1
Coordinamento SPI LOMBARDIA
Claudio Dossi
Negoziazione sociale e politiche di bilancio
a cura di Francesco Montemurro
Milano, 10 settembre 2014
La negoziazione sociale nel 2013
2
La negoziazione sociale nel 2013
3
Comuni
Bergamo
Brescia
Como
Cremona
Lecco
Lodi
Mantova
Milano
Monza Brianza
Pavia
Sondrio
Varese
TOTALE
Popolazione residente
coinvolti nell'attività di
negoziazione
% sul totale dei Comuni
interessata dall'attività di
negoziazione
% sul totale della
popolazione residente
13
113
32
16
32
0
36
14
19
31
13
40
359
5,3%
54,9%
19,8%
13,9%
35,6%
0,0%
51,4%
10,4%
34,5%
16,3%
16,7%
28,4%
23,2%
206.149
715.404
151.798
132.445
193.772
0
223.784
1.462.984
471.463
193.124
55.695
225.193
4.031.811
18,8%
57,4%
25,9%
35,9%
57,3%
0,0%
54,4%
47,6%
55,4%
35,8%
30,8%
25,7%
41,2%
La negoziazione sociale nel 2013
4
Gestione
associata e
negoziazione
sociale
sovracomunale
Nodi critici e opportunità: la gestione
associata

Negoziare
soprattutto
con forme
sovracomun
ali di
gestione dei
servizi
pubblici
Le prassi di negoziazione sociale hanno quasi sempre
privilegiato, quale ente interlocutore, il Comune in forma
singola, trascurando le forme associate (Piani sociali di zona,
Unioni di comuni, gestione associata mediante aziende
partecipate, ecc.), che spesso sono preposte alla programmazione
e alla gestione dei servizi sociali.
La necessità di negoziare con entità sovracomunali (che
programmano e gestiscono servizi sociali e altri di particolare
interesse per il Sindacato) assume particolare importanza
soprattutto nelle aree territoriali con forte presenza di piccoli e
piccolissimi comuni.
Sovrapposizione fra interventi comunali e gestiti dalle
aziende/enti – carenza di indirizzi
5
Elementi di sviluppo e limiti
6
Bergamo
Brescia
Brianza
Como
Cremona
Lecco
Lodi
Mantova
Milano
Pavia
Sondrio
Ticino Olona
Val Camonica
Varese
TOTALE
Comuni che hanno fatto
negoziazione per la prima
volta nel 2013
Comuni che non hanno rinnovato l'esperienza
della negoziazione sociale nel 2013, pur
avendo siglato un accordo nel 2012
3
0
0
0
5
3
0
4
2
5
5
4
0
1
32
14
12
14
13
34
15
1
4
4
2
3
5
0
30
151
La negoziazione sociale nel 2013
7
Se da un lato è diminuito il numero di accordi siglati nel
2013
rispetto
all’anno
precedente,
è
invece
particolarmente cresciuta la complessità degli accordi
stessi.
In media, nel 2013, ogni accordo affronta 10,5 tematiche
(erano 8,5 nel 2012) per un totale complessivo di 3.756 i
singoli temi sviluppati nel testo dei 359 accordi firmati
durante tutto il 2013.
La negoziazione sociale nel 2013
8
Negoziazione sociale e programmazione

La
negoziazi
one
sociale si
focalizza
sulla
program
mazione
dell’ente e
sui flussi
finanziari
(bilancio)
ad essa
sottesi
9
.
Negli ultimi anni in diversi casi le amministrazioni comunali hanno
opposto resistenza ai processi di negoziazione sociale alla luce dei
progressivi tagli ai trasferimenti statali. Sempre più spesso gli
amministratori pubblici ritengono che la negoziazione sociale
possa essere praticata dal Comune a patto che nelle casse
dell’ente confluiscano risorse aggiuntive.
