Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006 Capitolo VII. Razze, etnie e migrazioni RAZZE, ETNIE E MIGRAZIONI 1 Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006 Capitolo VII. Razze, etnie e migrazioni Contenuti della lezione: • I concetti principali • Discriminazione e integrazione • Le migrazioni Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006 Capitolo VII. Razze, etnie e migrazioni Parte I: i concetti principali Madiba: 1918- 2013 Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006 Capitolo VII. Razze, etnie e migrazioni La razza è un insieme di relazioni sociali che permette di classificare individui e gruppi, assegnando loro attributi o competenze sulla base di caratteristiche biologiche. La razzializzazione è il processo in base al quale il concetto di razza viene usato per classificare individui o gruppi. 4 Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006 Capitolo VII. Razze, etnie e migrazioni • Tra fine XIII e inizio XIX secolo si sviluppano le teorie scientifiche della razza. Siamo nel periodo storico in cui l’Inghilterra insieme ad altre nazioni europee stavano mutando in potenze imperiali, dominando territori e assoggettando popolazioni. • Il conte Joseph Arthur de Gobineau (1816-1882) classificò la razza in tre tipologie: 1. Razza bianca (caucasica) 2. Razza nera (negroide) 3. Razza gialla (mongoloide) Tali teorie vennero utilizzate successivamente da Adolf Hitler, ponendoli come basi all’ideologia nazista. Ku-Klux-Klan negli Stati Uniti In parte i teorici dell’Apartheid in Sudafrica Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006 Capitolo VII. Razze, etnie e migrazioni L’etnia si riferisce ai tratti culturali che contraddistinguono una determinata comunità di persone le differenze etniche sono completamente apprese. I - principali fattori che distinguono un gruppo etnico sono: la lingua; la storia; la stirpe (reale o immaginata); la religione; le usanze; l’alimentazione; l’abbigliamento; gli ornamenti. 6 Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006 Capitolo VII. Razze, etnie e migrazioni • Il concetto di “etnia” è un concetto sociologico. Tramite la socializzazione noi assimiliamo stili di vita, usanze che sono tipiche della nostra comunità. L’etnia è un elemento fondante dell’identità individuale e di gruppo, ciò ci serve per preservare una continuità col passato attraverso le tradizioni culturali ( ex italiana, cinese, europea). • Oggi utilizziamo il termine “etnico” per indicare: la cucina, l’arredamento, i gusti musicali ma spesso l’uso del termine viene utilizzato per indicare le differenze con un gruppo che viene definito “etnico” (noi/ loro). Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006 Capitolo VII. Razze, etnie e migrazioni L’etnia è un attributo di tutti gli individui che compongono una popolazione, ma solitamente l’etnia è associata alle minoranze. I membri di una minoranza etnica (o di un gruppo minoritario) sono svantaggiati rispetto alla maggioranza della popolazione e condividono un senso di solidarietà e di appartenenza comune. Il termine ‘minoranza’ ha un significato non solo quantitativo, ma anche e soprattutto qualitativo esso indica la posizione subordinata di un gruppo all’interno della società, piuttosto che la sua consistenza quantitativa. 8 Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006 Capitolo VII. Razze, etnie e migrazioni I pregiudizi sono opinioni e atteggiamenti preconcetti dei membri di un dato gruppo verso gli appartenenti a un altro gruppo. - sono dettati dal ‘sentito dire’, piuttosto che dall’esperienza diretta; - faticano a cambiare anche di fronte a nuovi elementi di informazione. I pregiudizi possono essere: negativi positivi 9 Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006 Capitolo VII. Razze, etnie e migrazioni I pregiudizi spesso di fondano sugli stereotipi caratterizzazioni rigide e tendenzialmente immutabili di un gruppo. Gli stereotipi sono applicati ai gruppi etnici minoritari e possono: - contenere un fondo di verità, condito di esagerazioni; Ex. Gli atleti neri sono più fisicamente più forti, Gli studenti asiatici sono più laboriosi. - derivare da un meccanismo di dislocamento sentimenti di ostilità o di rabbia vengono diretti verso oggetti che non sono la reale fonte della tensione (capro espiatorio). 10 Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006 Capitolo VII. Razze, etnie e migrazioni La discriminazione riguarda comportamenti effettivi verso i membri di un determinato gruppo, che li escludono da opportunità riservate ad altri. Il pregiudizio è spesso il presupposto della discriminazione, ma i due fenomeni possono anche verificarsi separatamente: ci può essere pregiudizio senza discriminazione ex. Avere preg. Verso una determinata “etnia” 11 ci può essere discriminazione senza pregiudizio Ex. Non acquistare una casa in un quartiere abitato da neri perchè l’immobile può subire una perdita di valore. Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006 Capitolo VII. Razze, etnie e migrazioni Il razzismo è la credenza che certi individui siano superiori ad altri sulla base di differenze razzializzate. Il razzismo può essere incorporato nella struttura e nel modo di funzionare di una società razzismo istituzionale. Il razzismo può essere di tipo: biologico basato sulle differenze fisiche ormai raro nella società odierna culturale sfrutta il concetto di diversità culturale per discriminare certi gruppi 12 Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006 Capitolo VII. Razze, etnie e migrazioni Parte II: discriminazione e integrazione Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006 Capitolo VII. Razze, etnie e migrazioni Interpretazioni psicologiche del razzismo e della discriminazione etnica Individui e gruppi, ricorrendo a stereotipi, scaricano la loro conflittualità su un capro espiatorio, cui viene attribuita la colpa di ogni problema Alcune esperienze di socializzazione sollecitano gli individui a usare il meccanismo della proiezione: inconscia attribuzione ad altri di propri desideri o caratteristiche Studio sulla personalità autoritaria di T.W. Adorno 14 Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006 Capitolo VII. Razze, etnie e migrazioni Interpretazioni sociologiche del razzismo e della discriminazione etnica Evidenziano i processi sociali che danno vita alle concrete forme di discriminazione e utilizzano i concetti di: - etnocentrismo: diffidenza verso i membri di altre culture, giudicate nei termini della propria e della sua presunta ‘superiorità’; - chiusura di gruppo: processi attraverso i quali un gruppo preserva i confini che lo separano da altri gruppi meccanismi di ‘esclusione’; - allocazione differenziale delle risorse: distribuzione diseguale dei beni materiali l’intensità del conflitto etnico è massima. 15 Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006 Capitolo VII. Razze, etnie e migrazioni I modelli di integrazione etnica prevalentemente adottati nelle società multietniche sono: - l’assimiliazione: prevede l’abbandono di usi e costumi tradizionali da parte degli immigrati e la loro adesione ai valori e alle norme della maggioranza; - il crogiolo (o melting pot): si cerca di mescolare le diverse tradizioni in nuove forme capaci di rielaborare i modelli culturali esistenti; - il pluralismo culturale: promuove lo sviluppo di una società genuinamente pluralistica, nella quale è riconosciuta uguale dignità alle diverse subculture. 16 Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006 Capitolo VII. Razze, etnie e migrazioni L’eterogeneità etnica può costituire: una grande ricchezza sociale una grande fragilità sociale Oggi, molti dei conflitti che infestano il globo sono basati su divisioni etniche e nel corso di questi conflitti si verificano tentativi di: - pulizia etnica: creazione di aree etnicamente omogenee attraverso l’espulsione forzata delle altre etnie; - genocidio: eliminazione sistematica di un gruppo etnico da parte di un altro. 17 Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006 Capitolo VII. Razze, etnie e migrazioni Parte III: le migrazioni Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006 Capitolo VII. Razze, etnie e migrazioni Le migrazioni (o movimenti migratori) si compongono di due processi: Immigrazione Afflusso in un paese di persone che hanno abbandonato altri paesi. Emigrazione L’uscita da un paese di persone che intendono stabilirsi in altri paesi. I movimenti migratori: - accentuano la diversità etnica e culturale di una società; - contribuiscono a determinare la dinamica demografica, economica e sociale. 19 Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006 Capitolo VII. Razze, etnie e migrazioni Gli studiosi hanno identificato quattro modelli migratori: - modello classico: l’immigrazione è largamente incoraggiata e la promessa della cittadinanza è estesa a tutti i nuovi venuti (es. Canada, Usa e Australia); - modello coloniale: favorisce l’immigrazione dalle ex colonie (es. Francia e Gran Bretagna); - modello dei ‘lavoratori ospiti’: prevede l’immigrazione su base temporanea, per rispondere a richieste del mercato del lavoro, ma non la concessione dei diritti di cittadinanza (es. Germania, Svizzera e Belgio); - modelli illegali: ingresso illegale di immigrati in un paese. 20 Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006 Capitolo VII. Razze, etnie e migrazioni Quali forze stanno dietro ai movimenti migratori globali? Le prime teorie delle migrazioni si sono concentrate su: - fattori di push (spinta): problemi interni al paese d’origine (es. guerre, carestie, oppressione politica) che spingono le persone all’emigrazione; - fattori di pull (attrazione): caratteristiche dei paesi di destinazione (es. lavoro, libertà) che attirano gli immigrati. Oggi gli studiosi delle migrazioni adottano un approccio ‘sistemico’ i modelli migratori globali sono considerati ‘sistemi’ prodotti da interazioni tra processi macro e micro. 21 Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006 Capitolo VII. Razze, etnie e migrazioni Le principali tendenze capaci di caratterizzare i modelli migratori dei prossimi anni sono: - accelerazione: aumenta il numero di migranti da un paese all’altro; - diversificazione: molti paesi sono destinatari di un’immigrazione più diversificata che in passato; - globalizzazione: le migrazioni assumono un carattere sempre più globale; - femminilizzazione: aumento dell’emigrazione femminile legata ai cambiamenti del mercato del lavoro globale. 