I PROGETTI DI RICERCAAZIONE
Prof.ssa Liliana Melone
Dopo la rilevazione di una difficoltà non deve
esserci immediatamente una segnalazione, ma
una richiesta di attenzione da parte della scuola.
Una buona prassi sono i progetti di “ricercaazione”. Questi introducono nella scuola la
ricerca e la teoria, permettono la collaborazione
attiva tra logopedisti e insegnanti su un
progetto concreto basato sul potenziamento
dei precursori cognitivi (linguistici, mnestici,
ecc.) indispensabili per i bambini/ragazzi in
difficoltà rispetto all’apprendimento della lettoscrittura e utili anche nella didattica ordinaria.
I progetti della ricerca-azione prevedono quattro
momenti:
•Prima valutazione generale dell’intera classe;
•Periodo di intervento didattico e di potenziamento
fonologico con tutta la classe e in piccoli gruppi,
formati in base al livello di acquisizione della scrittura
o alle abilità risultate carenti;
•Seconda valutazione generale dell’intera classe o
parziale, solo dei soggetti risultati a “rischio”, in base
al progetto e agli strumenti usati;
•Segnalazione alla famiglia dei bambini/ragazzi
risultati “resistenti” all’intervento di potenziamento
didattico e che quindi dovrebbero essere avviati ai
Servizi sanitari per approfondimenti.
Una volta individuata una difficoltà, l’insegnante deve
procedere con la comunicazione alla famiglia. Questo
momento viene spesso vissuto come delicato sia dai
docenti sia dai genitori, quindi necessita di alcune
accortezze affinché venga percepito come un
suggerimento e non come una critica. Importante è la
modalità con cui la segnalazione viene effettuata:
l’insegnante, con gentilezza, informa i genitori, più o
meno consapevoli, che il figlio presenta delle difficoltà,
senza proporre ipotesi diagnostiche, ma suggerendo di
rivolgersi al personale competente. Ciò che conta è dare
informazioni il più possibile dettagliate, così da orientare
la famiglia.
Quando la segnalazione avviene in
seguito a un progetto di ricerca-azione è
più semplice, in quanto il progetto
dovrebbe essere stato precedentemente
presentato a tutte le famiglie e si
avranno in supporto i dati emersi
dall’indagine. Qualora invece, avvenga in
seguito a semplici osservazioni, sarà
opportuno
rispettare
alcuni
accorgimenti, semplici ma preziosi
.
•Spazio e tempo. È importante che la segnalazione avvenga in
un luogo tranquillo e riservato, in cui sia possibile creare un
clima di dialogo. Pertanto è utile accordarsi con i genitori per un
colloquio individuale.
•Sospensione del giudizio. Può capitare che i genitori si
sentano “messi sotto accusa” o giudicati nel loro ruolo: meglio
astenersi da critiche e giudizi, sia nei loro confronti sia rispetto al
problema segnalato. Un modo adeguato per confrontarsi
potrebbe essere: “abbiamo notato che……..ha delle difficoltà a leggere in
modo fluente”.
•Esempi tangibili della difficoltà del bambino/ragazzo.
Dopo aver anticipato l’ambito in cui il bambino presenta
difficoltà, è utile fare degli esempi concreti di situazioni in cui tali
difficoltà si manifestano. Per esempio si potrà riportare: “abbiamo
notato che ……..spesso confonde le lettere, soprattutto la b con la d, o
sostituisce le parole”.
•Conseguenza tangibile ed immediata. Questi problemi,
anche se specifici, hanno delle ripercussioni dirette nella vita
quotidiana, è quindi necessario presentare delle situazioni che si
sono già verificate. “Abbiamo notato che……..evita tutte le situazioni
che potrebbero esporlo davanti ai suoi compagni, rifiutandosi di leggere ad
alta voce”.
•Richiesta di un confronto. È opportuno cercare di coinvolgere
i genitori, chiedendo loro di osservare quanto riportato: “in virtù
di quello che vi abbiamo segnalato, vi chiediamo di aiutarci a osservare con
attenzione…….., così da poterci raccontare e fare il punto della situazione”.
