due storie d’amore: da una parte quella dell’uomo e della donna, sposo-sposa, e dall’altra la storia dell’amore di Dio con l’umanità. La prima tappa è quella della scelta: ho voluto io questo uomo che mi è accanto, ho voluto io questa donna che mi è accanto. «Io accolgo te come mio sposo», «Io accolgo te come mia sposa; prometto di esserti fedele sempre, di abitare sempre con te, e il mio desidero è di avere la possibilità di realizzare una sola carne con te, perché questo è il mio corpo, per dirti l’amore!». l’espressione di Gesù: «Ho ardentemente desiderato di mangiare questa Pasqua con voi» per raggiungere te, ho chiamato Abramo; per raggiungere te, Maria ha detto di sì; per raggiungere te, ho pensato l’Eucaristia; «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui» (Gv 6,56). «Sapendo che era giunta la sua ora, li amò fino alla fine» (cf. Gv 13,1), depose le vesti, cominciò a lavare i piedi – Sant’Efrem il Siro scrive: «Il suo corpo è mescolato ai nostri corpi, il suo sangue scorre nelle nostre vene, la sua voce invade le nostre orecchie, il suo splendore le nostre pupille. Quando lo ricevo, è Lui in realtà che riceve me; quando il suo corpo viene nel mio corpo, è Lui in realtà che mi prende nel suo corpo» L’intimità di Gesù con la sua comunità, l’intimità di quel giovedì santo, l’intimità che Lui vuole celebrare ogni volta che io partecipo all’Eucaristia e faccio la Comunione… trasforma l’intimità di ogni coppia di sposi dall’interno. Come coppia quell’«Amen» significa: «Sì, Gesù, continua ad abitare il nostro amore! Continua ad abitare questa povera catapecchia delle nostre relazioni tra marito e moglie, Tutte le volte che diciamo: «Fate questo in memoria di me», riattualizziamo quella stessa cena: scompare il tempo e noi siamo resi commensali di Gesù nel cenacolo. Quante volte ti ho nutrito con pensieri di speranza, di fiducia, e tu neanche te ne accorgevi. Voglio adesso riattualizzare questa storia d'amore, e continuare a garantirti questa storia d'amore, mentre ti dico, in questo momento: "Ti amo"». Qual è lo scopo di Gesù nel «dare il corpo per amore»? E raggiungere solo me, nella mia personalità, nella mia singolarità? Cos'altro può allora dire Gesù? «Fatelo per me! Fate questo in memoria di me! Fatemi contemporaneo, domani mattina, nella Messa! Fatemi stare con voi! Fatemi cenacolo, ancora, perché io possa ripetere con voi: "Prendete e mangiate"! rendetemi presente a ogni uomo e donna in questo mondo, Quando l'uomo e la donna si donano gesti di tenerezza, di sensibilità, di vicinanza, di accoglienza annunciano: «Guarda, io ti faccio una coccola, una tenerezza, ma c'è un Amore più grande, una stra-cocco- la, una stra-tenerezza-, è l'Amore di Cristo per te». quanti di voi credono che Gesù può realizzare pienamente l'amore tra di voi? Quanti invece sono bloccati dai propri limiti, dai limiti del marito, della moglie? Avete veramente la fede in Gesù che può liberarvi e darvi la capacità di amarvi in pienezza? gli sposi, chiamati a spezzare il loro pane di amore in memoria di Gesù, sono coinvolti totalmente nella Parola di Dio con la loro parola, fino a fare della loro vita una celebrazione continua, una Messa continua.