L’epica dal mito alla storia Percorso tematico a cura di Maria Giulia Poggi 1. Epica greca antichissima Etimologia. Epica deriva dal greco épos parola discorso discorso in versi Tratti costanti dell’epica antica oralità storie leggendarie rievocazione di un passato eroico 2. Epica omerica Questione omerica Frammento dell’Iliade Raccolta e rielaborazione di materiale rapsodico precedente in due opere di grandi dimensioni accumunate da tecniche narrative e stile Oralità Formularità facilitano la composizione improvvisata la memorizzazione la trasmissione dei testi espressioni stereotipate che ricorrono invariate in contesti diversi 3. Iliade e Odissea Gli studiosi non concordano sull’epoca della “registrazione”: VIII o VI sec a.C.? La divisione in 24 libri fu operata da filologi di età ellenistica (III sec. a.C.) Diventano il testo base della letteratura greca 3. Iliade e Odissea Rientrano nel cosiddetto ciclo troiano, complesso di miti e leggende connessi con la decennale guerra condotta in età preistorica dagli Achei contro la potente città di Troia Capostipiti del filone “eroico” dell’epica 3. Iliade e Odissea Troia (?), visione da sud est 3. Iliade e Odissea ILIADE. IL POEMA DELLA GUERRA Il poema racconta un episodio dell’ultimo anno della guerra. Achille, il guerriero più forte degli Achei, si ritira dal combattimento, adirato in seguito ad una contesa con Agamennone, condottiero supremo dell’esercito greco. Indeboliti dall’assenza di Achille, gli Achei rischiano la sconfitta; ma quando Patroclo, l’amico prediletto di Achille, viene ucciso in battaglia da Ettore, il più valoroso eroe troiano, l’ira di Achille si volge contro i Troiani e il fortissimo guerriero riprende le armi per vendicare l’amico. Il poema si chiude con l’uccisione di Ettore ed i suoi funerali. Cantami, o Diva, del Pelìde Achille 3. Odissea l'iraIliade funestae che infiniti addusse lutti agli Achei, molte anzi tempo all'Orco generose travolse alme d'eroi, e di cani e d'augelli orrido pasto lor salme abbandonò (così di Giove l'alto consiglio s'adempìa), da quando primamente disgiunse aspra contesa il re de' prodi Atride e il divo Achille. E qual de' numi inimicolli? Il figlio di Latona e di Giove. Irato al Sire destò quel Dio nel campo un feral morbo, e la gente perìa: colpa d'Atride che fece a Crise sacerdote oltraggio. Omero, Iliade, I, 1 – 14. Traduzione di V. Monti Drolling, La collera di Achille 3. Iliade e Odissea ODISSEA. IL POEMA DEL VIAGGIO Narra dapprima di Telemaco figlio di Ulisse, che va a Pilo e a Sparta in cerca di notizie del padre, non ancora tornato ad Itaca dopo 10 anni dalla fine della guerra di Troia. Descrive poi l’arrivo di Ulisse, naufrago, nella terra dei Feaci dove, durante un banchetto, l’eroe racconta alla corte di Alcinoo il suo viaggio avventuroso: da Polifemo a Circe, dagli inferi alle Sirene, da Scilla e Cariddi alla perdita dei compagni e al lungo soggiorno presso la ninfa Calipso. Aiutato dai Feaci Ulisse tornerà finalmente a Itaca e riconquisterà il regno dopo aver ucciso i Proci che avevano usurpato il potere. Musa, quell'uom di multiforme ingegno Dimmi, che molto errò, poich'ebbe a terra Gittate d'Ilïòn le sacre torri; Che città vide molte, e delle genti L'indol conobbe; che sovr'esso il mare Molti dentro del cor sofferse affanni, Storiaa guardar la cara vita intende, Mentre E i suoi compagni a ricondur: ma indarno Ricondur desïava i suoi compagni, Ché delle colpe lor tutti periro. 