Il modello ICF
per una cultura inclusiva:
progettazione educativa, e
strumenti di intervento
excursus
• Dalle classi differenziali all’integrazione scolastica
Relazione Falcucci, Legge 517/77 del 4
agosto 1977
• abolizione delle classi differenziali per gli alunni
svantaggiati.
• consentito a tutti gli alunni in situazione di handicap di
accedere alle scuole elementari e alle scuole medie
inferiori.
• insegnanti di sostegno specializzati,
• numeri di alunni per classe non superiore a venti,
• interventi specialistici dello Stato e degli Enti Locali.
excursus
• Legge 104 del 5 febbraio 1992
sancisce il diritto all’istruzione e all’educazione nelle
sezioni e classi comuni per tutte le persone in situazione
handicap precisando che “l’esercizio di tale diritto non
può essere impedito da difficoltà di apprendimento né da
altre difficoltà derivanti dalle disabilità connesse
all’handicap”
Legge 104 / 1992
• Art. 12 - Diritto all'educazione e all'istruzione.
1. Al bambino da 0 a 3 anni handicappato è garantito l'inserimento
negli asili nido.
2. E' garantito il diritto all'educazione e all'istruzione della persona
handicappata nelle sezioni di scuola materna, nelle classi comuni
delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado e nelle istituzioni
universitarie.
3. L'integrazione scolastica ha come obiettivo lo sviluppo delle
potenzialità della persona handicappata nell'apprendimento, nella
comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione.
Legge 104/1992
•
Art. 12 - Diritto all'educazione e all'istruzione
5. All'individuazione dell'alunno come persona handicappata ed
all'acquisizione della documentazione risultante dalla diagnosi funzionale, fa
seguito un profilo dinamico-funzionale ai fini della formulazione di un
piano educativo individualizzato, alla cui definizione provvedono
congiuntamente, con la collaborazione dei genitori della persona
handicappata, gli operatori delle unità sanitarie locali e, per ciascun grado di
scuola, personale insegnante specializzato della scuola, con la
partecipazione dell'insegnante operatore psico-pedagogico MPI. Il profilo
indica le caratteristiche fisiche, psichiche e sociali ed affettive dell'alunno e
pone in rilievo sia le difficoltà di apprendimento conseguenti alla situazione
di handicap e le possibilità di recupero, sia le capacità possedute che
devono essere sostenute, sollecitate e progressivamente rafforzate e
sviluppate nel rispetto delle scelte culturali della persona handicappata.
•
8. Il profilo dinamico-funzionale è aggiornato a conclusione della scuola materna, della scuola
elementare e della scuola media e durante il corso di istruzione secondaria superiore.
Legge 104/1992
•
Art. 13 - Integrazione scolastica
1. L'integrazione scolastica della persona handicappata nelle sezioni e nelle classi comuni delle
scuole di ogni ordine e grado e nelle università si realizza
a) la programmazione coordinata dei servizi scolastici con quelli sanitari, socio-assistenziali,
culturali, ricreativi, sportivi e con altre attività sul territorio gestite da enti pubbici o privati.
•
2. Per le finalità di cui al comma 1, gli enti locali e le unità sanitarie locali possono altresì
prevedere l'adeguamento dell'organizzazione e del funzionamento degli asili nido alle esigenze
dei bambini con handicap, al fine di avviarne precocemente il recupero, la socializzazione e
l'integrazione, nonché l'assegnazione di personale docente specializzato e di operatori ed
assistenti specializzati.
6. Gli insegnanti di sostegno assumono la contitolarità delle sezioni e
delle classi in cui operano, partecipano alla programmazione educativa e
didattica e alla elaborazione e verifica delle attività di competenza dei
consigli di interclasse, dei consigli di classe e dei collegi dei docenti.