•Indicare a chi rivolgersi. È essenziale invitare la famiglia a
rivolgersi a un centro specializzato per avere una diagnosi, presso
il Servizio Sanitario Nazionale o da specialisti del settore, così da
potere in seguito programmare un percorso adeguato.
La gestione dei DSA necessita di una
presa in carico riabilitativa, rieducativa
ed educativa, mentre non richiede in
genere interventi di natura assistenziale;
inoltre, ogni percorso deve essere
individualizzato e stilato tenendo conto
delle
caratteristiche
di
ogni
bambino/ragazzo con DSA (punti di
debolezza e punti di forza).
•Presa in carico riabilitativa: intervento specifico condotto da
uno specialista della riabilitazione (neuropsicologo e logopedista
con formazione specifica), con obiettivi e tempi ben definiti
(cicli) e modalità che possono essere segmentali, cioè sganciate
dalle funzione e che vanno inserite in un progetto educativo più
ampio. Il contenuto della riabilitazione si differenzia dalla
didattica scolastica normale e speciale per metodi e modalità ed
è guidato da modelli neuropsicologici, cognitivi e linguistici
propri. La presa in carico viene effettuata il più precocemente
possibile, poiché i dati sulla finestra evolutiva in cui lo sviluppo
beneficia di cambiamenti introdotti dalla riabilitazione indicano
tempi molto brevi. L’efficacia è legata, oltre che alla precocità,
all’intensità e alla frequenza degli interventi, per i quali il
riabilitatore può avvalersi della collaborazione della famiglia e
della scuola.
•Presa in carico rieducativa: progetto di respiro più ampio
(life span), che può durare tutto l’arco della scolarizzazione in
cui la persona è chiamata ad apprendere, includendo
l’università. È condotto da educatori, insegnanti e familiari e
integra al suo interno la presa in carico riabilitativa. Ogni
passo di questo progetto si compie secondo modalità di
relazione tra professionisti della salute, della scuola e
famiglia, guidate da principi di chiarezza, trasparenza e
coinvolgimento. È ispirato da modelli di psicologia cognitiva
e di pedagogia dei bisogni speciali e interagisce con i
processi educativi scolastici ed extrascolastici. L’impiego di
strumenti compensativi è un elemento portante
dell’intervento per l’adattamento alle richieste della scuola e
della società nella prospettiva life span.
•Progetto educativo: ha come scopo di
favorire la crescita della persona, in
questo caso di difenderla in senso
proattivo dai rischi connessi alla crescita
di un bambino/ragazzo con DSA, e ha
come obiettivo l’equilibrio psico-sociale
e fisico della persona. Quindi integra,
oltre agli aspetti riabilitativi e rieducativi,
quelli scolastici e di vita relazionale e
della gestione del tempo libero.
•Programma riabilitativo: definisce, all’interno del progetto
riabilitativo, le specifiche aree di intervento, gli obiettivi, i tempi e le
modalità di erogazione degli interventi, gli operatori coinvolti e la
verifica periodica degli interventi durante il periodo di presa in carico.
In particolare definisce e individua:
•Le modalità della presa in carico da parte della struttura riabilitativa;
•Gli interventi specifici durante il periodo di presa in carico;
•Gli obiettivi da raggiungere previsti dal programma, aggiornandoli
nel tempo;
•Le modalità e i tempi di erogazione delle singole prestazioni previste
negli stessi interventi,
•Le misure di esito appropriate per la valutazione degli interventi,
l’esito atteso in base a tali misure e il tempo di verifica del
raggiungimento di un dato esito;
•I singoli operatori coinvolti negli interventi e il relativo impegno, nel
rispetto delle responsabilità professionali.
