I Fondi strutturali europei in Italia Diego Gandolfo 19 Novembre 2013 SOMMARIO 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) IL CONTESTO DISIMPEGNO AUTOMATICO IL PIANO DI AZIONE PER LA COESIONE RAPPORTO BARCA 2013 FOCUS SULLE REGIONI CRITICITA’ EFFICACIA OPENCOESIONE IL CONTESTO Allocazioni finanziarie tra i Paesi membri per la Politica di Coesione periodo 2007-2013 (milioni di euro a prezzi correnti) Risorse complessive in Italia Sovrapposizione della spesa annuale per la Politica di Coesione per periodo di programmazione (1994-2011)* in Italia (Euro) Obiettivo Convergenza/ 1 43,6 mld €, pari al 73,4% delle risorse Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia 10 Programmi Operativi Regionali (POR): 2 per ciascuna Regione, l’uno cofinanziato dal FESR, l’altro dal FSE Obiettivo Convergenza/ 2 7 Programmi Programmi Operativi Nazionali (PON): - “Assistenza “Assistenza tecnica”,“Ricerca e competitività”, “Sicurezza”, “Reti e mobilità”finanziati dal FESR - 2 Programmi per l’istruzione, - 2 Programmi per l’Assistenza tecnica e le Azioni di sistema 2 Programmi Operativi Interregionali (POIN) “Attrattori culturali e turismo”, “Energie rinnovabili”, finanziati dal FESR Obiettivo Competitività regionale e Occupazione 15,8 mld €, pari al 26,6% delle risorse Regioni al di fuori dell’Obiettivo Convergenza 32 Programmi Operativi Regionali (POR), 16 finanziati dal FESR e 16dal FSE 1 Programma Operativo Nazionale (PON) “Azioni di sistema”, finanziato dal FSE L’orlo del baratro: 31 dicembre 2011 A 5 anni dall’inizio della programmazione 2007-2013, siamo nel dicembre 2011, l’Italia ha una situazione disastrosa. Per gli anni 2007-2013, l'Ue ha destinato all'Italia circa 28 miliardi di fondi strutturali. Ma le Regioni spendono appena il 18% (5 miliardi). Se dovesse proseguire con questo ritmo, sarebbe a rischio gran parte degli altri 23 miliardi Solo la Romania, col 14%, ha fatto peggio. Capacità di spesa dei Fondi strutturali europei nei Paesi membri (2007-novembre 2011, quota UE) “La percentuale di pagamenti è di nove punti in meno rispetto allo stesso stadio del periodo di programmazione precedente (2000-2006)". “Esistono forti rischi di perdita di fondi per la fine del 2012". Fabrizio Barca, 19 novembre 2011, pochi giorni dopo il suo insediamento a un’audizione presso la Commissione Bilancio della Camera. Esattamente, in cosa consiste il rischio di perdere i fondi? IL DISIMPEGNO AUTOMATICO Disimpegno automatico Articolo 93 del regolamento 2006 (articoli 94-97) “La Commissione procede al disimpegno automatico della parte di un impegno di bilancio connesso ad un programma operativo […] per la quale non le è stata trasmessa una domanda di pagamento ai sensi dell'articolo 86, entro il 31 dicembre del secondo anno successivo a quello dell'impegno di bilancio nell'ambito del programma”. Disimpegno automatico Cio’ significa che la parte delle risorse impegnate per ogni annualità contabile per ciascun fondo (i.e., FSE, FESR) e programma operativo (PO) sul bilancio comunitario non spesa entro due anni viene azzerata. (“regola dell’n+2”). Il disimpegno delle risorse comunitarie comporta anche la parallela e proporzionale riduzione di disponibilità delle relative risorse di cofinanziamento nazionale. Disimpegno automatico Si tratta di un incentivo a spendere tutte le risorse disponibili nei tempi prefissati e non accumulare la spesa alla fine del periodo, rendendo impossibile di fatto l’attuazione del programma Nasconde un lato oscuro… Quali sono i rischi connessi alla pressione di spendere entro serrate scadenze per evitare il meccanismo N+2? I rischi del disimpegno/1 Bassa qualità della spesa (distribuzione indiscriminata di fondi, interventi inutili o poco efficaci, selezione degli “interventi” con scarsità di controlli). Esempio: per rendere più veloci le operazioni di pagamento nell’ambito del FSE 2000-2006, l’amministrazione regionale siciliana stabilì per legge (2007) che fosse sufficiente per i beneficiari autocertificare le spese sostenute, rimuovendo l’obbligo di presentare documentazione (Profeti, 2013) Si velocizza ma si rinvia il problema ad autorità esterne (GdF, OLAF, ecc) I rischi del disimpegno/2 “Progetti coerenti” o progetti “sponda” I Progetti “sponda” 1) Si tratta di un trucco contabile di finanza creativa che dovrebbe essere usato in circostanze eccezionali ma che è stato usato sistematicamente 2) Esso permette di rifinanziare ciò che è stato già finanziato (e magari realizzato) con altre risorse (fondi regionali, comunali, mutui con banche, ecc…) 3) Lo usano le regioni per timore della “mannaia” del disimpegno automatico Come funziona? 