Legge 104/1992
• Art. 14 - Modalità di attuazione dell'integrazione
percorsi di formazione del personale della scuola
• Art. 15 - Gruppi di lavoro per l'integrazione
scolastica
GLIP e GLH
• Art. 16 - Valutazione del rendimento e prove d'esame
Prove equipollenti
• Poi DPR 323/1998 – percorsi differenziati
excursus
• Legge n. 328 08/11/2000 "Legge quadro
per la realizzazione del sistema
integrato di interventi e servizi sociali“
• La Legge 328/00 definisce la programmazione e
l’organizzazione del sistema integrato di interventi e servizi
sociali. In particolare l'articolo 14 prevede "per realizzare la
piena integrazione delle persone disabili di cui all’articolo 3
della legge 5 febbraio 1992, n. 104, nell’ambito della vita
familiare e sociale, nonché nei percorsi dell’istruzione
scolastica o professionale e del lavoro, i comuni, d’intesa con
le aziende unità sanitarie locali, predispongono, su richiesta
dell’interessato, un progetto individuale".
Accertamento e diagnosi
D.P.C.M. 23 febbraio 2006, n. 185
•
•
•
•
Verbale di accertamento
Diagnosi funzionale
Profilo dinamico funzionale
PEI Piano Educativo Personalizzato
Dalla logica dell’integrazione alla
logica dell’inclusione
• Verso l’ICF
• 20 marzo 2008 Intesa in Conferenza Unificata
Intesa tra il Governo, le Regioni, le Province
autonome di Trento e Bolzano, le Province, i
Comuni e le Comunità montane in merito alle
modalità e ai criteri per l'accoglienza
scolastica e la presa in carico dell'alunno
con disabilità.
Intesa del 20 marzo 2008
•
•
•
•
• Articolo 2
(Individuazione e percorso valutativo della persona disabile)
2. 1 - Individuazione della disabilità della persona (certificazione - diagnosi
clinica) In base all'art. 12 della legge 5 febbraio 1992, n. 104,
2.2 - Diagnosi Funzionale (DF)
… è l'atto di valutazione dinamica di ingresso e presa in carica, per la piena
integrazione scolastica e sociale.
•
Alla Diagnosi Funzionale provvede l'Unità Multidisciplinare presente nei Servizi Specialistici per
l'Infanzia e l'adolescenza del territorio di competenza. La Diagnosi Funzionale è redatta in tempi
utili per !a predisposizione del Piano Educativo Individualizzato.
•
•
2.3 Revisione della diagnosi
Ad ogni passaggio di grado di istruzione o in presenza di condizioni nuove e
sopravvenute la diagnosi clinica/certificazione la Diagnosi Funzionale,
devono essere riconsiderate in relazione all'evoluzione della persona.
•
Per eventuali nuove individuazìoni di competenze professionali o di risorse strutturali, l'Unità
Multidisciplinare è affiancata da docenti o operatori sociali che hanno già preso in carico
l'alunna/o.
Intesa del 20 marzo 2008
• Articolo 2
• (Individuazione e percorso valutativo della persona disabile)
• 2.2 - Diagnosi Funzionale (DF)
• La Diagnosi Funzionale è redatta secondo i criteri del modello biopsico-sociale alla base dell'ICF dell'Organizzazione Mondiale della
Sanità, e si articola nelle seguenti parti:
• - approfondimento anamnestico e clinico;
• - descrizione del quadro di funzionalità nei vari contesti;
• - definizione degli obiettivi in relazione ai possibili interventi clinici
sociali ed educativi e delle idonee strategie integrate di intervento;
• - individuazione delle tipologie di competenze professionali e delle
risorse strutturali necessarie per l'integrazione scolastica e sociale.
Intesa del 20 marzo 2008
• Articolo 2
• (Individuazione e percorso valutativo della persona disabile)
• 2.2 - Diagnosi Funzionale (DF)
• In questa nuova versione, la Diagnosi Funzionale include anche il
Profilo Dinamico Funzionale e corrisponde, in coerenza coi i
principi dell'ICF, al Profilo di funzionamento della persona.