COME USARE IL
LIBRO NEI DSA
Attualmente esistono almeno tre
formati
di
libri,
con
caratteristiche differenti, che
possono essere utili a seconda
degli obiettivi:
•Libro cartaceo
•Libro digitale
•Audiolibro e libro parlato
Il libro cartaceo è lo strumento più usato nelle scuole
per la trasmissione della conoscenza. In molti casi
bambini e i ragazzi con DSA, soprattutto i dislessici, lo
considerano un “nemico”, che aprono a fatica, poiché è
necessario leggerlo. I libri di studio contengono, oltre al
testo in sé, immagini con didascalie, titoli e parole in
neretto (titoli testuali ed extratestuali). Questi possono
diventare concetti chiave, box con approfondimenti,
vocabolari che consentono un accesso ai contenuti senza
passare attraverso la lettura dell’intero testo. È possibile
trasformare il libro cartaceo in digitale con uno scanner
e un OCR (che traduce l’immagine acquisita con lo
scanner in testo digitale) per poi leggerlo attraverso un
software con sintesi vocale.
Il libro digitale è la copia digitale della versione
stampata. Si presenta identico alla versione cartacea
ma nel computer, in formato pdf. Permette di evitare
la fase di scannerizzazione e di utilizzo dell’OCR e
passare direttamente all’uso del software di gestione
della sintesi vocale per la lettura attraverso l’ascolto. È
funzionale per agevolare lo studio autonomo, fare
riassunti, svolgere alcuni compiti. Consente di
sfruttare tutti gli elementi grafici e di impaginazione
del testo cartaceo e ha i vantaggi del digitale (leggere
con le orecchie), fare ricerche dentro il testo, copiare
e incollare le parti significative, rispondere a
domande, sottolineare.
L’audiolibro e il libro parlato sono il formato audio dei testi.
Un lettore “presta” la propria voce che viene registrata e
distribuita su CD, mp3 o audiocassetta. Non vi è il doppio canale
di esposizione visivo-uditivo, ma solo quello uditivo (a meno che
non si segua sul libro cartaceo), quindi risulta più difficile
mantenere l’attenzione per periodi prolungati di tempo. Per
letture di tipo narrativo, più difficile da sfruttare in ambito di
studio. In questo caso può essere utile trasformare brevi brani in
formato audio per promuovere il ripasso, attraverso software con
sintesi vocale che trasformano il testo in audio. Gli audiolibri
sono una versione commerciale dei libri, distribuiti di solito dalle
case editrici; i libri parlati sono registrati da volontari prestatori di
voce.
La sintesi vocale è la voce del computer, un programma che
trasforma il testo digitale in testo letto verbalmente. Una buona
sintesi vocale riesce a simulare in modo adeguato la lettura con
voce umana. La qualità della sintesi vocale può essere espressa
con due parametri: gradevolezza, quanto una voce risulta
gradevole all’utilizzatore, che in genere apprezza la somiglianza
alla voce umana, ed efficacia. Sono entrambe importanti: la
gradevolezza consente all’utilizzatore di accettarla in tempi
rapidi; l’efficacia ne permette l’uso sia per comprendere i
contenuti dei testi da studiare sia per rileggere i testi autoprodotti
individuandone gli errori.
Il software di gestione della sintesi vocale “pilota” la sintesi
nell’inviare il testo da leggere, regolare la velocità di lettura,
rileggere parti di testo.
CARATTERISTI
CHE DI ALCUNI
SOFTWARE
COMPENSATIVI
•SuperQuaderno (Anastasis) 7/12 anni. È un ambiente integrato sotto
forma di quaderni digitali, per la lettura e la scrittura. Con la sintesi vocale
Loquendo inclusa, permette di leggere testi sia all’interno del quaderno che
presenti nel computer. Consente l’effetto karaoke all’interno dell’editor e
dell’ambiente pdf. Permette di scrivere testi con aiuti diversi: correttore
ortografico con suggerimento delle parole corrette, associazione automatica
delle immagini, spelling fonetico, lettura parola per parola. Ha un ambiente
pdf integrato: ciò che viene evidenziato e fotografato è copiato in
automatico nell’editor. Integrato con SuperMappe permette il passaggio
dalla mappa al testo. Ha la calcolatrice parlante integrata nell’editor, vi è la
possibilità di copia-incolla dalla calcolatrice e viceversa. Il quaderno può
essere usato in italiano, inglese, francese, tedesco e spagnolo, con le stesse
funzioni. Si possono usare gli evidenziatori nell’editor. È integrato con
SuperMappe, permette il passaggio dal testo alla mappa. Ha un ambiente
apposito per gestire i libri digitali pdf. Si può evidenziare, scrivere, ricercare
parole, leggere, appaiare immagini a parole. È un prodotto completo, il suo
utilizzo risulta facile ed efficace.