4) Somme già stanziate (o spese) per interventi già avviati indipendentemente (che non facevano parte del PO) vengono inserite contabilmente nel PO per sostituire (o integrare) - a patto che siano coerenti - quegli interventi in ritardo, bloccati per irregolarità o scarsa capacità operativa per i quali si farà fatica a rendicontare le spese per richiedere il rimborso alla UE entro la scadenza. 5) Queste somme vengono presentate alla UE come “spesa certificata” per il rimborso del cofinanziamento europeo… 6) …come se fossero il risultato dell’attuazione di programmi finanziati con fondi europei. I Progetti “sponda” 7) La Regione così ottiene il rimborso, ossia nuovi fondi “freschi” che dovrebbero essere usati per progetti equivalenti a quelli sostituiti… 8) …ma che in realtà sono svincolati da qualsiasi obbligo di destinazione a progetti europei (perché risultano versamenti per spese già rendicontate) che le Regioni possono usare come vogliono, persino spese di tipo clientelare. E’ davvero un problema? Si utilizzano i Fondi strutturali per finanziarie di tutto: manutenzione delle strade a corsi di formazione per I dirigenti regionali, acquisti degli enti Alla fine del 2008 I progetti sponda in Italia sono sono stati pari al 44,5% del totale del QCS (Rapporto Svimez 2010) Problema addizionalità: i fondi devono aggiungersi e non sostituirsi a quelli nazionali o regionali. Progetti “sponda” Campania (Valutazione ex post POR 2000-2006 dicembre 2011) il 30% (2,3 mld euro) è stato utilizzato per progetti coerenti (manutenzione dei marciapiedi, acquisto di stampanti,ecc…) 16% (1,3 mld Euro) progetti non conclusi, il resto frammentato in 31 mila interventi Progetti “sponda” Sicilia Por Fesr 2000-2006 l’incidenza dei progetti sponda sulla spesa complessiva è del 43% Mentre le risorse liberate, sono state reimpiegate negli assi del programma solo per il 23% IL PAC PIANO DI AZIONE PER LA COESIONE 2011: l’anno della svolta Nel corso del 2011 viene avviata, di intesa con la Commissione Europea, l’azione per accelerare l’attuazione dei programmi cofinanziati dai fondi strutturali 2007-2013 Introduzione di Target intermedi nel gennaio Lettera Draghi-Trichet e risposta del Governo Presentazione del Piano Azione Coesione Delibera CIPE 1/2011 Fissa precisi target al 31 maggio e 31 dicembre per gli impegni e del 31 dicembre per spesa certificata. I target vengono decisi di anno in anno dal Comitato del QSN in rapporto agli obiettivi annuali di spesa da raggiungere il 31 dicembre per evitare il disimpegno. Per il 2012, per esempio, i target al 31 maggio sono stati posti al 20% dell’obiettivo di fine anno, al 70% per il 31 ottobre. Per il 2013 sono stati fissati rispettivamente pari al 40% e 80%. Primi timidi risultati L’avanzamento registrato nelle nuove date di scadenza definite dal CIPE mostra chiaramente una forte accelerazione, in particolare nell’obiettivo Convergenza dove maggiori erano i ritardi. IL FESR vede un aumento del 66% degli impegni, del 50% per il FSE. Le spese certificate al 31 ottobre crescono del 45% (FESR) e 60% (FSE) rispetto al 31 dicembre 2010. B. CREARE CONDIZIONI STRUTTURALI FAVOREVOLI ALLA CRESCITA “L'esecutivo è intenzionato a utilizzare pienamente i fondi strutturali, impegnandosi in una loro revisione globale” “Tale revisione consentirà un'accelerazione, una riconsiderazione delle priorità dell'uso dei Fondi e una regia rafforzata, dove l'Italia è disposta a chiedere un sostegno tecnico alla commissione