• Per gli aspetti inerenti l'individuazione delle competenze
professionali e delle risorse strutturali, l'Unità Multidisciplinare è
affiancata da un esperto di pedagogia e didattica speciale designato
dall'Ufficio Scolastico Provinciale e da un operatore esperto sociale
in carico ai Piani di Zona, (art. 19 legge n. 328/2000) o agli Enti
Locali competenti e ASL. La diagnosi funzionale viene sempre stesa
dall'Unità multidisciplinare in collaborazione con scuola e famiglia.
La verifica periodica della diagnosi funzionale è obbligatoria.
Lo scenario internazionale:
la convergenza degli orientamenti
• Approccio per inclusione (in crescita)
• Approccio per distinzione (in diminuzione)
• Approccio misto (prevalente)
Lo scenario internazionale:
la classificazione dell’OMS
BES
disabilità
D.S.A.
svantaggio
Verso un modello bio-psico-sociale
Superamento dell’approccio specialistico di tipo
segregante
Superamento del modello medico-riabilitativo
Superamento della categorizzazione dei BES in termini
esclusivamente di malattia e disabilità
Responsabilizzazione degli insegnanti e della comunità
scientifica
Adozione di un approccio ecologico-sistemico che
connetta i vari contesti di vita
International Classification of
Functioning, Disability and Health
• 21 maggio 2001: 54ª Assemblea Mondiale della Sanità
• 191 Paesi accettano la nuova Classificazione Internazionale del
Funzionamento, della Disabilità e della Salute
come standard di valutazione e classificazione di salute e disabilità
• Lavoro iniziato nel 1993 dall’OMS
come revisione del ICIDH del 1980 (International Classification of
Impariment, Disability and Handicap – menomazioni, disabilità e svantaggi
esistenziali)
L’Italia è tra i 65 Paesi che hanno attivamente partecipato alla
validazione dell’ICF
Rete DIN – Disability Italian Network – coord. Ag. Reg. San. FVG
ICF – ICD-10
• Le condizioni di salute • La Classificazione
in quanto tali
Internazionale delle
(malattie, disturbi,
Malattie e la
lesioni, ecc.) vengono
Classificazione
classificate
Internazionale sul
principalmente nella
Funzionamento, sulla
Classificazioni
Disabilità e sulla
Internazionale delle
Salute vanno
Malattie ICD
considerate come
complementari
ICF e ICD
• L’ICD-10
si basa sulla sequenza
eziologia/patologia/
manifestazione clinica
→fornisce una
DIAGNOSI delle
malattie
• L’ICF
classifica il funzionamento
e la disabilità associati
alle
condizioni di salute di
quella persona che vive
nel suo CONTESTO
Facilitatori e barriere
MODELLI A CONFRONTO
Modello medico-individuale
Modello sociale
Problema personale
Problema sociale
Trattamento individuale
Trattamento sociale
Medicalizzazione
Self-help
Dominanza dei professionisti
Responsabilità individuale e
collettiva
Competenza
Esperienza
Assistenza
Diritti
Adattamento individuale
Cambiamento sociale
ICF
modello BIO-PSICOSOCIALE
Abbiamo bisogno di un modello che
permetta di valutare la globalità
dell’alunno con disabilità all’interno del
contesto in cui vive tenendo conto di
tutte le relazioni in cui è coinvolto
ICF
• Il modello ICF offre oltre 1400 items per
definire un profilo
• OMS prevede che se ne possano
aggiungere altri e permette tramite il sito
ufficiale di proporre suggerimenti e
contributi
Struttura tecnica e vocabolario
della classificazione
• ICF correla le condizioni di salute con
l’ambiente
• Promuove un metodo di misurazione della
salute, delle capacità e delle difficoltà
• Permette di individuare ostacoli da
rimuovere o interventi da realizzare
• Perché l’individuo possa raggiungere il
massimo della propria auto-realizzazione
Struttura tecnica e vocabolario
della classificazione
• Funzioni corporee: funzioni fisiologiche dei
sistemi corporei, incluse le funzioni psicologiche
• Strutture corporee: le parti strutturali o
anatomiche del corpo (organi, arti e loro
componenti) classificati secondo i sistemi
corporei
• Menomazione: perdita o anormalità nella
struttura del corpo o nella funzione fisiologica
(comprese le funzioni mentali)
Struttura tecnica e vocabolario
della classificazione
• Attività: l’esecuzione di un compito o di
una azione di un individuo; rappresenta la
prospettiva individuale del funzionamento
• Limitazione delle attività: le difficoltà che
un individuo può incontrare nell’eseguire
delle attività - deviazione da lieve a grave,
in termini quantitativi e qualitativi (sost.