•Personal Reader (Anastasis) dai 12 anni. È un lettore di testi su
chiavetta USB dotato di sintesi vocale Loquendo, effetto karaoke
nell’ambiente pdf e in un’apposita finestra tutti gli altri. È uno
strumento completo pensato per essere utilizzato in
abbinamento ad altri programmi di uso comune. Trasforma il
testo in file mp3. Permette di prendere appunti e di scrivere.
Funziona in suite con SuperMappe consentendo il passaggio dal
testo alla mappa. Ha la calcolatrice parlante: permette di copiare
operazione e risultato. Esistono varie versioni che possono
gestire fino a tre lingue a scelta tra italiano, inglese, francese,
tedesco e spagnolo. Ha un ambiente per gestire i libri digitali pdf:
si può prendere appunti, evidenziare, estrarre le informazioni
rilevanti, sia testo che immagini. Ha la possibilità di funzionare
attraverso una pulsantiera a schermo o con combinazioni di 2
tasti per funzione.
•Alfa Reader (Erickson) dai 12 anni. È un lettore di
testo su chiavetta USB. Nella versione Plus è dotato di
sintesi vocale Nuance. Trasforma i testi in mp3; può
interfacciarsi in Microsoft Office e OpenOffice;
consente la lettura con l’effetto karaoke al loro interno.
Deve essere usato in aggiunta ad altri programmi come
Microsoft Word o OpenOffice Writer. Ha la calcolatrice
parlante: permette di copiare il risultato. La versione Plus
include due voci italiane e una inglese. Si possono
aggiungere voci di altre lingue. Ha un ambiente per
gestire i libri digitali pdf: si può evidenziare, estrarre le
informazioni rilevanti, in formato testuale e non
formattato.
•Balabolka (programma free) 11/13 anni.
Occorre possedere una sintesi vocale per
utilizzarlo. È un lettore di vari formati di file
trasformati in modalità testo. È possibile
salvare i testi in formato audio. Ha un editor
di testi con supporto alla sintesi vocale,
sfrutta le funzionalità di altri programmi. È
possibile attivare l’eco. Il programma risulta
limitato, non consente la formattazione dei
testi e la gestione delle immagini.
STRATEGIE
PER
PRENDERE
APPUNTI
Agli allievi con DSA spesso risulta difficile stare attenti,
ascoltare e prendere appunti nello stesso momento,
tanto più quando vi è un disturbo della scrittura. Molti
bambini e ragazzi con DSA riportano che quando
qualcuno parla, loro visualizzano. Questo succede
spesso durante le lezioni. Le immagini mentali sono
molto potenti e possono essere sfruttate come strategie
utili per l’apprendimento, se lo studente ne è
consapevole e diventa capace di manipolarle. In classe,
invece dei classici appunti scritti, queste immagini
mentali potranno essere tradotte in disegni, che
diventeranno dei veri e propri appunti “grafici”, a
seconda delle capacità del soggetto.
Un altro modo per prendere appunti è attraverso l’uso di un
registratore, per conservare le informazioni da riascoltare
all’occorrenza, o con smartpen come Livescribe, che integra i
due canali sensoriali di accesso all’informazione più
congeniali per chi ha un DSA. La Livescribe è una penna
elettronica che registra la voce mentre si scrive. Mentre si
prendono gli appunti, che possono essere sia scritti che
disegnati, la penna registra la voce dell’insegnante. La
registrazione viene sincronizzata con quello che l’alunno, in
un preciso momento, sta scrivendo o disegnando. Questo
permette di riascoltare la registrazione quando si vuole,
semplicemente toccando con la penna quanto si è appena
scritto. È possibile trasferire gli appunti e le registrazioni nel
PC, per poterne fruire successivamente e soprattutto aiutare
l’archiviazione e l’organizzazione.