In realtà il processo di negoziazione dovrebbe focalizzarsi non
tanto sulle risorse addizionali quanto piuttosto sulle principali
linee di programmazione degli enti territoriali (entrate,
agevolazioni, progressività fiscale, politiche sociali in senso
allargato, società partecipate, ecc.), per verificarne la coerenza nei
confronti della domanda sociale (con riferimento ai principi
dell’equità e della promozione del benessere) e per sollecitare
eventualmente l’adozione di nuove priorità nell’agenda dell’ente
locale, finalizzate a una più efficace tutela dei diritti sociali.
Progressività fiscale e negoziazione sociale
10
Addizionale Irpef
2013
Soglia Esenzione
2012
2011
2013
2012
2011
Casi
inc. %
Casi
inc. %
Casi
inc. %
Casi
inc. %
Casi
inc. %
Casi
inc. %
Bergamo
5
38,5
12
54,5
0
0,0
2
15,4
6
27,3
0
0,0
Brescia
31
27,4
26
22,2
19
15,3
21
18,6
16
13,7
14
11,3
Como
20
62,5
26
63,4
23
56,1
9
28,1
13
31,7
7
17,1
Cremona
11
68,8
0
0,0
1
20,0
4
25,0
0
0,0
1
20,0
Lecco
20
62,5
27
61,4
3
17,6
9
28,1
20
45,5
2
11,8
Mantova
28
77,8
29
90,6
14
32,6
21
58,3
21
65,6
11
25,6
Milano
Monza
Brianza
Pavia
8
57,1
5
38,5
4
22,2
6
42,9
3
23,1
3
16,7
7
36,8
23
79,3
10
38,5
7
36,8
16
55,2
3
11,5
25
80,6
16
76,2
16
51,6
20
64,5
13
61,9
13
41,9
Sondrio
0
0,0
0
0,0
3
100,0
0
0,0
0
0,0
1
33,3
Varese
25
62,5
43
68,3
41
71,9
12
30,0
33
52,4
16
28,1
TOTALE
180
50,1
207
48,0
134
35,0
111
30,9
141
32,7
71
18,5
Il nostro Federalismo: duplicazione di entrate e spese
a livello centrale e locale
11
Cosa doveva
succedere
Il federalismo: responsabilizzazione delle amministrazioni
locali, migliore gestione delle politiche pubbliche, riduzione
dei loro costi.
Il federalismo avrebbe dovuto portare a un aumento
dell’autonomia impositiva degli enti locali, facendo
esplicitamente salvo il principio dell’invarianza della
pressione fiscale complessiva a carico del contribuente.
Cosa è
successo
Nella sua fase attuativa, il «federalismo» non si è ispirato al
principio di compensazione, ma è prevalsa la tendenza alla
duplicazione di spese ed entrate.
Il «nostro» Federalismo: duplicazione di entrate e spese
a livello centrale e locale
12
Cosa
doveva
succedere
Il sistema di prelievo disegnato dal federalismo fiscale
(legge n. 42/2009), era finalizzato, nell’ottica di una logica
di coordinamento della finanza pubblica, al raggiungimento
di tre obiettivi prioritari: 1) l’aumento dell’efficienza, in
modo tale da rendere gli amministratori locali responsabili di
fronte ai cittadini, messi a loro volta nella condizione di
valutare se vi sia corrispondenza fra quantità e qualità dei
servizi ricevuti e imposte pagate; 2) realizzare un efficace
scambio fra taglio dei trasferimenti statali e riconoscimento
alle Autonomie locali di un’articolata autonomia impositiva;
3) Avviare un equilibrato processo di transizione al
federalismo garantendo ai cittadini il vincolo di
invarianza della pressione fiscale complessiva.
Il trend delle imposte dirette e indirette
13
Nella sua fase attuativa, il
«federalismo» non si è ispirato al
principio di compensazione, ma è
prevalsa la tendenza alla
duplicazione di spese ed entrate.