termine disabilità)
Struttura tecnica e vocabolario
della classificazione
• Partecipazione: coinvolgimento in una
situazione di vita → prospettiva sociale del
funzionamento
• Restrizioni
della
partecipazione:
problemi
che
un
individuo
può
sperimentare nel coinvolgimento in
situazioni di vita → paragonando individuo
senza disabilità (sost. termine handicap)
Struttura tecnica e vocabolario
della classificazione
• Fattori ambientali: contesto di vita di un
individuo che hanno impatto sul
funzionamento
• Fattori personali: contestuali correlati
all’individuo ( età, sesso, classe sociale,
mod. di comportamento).Non sono
classificati da ICF, ma fanno parte del
modello descrittivo del funzionamento
la definizione
di funzionamento e disabilità di ICF
(allegato 1 del “red book”)
• Disabilità: termine ombrello per menomazioni delle
funzioni e delle strutture corporee, limitazioni delle
attività e restrizioni della partecipazione.
• Essa indica gli aspetti negativi dell'interazione tra un
individuo (con una condizione di salute) e i fattori
contestuali di quell'individuo (fattori personali e
ambientali)
• Funzionamento: termine ombrello per le funzioni e le
strutture corporee, le attività e la partecipazione.
• Essa indica gli aspetti positivi dell'interazione tra un
individuo (con una condizione di salute) e i fattori
contestuali di quell'individuo (fattori personali e
ambientali)
Struttura del testo
• Parte prima. Funzioni e strutture del corpo
e Attività e partecipazione definiscono le
aree di funzionamento e disabilità
• Parte seconda. Fattori ambientali e Fattori
Personali (non definiti da ICF) definiscono
l’area del contesto
Parte prima
•
•
•
•
I costrutti sono:
Cambiamento nella funzione corporea
Cambiamento nella struttura corporea
Performance → ciò che un individuo fa nel
suo ambiente attuale
• Capacità → l’abilità di un individuo di
eseguire un compito o un’azione
Parte seconda
• I costrutti sono:
• Facilitatori nei fattori ambientali (limitano
in funzionamento e riducono la disabilità)
• Barriere nei fattori ambientali (limitano in
funzionamento e creano disabilità)
Componenti e domini ICF
• Condizioni fisiche: malattie varie, acute o
croniche, fragilità, situazioni
cromosomiche particolari, lesioni, ecc;
• Strutture corporee: mancanza di un arto, di una
parte della corteccia cerebrale,ecc.;
• Funzioni corporee: deficit visivi, deficit motori,
deficit attentivi, di memoria, ecc.;
Componenti e domini ICF
• Attività personali: scarse capacità di
apprendimento, di applicazione delle
conoscenze, di pianificazione delle azioni, di
comunicazione e di linguaggio, di
autoregolazione metacognitiva, di interazione
sociale, di autonomia personale e sociale, di
cura del proprio luogo di vita, ecc.;
• Partecipazione sociale: difficoltà a rivestire in
modo integrato i ruoli sociali di alunno, a
partecipare alle situazione sociali più tipiche, nei
vari ambienti e contesti;
Componenti e domini ICF
• Fattori contestuali ambientali: famiglia
problematica, cultura diversa, situazione
sociale difficile, culture e atteggiamenti
ostili, scarsità di servizi e risorse, ecc.;
• Fattori contestuali personali: scarsa
autostima, reazioni emozionali eccessive,
scarsa motivazione, ecc.