Per seguire in modo proficuo una lezione è anche utile “ancorarsi” al
libro cartaceo e usarlo in sostituzione degli appunti. Questo processo
di ancoraggio degli appunti è ancora più efficace se avviene
direttamente sul libro digitale. Se il bambino o il ragazzo può usare il
PC sul banco, potrà sfruttare la versione pdf del libro, evidenziando
le parti più importanti, o con l’uso si software specifici potrà:
•Evidenziare i punti salienti, anche con colori diversi
•Indicare collegamenti con frecce
•Scrivere appunti direttamente a margine del libro
•Salvare il libro manipolato
In questo modo, quando dovrà studiare, sarà più semplice individuare
le parti più importanti che potranno essere rilette con la sintesi
vocale.
Alcuni allievi, che hanno imparato a usare le mappe, riescono a
schematizzare i concetti durante la spiegazione, attraverso disegnini,
parole-chiave e collegamenti.
STRATEGIE PER
RISPONDERE A
DOMANDE DI
COMPRENSIONE
Si deve ricordare che:
•Per gli allievi dislessici, le domande con risposte a scelta multipla
sono utili solo se possono utilizzare la sintesi vocale. In caso contrario
potrebbero affaticare maggiormente e, data la brevità delle risposte, è
alto il rischio di fraintendere il contenuto anche commettendo un solo
errore di decifrazione, quindi è essenziale incentivare l’uso della
sintesi vocale e delle strategie per migliorare la comprensione;
•Per gli allievi con difficoltà di scrittura, le prove a domande aperte
non devono essere generiche e devono richiedere risposte brevi;
•Per evitare errori di trascrizione e velocizzare il processo è possibile
chiedere all’allievo di sottolineare la risposta nel testo, scrivendovi
accanto il numero della domanda; se ha a disposizione il PC,
sollecitiamolo ad avvalersi della funzione “copia-incolla”. In seguito
lavoriamo alla rielaborazione dei concetti sottolineati o copiati, prima
oralmente, poi per iscritto in modo graduale, dando sempre più
importanza al contenuto che alla forma.
STRATEGIE
PER
PRODURRE
RIASSUNTI
Per fare un riassunto, la situazione ottimale prevede
l’uso del testo in formato digitale e non scritto a
mano. Se ciò non fosse possibile, è essenziale non
fornire testi scritti a mano in corsivo. Se il materiale
da riassumere è un brano tratto da un libro digitale,
si seguono gli indici testuali, si legge con la sintesi
vocale e si individuano ed evidenziano le parti più
importanti. In questa fase può essere utile
suddividere il testo in sequenze e dare dei titoli da
usare come guida nella stesura, si copiano poi le parti
selezionate, che vengono modificate e rielaborate,
rileggendo infine con la sintesi vocale
.
Per impaginare
•Usare caratteri senza grazie (sans serif); i
caratteri tipografici
finora considerati più leggibili sono: Arial, Comic Sans,
Thaoma, Trebuchet MS, Verdana.
•Usare caratteri con dimensione 12/14 pt
•Non usare il maiuscolo per più di 5 righe (ma usarlo per scrivere alla
lavagna)
•La larghezza della riga non deve essere superiore ai 13 cm (60-70
caratteri)
•Lasciare uno dei due margini più ampio
•Giustificare solo a sinistra
•Non andare mai a capo spezzando una parola
•Per evidenziare un concetto usare il grassetto e non il sottolineato
•Dividere in paragrafi
•Fare elenchi puntati o numerati
•Usare carta non troppo bianca e di una grammatura di almeno 80-90
g/m2
Lo stile della scrittura
Anche il modo nel quale è scritto un testo può influire
molto sulla sua leggibilità e comprensione.
