Natura morta Gli antecedenti: nel brano che segue(vedi diapo n°5/6) si rintracciano alcuni precedenti nella storia dell’arte o nella Storia tout court, che sembrano dar ragione del fenomeno “Natura Morta” nel Seicento europeo come genere autonomo. 1°) Nella cultura mediterranea, la tradizione classica (in “classico” sono inclusi anche gli sviluppi dell’arte Ellenistica) si è rinnovata ciclicamente nei diversi “rinascimenti” della storia dell’arte italiana. Grazie a questa tradizione, il mondo esterno all’uomo viene concepito in una coerente unità e porta all’isolamento della scena (fase ellenistica) considerando il soggetto inanimato come autonomo protagonista. Gatto e volatili, dalla casa del fauno,mos aico, II sec.a.C, Museo arch. Naz. Napoli Mosaico delle colombe, da villa Adriana, Roma, museo Capitplino Gli antecedenti (segue 1) 2°) Nel periodo tardo medievale e nell’ambito della civiltà tardo gotica, nasce l’interesse per il particolare descrittivo; in Italia abbiamo precedenti di particolari di arredo in Taddeo Gaddi o nelle tarsie quattrocentesche, nei quali prevale però l’interesse per l’impostazione prospettica dello spazio più che per l’oggetto in sé. 3°) In area nordica, il dettaglio indagato con acuto realismo e l’attenzione all’elemento naturalistico della scena, sono presenti già nel primo Quattrocento con “les Très riches heures” del duca di Berry, e continuano con l’attenzione alla replica analitica degli interni e degli arredi di Roger van der Weyden, di Hugo van der Goes e altri. Spesso, Nei dipinti di questi artisti, un oggetto viene estrapolato dalla scena e dipinto in isolamento spaziale rispetto al contesto (il vaso di gigli in primissimo piano o l’armadio dello studio del santo ricolmo di libri) 4°) I soggetti dipinti sul “verso” dei ritratti di alcuni pittori di area nordica(ma anche italiana), sembrano già a tutti gli effetti “natura morta” e anche se non soddisfano il criterio di autonoma realizzazione, ne anticipano gli argomenti: vasi di fiori (Hans Memling), cartellini e lettere su un nastro teso illusivamente nello spazio aperto di una finestra (Vittore Carpaccio), Gli antecedenti (segue 2) 5°) Nel Cinquecento il rinnovato interesse scientifico nei confronti della natura, portò con sé l’esigenza di riprodurre dal vero i diversi e più bizzarri aspetti dei suoi prodotti, anche se questa “registrazione” rimane spesso legata al valore simbolico del reperto naturale, in relazione analogica fra universo della natura e universo della scienza nera (Alchimia). 6°) Nel nord dell’Europa anche la tendenza all’iconoclastia del protestantesimo può aver influito nell’affermazione della Natura Morta; E non è indifferente in questa cultura borghese e mercantile che l’oggetto naturale o frutto di un processo di lavorazione, sia visto nella sua corporeità (più che nella sua idealità) e nel suo valore economico. Non è tuttavia estraneo a questa cultura,il rimando costante al biblico ammonimento all’effimera esistenza delle fortune e della felicità dell’uomo. L’ostentazione di prodotti naturali o lavorati su un tavolo richiama quindi sia l’augurio di ricchezza, di abbondanza, sia una riflessione sulla“vanitas” del mondo. 7°) E’ quindi soprattutto in area nordica riformata che la Natura Morta conosce un’inedita affermazione come genere specialistico, assolutamente non riferibile all’area mediterranea. Inserito in questo ambiente commerciale, il quadro di natura morta diventa merce accanto alle altre; conosce una contrattazione e un mercato di ampiezza assolutamente originale. Gli antecedenti La natura Maestro dell’Annunciazi one di Aix, part. Figura a sinistra, 1442, Chiesa del Salvatore Il particolare dei libri sulla mensola posta sopra una figura di Profeta, è Un classico esempio di estrapolazione Di un dettaglio reso con esuberanza Descrittiva, che ne favorisce la lettura Isolata dal contesto Pittori di nature morte fra Cinquecento e seicento in area Italiana Il passaggio di questo genere da una fase tardomanierista a quella barocca può essere sintetizzato enunciandone alcune variazioni e tenendo comunque presente Il continuum fluido e variegato dell’apporto dei vari artisti. Nella fase tardomanierista prevale l’interpretazione simbolica sia del singolo Fiore o frutto esposto, sia dell’accumulo degli oggetti posti in primo piano, da Leggersi sì come augurio di abbondanza (come già si è detto), ma anche come Tema di “mercato” o di “frutta di stagione”. Vincenzo Campi, La fruttivendola, Milano, Brera Non è da dimenticare, accanto alla famosa Canestra di frutta di Caravaggio, l’esplorazione naturalistica di A. Carracci in “La bottega del Macellaio” e le scene di genere del bolognese B.Passerotti influenzato dalla tradizione Fiamminga (vedi p. 353 testo). La natura morta degli esordi, inoltre, predilige il tema della cacciagione (vedi Jacopo de Barbari e la sua pernice con armi del 1504, due diapo prima), tema Presente anche nei dipinti di Juan Sanchez Cotàn all’inizio del ‘600, e nell’itaLiano Jacopo Chimenti, detto “l’Empoli”. (pp.434-435 testo) L’artista spagnolo si distingue, nei Suoi bodegones, per la silente rappreSentazione di ortaggi, frutta e selvagGina, all’interno di semplicissime Scatole prospettiche a volte appesi a fili e cordicelle. Juan Sanchez Cotàn, natura morta, 1602ca., Chicago, Art Institute Un’altra particolarità della natura morta cinquecentesca è la forte valenza Simbolica di fiori, frutti e legumi squadernati sulla tela con riferimento Quasi costante al linguaggio biblico in generale, dal Cantico dei Cantici A quello dei Profeti e alle parabole di Cristo. La Pesca e la noce sono così simboli della Trinità, la prugna lo è della Passione di Cristo; la rosa è simbolo di Maria “rosa mistica”, e il garofano, Dalla sua radice greca dianthos (fiore di Dio) è attributo di divinità ed è Spesso associato a Gesù o posto vicino alla Madonna. Nel corso del Seicento questa simbologia di origine medievale è meno Pregnante a vantaggio della fisicità dell’oggetto, della sua Riproduzione ingannevole sulla superficie della tela, che ne incoraggia Perfino una fruizione tattile (Trompe l’oeil). Jan Brueghel il Vecchio fu tra i fondatori Del genere della natura morta sul finire Del Cinquecento e le due prime Decadi del ‘600. Si specializzò nella pittura Di fiori. Attivo soprattutto ad Anversa, visitò l’Italia e Vi sostò. Fu particolarmente apprezzato Dal cardinale Borromeo che diventò suo ollezionista (Vedi anche p.434 testo) Jan Brueghel il Vecchio Bouquet 1606, olio su rame, Pinacoteca Ambrosiana, Milano Natura Morta nel Seicento I temi •L’angolo di cucina •La Colazione •La Tavola imbandita La cucina La Colazione La tavola imbandita O Il Banchetto Clara Peeters, Tavola imbandita, particolare Natura Morta nel Seicento I temi I Fiori Le Vanitas Fiori Vanitas Evaristo Baschenis, Natura morta con Strumenti musicali, 1670ca., Milano, Brera