Le entrate degli enti territoriali
(comuni, regioni, province), con i
12,5 miliardi aggiuntivi realizzati
nel 2011-2012 (addizionale Irpef e
IMU) hanno consolidato una
performance che nell’ultimo
ventennio si è caratterizzata per: i)
una crescita di quasi cinque punti
del PIL in termini reali; ii) la forte
incidenza sulla pressione fiscale
complessiva, la cui crescita (dal 38
per cento al 44 per cento) appare
imputabile per oltre i 4/5 alla
dinamica delle entrate locali; iii) la
forte crescita della quota delle
entrate locali su quelle dell’intera
P.A. (dal 5,5% del 1990 al 15,9%
del 2012 (Corte dei Conti).
Fonte: dati ISTAT e Corte dei Conti - 2013. milioni di euro
Il nodo del Federalismo fiscale.
La pressione tributaria fuori controllo.
14
La pressione fiscale complessiva cresce dunque a causa di un
perverso “effetto combinato”: lo Stato centrale che taglia i
trasferimenti ma lascia invariato il prelievo di sua competenza; gli
enti territoriali che, per sopperire ai tagli dei trasferimenti,
aumentano le aliquote dei propri tributi.
Va detto, però, che la crescita delle entrate locali si è
accompagnata ad un significativo, anche se più limitato,
ridimensionamento dei trasferimenti statali: fra il 1990 e il 2012,
le prime segnalano una crescita di 4,9 punti di Pil, i secondi si
riducono di poco più della metà (2,7 punti) (Corte dei Conti,
2013).
La spesa corrente: il mito delle risorse che non ci
sono più. Il focus sul 2000-2013
15
Osserviamo l’andamento della
spesa corrente: dal 2000 al
2013 le uscite delle ammin.
locali (Regioni ed enti locali)
sono cresciute da 134,5 a
206,2 miliardi, pari al 53,2%,
circa il 3,6% medio annuo di
incremento.
Se si considera il 2000 – 2009,
periodo precedente
all’inasprimento del Patto di
stabilità e all’incremento del
taglio ai trasferimenti statali
(d.l. 78/2010), allora la spesa
corrente delle ammin. locali è
cresciuta da 134,5 a 219,5
miliardi (+ 63,2%) e un
incremento medio annuo del
6,3%.
1992
2000
2009
2013
Var % 2013-2000
AMM. CENTRALI
322.618
303.081
426.072
430.690
42,1
AMM. LOCALI
94.562
134.480
219.468
206.240
63,2
ENTI DI PREVIDENZA
140.106
198.687
297.293
326.056
93,6
COMUNI*
26.843
35.403
50.564
50.082
41,5
• Per i comuni l’ultimo anno disponibile è il 2012.
- milioni di euro
nostra elaborazione su dati ISTAT
Nel 2000-2012 le uscite correnti dei Comuni sono
cresciute del 41,5% (3,2% medio annuo). Nel
2000/2010 la crescita era stata pari al 45,2% (4,1%
annuo). Le uscite correnti delle Amm. Centrali sono
cresciute del 42,1% (nel 2000/2013).
La spesa corrente: il mito delle risorse che non ci
sono più. Il focus sul 2000-2013
16
Uso produttivo della spesa?
Fabbisogni standard?
Al contrario di quanto accade
in Europa, in Italia la spesa
locale è prevalentemente
corrente, bassa l’incidenza
degli investimenti.
1992
2000
2009
2013
Var % 2013-2000
AMM. CENTRALI
322.618
303.081
426.072
430.690
42,1
AMM. LOCALI
94.562
134.480
219.468
206.240
63,2
ENTI DI PREVIDENZA
140.106
198.687
297.293
326.056
93,6
COMUNI*
26.843
35.403
50.564
50.082
41,5
• Per i comuni l’ultimo anno disponibile è il 2012.
- milioni di euro
nostra elaborazione su dati ISTAT
Nel 2000-2012 le uscite correnti dei Comuni sono
cresciute del 41,5% (3,2% medio annuo). Nel
2000/2010 la crescita era stata pari al 45,2% (4,1%
annuo). Le uscite correnti delle Amm. Centrali sono
cresciute del 42,1% (nel 2000/2013).