europea” “Tale revisione potrà comportare una riduzione del tasso di cofinanziamento nazionale dei programmi comunitari”. Il PAC l Piano di Azione per la Coesione, viene inviato il 15 novembre 2011 al Commissario Europeo per la Politica Regionale. Con essa è concordato. Consiste in una revisione delle scelte di investimento compiute (una vera e propria “spending review”) con lo scopo di: a) accelerare gli interventi b) rafforzarne l’efficacia Uno strumento tutto nuovo che Spinge a spendere i fondi disponibili e spenderli bene, per evitare che le risorse comunitarie vengano sprecate o – addirittura, in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi – revocate. impegna quindi le amministrazioni centrali e locali a rilanciare i programmi in grave ritardo, anticipa alcuni princìpi della nuova programmazione 2014-2020 4 princìpi concentrazione su poche tematiche di interesse strategico nazionale, declinate regione per regione secondo le esigenze dei diversi contesti, attraverso un confronto tecnico fra Governo e Regioni; definizione di risultati obiettivo in termini di miglioramento della qualità di vita dei cittadini; “cooperazione rafforzata” con la Commissione europea; azione di supporto e affiancamento da parte di centri di competenza nazionale. (Gruppo di Azione) In cosa consiste? In sostanza, il PAC attua la revisione dei Programmi operativi attraverso una rimodulazione interna dei programmi (risorse da un asse ad un altro) una riduzione mirata del cofinanziamento nazionale dai programmi operativi in ritardo, soprattutto nel Sud, a favore di programmi e strumenti più efficaci a corto di risorse nell’ambito degli obiettivi strategici e prioritari individuati. Quante risorse per il PAC? 35 30 25 20 15 10 5 0 FASE I Infrastrutture materiali ed immateriali (DICEMBRE 2011) I FASE Riprogrammazione di 3,7 miliardi di euro dai programmi operativi delle Regioni a favore di Istruzione Agenda digitale Occupazione Ferrovie FASE I Un esempio: Istruzione La strategia intende rafforzare nelle regioni dell’Obiettivo Convergenza (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia), le azioni finalizzate al miglioramento delle competenze dei giovani e al contrasto alla dispersione scolastica già in corso di realizzazione con i PON “Competenze per lo sviluppo” (FSE) e “Ambienti per l’apprendimento” (FESR). Chi “sacrifica” le proprie risorse? Chi le gestirà? I 974 Milioni di euro si aggiungono alla dotazione finanziaria dei due PON FESR e FSE, del valore complessivo di poco inferiore ai 2 miliardi di euro, entrambi in avanzato stato di attuazione. Si tratta di risorse a gestione MIUR da utilizzare in area Convergenza. Come verranno spesi? aumento di dotazione di tecnologie per la didattica in 2.160 scuole corrispondenti a un tasso di copertura del 54% del totale; la riqualificazione di 1.620 edifici scolastici, con un tasso di copertura del 43% la realizzazione di percorsi formativi per oltre 65.300 alunni, (5% del totale degli studenti nelle Regioni Convergenza). Come misurare i risultati? Obiettivi di Servizio una riduzione della percentuale di giovani che abbandonano prematuramente gli studi al 10%, rispetto al 26% del 2006; una riduzione della percentuale di studenti con scarse competenze in lettura al 20%, rispetto al 35% del 2003; una riduzione della percentuale di studenti con scarse competenze in matematica al 21%, rispetto al 33% del 2003. Vantaggi Le regioni che hanno un ritardo delegano un altro organismo o strumento a spendere le proprie risorse Si alleggeriscono i PO in difficoltà rilanciandoli Si rafforzano i P.O. in avanzato stato di attuazione Si punta su pochi e ragionati obiettivi FASE II Estensione del piano: inclusione sociale e crescita (11 maggio 2012) La FASE II sposta fondi sottoutilizzati o allocati su interventi inefficaci o ormai obsoleti, di PON e POIN – e quindi gestiti dalle amministrazioni centrali dello Stato – per un valore complessivo pari a 2,3 miliardi di euro Opportunità Qui trovate i progetti finanziati e l’Autorità di gestione che ha emesso e che emetterà I bandi il 2014 e 2015 QUI FASE III Terza e ultima riprogrammazione Misure anticicliche e salvaguardia dei progetti avviati (dicembre 2012) III FASE L’intervento più pesante 5,7 miliardi di euro “Una corsa contro il tempo” La rimodulazione riguarda per il 98% l’area Convergenza: - Calabria - Campania - Puglia - Sicilia - PON Reti e Mobilità - PON Sicurezza per lo sviluppo Il resto riguarda Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Val d’Aosta Cosa prevede? 