4. Epica eroica ed epica storica Odissea, I,1-10. Trad. di I. Pindemonte Ulisse attaccato da Scilla, frammento di Mosaico 3. Iliade e Odissea ODISSEA Archetipo remoto del romanzo Rappresenta, proiettandola nel passato, una situazione politica, economica e sociale meno arcaica rispetto all’Iliade Rappresenta una visione più “moderna” e complessa dei rapporti umani 4. Epica eroica ed epica storica Epica eroica Tragedia materia mitico – storica (“imitazione di fatti nobili”) altezza o “sublimità” dello stile non ha limiti passato durata dell’azione tempo un giorno presente Trasfigurazione mitica del passato Forte tendenza alla connotazione simbolica e ideologica 4. Epica eroica ed epica storica Epica storica Carattere celebrativo ed encomiastico Mantiene la struttura dell’epica eroica Si differenzia dall’epica eroica perché narra vicende della storia più recente, anche contemporanee all’autore, intrecciate col mito Non se ne conservano esemplari greci 5. Il poema eroico Aspetti formali Narrazione ampia e particolareggiata Frequenti similitudini Descrizioni estese di cose e persone Topoi Concili degli dei e scene divine Interventi di divinità Cataloghi (rassegne di eserciti e condottieri) Scene di battaglie, assemblee di cittadini Giochi funebri, sogni profetici 6. I grandi cicli epici Ciclo troiano Ciclo delle storie di Eracle (Eracleiadi) Ciclo delle storie di Edipo (Tebaidi) Raffaello, Stanza dell’incendio. particolare: Enea fugge dall’incendio di Troia 7. Le Argonautiche Unico poema eroico greco conservato per intero insieme all’Iliade e all’Odissea Apollonio Rodio, l’autore, fu il principale rappresentante (insieme a Callimaco) della letteratura alessandrina Il poema è diviso in quattro libri e racconta un viaggio avventuroso di eroi greci appartenenti alla generazione precedente a quella dei partecipanti alla guerra di Troia Viaggio di Giasone alla ricerca del vello d’oro, conquistato con l’aiuto di Medea, figlia del re della Colchide 8. Novità dell’epos di Apollonio Eziologia (da Aitia o Aition = causa, origine). Collegamento fra passato e presente attraverso la storicizzazione e l’attualizzazione del mito. Il presente trae la sua spiegazione dal passato. Amore. La storia d’amore fra Giasone e Medea occupa un grande spazio (III libro). Sarà imitato da Virgilio nel IV libro dell’Eneide. Da te sia l'inizio, Febo, a che io ricordi le gesta degli eroi antichi che attraverso le bocche del Ponto e le rupi Cianee, eseguendo i comandi di Pelia, guidarono al vello d'oro Argo, la solida nave. Il re Pelia aveva appreso un oracolo, che l'aspettava una sorte atroce in futuro: chi tra i suoi sudditi avesse visto venire calzato di un solo sandalo, quello con le sue trame gli avrebbe dato la morte. Non molto tempo dopo, secondo il tuo oracolo, Giasone, mentre guadava d'inverno l'Anauro, trasse in salvo dal fango un sandalo solo, e l'altro lo lasciò in fondo all'acqua. Presto giunse da Pelia, per prendere parte al banchetto che il re celebrava in onore di Posidone suo padre e degli altri dei: ma di Era Pelasga non ebbe pensiero. Appena vide Giasone capì, e pensò per lui la fatica d'un duro e lungo viaggio, sperando che in mare o tra genti straniere perdesse la via del ritorno. Come Argo costruì la sua nave, con il consiglio di Atena, cantano i poeti di un tempo: io voglio invece qui dire la stirpe degli eroi ed il nome, e i lunghi viaggi per mare, e tutte quante le imprese che essi compirono nel loro errare. Siano le Muse ministre del canto. (Argonautiche, libro I, vv, 1 – 22) Medea 9. L’epillio Significa letteralmente “piccolo Epos”; scritto in esametri, presenta argomento mitologico. Si distingue dal grande epos per Breve estensione Narrazione di un episodio marginale del mito Ecale di Callimaco (III sec. a. C.). Narra della ospitalità offerta a Teseo dalla vecchia Ecale a cui Teseo rese omaggio dopo la morte istituendo un culto in suo onore (è così inserito un elemento eziologico tipico della cultura alessandrina) 10. Il filone cosmogonico-mitologico