• Truman sempre più persuaso che l’URSS sia
irrecuperabile alla collaborazione: a meno di
due anni dalla fine della guerra, l’ex alleato è
paragonato a Hitler e ogni collaborazione all’
“appeasement” (quindi alla premessa di una
sconfitta)
• 9 febbraio: 1946 Stalin annuncia al popolo la
necessità di una ripresa a tappe forzate.
Sacrificio dei beni di consumo, crescita
dell’industria pesante: ci si deve preparare al
conflitto inevitabile tra capitalismo e
comunismo
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Dalla guerra alla “Guerra fredda”
• Un mese dopo, in un discorso negli Stati Uniti,
Churchill (non più al governo, ma simbolo di
fermezza contro il nazismo):
• “I sovietici cercano l’espansione senza limiti
del loro potere e delle loro dottrine” (…) “da
Stettino nel Baltico a Trieste, una cortina di
ferro è calata attraverso l’Europa”
• Cambia la raffigurazione del dopoguerra: da
alleati ad antagonisti irriducibili
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Dalla guerra alla “Guerra fredda”
• Da parte americana inizia una profonda
riflessione su come affrontare la nuova
situazione
• George Kennan, politico e diplomatico
statunitense, viene inviato a vedere di persona
cosa sta succedendo in Europa orientale
• La conclusione è un “lungo telegramma”,
inviato a Truman, che avrebbe segnato
profondamente l’approccio alla “Guerra
fredda”
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Dalla guerra alla “Guerra fredda”
Contenuti dell’analisi di Kennan:
• Il regime sovietico e fondamentalmente
insicuro e per questo autarchico
• Per mantenere il proprio dominio ha bisogno
di un ambiente internazionale ostile: è
“ossigeno”
• Ogni possibilità di collaborazione è illusoria
• Ma, a differenza del nazismo, il potere
sovietico non è incline a correre rischi inutili,
ed è sensibile alla logica della forza
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Dalla guerra alla “Guerra fredda”
• Per questa ragione, gli Stati Uniti devono farsi
attori principali di un contenimento
dell’Unione Sovietica per impedire una sua
ulteriore espansione e attendere che le
contraddizioni interne al suo sistema
esplodano
• Per farlo, è necessario coinvolgere tutti i paesi
“liberi” (= non ancora sovietici) e garantire
loro sicurezza e benessere, affinché diventino
parte del grande sistema di contenimento
• Da notare: l’idea sovietica che il crollo del
capitalismo fosse questione di tempo non era
così tanto diversa
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Dalla guerra alla “Guerra fredda”
• Enorme sensazione e immediato consenso
presso l’amministrazione Truman
• Non soltanto: il dogma del contenimento
avrebbe condizionato la politica degli Stati
Uniti per quattro decenni; è la dottrina con cui
Washington entra nella Guerra Fredda e ne
definisce i caratteri principali
• Le dimostrazioni arrivano ben presto:
pressioni sovietiche su Iran e Turchia. Truman
invia una flotta statunitense nel Mediterraneo
orientale: nessun cedimento
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Dalla guerra alla “Guerra fredda”
• La situazione dell’Europa occidentale è
preoccupante: ancora non c’è alcuna ripresa
sensibile; i danni di guerra non vengono
riassorbiti; diffuso disagio sociale e crescente
consenso per le forze social-comuniste (che in
alcuni paesi partecipano al governo)
• Continue richieste di crediti e merci agli Stati
Uniti: viaggio di De Gasperi a Washington. Per
la loro concessione, gli Stati Uniti iniziano a
imporre l’esclusione dal potere di forze
socialiste e comuniste (in febbraio in Italia, in
maggio in Francia)
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Dalla guerra alla “Guerra fredda”
• Sempre maggiore coscienza negli Stati Uniti
che sia necessario un piano sistematico per
mobilitare le risorse europee e porle al
servizio della rinascita dell’economia
internazionale (il benessere previene il
comunismo), e soprattutto del contenimento
dell’Unione Sovietica
• La svolta: a inizio marzo la Gran Bretagna
comunica di non essere più in grado di aiutare
il governo conservatore greco nella lotta
contro formazioni comuniste
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Dalla guerra alla “Guerra fredda”
• In realtà, Stalin non aveva mai dato mano
libera ai comunisti greci (una situazione che si
sarebbe ripetuta spesso), ma le lenti
dell’ideologia influenzano la lettura di
Washington: tutto è riconducibile
all’espansionismo sovietico
• Il 12 marzo 1947 Truman chiede al Congresso
di finanziare il governo greco e “i popoli liberi
che intendono resistere a tentativi di
soggiogamento da parte di minoranze armate
o pressioni esterne”
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Dalla guerra alla “Guerra fredda”
• È la Dottrina Truman, che avrebbe impegnato
gli Stati Uniti a mantenere la loro presenza nel
mondo (al contrario di quanto avvenuto nel
1919!)