4,9 su 5,7 miliardi oggetto di ricollocazione derivano dalla riduzione del cofinanziamento nazionale previsto nei PO citati Il tasso di cofinanziamento comunitario FESR, per i due Programmi Convergenza con maggiore dotazione (Campania e Sicilia), è stato innalzato fino al 75%, soglia massima consentita dai Regolamenti Comunitari. Per il POR Puglia, il POR Calabria e il PON Reti e Mobilità, più avanzati nell’attuazione, il tasso di cofinanziamento UE rimane sotto la soglia massima 3 PILASTRI Primo pilastro: Misure anticicliche (2,5 miliardi) Secondo pilastro: Salvaguardia di progetti avviati (1,9 miliardi) Terzo pilastro: Nuove azioni regionali (1,3 miliardi) Concretamente? Cosa viene finanziato in concreto? - Agevolazioni (fiscali, credito d’imposta, rinnovamento macchinari) - fondi per le start-up esistenti (decreto 2012), - “contratti di sviluppo” dei settori turistico e commerciali (strutture ricettive e aeroporti Calabria), interporto di Nola, progetti di riconversione nelle aree di crisi industriale come Acerra, Castellammare, Avellino, Caserta. 2 - Salvaguardia progetti avviati progetti che hanno “necessità di tempi più ampi per dispiegare i loro effetti (anche in considerazione del rischio di non ultimazione entro il 31 dicembre 2015)” Grandi progetti da finire necessariamente entro il 2015 (infrastrutture ma non solo) Cosa succederà in Campania? Campania: Riqualificazione del fiume SarnoSalerno Campi Flegrei Regi Lagni Litorale Domitio Corpi idrici aree interne Corpi idrici Provincia di Salerno Polo Fieristico Regionale Metropolitana – Piscinola Capodichino Tangenziale Aree Interne - Porto Napoli Porto Salerno Centro storico di Napoli – UNESCO Riqualificazione Urbana Napoli Est 3 – Nuove Azioni Regionali Azioni non contenute negli gli originari programmi. Gli obiettivi sono: mobilità sostenibile agenda digitale; efficientamento energetico; interventi in aree urbane a elevata criticità e disagio economico e sociale; valorizzazione dell’offerta turistica e culturale integrata; internazionalizzazione delle PMI. Dall’inserimento lavorativo degli ex alcolisti all’edilizia scolastica al mega progetto di banda larga nei poli sanitari, ai 30 milioni del Rione Terra di Pozzuoli. DOMANDA Fino a che punto si può spingere il PAC nel sottrarre ai Programmi Operativi risorse del cofinanziamento nazionale, per destinarle ai suoi obiettivi? Massimale di cofinanziamento UE 75% per le Regioni Convergenza 50% per le Regioni Competitività DOMANDA Cosa succede quando si riduce il cofinanziamento nazionale a un P.O.? Effetto del PAC 1) Aumenta l’incidenza dei cofinanziamento UE sul totale 2) Si alleggerisce il PO e quindi si riducono le spese da certificare 3) Aumenta l’incidenza percentuale delle spese già sostenute. 4) Le spese da certificare per il rimborso si possono presentare con più calma: si riduce la pressione temporale del rischio di disimpegno Riduzione del cofinanziamento La Sicilia sperimenta la più forte riduzione del cofinanziamento Poi Il PON Ricerca e Competitività, Puglia e Campania IL “RAPPORTO BARCA” 3 APRILE 2013 Le politiche di coesione territoriale Rapporto di fine mandato Primo Ministro della storia della Repubblica con incarico esclusivo alla Coesione territoriale. 