22 Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006 Capitolo VII. Razze, etnie e migrazioni I diaspora studies nascono negli anni Novanta, in Inghilterra, per approfondire sempre di più gli studi sulle migrazioni (ricordate la lezione del Prof. Antonelli, sull’evoluzione degli studi delle migrazioni, da prima in ambito americano per poi arrivare all’ Europa). Lo studio longitudinale, del sociologo Brubaker (2005), mostra come dal 1970 al 2000, nell’ambito accademico-scientifico si è utilizzato sempre più il termine “diaspora”, anche in ambiti inidonei; il sociologo elaborerà a sua volta il concetto di “diaspora della diaspora”. Dìa sphora è una parola di origine greca il cui significato è “emigrazione forzata”. Viene coniata per indicare l’esperienza dell’esilio ebraico costretto a disperdersi nel mondo. Oggi sono molte le popolazione che a causa di guerre (ex. Siria, Iraq, Mali, Somalia, Sudan), crisi ambientali (ex. le varie popolazioni della fascia del Sahel), e dittature (ex. Eritrea) hanno dovuto lasciare la propria terra. Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006 Capitolo VII. Razze, etnie e migrazioni Diaspora processo per cui un’etnia abbandona il luogo di insediamento originario per disperdersi in altri paesi, spesso sotto costrizione o a causa di circostanze traumatiche. A seconda delle forze propulsive che determinano la dispersione di una popolazione, Cohen distingue cinque categorie di diaspore: - diaspora di vittime (africani, ebrei e armeni); - diaspora imperiale (britannici); - diaspora di lavoratori (indiani); - diaspora di commercianti (cinesi); - diaspora culturale (caraibici). 24 Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006 Capitolo VII. Razze, etnie e migrazioni Qualsiasi tipo di diaspora deve soddisfare i seguenti criteri: - trasferimento, forzato o volontario, da una patria di origine a uno o più nuovi paesi; - ricordo comune della patria di origine, impegno per la sua preservazione e speranza di tornarvi; - senso di identità etnica più forte del tempo e delle distanze; - senso di solidarietà verso i membri dello stesso gruppo etnico che vivono nell’area della diaspora; - tensione nei confronti delle società ospiti; - capacità di apportare un contributo creativo al pluralismo delle società ospiti. 25 Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006 Capitolo VII. Razze, etnie e migrazioni Per Glick Schiller et al (1992) il transnazionalismo è dato “dall’insieme dei processi attraverso i quali i migranti creano e sostengono relazioni sociali stratificate che collegano le società di origine con quelle d’insediamento”. Partendo da questa analisi possiamo definire la figura del transmigrante come: un soggetto che partecipa, in contemporanea, alla vita dei diversi poli del percorso migratorio. Portes (1999) definisce il transnazionalismo come: l’insieme di occupazioni e attività che necessitano, per essere realizzate, di contatti sociali regolari e prolungati nel tempo attraverso i confini nazionali. Sono le relazioni sociali tra i migranti e non migranti che permangono nel tempo e che creano legami transnazionali. Ad esempio: le donne che vengono a lavorare in Italia e lasciano la propria famiglia nel paese di origine, per riuscire a risparmiare più denaro, sviluppano un meccanismo che contribuisce a rafforzare network di cura familiari estesi in spazi internazionali. Le famiglie transnazionali evidenziano una diversa intensità del relativo legame che presentano sul piano dei rapporti con i membri della famiglia con la famiglia che vive Paese di origine: a. Relazione continua b. Rimesse c. Visite nel Paese di origine Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006 Capitolo VII. Razze, etnie e migrazioni Le migrazioni del XX secolo hanno trasformato il volto di molti paesi europei e si possono distinguere alcune fasi: - primi due decenni del secondo dopoguerra: i paesi mediterranei prestavano a quelli nord-occidentali manodopera a buon mercato; - esaurimento del boom economico: rallentamento dell’immigrazione di lavoratori verso l’Europa occidentale; - caduta del muro di Berlino (1989): nuove migrazioni a seguito dell’apertura delle frontiere fra est e ovest; - guerra nella ex Jugoslavia: esodo di 5 milioni di rifugiati verso altri paesi europei. - le “primavere arabe”: la caduta del egime di Ben Ali, Mubarak, Gheddafi. 27 Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006 Capitolo VII. Razze, etnie e migrazioni L’immigrazione da paesi extra-Ue è oggi una delle questioni più pressanti dell’agenda politica di molti Stati dell’Unione europea. I paesi che hanno aderito agli accordi di Schengen consentono il libero ingresso dagli altri paesi firmatari gli immigrati irregolari che riescono a entrare in uno qualsiasi dei paesi aderenti possono poi muoversi senza impedimenti in tutto lo spazio di Schengen. Oggi la maggior parte dei paesi dell’Ue limita fortemente l’immigrazione legale gli episodi di immigrazione irregolare tendono a moltiplicarsi. 28 Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006 Capitolo VII. Razze, etnie e migrazioni Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006 Capitolo VII. Razze, etnie e migrazioni Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perchè tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perchè poco attraenti e selvatici ma perchè si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro. I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali.” “Propongo che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare. Si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano pur che le famiglie rimangano unite e non contestano il salario. Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dell’Italia. Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più. La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione”. Il testo è tratto da una relazione dell’Ispettorato per l’Immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti, Ottobre 1912.