Esiodo, originario dell’Asia Minore, visse in Beozia fra VIII e VII sec. a. C. Scrisse un poema in poco più di mille esametri dal titolo Teogonia. Il racconto abbraccia un vastissimo periodo di tempo, delineando la storia del mondo dal Caos primigenio alle successive generazioni divine ed eroiche. A lui si ispira il latino Ovidio con le sue Metamorfosi. Cominciamo il canto dalle Muse eliconie che di Elicona possiedono il monte grande e divino e intorno alla fonte scura, coi teneri piedi danzano, e all'altare del forte figlio di Crono; e bagnate le delicate membra nel Permesso e nell'Ippocrene o nell'Olmeio divino sul più alto dell'Elicona intrecciavano danze belle e soavi, e si muovevano con piedi veloci. (Esiodo, Teogonia, vv, 1 – 8) 1 11. La poesia catalogica Attribuita ad Esiodo (oggi si dubita della sua autenticità), il Catalogo delle donne è un elenco di eroine mitiche di ciascuna delle quali era narrata in breve la vicenda (si vedano le Heroides di Ovidio). Come poesia erudita, la poesia catalogica d’argomento mitico trova ampio spazio nella poesia alessandrina e romana Il catalogo o enumerazione è un topos già presente in Omero (Iliade, II, catalogo delle navi; Odissea, XI, catalogo delle eroine) 12. Il poema didascalico Esiodo, Le opere i giorni. Primo poemetto didascalico in circa 800 versi. Ha carattere non narrativo ma espositivo e si pone finalità di ammaestramento. L’opera contiene precetti relativi alla agricoltura e alla navigazione. Si propone di trasmettere anche un messaggio morale (sottolinea i valori di onestà e di giustizia) e propone una concezione etica del lavoro. Empedocle di Agrigento, Perì physeos e Katarmòi. L’autore dà una spiegazione globale della realtà fisica e umana. E’ un’opera con forte tensione speculativa e mistica che si pone l’obiettivo di divulgare un messaggio di verità e salvezza. 13. Epica didascalica ellenistica Arato di Soli, Fenomeni (metà del III sec. a.C.). Poema a carattere tecnico ed erudito. Fu utilizzato anche da Virgilio. Nicandro di Colofone, Theriaka (animali velenosi) e Alexipharmaca (rimedi contro i veleni). Specialista nell’ambito degli scritti di zoologia e medicina. 14. L’epica latina arcaica LIVIO ANDRONICO. Odusia GNEO NEVIO, Bellum Poenicum QUINTO ENNIO, Annales Epica storica Eventi recenti e contemporanei ma anche Epos nazionale Ricorso al mito Virum mihi, Camena, insece versutum (Cantami, o Camena, l'eroe dalla multiforme scaltrezza) Àndra moi ènnepe Mùsa polytropon (Cantami, o Musa le vicende dell'astuto eroe) (Livio Andronico, Odusia, I, 1) (Omero, Odissea, I, 1) Livio mantiene la posizione iniziale di virum (àndra); ricalca, con insece (in-sequo), il termine greco ènnepe (en-epomai); rende polytropon (poly + trèpo molto + volgere) con versutum (da vertere, volgere). Tuttavia, accanto a tanta fedeltà, troviamo la trasformazione di Musa, divinità greca, in una della Camenae, divinità italiche delle fonti, dotate di capacità oracolari: la Camena è stata probabilmente scelta per la radice semantica del suo nome, riconducibile a cano, cantum, carmen. Turner, Ulisse deride Polifemo 15. L’epica latina nel I sec. a. C. Q. Ortensio Ortalo, poema sulla guerra marsica dell’87. M.T. Cicerone, Marius (imprese di Caio Mario) De consulato suo; De temporibus suis (autocelebrativi) Furio Bibaculo, Annales belli Gallici Varrone Atacino, Bellum Sequanicum (campagna di Cesare, 58 a.C.) EPICA STORICA Gneo Mazio, traduzione dell’Iliade Varrone Atacino, traduzione delle Argonautiche EPICA EROICA penetraz. dell’Ellenismo gusto alessandrino 15. L’epica latina nel I sec. a. C. Elvio Cinna, Zmyrna Licinio Calvo, Io perduti Catullo, Carme 64 Appendix virgiliana, Ciris e Culex Sviluppano la lezione degli Alessandrini (poesia erudita) Aspetti secondari del mito (non eroici) Aspetti erotici e patetici Estensione breve e struttura asimmetrica Tecniche narrative raffinate e artificiose Ostentazione di una forma squisitamente elaborata 16. Poesia didascalica nell’età di Cesare M.T. Cicerone, Aratea (versione poetica dei Fenomeni di Arato) Sallustio, Empedoclea Lucrezio, De rerum natura 1. 