Ecco alcune indicazioni:
•Il linguaggio dovrebbe essere il più possibile semplice e
chiaro.
•Le frasi dovrebbero essere piuttosto corte. Mantenete la
lunghezza di una frase a una media di 15-20 parole.
•Usate il più possibile verbi attivi.
•Non iniziate una nuova frase alla fine della riga, in
quanto è più difficile seguirla.
•Evitate le frasi al negativo, che non sono altro che
tranelli linguistici.
Per migliorare la leggibilità si
consiglia di:
•Essere il più possibili concisi.
•Inserire dove è possibile diagrammi
di flusso. Sono molto utili per
spiegare le procedure.
•Evitare di inserire abbreviazioni.
•Includere, ove è possibile, sia un
indice analitico sia il sommario
.
IL PDP
Recenti studi hanno dimostrato che siamo di fronte a un
rovesciamento del paradigma pedagogico, che mette al centro del
sistema formativo l’apprendimento dello studente, non
l’insegnamento del docente. All’interno di questa cornice è
molto più semplice pensare a una didattica personalizzata e
inclusiva. La didattica inclusiva prevede un’accoglienza positiva
delle persone:
•mette al centro lo studente;
•sollecita e consente di sviluppare e valorizzare le potenzialità
che ogni alunno possiede in un contesto collettivo.
Pertanto ogni scuola dovrà inserire nel proprio POF un modello
di Piano Personalizzato, condiviso e contestualizzato, in cui
scrivere tutto ciò che si deve dare allo studente nel suo agire
quotidiano (strategie, strumenti ecc.), sulla base sia delle
informazioni diagnostiche sia delle osservazioni del ragazzo
stesso e della sua famiglia.
Di chi sia il compito di preparare il PDP lo spiega bene
il Decreto attuativo della legge 170/2010 (art.5 comma
1) quando afferma che: “La scuola garantisce ed esplicita, nei
confronti di alunni e studenti con DSA, interventi didattici
individualizzati e personalizzati, anche attraverso la redazione
di un Piano Didattico Personalizzato, con l’indicazione
degli strumenti compensativi e delle misure dispensative adottate”.
Inoltre non deve essere redatto dal solo coordinatore o
dal referente per i DSA ma: “Un principio generale è che la
competenza sui DSA dovrà permeare il corpo docente di ogni
classe, in modo che la gestione e la programmazione di passi
significativi (per es. il PDP) non sia delegata a qualcuno dei
docenti, ma scaturisca da una partecipazione integrale
del consiglio di classe”. Linee Guida, p. 27
Quando e da chi viene redatto?
•All’inizio di ogni anno scolastico, entro il primo
trimestre, per gli studenti già segnalati (aggiornamento)
• In qualsiasi momento dell’anno, in seguito alla
presentazione di una diagnosi specialistica da parte della
famiglia a scuola iniziata (entro tre mesi).
Il PDP va firmato da tutti, genitori, insegnanti e
dirigente, compreso il ragazzo, anche se minorenne, per
responsabilizzarlo. Certamente dal punto di vista legale
la sua firma non avrà valore, ma ciò lo aiuterà a
prendersi la responsabilità di ciò che farà o non farà
nell’arco dell’anno, secondo le istanze del famoso Patto
formativo.
STRUTTURA DEL
PIANO DIDATTICO
PERSONALIZZATO
•Dati relativi all’alunno: cognome e nome, data di
nascita, classe, sezione
•Tipologia del disturbo: dislessia, discalculia ecc.;
grado (lieve, medio, severo);
•Diagnosi redatta da …, in data …, specialista/i di
riferimento…
•Informazioni tratte dalla diagnosi
•Informazioni tratte dalla famiglia
•Caratteristiche percorso didattico pregresso
•Aspetti emotivo/affettivo/motivazionale
•Osservazione delle abilità strumentali: lettura,
comprensione lettura, scrittura, proprietà linguistica,
calcolo, punti di forza ecc.