Il trend dei trasferimenti pubblici correnti
17
Osserviamo la dinamica delle
entrate da trasferimenti pubblici:
quelli comunali crescono del
76,2% dal 2000 al 2009 (circa il
7,6 medio annuo); dopo la
drastica riduzione avviata con il
D.L. 78/2010, la crescita totale
dal 2000 è pari al 17,7%.
Per il comparto delle Ammin.
Locali l’incremento dei
trasferimenti pubblici è pari al
50,1% nel periodo 2000-2013.
1992
2000
2009
2013
AMM. LOCALI
72.078
55.981 112.219 84.010
COMUNI*
17.625
14.667
•
•
25.855
17.307
Per i comuni l’ultimo anno disponibile è il 2012.
Elaborazione su dati ISTAT - milioni di euro
Var % 20132000
50,1
17,7%
Il confronto europeo a livello comunale
18
I comuni
italiani hanno
un livello di
spesa pro –
capite tra i
più alti a
livello
europeo?

Secondo una pubblicazione dell’Anci del 2007 (Comuni in
Europa. Il panorama dell’organizzazione e della finanza degli
Enti locali nella vecchia e nella nuova Europa), la spesa procapite delle Amministrazioni locali (Regioni ed enti locali) in
Italia era pari a 3.070 euro, un valore assai superiore ai circa
2.400/2.500 euro rilevati per Francia, Inghilterra e Spagna, ai
1.850 euro della Germania e ai 2.300 euro della media Ue a 25.

Non in tutti i Paesi si è verificata, come è accaduto in Italia, la
scissione tra responsabilità della programmazione e della
regolazione (Ente) e produzione/fornitura (azienda pubblica
locale, o local utility).

Conseguentemente, in Italia una forte componente della spesa
locale è gestita dalle «partecipate». Solo un terzo gestisce
servizi.
Il ruolo dei Comuni: gestore, programmatore, burocrate.
Bilanci più poveri di informazioni
19

Negli ultimi anni il bilancio (previsione e consuntivo) dei Comuni si è
trasformato, impoverendosi di dati e informazioni. Il fenomeno va posto
in relazione con il forte ricorso dei Comuni alle esternalizzazioni di servizi
e, più in generale, con lo sviluppo delle esperienze di gestione associata di
funzioni e servizi; si tratta di fattori che determinano la fuoriuscita di
risorse in entrata e in uscita dal bilancio comunale, oppure maggiori
attribuzioni di risorse pubbliche a Comuni “capofila” e, viceversa, minori
attribuzioni agli enti convenzionati con quei Comuni.

Dunque, sotto il profilo della capacità esplicativa delle politiche di
bilancio, la lettura dei documenti finanziari dei Comuni può perdere parte
del suo valore. In conseguenza, dati, informazioni e indicatori di bilancio
vanno utilizzati con molta prudenza e ad essi va attribuita soprattutto una
funzione “segnaletica”.
I rendiconti dei comuni italiani tra il 2009 ed il 2012
Entrate Correnti, accertamenti. Valori assoluti per regione di appartenenza, area geografica e dimensione
demografica dei comuni. Milioni di Euro.