Struttura ICF
Funzionamento e disabilità
Fattori contestuali
Componenti
Funzioni e strutture
corporee
Attività e partecipazione
Fattori Ambientali
Fattori Personali
Domini
Funzioni corporee
Strutture corporee
Aree di vita
(compiti, azioni)
Influenze esterne su
funzionamento e disabilità
Influenze interne su
funzionamento e disabilità
Costrutti
Cambiamento nelle funzione
corporee
(fisiologiche)
Cambiamento nelle strutture
corporee
(anatomico)
Capacità
Eseguire compiti in un
ambiente standard
Performance
Eseguire compiti
nell’ambiente attuale
Impatto facilitante o
ostacolante delle
caratteristiche del mondo
fisico, sociale e degli
atteggiamenti
Impatto delle caratteristiche
della persona
Integrità funzionale
e strutturale
Attività
Partecipazione
Aspetto positivo
Facilitatori
Funzionamento
Menomazione
Aspetto negativo
Limitazione dell’attività
Restrizione della
partecipazione
Disabilità
Barriere/ostacoli
World report on disability (2011)
•
È cambiato il paradigma di riferimento sulla disabilità: da caratteristica
di un individuo a caratteristica di interazione negativa tra individuo
con menomazioni durature e ambiente barriera
•
La prevalenza della disabilità è crescente
•
La disabilità si presenta in modi estremamente differenti
•
Le persone con disabilità incontrano numerose e diffuse barriere
nell’accesso ai servizi (sanitari, dell’istruzione, del lavoro, dei
trasporti, dell’informazione)
•
La disabilità caratterizza maggiormente le popolazioni vulnerabili
•
Le persone con disabilità tendono ad avere peggiori condizioni di
salute e peggiori esiti socioeconomici
Le raccomandazioni ai governi
• Il rapporto mondiale sulla disabilità rileva che su un bilione di
persone che nel mondo sono disabili, 110-190 milioni incontrano
significative difficoltà nella loro vita quotidiana.
• Sono numerose le barriere che esse incontrano nella vita: stigma e
discriminazione; mancanza di cure adeguate e di riabilitazione
trasporti, edifici e informazione inaccessibili.
• Il report raccomanda che i governi provvedano affinché:
• le persone con disabilità possano accedere a tutti i principali servizi,
investano in specifici programmi per quelle persone con disabilità
che manifestano particolari necessità,
• adottino una strategia nazionale per contrastare la disabilità
• adottino un piano d’azione.
• Le persone con disabilità dovrebbero essere consultate e coinvolte
nella pianificazione e implementazione di queste iniziative.
Convenzione sui diritti delle persone con disabilità
(ONU-New York 13.12.2006)
 La Convenzione, con i suoi 50 articoli, elabora in
dettaglio i diritti delle persone con disabilità.
 Si occupa, tra l'altro, di diritti civili e politici,
accessibilità, partecipazione, diritto
all'educazione, alla salute, al lavoro e alla
protezione sociale.
 La Convenzione riafferma i diritti inalienabili che
appartengono a ciascun individuo e che non
possono essere negati proprio alla parte più
fragile della popolazione
Principi generali della convenzione
 Il rispetto per la dignità intrinseca, l’autonomia individuale, compresa
la libertà di compiere le proprie scelte, e l’indipendenza delle
persone.
 La non discriminazione.
 La piena ed effettiva partecipazione e inclusione nella società.
 Il rispetto per la differenza e l’accettazione delle persone con
disabilità come parte della diversità umana e dell’umanità stessa.
 La parità di opportunità.
 L’accessibilità.
 La parità tra uomini e donne.