16 mesi di attività Stato di attuazione della Politica di Coesione in Italia (31 dicembre 2012) Performance Barca Nei 14 mesi fra l’ottobre 2011 e il 31 dicembre 2012 è stata realizzata una spesa certificata di 9,2 miliardi, più di quanto si era speso nei precedenti 58 mesi Miglioramenti La situazione a inizio 2013 appare decisamente migliorata rispetto a quella pessima del novembre 2011 (15% di spese sul totale) grazie ai seguenti fattori: nuove regole introdotte (target e il PAC) impegno Amministrazioni rafforzamento del presidio del Centro deroga al Patto di Stabilità Interno per una parte del cofinanziamento nazionale Criticità emerse/1 tendenza a procrastinare il più possibile la spesa nel corso dell’anno solare (al 28 febbraio 2013 non c’è alcun avanzamento rispetto a fine 2012, solo 50 milioni in più in tutta Italia, in un contesto in cui il singolo mese deve essere sfruttato pienamente) insostenibile concentrazione della spesa negli anni finali del ciclo 2007-2013 che si accavalla con l’avvio del nuovo 2014-2020 (il 63% ancora da spendere) Criticità emerse/2 largo ricorso alle cosiddette “sospensioni” legate al “prolungarsi delle istruttorie dei Grandi progetti (superiori a 50 milioni di euro) che hanno consentito un abbassamento del target di spesa nei primi anni della programmazione con conseguente aumento di quelli degli ultimi anni”. Al 31 dicembre 2012, su 52 dei PO 51 raggiungono il target di fine anno. Solo per il POiN “Attrattori culturali, naturali e turismo” scatta il disimpegno (33,3 milioni) FOCUS SULLE REGIONI Aggiornamento al 31 OTTOBRE 2013 Stato di attuazione al 31 ottobre 2013 È misurato come quota % della spesa certificata (quota Ue + quota cofinanziamento nazionale) dalle autorità responsabili dei programmi rispetto alla dotazione totale maturata dopo il PAC SPESA CERTIFICATA L'importo di spesa, sostenuta nell’attuazione dei Programmi Operativi cofinanziati dai Fondi strutturali, per il quale viene richiesto il rimborso alla Commissione Europea sulla base di una certificazione ufficiale. FASI FINANZIARIE Le fasi fondamentali dell’attuazione finanziaria della politica di Coesione sono tre: impegni di risorse sulla base di progetti SELEZIONATI dall’AdG pagamenti AI BENEFICIARI per i progetti (anticipo dal Fondo di Rotazione) richiesta di RIMBORSI alla Commissione Europea sulla base di una ufficiale certificazione delle spese sostenute DAI BENEFICIARI CHI FA COSA? RENDICONTA LA SPESA AUTORITA’ DI GESTIONE AUTORITA’ DI CERTIFICAZIONE AUTORITA’ DI AUDIT CERTIFICA LA SPESA INVIA DOMANDA DI PAGAMENTO COMMISSIONE EUROPEA \ La spesa certificata TOTALE presentata il 31 ottobre dall’Italia a Bruxelles ha raggiunto il 47,5% della dotazione totale (UE + Nazionale) (7,5% di avanzamento rispetto a maggio) superando di 4 punti il target nazionale. Al momento attuale l’Italia ha speso meno della metà dei fondi che deve impiegare entro la fine del 2015 per non perderli. Negli ultimi due anni del periodo di programmazione deve realizzare una spesa pari a quella realizzata nei sette anni precedenti – in altri termini, il ritmo di attuazione deve più che triplicare (Commissario Hahn) E per i prossimi due mesi? Il target di spesa per tutto il 2013 è fissato a 6,7 miliardi. All’agosto 2013 la spesa (fonte Sole 24 ore) era di appena 1,8 mld pari al 27% target annuale. Adesso la spesa annuale è di 4,4 miliardi per il solo 2013, cioè il 65% del target del dicembre 2013 (6,7 mld). Ne mancano 2,3. Ci sono 14 punti % di differenza tra Convergenza e Competitività (43% e 57%), anche se per queste ultime è necessario tener conto della presenza di significative opere infrastrutturali che richiedono tempi di attuazione più lunghi. Performance peggiore è dei POIN Convergenza (35,7%) e POR FESR (36,7%) DOMANDA Chi rischia di più? Spesa certificata totale e da spendere per l’obiettivo Convergenza al 31 maggio 2013 Tra i 4 programmi con la maggior dotazione attuale, la Campania risulta in serissime difficoltà, davanti si posiziona la Sicilia. La Puglia ha la performance migliore. Spesa certficata totale e da spendere al 31 ottobre 2013 nelle regioni Obiettivo Convergenza Si noti però l’enorme ammontare che ancora le regioni, anche quelle con la migliore prestazione, devono ancora spendere in due anni restanti al 31 ottobre 2013. Confronto FESR-FSE nelle regioni Obiettivo Convergenza al 31 maggio 2013 La capacità di spesa del FSE è sempre