Piemonte
Valle d'Aosta
Lombardia
Trentino-Alto Adige
Veneto
Friuli-Venezia Giulia
Liguria
Emilia-Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
20
2009
2010
2011
2012
3.740,7
228,1
8.254,8
1.246,3
3.661,8
1.482,5
1.767,6
3.841,8
3.289,6
785,0
1.288,4
5.494,2
1.019,4
163,0
3.930,0
2.212,4
442,6
1.111,7
3.477,1
1.708,9
3.865,2
233,2
8.861,8
1.264,2
3.854,9
1.495,9
1.879,6
3.913,3
3.382,0
835,1
1.297,1
4.930,9
1.237,0
181,2
3.841,7
2.393,0
462,2
1.124,1
3.605,6
1.778,3
3.820,1
240,4
8.978,8
1.293,0
3.755,7
1.552,3
1.811,3
3.827,6
3.345,5
814,2
1.296,8
5.807,9
1.192,2
171,9
3.758,6
2.291,4
454,5
1.110,6
3.591,5
1.715,6
3.933,1
250,0
10.099,7
1.307,0
3.908,6
1.514,1
1.944,9
4.069,8
3.568,1
829,5
1.357,1
6.479,2
1.141,3
175,0
3.826,8
2.378,5
473,8
1.115,3
3.550,9
1.763,7
var. %
var. %
2009/2012 2011/2012
5,1%
9,6%
22,3%
4,9%
6,7%
2,1%
10,0%
5,9%
8,5%
5,7%
5,3%
17,9%
12,0%
7,4%
-2,6%
7,5%
7,0%
0,3%
2,1%
3,2%
3,0%
4,0%
12,5%
1,1%
4,1%
-2,5%
7,4%
6,3%
6,7%
1,9%
4,7%
11,6%
-4,3%
1,8%
1,8%
3,8%
4,2%
0,4%
-1,1%
2,8%
2009
2010
2011
2012
var. %
var. %
2009/2012 2011/2012
Fino a 1.000 Abitanti
1.149,7 1.166,8 1.189,5 1.200,0
1.001 - 3.000 Abitanti
3.761,9 3.844,8 3.904,9 3.973,5
3.001 - 5.000 Abitanti
3.151,0 3.211,8 3.251,1 3.271,8
5.001 - 10.000 Abitanti
5.387,3 5.561,5 5.509,7 5.670,0
10.001 - 20.000 Abitanti 6.044,4 6.312,3 6.207,6 6.420,0
20.001 - 50.000 Abitanti 7.177,7 7.436,4 7.344,6 7.558,0
Oltre 50.000 Abitanti
22.473,9 22.903,0 23.422,7 25.593,1
4,4%
5,6%
3,8%
5,2%
6,2%
5,3%
13,9%
0,9%
1,8%
0,6%
2,9%
3,4%
2,9%
9,3%
Nord-Ovest
Nord-Est
Centro
Sud
Isole
13.991,2 14.839,9 14.850,7 16.227,7
10.232,4 10.528,5 10.428,6 10.799,5
10.857,2 10.445,0 11.264,4 12.233,9
8.879,1 9.239,2 8.979,2 9.110,7
5.186,0 5.383,9 5.307,1 5.314,6
16,0%
5,5%
12,7%
2,6%
2,5%
9,3%
3,6%
8,6%
1,5%
0,1%
Italia
49.145,9 50.436,5 50.830,1 53.686,3
9,2%
5,6%
Fonte: Elaborazioni su dati Ministero dell’Interno. Rendiconti Comunali.
I rendiconti dei comuni italiani tra il 2009 ed il 2012
Entrate Correnti, accertamenti pro-capite. Per regione di appartenenza, area geografica e dimensione
demografica dei comuni. Valori in Euro.