 Il rispetto dello sviluppo dei minori con disabilità e il rispetto del
diritto dei minori con disabilità a preservare la propria identità.
Convenzione ONU
•
•
•
•
•
•
Secondo la Convenzione, quattro sono i fattori di
rilievo per la definizione di una condizione di
disabilità:
La presenza di menomazioni durature
Il ruolo dell’ambiente (in quanto barriera)
Il risultato di un’interazione tra persona e
ambiente in termini di restrizione di
partecipazione
• La questione dell’eguaglianza
Perchè serve usare ICF / ICF -CY
•
•
•
•
•
Modello di funzionamento/disabilità
Fedele alla complessità dei fenomeni
e
Sistema di classificazione
Operazionale, transculturale e
multilinguistico per raccogliere informazioni
valide e affidabili
Relazione tra
ICF e Convenzione per i Diritti delle Persone
con Disabilità
ICF
CDPD
• Guida teorica
• ‘Bussola morale‘
• Struttura per la raccolta
dei dati
• Guida valoriale
• Modello di funzionamento
e di disabilità
• Obiettivi strategici
• Classificazione e
linguaggio
• Obiettivi specifici
Che cos’è la disabilità?
Che cos’è il funzionamento?
• Esito negativo
• Indicatore di “interazioni negative”
• vs
• Esito positivo
• Indicatore di “interazioni positive”
•
Termine ombrello: racchiude l’insieme
degli aspetti negativi delle interazioni tra
individuo con una condizione di salute e fattori
contestuali (ICF)
•
Esito negativo: le disabilità sono intese
come esiti negativi dell’interazione tra persona
con menomazioni durature e barriere di diversa
natura (in termini di restrizione di partecipazione
in ragione di uguaglianza con gli altri) (UN
convention)
i concetti
di funzionamento e di disabilità nel momento della
valutazione e in quello della progettazione
• E’ necessario occuparsi dell’interazione e non del solo
individuo: attenzione all’uso dei qualificatori ICF
• L’interazione diventa un nuovo oggetto di indagine/ricerca:
• attenzione all’effetto dei fattori contestuali
• Il concetto di bisogno si riformula: da bisogno di un individuo a
bisogno di un’interazione
• La valutazione dell’interazione diventa un descrittore
dell’efficacia / efficienza dell’insieme degli interventi/risorse
che fanno parte dei sistemi individuo/ambiente che di volta in
volta si sceglierà di indagare
NO ai termini e agli aggettivi (e agli
strumenti valutativi) che isolano l’individuo
dall’ambiente
• i termini invalido, inabile, disabile, nonautosufficiente che isolano in modo netto la
persona dal suo ambiente e pongono l’enfasi del
problema sul corpo della persona stessa.
• espressioni del tipo “disabile fisico”, “disabile
psichico”, “disabile sensoriale” creano un
cortocircuito diretto tra menomazione e
disabilità, o anche più grossolano tra malattia e
disabilità, come se “le opportunità” della persona
siano tutte comprese nella “etichetta”
diagnostica o nella lista di menomazioni.
Valutazione del
FUNZIONAMENTO/disabilità COME nuovo
LEA: perche?
– È nuova la nozione di disabilità secondo la
Convenzione ONU
(= interazione tra persona e ambiente)
– Sono nuove le metodologie per la valutazione della
disabilità coerenti con questa nozione (=
metodologie per la valutazione
dell’interazione tra persona e ambiente)
– Sono nuovi i criteri di accesso agli interventi di
welfare basati sulla valutazione della disabilità ( =
servizi/interventi che operano sull’interazione
tra persona e ambiente)
Usare ICF per descrivere il
Funzionamento
• ICF permette di descrivere il funzionamento come
interazione tra persona e ambiente
• ICF fornisce i vocaboli per individuare le componenti
del funzionamento: funzioni e strutture corporee/Attività
& Partecipazione/ Fattori Ambientali
• ICF fornisce le regole grammaticali per decrivere gli
aspetti positivi dell’interazione e gli aspetti negativi
dell’interazione
• Usare ICF significa usare vocaboli e regole
grammaticali
Dei fattori ambientali e della loro
rilevanza
• La chiave di volta – e l’autentica novità - nella
descrizione di funzionamento e disabilità con
ICF è la possibilità di descrivere i fattori
ambientali e il loro effetto.
