Caropreso Dennis Iaria Elisa Sacchetti Ilaria Zeus: dio supremo dell’Olimpo, signore del fulmine. Fa parte, come tutti gli dei dell’Olimpo, della seconda generazione divina. Fu sottratto dalla madre Rea al padre Crono che voleva divorarlo, e nutrito in una grotta del monte Ditteo dalla crapa Amaltea. Diventato adulto, detronizzò il padre con l’aiuto di Meti (dea della Prudenza) e sposò Era. Da unioni diverse ebbe molti figli, tra cui Atena, Artemide, Apollo, Ermes, Persefone, Eracle e Ares. Da Zeus dipendevano vari fenomeni atmosferici, come la pioggia, la neve, le nubi e i fulmini. Crono era in tempi lontani il dio supremo. Ebbe dalla moglie Rea sei figli: Estia, Demetra, Era, Ade, Poseidone e Zeus. Poiché gli era stato predetto che uno di loro lo avrebbe spodestato, Crono li divorava a mano a mano che venivano alla luce. La povera Rea cercò di salvare Zeus, il sesto, nascondendolo in una grotta nell’isola di Creta e affidandolo alle Ninfe. Furente, Crono cercava il piccolo dio per mare e per terra e le Ninfe, ogni volta che si avvicinava, facevano un gran baccano, suonando e cantando, perché non udisse il pianto del neonato. Ma le ricerche continuavano e Rea, per timore che prima o poi Zeus fosse scoperto, avvolse in fasce una pietra e la consegnò al suo terribile sposo, dicendo: “Tieni, ecco l’ultimo nato”. Crono ingoiò la pietra, convinto di avere così eliminato Zeus, il quale invece crebbe bello e forte fino al giorno in cui sua madre Rea, per averlo vicino, lo presentò a Crono come coppiere. Suo padre non lo riconobbe non avendolo mai visto. Un giorno Zeus aggiunse senape e sale nella coppe del padre che, rivoltato dall’orribile pozione, restituì sani e salvi, dalla grande bocca, tutti i figli ingoiati. Cominciò una terribile guerra tra Crono e i figli redivivi. Dalla parte del vecchio Dio stavano i Titani, guidati da Atlante, dalla parte di Zeus combattevano i Ciclopi, che regalarono ad Ade un elmo che lo rendeva invisibile, a Poseidone un tridente e a Zeus un fulmine. Ade, senza essere visto, disarmò Crono,Poseidone lo inseguì con il tridente e Zeus gli diede il colpo di grazia, fulminandolo. Crono non morì, ma dovette cedere lo scettro a Zeus e andarsene in esilio. Da quel momento in poi, Zeus fu il re degli dei e li governò con autorità. Una volta preso il potere, Zeus, decise di prendere moglie; notò la bellezza di sua sorella Era degna in tutto per diventare la regina degli dèi. Era viveva appartata nell'isola di Eubea, insieme alla sua nutrice Macris, nella casa della nereide Teti. Era molto difficile avvicinarla perché su di lei vegliava assiduamente la sua nutrice a causa della sua giovane età. Un giorno di un freddissimo inverno, la giovane Era si trovava, per caso, sola e sperduta in una strada di campagna deserta e coperta dalla neve. La dea ebbe compassione per un cuculo intirizzito e tramante dal freddo che le si andò a posare su una spalla. La dea tentò di riscaldarlo coprendolo con la sua veste e cominciò ad accarezzarlo. Il cuculo si tramutò in un giovane bello e attraente che si fece riconoscere per Zeus; dichiarò il suo amore alla fanciulla e le chiese di diventare sua moglie. Era accettò e le nozze vennero celebrate sull'Olimpo alla presenza di tutti gli dèi. Dal matrimonio di Zeus ed Era nacquero quattro figli: Ebe,Ilizia, Ares ed Efesio. Il matrimonio tra Zeus ed Era viene spesso raccontato come un'unione felice; molti poeti attribuirono ad Era una forte gelosia per spiegare i fenomeni del cielo. Essendo il re e la regina del cielo, e il cielo si sa non è sempre azzurro e sereno, con i loro litigi determinavano violenti uragani e gelidi inverni. Zeus ebbe molti amori con ninfe e con donne mortali; anche queste unioni erano simboliche, ad esempio per indicare che la Terra per essere fecondata ha bisogno della pioggia o che la Luna percorre rapidamente la volta del cielo da est ad ovest. Io, figlia del re di Argo, era tanto bella da far innamorare follemente Zeus, che le inviava in sogno messaggi d’amore, senza però ottenere risultati concreti. La fanciulla, sacerdotessa di Era, non voleva in nessun modo farle un affronto. Zeus allora ordinò a Inaco, suo padre, di cacciarla di casa e quando la vide sola e smarrita la raggiunse. Per farlo senza essere visto dalla moglie tramutò il giorno in una notte oscura. Ma lo strano fenomeno insospettì Era. Furiosa, si mise sulle sue tracce. Quando Zeus la vide arrivare, temendo il peggio, tramutò Io in una giovenca. Ma ci voleva ben altro per ingannare Era. Diede una occhiata all’animale e disse:”Bella, me la regali?” Zeus non poteva dire di no e la dea trascinò via la rivale costretta a camminare a quattro zampe. Così Zeus chiamò in aiuto Ermes per liberare l’amante.