Piemonte
Valle d'Aosta
Lombardia
Trentino-Alto Adige
Veneto
Friuli-Venezia Giulia
Liguria
Emilia-Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
21
2009
2010
2011
2012
882,9
1.799,0
866,5
1.488,9
765,9
1.227,3
1.144,1
907,6
949,4
873,7
866,7
1.203,1
876,3
876,0
934,6
692,8
804,8
792,3
933,0
1.190,5
912,3
1.839,7
930,1
1.512,1
806,3
1.238,5
1.216,7
924,5
976,1
929,4
872,3
1.079,8
1.063,4
973,8
913,6
749,3
840,4
801,1
965,5
1.238,9
918,3
1.912,6
954,7
1.540,5
794,4
1.301,1
1.206,4
915,4
980,3
923,1
882,2
1.318,2
1.050,6
939,9
901,8
725,0
841,4
811,6
968,5
1.221,0
945,5
1.988,5
1.073,9
1.557,2
826,8
1.269,0
1.295,3
973,4
1.045,6
940,4
923,3
1.470,5
1.005,8
956,4
918,1
752,6
877,1
815,0
957,6
1.255,2
var. %
var. %
2009/2012 2011/2012
7,1%
10,5%
23,9%
4,6%
7,9%
3,4%
13,2%
7,2%
10,1%
7,6%
6,5%
22,2%
14,8%
9,2%
-1,8%
8,6%
9,0%
2,9%
2,6%
5,4%
3,0%
4,0%
12,5%
1,1%
4,1%
-2,5%
7,4%
6,3%
6,7%
1,9%
4,7%
11,6%
-4,3%
1,8%
1,8%
3,8%
4,2%
0,4%
-1,1%
2,8%
var. %
var. %
2009/2012 2011/2012
2009
2010
2011
2012
Fino a 1.000 Abitanti
1.001 - 3.000 Abitanti
3.001 - 5.000 Abitanti
5.001 - 10.000 Abitanti
10.001 - 20.000 Abitanti
20.001 - 50.000 Abitanti
Oltre 50.000 Abitanti
1.258,8
910,4
798,2
726,7
729,2
787,7
1.185,0
1.266,4
930,4
813,6
750,2
761,5
816,1
1.207,6
1.317,1
955,3
828,0
747,3
754,3
815,1
1.270,1
1.328,7
972,1
833,3
769,0
780,1
838,8
1.387,8
5,6%
6,8%
4,4%
5,8%
7,0%
6,5%
17,1%
0,9%
1,8%
0,6%
2,9%
3,4%
2,9%
9,3%
Nord-Ovest
Nord-Est
Centro
Sud
Isole
906,4
925,3
1.042,3
829,8
1.004,6
961,4
952,1
1.002,7
863,4
1.041,4
977,5
953,2
1.107,5
850,7
1.037,9
1.068,2
987,0
1.202,9
863,2
1.039,4
17,8%
6,7%
15,4%
4,0%
3,5%
9,3%
3,6%
8,6%
1,5%
0,1%
931,3
955,6
978,0
1.033,0
10,9%
5,6%
Italia
Fonte: Elaborazioni su dati Ministero dell’Interno. Rendiconti Comunali.
I rendiconti dei comuni italiani tra il 2009 ed il 2012
Addizionale Comunale all'Irpef, accertamenti pro-capite. Per regione di appartenenza, area geografica e
dimensione demografica dei comuni. Valori in Euro.
Piemonte
Valle d'Aosta
Lombardia
Trentino-Alto Adige
Veneto
Friuli-Venezia Giulia
Liguria
Emilia-Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
22
2009
2010
2011
2012
58,0
13,0
40,1
6,5
52,3
44,7
67,2
65,6
53,8
55,3
68,4
66,5
39,6
29,5
33,8
37,9
40,4
27,3
32,4
35,0
58,9
13,4
41,8
5,9
53,0
45,3
68,0
65,9
55,9
56,5
69,8
70,1
41,1
30,7
34,6
40,1
41,4
29,0
35,5
37,9
61,9
13,5
48,4
6,3
57,1
47,3
74,6
69,3
59,4
60,5
71,8
114,7
44,4
31,3
37,0
43,2
43,5
33,2
35,6
36,4
79,8
15,4
64,3
6,1
74,9
52,0
84,4
78,1
63,0
70,7
78,8
124,7
54,7
34,9