• Un’attenta analisi della tipologia, del
numero e dell’effetto dei fattori
ambientali è fondamentale per la valutazione
delle disabilità (cioè degli aspetti negativi delle
interazioni…).
Il contesto (fatto di fattori personali e fattori
ambientali) può agire come facilitatore o come
barriera
• ICF distingue al momento i seguenti fattori ambientali
– i prodotti e le tecnologie (ad esempio: farmaci, protesi,
ascensori, …)
– aspetti geografici e territoriali (ad esempio: clima, luce,
densità..)
– le relazioni di sostegno (ad esempio: familiari, operatori
sanitari, amici, …)
– gli atteggiamenti (stigma, svalorizzazione, credenze,
convinzioni…)
– i sistemi, i servizi e le politiche (sanitari, sociali, del lavoro,
dell’istruzione, dei trasporti,..)
• Non è possibile codificare I fattori personali, che però è
fondamentale descrivere
Fattori ambientali
 Un’attenta analisi della tipologia, del numero e
dell’effetto dei fattori ambientali è fondamentale (ed è
una novità nella novità) per distinguere tra funzionamenti
 Questo rende in qualche modo possibile distinguere gli
effetti delle ricombinazioni dei fattori ambientali sui
funzionamenti
 Il progetto personalizzato di intervento agisce sulla
tipologia, l’entità e l’effetto dei fattori ambientali già
coinvolti (che possono essere sostenuti nel tempo,
rimodulati, rimossi) o da introdurre (nel caso in cui
manchino del tutto)
Il progetto personalizzato d’intervento
nel processo di presa in carico e nella valutazione
degli esiti
• Nella prospettiva della valutazione del
funzionamento,
• il progetto personalizzato di intervento è
teso a garantire il
• mantenimento delle interazioni efficaci e il
miglioramento di
• quelle problematiche agendo sulla
tipologia, l’entità e
• l’effetto dei fattori ambientali coinvolti.
Semplificazioni conclusive
• Il welfare è chiamato a ripensarsi rispetto a ciò che oggi
viene definita ‘disabilità’.
• Le statistiche di disabilità indagano ancora le
conseguenze delle malattie
• È necessario produrre evidenze sull’efficacia delle
politiche pubbliche integrate nel contrasto alla disabilità
• Non è sufficiente la valutazione NEI SERVIZI, serve la
valutazione DEI SERVIZI rispetto alla capacità che
hanno di produrre funzionamenti ed evitare le disabilità
• La prospettiva per il sistema scuola
E’ necessario condividere che…
 Le attuali distinzioni /categorizzazioni delle persone
sono basate su loro caratteristiche individuali (alti /
bassi; sano / malato; / autonomo / non autosufficiente;
abile / inabile; capace / incapace; competente /
incompetente; lucido / confuso…)
 Come potrebbe essere se le distinzioni da fare
(chiarendo perché e a chi sono utili) fossero tra tipi
di interazione delle persone/ambiente – ovvero dei
funzionamenti?
 Potremmo parlare di persone rese competenti /
LIBERATE /mantenute incompetenti /MANTENUTE
NON LIBERE
Conseguenze per le politiche
e per le pratiche
• A partire da queste considerazioni emerge l’urgenza di
“ripulire” il nostro linguaggio e la nostra normativa
da termini totalmente obsoleti come inabile, invalido,
handicappato, disabile che continuano ad avere un
senso e un significato solo nella misura in cui sono
richiamati dalle leggi e producono effetti in termini di
benefici e accesso ai servizi.