• Il Congresso approva la “crociata
anticomunista”. Questo avvia anche una svolta
conservatrice anche all’interno degli Stati Uniti
• Per capire cosa significa ideologia: Truman
parla di “popoli liberi”, Kennan di “regmi
politici quantomeno favorevoli alla potenz e
all’indipendenza della nostra nazione”
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Dalla guerra alla “Guerra fredda”
• L’obiettivo è mobilitare tutte le risorse per il
territorio che sembra centrale per le sorti del
confronto: l’Europa
• Tornare a farla prosperare, reintegrare la
Germania nella vita internazionale (più tardi
sarà lo stesso per il Giappone)
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Dalla guerra alla “Guerra fredda”
• Il 5 giugno del 1947 il Segretario di Stato
George Mashall annuncia un piano
straordinario di aiuti (Piano Marshall) per
“ogni governo che voglia aiutare il cammino
della ripresa”, ma non per chi “manovri per
impedire la ripresa degli altri paesi” (non ci
sono limitazioni pregiudiziali)
• Convocata una conferenza in Europa per
concordare le modalità
• A luglio arrivano a Parigi delegazioni da tutti i
paesi, anche dall’URSS
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Dalla guerra alla “Guerra fredda”
• Ma quando è chiaro che l’accettazione del
piano include inevitabilmente l’accettazione di
un coordinamento (quindi apertura) ed
elementi di capitalismo (partecipazione di
imprese private), Mosca si ritira
polemicamente
• Ordine anche a Polonia e Cecoslovacchia di
ritirarsi. L’esecuzione fu umiliante soprattutto
per i cecoslovacchi, un governo
democraticamente eletto (e con forte
partecipazione comunista!)
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Dalla guerra alla “Guerra fredda”
• Rinasce il coordinamento dei partiti comunisti
nel mono (Cominform): l’obiettivo è resistere
ai piani americani
• Totale sovietizzazione dell’Europa orientale,
ormai senza più finzioni
• Sono mosse “difensive”
• Il Piano Marshall proietta sull’Europa un
modello di democrazia e prosperità di
consumi
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Dalla guerra alla “Guerra fredda”
• 16 paesi aderiscono al Piano Marshall
• Dal 1948 al 1951 gli USA elargiscono aiuti per
13 miliardi di dollari (1,5% del PIL USA);
incentivo al coordinamento europeo: verso
l’integrazione economica regionale
• Il Piano Marshall fu la miccia della ripresa
europea e l’avvio di un boom trentennale
• Tra il 1947 e il 1950 il PIL europeo occidentale
cresce del 30%
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Dalla guerra alla “Guerra fredda”
• Due eventi mostrano la radicalità dello scontro
ma anche la diversa interpretazione
dell’egemonia
• Nel marzo un colpo di stato porta i comunisti
cecoslovacchi al potere; repressione degli
oppositori. Il ministro degli esteri Masaryk si
“suicida”. Dimostrazione di debolezza
• Il 18 aprile le forze centriste vincono le
elezioni in Italia: vittoria della scelta
euroamericana
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Germania divisa
• Nel nuovo contesto, sia le necessità
economiche che quelle strategiche spingevano
per la formazione di uno stato tedesco
occidentale
• Timori degli europei: firmato a Bruxelles nel
gennaio 1948 un patto difensivo tra Gran
Bretagna, Francia e Benelux (Unione Europea
Occidentale). Ma è chiaro che serve una
garanzia statunitense
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Germania divisa
• Per il momento, gli Stati Uniti interrompono la
smobilitazione militare e dispongono maggiori
finanziamenti per il riarmo. Riorganizzazion
del sistema di sicurezza e difesa (nasce la CIA)
• Tentativo di Stalin di bloccare la formazione di
uno stato tedesco occidentale
• Il 24 giugno le truppe sovietiche bloccarono
tutti gli accessi terrestri alla parte occidentale
di Berlino e interrompono l’erogazione
dell’energia elettrica
• È la prima crisi della guerra fredda
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Germania divisa
• L’abbandono di Berlino è fuori discussione: ne
va della credibilità americana e occidentale in
Germania e nel mondo
• Ma non si vuole rischiare una guerra forzando
il blocco
• Le armi nucleari rivelano tutta la loro inutilità
• In più i sovietici non sembrano volere la
guerra: viene giudicato un “bluff”
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• Si risponde con un ponte aereo di dimensioni
mai viste prima
• Per un anno arrivano a Berlino 1.400 aerei al
giorno, con ottomila tonnellate di rifornimenti,
più o meno quanto arrivava via terra prima del
blocco
• Furono 322 giorni durissimi, ma alla fine i
sovietici dovettero cedere
• Oltre alla riuscita logistica, c’è l’enorme
sconfitta politica, psicologica e
propagandistica. I sovietici sono gli affamatori
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• Dal punto di vista occidentale, c’è
l’avvicinamento delle popolazioni alla causa
comune: il popolo tedesco è parte
dell’occidente minacciato da Mosca. Una
minaccia che è diventata visibile e materiale
• L’11 maggio il blocco finisce
• Poco dopo nasce la Repubblica Federale
Tedesca dalle tre zone occidentali
• In ottobre, come risposta, nasce la Repubblica
Democratica Tedesca a est. Nessun
riconoscimento reciproco
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• Il 4 aprile del 1949 era nata l’Alleanza
Atlantica, un trattato di difesa collettiva in
caso di aggressione contro uno dei paesi
aderenti (Stati Uniti, Canada più 10 + 2 paesi
europei). Per la prima volta nella loro storia,
gli Stati Uniti partecipano a un’alleanza
militare in tempo di pace. E in posizione di
leader
• È la prima concretizzazione del contenimento
• Si perfeziona la divisione dell’Europa, che pare
ormai un processo irreversibile
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