Giacomo Leopardi Biografia • 29 giugno 1798 Nascita • Recanati • Monaldo Leopardi Origine • Adelaide Antici • Carlo Fratelli • Paolina Biografia L’insofferenza per Recanati e i genitori causarono Tentativo di fuga nel luglio 1819 Grave malattia agli occhi Spinge il poeta a pensare al suicidio Biografia Roma • Novembre 1822 • Presso lo zio materno Carlo Milano • 1825 • Inizio collaborazione con l’editore Stella Bologna • Incontro con il conte Pepoli Biografia Firenze • 1830 • Incontra Fanny Targioni Tozzetti • Incontra Antonio Ranieri Napoli • 1833 • Muore il 14 giugno 1837 confortato dal solo amico Ranieri Lo Zibaldone Pubblicato postumo nel 1898 Raccolta di riflessioni, una sorta di «diario intellettuale» che Leopardi tenne tra il 1817 e il 1832 Consta di più di 3000 pagine Contiene appunti, note, osservazioni, riflessioni filosofiche importantissimo documento per comprendere Leopardi sia come filosofo che come poeta Lo Zibaldone Autobiografia intellettuale Documenta lo svolgimento del pensiero dell’autore, con lo scopo di storicizzare il pensiero per conseguire la possibilità di «guardarsi dall’alto» Temi: difesa dell’individuo; infelicità dell’uomo I Canti Progetto dell’autore di raccogliere il proprio complessivo percorso poetico Disposizione delle poesie apparentemente molto lineare, ma frutto di un complesso lavoro di selezione spostamenti rispetto all’ordine cronologico di composizione Tre edizioni: 1831, 1835, 1845 (postuma) Fonti: Dante, Petrarca, Tasso (Ariosto) I Canti Canzoni Canzone petrarchesca Canzone leopardiana Idillii Gli idillii Composti fra il 1819 e il 1821 Elementi sia di linguaggio aulico che colloquiale Prevalenza dell’«endecasillabo sciolto» Nell’idillio leopardiano è «ribaltata» la visione tradizionale: si passa dall’esterno all’interno Il passero solitario Scritto fra il 1832 e il 1835 Confronto tra il costume di vita del passero e quello del poeta, in parte simili e in parte differenti Richiamo a Petrarca e per suo tramite alla Bibbia Richiamo alla tradizione popolare L’infinito Composto nel 1819 Esprime il concetto leopardiano di indefinito Questo concetto è ben espresso dalla fig. retorica dell’iperbole (sovrumani, interminati, profondissima…) e dall’enjambement posto in presenza di esse(sovrumani/silenzi; interminato/spazio) Concetto espresso anche dall’uso del polisindeto che crea una sospensione ritmica e dall’apertura con l’avverbio «sempre» L’infinito L’idillio è formato da due parti simmetriche Anche in questo idillio è presente il percorso esterno- interno Prima parte: percezione visiva, dimensione della realtà; seconda parte: percezione uditiva, dimensione dell’immaginazione Antitesi, comparazioni e chiasmi sottolineano la specularità tra finito e infinito (vo comparando; questa/quello; morte stagioni/viva) L’infinito L’uomo per natura tende al piacere infinito e mai conseguibile L’indefinito, unico «surrogato» dell’infinito raggiungibile dall’uomo Il mare metaforico del naufragio del poeta rappresenta sia la profondissima interiorità nella quale si immerge il poeta, sia l’infinità a cui si apre il poeta Questa metafora rappresenta il processo continuo della creazione poetica La sera del dì di festa Composta a Recanati nel 1820 Pubblicata nel 1825 Leopardi sviluppa una serie di pensieri Tema della ricordanza: ricordo storico e ricordo personale Contrasto sera - giorno La sera del dì di festa Prima parte: rapporto con la donna amata e con la Natura Seconda parte: rapporto con l’antichità e meditazione sul passato e sul «tempo distruttore» La sera del dì di festa Doppia esclusione del poeta: dall’amore e dalla felicità Roma: anagramma di orma Traccia del passato La poesia tenta di sanare contro l’indifferente e meccanico scorrere del tempo Alla luna Scritta a Recanati nel 1819 Tema del ricordo Rapporto tra il poeta e la luna Contemplazione