•Caratteristiche
del
processo
di
apprendimento: capacità di memorizzare
procedure operative, di immagazzinare e
recuperare informazioni, di integrare ed elaborare
le informazioni, livello di autonomia nelle attività
scolastiche ecc.
•Strategie e modalità utilizzati dall’alunno per
lo studio a scuola e a casa Per esempio:
sottolineare, evidenziare parole-chiave, realizzare
sintesi, schemi, tabelle, diagrammi, riscrivere testi
con
modalità
grafica
diversa,
usare
mnemotecniche ecc.
•Strumenti utilizzati dall’alunno per lo studio
a scuola e a casa
Libri digitali, audiolibri, software ecc.
Utilizzo del PC
Registrazioni
Testi con immagini
Tabelle, mappe e schemi
•Obiettivi disciplinari: «si devono rispettare gli
obiettivi generali e specifici di apprendimento per non creare
percorsi immotivatamente facilitati, ma rispettosi
dell’incidenza del disturbo» (Linee Guida, p. 7 e p. 18)
•Strategie metodologiche e didattiche: per
esempio segmentare le attività, usare tecniche
multisensoriali e, favorire l’apprendimento
cooperativo e azioni di tutoraggio,
sintetizzare i concetti in mappe e schemi,
favorire meccanismi di autocontrollo e di
autoverifica (metacognizione), promuovere
collegamenti e inferenze tra le varie
discipline, promuovere l’autostima ecc.
Misure dispensative da prestazioni non essenziali (Linee
Guida, p. 7)
L’alunno può essere dispensato:
•dalla lettura ad alta voce
•dal copiare alla lavagna
•dal prendere appunti
•dal ricopiare
•dalla dettatura di testi/o appunti
•da un eccessivo carico di compiti
•dallo studio mnemonico di poesie, formule, definizioni
•dall’eseguire più esercizi di verifica con lo stesso obiettivo
•dal sostenere verifiche scritte per le materie orali
•dalla valutazione nelle prove scritte di lingua straniera
•dal disegno tecnico (utilizzo di software di tipo CAD)
•dalla pratica strumentale (es. flauto)
Strumenti compensativi
Nell’ambito delle varie discipline, l’alunno può usufruire
dei seguenti strumenti compensativi:
•libri digitali o audiolibri
•tabelle, formulari, sintesi, schemi e mappe
•lettura ad alta voce delle consegne durante le verifiche
•calcolatrice o computer con foglio di calcolo e
stampante
•computer con videoscrittura, correttore ortografico,
stampante e scanner
•registratore o “smart pen” (sottopar.6.6.2 Le penne
digitali)
•software didattici, computer con sintetizzatore vocale
vocabolari e dizionari digitali
Criteri e modalità di verifica e valutazione
•valutazione delle conoscenze e non delle carenze
•verifiche orali programmate con l’allievo
•compensazione di compiti scritti con prove orali
•uso di mappe mentali e/o mappe cognitive durante le prove
scritte e orali
•valutazione, nelle prove scritte, del contenuto e non della
forma
•escludere dalla valutazione gli errori di calcolo e di
trascrizione
•valutazione dell’utilizzo corretto delle forme grammaticali
rispetto alle acquisizioni teoriche delle stesse
•prove informatizzate
•valutazione dei progressi in itinere
Patto con la famiglia
•Condivisione della riduzione della quantità di compiti a
casa
•calendarizzazione dei tempi di studio
•scelta degli strumenti compensativi, delle misure
dispensative e delle modalità di verifica
Interventi
extrascolastici
educativo-abilitativi
(logopedia, tutor, altro)
Una volta compilato e fatto sottoscrivere da tutti gli
attori coinvolti (insegnanti, studente e genitori) il PDP
va applicato. È importante ricordare che: «ogni ragazzo è
dinamicamente complesso». Ciò vuol dire che se necessario,
una volta sottoscritto, il PDP può essere modificato nel
corso dell’anno
.
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software quattro