Io voglio del ver la mia donna laudare Chi è questa che vèn ,ch’ogn’om la mira Voi che per li occhi mi passaste ‘l core Io voglio del ver la mia donna laudare ed asembrarli la rosa e lo giglio: più che stella diana splende e pare, e ciò ch’è lassù bello a lei somiglio. Voi che per li occhi mi passaste ’l core Chi è questa che vèn, ch’ogn’om la mira, e destaste la mente che dormia, che fa tremar di chiaritate l’âre guardate a l’angosciosa vita mia, e mena seco Amor, sì che parlare che sospirando la distrugge Amore. Amore null’omo pote, ma ciascun sospira? Verde river’ a lei rasembro e l’âre, tutti color di fior’, giano e vermiglio, oro ed azzurro e ricche gioi per dare: medesmo Amor per lei rafina meglio. O Deo, che sembra quando li occhi gira, dical’Amor, ch’i’ nol savria contare: cotanto d’umiltà donna mi pare, ch’ogn’altra ver’ di lei i’ la chiam’ira. Passa per via adorna, e sì gentile ch’abassa orgoglio a cui dona salute, e fa ’l de nostra fé se non la crede; e no•lle pò apressare om che sia vile; ancor ve dirò c’ha maggior vertute: null’om pò mal pensar fin che la vede. Di Guido Guinizzelli Non si poria contar la sua piagenza, ch’a le’ s’inchin’ogni gentil vertute, e la beltate per sua dea la mostra. Non fu sì alta già la mente nostra e non si pose ’n noi tanta salute, che propiamente n’aviàn canoscenza Di Guido Cavalcanti E’ vèn tagliando di sì gran valore, che’ deboletti spiriti van via: riman figura sol en segnoria e voce alquanta, che parla dolore. Questa vertù d’amor che m’ha disfatto da’ vostr'occhi gentil’ presta si mosse: un dardo mi gittò dentro dal fianco. Sì giunse ritto ’l colpo al primo tratto che l’anima tremando si riscosse veggendo morto ’l cor nel lato manco. Di Guido Cavalcanti Io voglio del ver la mia donna laudare rasembro somiglio abbassa orgoglio vile la mira asembrarli mia donna per li occhi Amor pare Amore salute Amor om âre Amor Passa - vèn splende – vertù gentile gentil vertute gentil fa tremar di chiaritate piagenza beltate core vertute la vede Non fu sì alta la mente che propriamente n’aviàn conoscenza - passaste distrugge disfatto dolore umiltà dea Chi è questa che vèn, ch’ ogn’om lamira destaste la mente che dormia l’anima tremando morto ‘l cor Voi che per gli occhi mi passaste il core Campi Semantici Campo sensoriale visivo: uso della similitudine con elementi naturali(ma niente descrizione fisica) Campo semantico della luce Paragone fra la donna e: rosa, giglio, verde river’, color di fior’, giano e vermiglio, oro e azzurro, ricche gioi stella diana splende fa tremar di chiaritate l’ âre Invocazione di Dio: O Deo Dimensione trascendente dell’effetto dell’amore Ricorso a termini astratti: chiaritate, umiltà, ira, beltate, vertute, canoscenza Ampio uso della negazione Campo semantico della guerra Concretizzazione dell’effetto dell’amore Impossibilità di descrivere l’amore, che è un evento distruttivo: null’omo, nol savria, ecc.; distrugge, dolore, disfatto, ecc. passaste ‘l core, destaste la mente, E’ vèn tagliando, riman figura sol en segnoria, un dardo mi gittò dentro dal fianco, ecc. Livello tematico: l’Amore visto nei tre sonetti Io voglio del ver la mia donna laudare Chi è questa che vèn ch’ogn’om la mira Voi che per li occhi mi passaste ‘l core La E’ figura femminile subisce presente il tema della una E’ presente il tema trasformazione nel passaggio lode alla donna, che non tra la lirica cavalcantiano provenzale e il dolce stilnovo,ossia viene è più aristocratica, ma dell’impossibilità della sublimata a creatura angelica(donnaborghese, cioè passa per La donna è veicolo del mente di razionalizzare angelo), con caratteristiche non più le vie cittadine(passa per distruttivo Amore che l’esperienza emotiva terrene:perciò si usano verbi come via –che vèn). annienta reazioni morali dell’amore che avvienelenel sembrare,parere. Questo passaggio e intellettive cuore. avviene anche lessicalmente: dominadell’innamorato. La donna dona mia donna-Madonna. La donna,figura salvezza a chi riceve benefica,mediazione fra terra e il suo saluto(duplice cielo,agisce sul cuore di chi la significato di salute) . L’amore,che passa guarda,dando impulso ad una scoperta e Questo tema è attraverso gli occhi della ad un miglioramento dell’interiorità sottolineato La donna eterea donna,è un evento La donna(miadell’anima. donna) è dall’interrogativa provoca un forte distruttivo,che penetra nel una presenza iniziale ,dall’uso impatto visivo(fa cuore dell’uomo e risveglia diafana,che richiama tremar di chiaritate di molte l’anima intellettiva. Ne colori naturali vivi. negazioni e l’âre) e viene consegue un delineata attraverso dall’attonito annientamento morale che La donna èsilenzio priva diche attributi astratti riduce l’innamorato a un concretezza,irraggiungibile, La donna suscita segue la sua che la rendono guscio vuoto. La sensazioni donna è cosi gentile poichè sfugge alla piacevoli. comparsa. irraggiungibile. che umilia l’orgoglioso, conoscenza dell’uomo. allontana i pensieri malvagi e avvicina a Dio(converte alla fede cristiana). Il tema comune a tutti è l’Amore che passa attraverso gli sguardi di entrambi(donna=>uomo). I tre sonetti vengono scritti nell’ambito del dolce stilnovo: -La sintassi è lineare(non ci sono inversioni forti) e prevale la paratassi, nonostante l’uso di qualche subordinata prevalentemente consecutiva, riferita all’effetto che provoca la donna. -Non ci sono suoni aspri -Le rime(giglio-somiglio, salute-vertute, mirasospira, core-Amore, valore-dolore ecc.) sono dolci e leggiadre ed esaltano la delicatezza delle immagini della donna. Esse sono alternate nelle quartine(ABAB nel primo sonetto), incrociate (ABBA nel secondo e nel terzo) e ripetute nelle terzine(CDE CDE nel primo e nel terzo), invertite(CDE EDC nel secondo). E’ importante inoltre notare nel terzo sonetto la leggerezza dello stile, nonostante il tema della sofferenza dell’amore. In tutte e tre i sonetti la figura retorica più importante è la personificazione dell’amore, che ne esalta il valore. Si possono notare anche altre figure retoriche significative Io voglio del ver la mia donna laudare -antitesi gentile/vile -tante similitudini Chi è questa che vèn ,ch’ogn’om la mira -climax nol savria contare,no si poria contar,non fu si alta[…]che propiamente n’avian canoscenza Voi che per li occhi mi passaste ‘l core -metafora presente nell’ultima terzina sconvolgimento prodotto dall’amore/morto ‘l cor MISSIONE Presentazione COMPIUTA! realizzata da Yuri Sneider e Vi ringraziamo per l’attenzione! Patricia Prutean del III F