migliore di quella del FESR, tranne che per la Puglia Confronto tra % di spesa certificata FESR-FSE per le regioni Competitività – classifica per regioni con la più alta % di spesa per il FESR al 31 maggio 2013 SI noti l’Emilia Romagna ha già speso quasi il 60% Trento con quasi tutto il FSE Le ultime Sardegna Piemonte Lazio e Toscana, ultima con il FESR ma superiore alla media con il FSE Capacità di spesa del FSE nelle regioni dell’Obiettivo Convergenza (2007-novembre 2011, quota UE) CRITICITA’ Alcuni spunti di analisi Criticità Perchè spendiamo poco e male? La Qualità istituzionale (2009) Capacità di spesa FSE e Qualità istituzionale Confrontando la qualità istituzionale con la capacità di spesa del FSE è possibile ipotizzare una relazione positiva tra i due fenomeni. All’aumentare della qualità istituzionale cresce la capacità di spesa delle regioni italiane (e viceversa) con una correlazione positiva e significativa dello 0,51 Spesa FSE (valore assoluto) e Qualità istituzionale Le regioni Convergenza sono meno capaci ma spendono di più. Le regioni con più alta qualità istituzionale spendono con più facilità una quantità inferiore di risorse La quantità di fondi assegnati e la qualità istituzionale hanno peso fondamentale. Rodríguez-Pose e Garcilazo (2012) Evidenziano un importante risultato: la spesa per la Politica di Coesione e la qualità istituzionale sono due determinanti per la crescita economica, ma, sopra un certo livello di spesa procapite per la Coesione il fattore chiave per un impatto positivo degli investimenti è la qualità istituzionale. Criticità Difficoltà a programmare di Regioni e Ministeri per effetto dei vincoli del Patto di Stabilità e incertezze finanziarie nazionali (ex FAS utilizzato per Grandi eventi, Regioni a corto di liquidità ) Mancanza di una regia nazionale e parcellizzazione di competenze Farraginosità burocrazia, pesante filiera decisionale, ritardi amministrativi (Ragioneria Generale) Tempi contingentati per la spesa e tempi biblici per le opere pubbliche (Corte dei Conti) Criticità Impossibilità premiare funzionari migliori e scarsa responsabilizzazione dei dirigenti (indennità) Personale poco motivato, slezionato e capace Forte instabilità del sistema politico regionale Spoil system Scarso monitoraggio degli interventi che consenta di fornire sostegno alle amministrazioni nazionali e regionali nelle fasi iniziali e prima che i problemi diventino ingestibili (Hahn) Criticità Classi dirigenti impegnate a estrarre rendite e vantaggi particolari dall’uso dei fondi anzichè impiegarli nell’interesse generale Clientelismo territoriale Media cittadini e partiti incapaci di incalzare in modo puntuale e informato le classi dirigenti Carenza di controlli Frodi e irregolarità sistemiche garantite dalla polverizzazione iniziative – OLAF e Corte dei Conti (11% annuo delle spese certificate) la Corte dei conti europea calcola che l'Italia ogni anno percepisce illegittimamente 800 milioni. Tra il 1996 e il 2007, le stime sono di frodi pari a quattro miliardi di euro. Di questi, almeno 1,2 miliardi sono finiti direttamente nelle mani delle organizzazioni mafiose (Corte dei Conti). A fine 2010 vi erano 41 indagini riguardanti il nostro Paese. Solo la Bulgaria ha fatto "meglio” (Olaf). Frammentazione (IFEL, Banca d’Italia, Corte dei Conti 2012) Microinterventi (150 mila euro) vs risultati strutturali Polverizzazione comuni vs concentrazione programmatica Scarso potenziamento dei privati (80% piccoli finanziamenti) EFFICACIA DEI FONDI Il ruolo degli indicatori 2007-2013 Indicatori che fissano alcuni traguardi comuni per diverse aggregazioni di territori obiettivo delle politiche di sviluppo nazionali e comunitarie: Indicatori con target per Mezzogiorno e Obiettivo Convergenza Indicatori con target per Centro-Nord e Obiettivo Competitività Regionale e Occupazione indicatori, per il solo Mezzogiorno, collegati al meccanismo di incentivazione degli Obiettivi di Servizio, in quattro ambiti: Istruzione, Servizi di cura per l’infanzia e gli anziani, Gestione dei rifiuti