• Allo stesso tempo è necessario imparare a descrivere
“profili di funzionamento”, collezionando quelle
informazioni necessarie a descrivere l’interazione tra
persone uniche e ambienti unici.
• I profili di funzionamento individuali come base dati per
la valutazione dei servizi/sistemi/politiche
INDIVIDUALIZZAZIONE
E
PERSONALIZZAZIONE
• L’individualizzazione riguarda la
definizione degli obiettivi, che vanno
commisurati alla possibilità che l’alunno ha
di raggiungerli.
• La personalizzazione riguarda i modi di
acquisizione degli obiettivi, gli stili di
apprendimento, l’utilizzazione che l’alunno
fa delle proprie risorse personali.
Bisogni Educativi Speciali e ICF
•
•
•
•
•
•
•
Condizioni fisiche
Strutture corporee
Funzioni corporee
Attività personali
Partecipazione sociale
Contesto ambientale
Contesto personale
Bisogni Educativi Speciali da
“CONDIZIONI FISICHE ” difficili :
• ospedalizzazioni
• malattie acute/croniche (diabete, allergie,
ecc.)
• lesioni
• fragilità
• anomalie cromosomiche
• ecc.
Bisogni Educativi Speciali da ostacoli presenti
nei “ FATTORI CONTESTUALI AMBIENTALI ” :
•
•
•
•
•
•
•
•
•
famiglia problematica
pregiudizi ed ostilità culturali
difficoltà socioeconomiche
ambienti deprivati/devianti
scarsità di servizi
scarsa preparazione/disponibilità degli
insegnanti
materiali di apprendimento inadeguati.
ecc. ecc.
Bisogni Educativi Speciali da ostacoli presenti
nei “ FATTORI CONTESTUALI PERSONALI ” :
•
•
•
•
•
•
•
•
problemi emozionali
problemi comportamentali
scarsa autostima
scarsa autoefficacia
stili attributivi distorti
scarsa motivazione
difficoltà nell’identità e nel progetto di Sé
ecc.
Bisogni Educativi Speciali da menomazioni
nelle “ STRUTTURE CORPOREE ” :
• mancanza di arti
• mancanza o anomalie in varie parti
anatomiche
• altre anomalie strutturali
Bisogni Educativi Speciali da deficit nelle
“ FUNZIONI CORPOREE ” :
•
•
•
•
•
difficoltà cognitive
(attenzione, memoria, ecc.)
difficoltà sensoriali
difficoltà motorie
ecc.
Bisogni Educativi Speciali da difficoltà nelle
“ ATTIVITA’ PERSONALI ”, cioè scarse
capacità di:
•
•
•
•
•
•
•
•
apprendimento
applicazione delle conoscenze
pianificazione delle azioni
autoregolazione
comunicazione/linguaggi
interazione/relazione
autonomia personale/sociale
ecc.
Bisogni Educativi Speciali da difficoltà od
ostacoli nella “ PARTECIPAZIONE SOCIALE ” :
• difficoltà nel rivestire i vari ruoli nei
contesti dell’istruzione
(integrazione nelle attività scolastiche)
• difficoltà nel rivestire i vari ruoli nei
contesti della vita extrascolastica e di
comunità
La “via italiana”all’inclusione
• Socializzazione, partecipazione e
riconoscimento sociale
• Apprendimento, sviluppo di
competenze
• Massima autonomia possibile,
comportamentale e psicologica
• Identità,autostima, personalità
• Competenze lavorative
• Partecipazione sociale nella vita adulta
La “via italiana”all’inclusione
• Arricchimento relazionale, umano e
cognitivo per tutti gli alunni
• Collaborazione e sostegno alla famiglia
dell’alunno in difficoltà
• Sviluppo professionale delle figure che
operano nella scuola e miglioramento
dei processi organizzativi
• Crescita culturale diffusa:rispetto delle
differenze
Progetto ICF
Dal modello ICF dell’OMS
alla progettazione per l’inclusione
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Slide ICF a Scuole