2. Ispirato ad Empedocle all’opera perduta di Epicuro sulla natura in 37 libri Diviso in tre diadi, espone la dottrina epicurea con grande fervore intellettuale, vigore poetico e sensibilità artistica. Genitrice degli Eneadi, piacere degli uomini e degli dèi, Venere datrice di vita, che sotto i corsi celesti degli astri dovunque avvivi della tua presenza il mare percorso dalle navi, le terre fertili di messi, poiché grazie a te ogni specie di viventi è concepita e, sorta, vede la luce del sole te, o dea, te fuggono i venti, te le nuvole del cielo, e il tuo arrivare; a te soavi fiori sotto i piedi fa spuntare l'artefice terra, a te sorridono le distese del mare e placato splende di un diffuso lume il cielo. Lucrezio, De rerum natura, I, 1 – 9) G. Tiepolo, Venere e Marte innamorati Codice minato di grande valore, conservato nella biblioteca vaticana e copiato nel corso del XIV secolo Lucrezio, De r.n. Codice vaticano 17. Virgilio Storia L'armi canto e 'l valor del grand'eroe che pria da Troia, per destino, a i liti d'Italia e di Lavinio errando venne; e quanto errò, quanto sofferse, in quanti e di terra e di mar perigli incorse, come il traea l'insuperabil forza del cielo, e di Giunon l'ira tenace; e con che dura e sanguinosa guerra fondò la sua cittade, e gli suoi dèi ripose in Lazio: onde cotanto crebbe il nome de' Latini, il regno d'Alba, e le mura e l'imperio alto di Roma. Musa, tu che di ciò sai le cagioni, tu le mi detta. Qual dolor, qual onta fece la dea ch'è pur donna e regina de gli altri dèi, sí nequitosa ed empia contra un sí pio? Qual suo nume l'espose per tanti casi a tanti affanni? Ahi! Tanto possono ancor là su l'ire e gli sdegni? (Virgilio, Eneide, I, 1 – 11) Crespi, Enea, la Sibilla e Caronte 18. Altri epici d’età augustea Storia 19. Ovidio Storia 20. Epici minori d’età imperiale Storia 21. L’epica in età neroniana Storia 22. L’età dei Flavi Storia 23. La tarda età imperiale Storia 24. L’epica in età medievale e moderna Storia Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori, le cortesie, l'audaci imprese io canto, che furo al tempo che passaro i Mori d'Africa il mare, e in Francia nocquer tanto, seguendo l'ire e i giovenil furori d'Agramante lor re, che si diè vanto di vendicar la morte di Troiano sopra re Carlo imperator romano. Dirò d'Orlando in un medesmo tratto cosa non detta in prosa mai, né in rima: che per amor venne in furore e matto, d'uom che sì saggio era stimato prima; se da colei che tal quasi m'ha fatto, che 'l poco ingegno ad or ad or mi lima, me ne sarà però tanto concesso, che mi basti a finir quanto ho promesso. (Ariosto, Orlando Furioso, I, 1 – 16) G. Tiepolo, Angelica e Medoro 1 Canto l'arme pietose e 'l capitano che 'l gran sepolcro liberò di Cristo. Molto egli oprò co 'l senno e con la mano, molto soffrí nel glorioso acquisto; e in van l'Inferno vi s'oppose, e in vano s'armò d'Asia e di Libia il popol misto. Il Ciel gli diè favore, e sotto a i santi segni ridusse i suoi compagni erranti. 2 O Musa, tu che di caduchi allori non circondi la fronte in Elicona, ma su nel cielo infra i beati cori hai di stelle immortali aurea corona, tu spira al petto mio celesti ardori, tu rischiara il mio canto, e tu perdona s'intesso fregi al ver, s'adorno in parte d'altri diletti, che de' tuoi, le carte. (T. Tasso, Gerusalemme liberata, I, 1 – 16) G. Tiepolo, Rinaldo abbandona Armida