urbani e Servizio idrico integrato Gli indicatori contenuti nel RAE indicatori di programma (di impatto, realizzazione, risultato) previsti per la misurazione dei fenomeni associati a ciascun Programma di sviluppo regionale di attuazione del QSN 20072013 Tavole di Priorità del QSN Core indicators richiesti dalla Commissione Europea, per la misurazione dei fenomeni associati ai programmi finanziati dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (contenuti nel RAE) Energie rinnovabili 2011 Energie rinnovabili 2011 Energie rinnovabili 2011 Novità 2014-2020 Due novità 56 miliardi di nuove risorse 2014-2020 per: Innovazione tecnologica Digital divide PMI Sviluppo sostenibile Occupazione No Grandi Opere e infrastrutture (FSC) Agenzia per la Coesione - Istituita il 30 ottobre 2013 Essa avrà tre funzioni Monitoraggio intenso e rapido Assistenza tecnica e consulenza ai beneficiari per velocizzare le pratiche e chiarire le “procedure oscure” - Possibilità di assumenre l’AdG di un Programma Operativo OpenCoesione OpenCoesione è un progetto di: Trasparenza sulla destinazione dei Fondi europei e nazionali Stimolo alla partecipazione civica, basata sul controllo e pressione sulle Amministrazioni Miglioramento della qualità dell’intervento della politica di Coesione Coinvolgimento di cittadini, amministratori, tecnici, ricercatori, studenti, giornalisti. In breve Obiettivo: non fornire i dati pubblici ma mettere in condizione di capire cosa viene finanziato con le politiche di coesione Fortemente voluto dal Ministro per la Coesione Territoriale Barca Si basa sul Sistema di Monitoraggio Unico Cosa c’è? Informazioni sui progetti approvati e finanziati Dati relativi alla spesa certificata 100 miliardi: 2/3 inseriti (tutta la parte comunitaria 2007-2013 + parte nazionale delle politiche di coesione: Fsc) Progetti Le chiavi di accesso alle informazioni sono: I luoghi (Italia, Regioni, Province, Comuni) Natura (acquisto beni e servizi, infrastrutture, incentivi alle imprese, contributi alle persone, conferimenti di capitale) Temi (agenda digitale, ambiente energia, ecc…) Tempi (inizio, conclusione attesa) soggetti (chi programma, chi attua) Risorse (il totale del fnanziamento e della spesa aggiornata) Cosa manca? Non si approfondiscono le caratteristiche del progetto. La parte del terzo mancante verrà a breve: - Programmi attuativi regionali (nazionale) 2007-2013 - Fondo sviluppo e coesione (nazionale) 2000-2006 - Programmazione 2000-2006 (UE) Quali storie possiamo raccontare con OpenCoesione? Quanti finanziamenti e progetti con le risorse per la coesione su un territorio (es. provincia)? Quante assegnazioni CIPE e quanti progetti in attuazione? Quali temi interessati da questi progetti? Quali i progetti con maggiore entità di finanziamenti? Quali i principali soggetti coinvolti nell’attuare i progetti? Quali Programmi Operativi finanziano progetti sul territorio di interesse? La trasparenza dei beneficiari (disponibilità di dati in formato aperto csv per il riuso) Le norme richiedono sempre più trasparenza Art. 7 Reg 1828/2006: obbligo di rendere disponibili informazioni sull’utilizzo dei Fondi e, in particolare, l’elenco dei beneficiari, delle denominazioni degli interventi, dell’importo del finanziamento pubblico destinato ai progetti. European Transparency Initiative: indicazioni sulle principali informazioni da riportare nelle liste dei beneficiari previste dai Regolamenti Piano d’Azione Coesione: modello di trasparenza che anticipa e amplia le indicazioni comunitarie per il 2014-2020 (gli Stati membri devono rilasciare le informazioni su tutti i PO in formato elaborabile e disponibile per il riutilizzo) integrandone i domini informativi con risultati e realizzazioni associate agli interventi L.35/2012 e L.221/2012 Agenda Digitale per l’Italia (utilizzo di nuovi strumenti e tecnologie della comunicazione per aumentare il grado di apertura, accessibilità e trasparenza dell’operato delle amministrazioni nei confronti dei cittadini, nell’ambito di una più generale strategia di open government)