della luna Positività del ricordo Alla luna O graziosa luna, io mi rammento Che, or volge l'anno, sovra questo colle Io venia pien d'angoscia a rimirarti: E tu pendevi allor su quella selva Siccome or fai, che tutta la rischiari. Ma nebuloso e tremulo dal pianto Che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci Il tuo volto apparia, che travagliosa Era mia vita: ed è, né cangia stile, 0 mia diletta luna. E pur mi giova La ricordanza, e il noverar l'etate Del mio dolore. Oh come grato occorre Nel tempo giovanil, quando ancor lungo La speme e breve ha la memoria il corso, Il rimembrar delle passate cose, Ancor che triste, e che l'affanno duri! A Silvia Composta a Pisa nell’aprile del 1828 Edita a Firenze nel 1831 Speranze, sogni e fantasie Canzone libera Tema della rimembranza Canto notturno di un pastore errante dell’Asia Scritto a Recanati tra il 1829 e il 1830 Pubblicato nel 1831 Usanza dei pastori di passare le notti a contemplare la luna Pastore visto come l’uomo nella sua condizione primitiva Domande esistenziali alla luna La quiete dopo la tempesta Scritta a Recanati tra il 17 e il 20 settembre 1829 Edita a Firenze nel 1831 Tema centrale il piacere, ovvero la felicità Felicità non ha alcuna sostanza ed è definibile soltanto in negativo Il sabato del villaggio Composta nel 1829 Simile a «La quiete dopo la tempesta» La felicità non è possibile nel presente ma sempre e soltanto nel futuro La ginestra Composta a Torre del Greco nel 1836, pubblicata postuma Rappresenta il testamento poetico/ideologico dell’autore Riflessioni sul ruolo del poeta e sulla funzione della poesia Epigrafe tratta dal Vangelo di Giovanni «E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce» sottolinea la debolezza dell’uomo La ginestra Il ruolo del poeta Poeta-filosofo che fa uso della ragione per distaccarsi dalle illusioni e approdare al vero Leopardi si erge come figura eroica La ginestra FUNZIONE DELLA POESIA Rivolgersi alla sensibilità con un linguaggio che susciti illusioni È la consolazione che le opere producono anche se rappresentano l’infelicità Il secol superbo e sciocco Nella poesia «La ginestra» è presente un’apostrofe al XIX secolo L’accusa è quella di essersi allontanati dal pensiero di Umanesimo e Illuminismo primato della ragione; spacciare per progresso un’involuzione Contestazione al sistema politico della Restaurazione e alle masse che aderiscono e adulano Le Operette Morali Composte in un periodo nel quale Leopardi non si dedica alla poesia Tentativo di dare alla letteratura italiana un nuovo genere comico si ispira a Plauto linguaggio misto classico/quotidiano Comicità usata per ritrarre la tragicità della vita Temi: infelicità degli uomini; polemica contro la società moderna; stoltezza degli uomini; speranza; riflessioni sul suicidio e sulla noia Segnano il definitivo passaggio dell’autore dal pessimismo storico al pessimismo cosmico Dialogo della natura e di un islandese Composta a Recanati nel 1824 Il protagonista raffigura l’abitante di una terra deserta e inospitale; è relegato fuori dal mondo; è a stretto contatto con la Natura e non è condizionato dalla civiltà In viaggio in cerca di pace e di lontananza dalla natura (tema romantico dello wanderer) si imbatte nella natura-matrigna Legge ciclica e meccanicistica incomunicabilità Dai due finali si evince l’inesorabile vittoria della Natura Dialogo tra un venditore di almanacchi e un passeggiere Composta a Roma nel 1832 Un venditore di calendari incontra l’autore (passeggiere) presso un crocevia Sostanzialmente un monologo del passeggiere sul tema del piacere La felicità è un divenire che non si realizzerà mai un’illusione: «Quella vita ch'è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura» Metodo maieutico dialogo secco e malinconico, domande «retoriche» Dialogo tra un venditore di almanacchi e un passeggiere