44,3
51,0
50,7
38,8
51,8
38,4
var. %
var. %
2009/2012 2011/2012
37,5%
18,6%
60,3%
-6,2%
43,4%
16,2%
25,6%
19,1%
17,2%
27,9%
15,1%
87,7%
38,3%
18,3%
31,0%
34,7%
25,6%
42,3%
59,9%
9,7%
28,9%
14,0%
32,8%
-2,0%
31,2%
10,0%
13,1%
12,7%
6,1%
16,9%
9,7%
8,7%
23,2%
11,7%
19,8%
18,0%
16,5%
17,1%
45,4%
5,5%
var. %
var. %
2009/2012 2011/2012
2009
2010
2011
2012
Fino a 1.000 Abitanti
1.001 - 3.000 Abitanti
3.001 - 5.000 Abitanti
5.001 - 10.000 Abitanti
10.001 - 20.000 Abitanti
20.001 - 50.000 Abitanti
Oltre 50.000 Abitanti
24,2
29,9
35,3
41,8
44,5
49,1
57,8
24,9
30,8
36,9
43,5
46,7
50,5
59,4
26,4
33,0
39,1
46,0
48,7
53,5
74,8
31,3
39,0
46,5
56,6
61,2
65,1
87,8
29,3%
30,7%
31,7%
35,4%
37,5%
32,7%
51,8%
18,3%
18,3%
18,8%
23,1%
25,6%
21,7%
17,3%
Nord-Ovest
Nord-Est
Centro
Sud
Isole
47,5
53,1
61,6
35,1
33,1
48,9
53,5
64,2
36,5
36,2
54,4
56,8
85,3
39,4
35,8
70,1
68,4
92,7
46,9
48,1
47,6%
28,8%
50,6%
33,7%
45,3%
28,9%
20,4%
8,7%
19,0%
34,3%
Italia
47,5
49,1
56,1
67,3
41,6%
20,0%
Fonte: Elaborazioni su dati Ministero dell’Interno. Rendiconti Comunali.
I rendiconti dei comuni italiani tra il 2009 ed il 2012
Spese Correnti, impegni. Per regione di appartenenza, area geografica e dimensione demografica dei comuni.
Milioni di Euro.
Piemonte
Valle d'Aosta
Lombardia
Trentino-Alto Adige
Veneto
Friuli-Venezia Giulia
Liguria
Emilia-Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
23
2009
2010
2011
2012
3.566,9
202,3
7.942,1
1.060,2
3.444,4
1.321,0
1.665,1
3.709,6
3.108,5
753,0
1.225,4
5.311,1
957,0
155,3
3.766,7
2.078,4
414,3
1.039,0
3.311,3
1.552,6
3.625,7
203,9
8.487,6
1.075,6
3.548,9
1.336,4
1.747,5
3.735,6
3.183,1
797,9
1.225,2
4.897,9
1.159,4
161,5
3.624,5
2.234,6
409,9
1.014,3
3.360,8
1.594,5
3.648,4
204,8
8.583,2
1.085,7
3.485,8
1.376,6
1.693,2
3.600,5
3.119,5
765,7
1.227,8
5.867,6
1.096,0
161,1
3.515,9
2.147,5
426,0
1.020,5
3.347,9
1.555,4
3.624,3
212,9
8.630,4
1.090,0
3.474,2
1.359,7
1.719,2
3.654,9
3.199,6
765,3
1.257,5
6.278,5
1.040,0
162,9
3.438,2
2.157,0
433,5
1.005,5
3.193,9
1.577,3
var. %
var. %
2009/2012 2011/2012
1,6%
5,2%
8,7%
2,8%
0,9%
2,9%
3,2%
-1,5%
2,9%
1,6%
2,6%
18,2%
8,7%
4,9%
-8,7%
3,8%
4,7%
-3,2%
-3,5%
1,6%
-0,7%
3,9%
0,5%
0,4%
-0,3%
-1,2%
1,5%
1,5%
2,6%
-0,1%
2,4%
7,0%
-5,1%
1,1%
-2,2%
0,4%
1,8%
-1,5%
-4,6%
1,4%
2009
2010
2011
2012
var. %
var. %
2009/2012 2011/2012
Fino a 1.000 Abitanti
1.034,6 1.037,2 1.047,7 1.058,9
1.001 - 3.000 Abitanti
3.450,1 3.502,6 3.515,4 3.581,0
3.001 - 5.000 Abitanti
2.934,0 2.975,7 2.972,0 2.997,6
5.001 - 10.000 Abitanti
5.004,2 5.077,9 5.075,5 5.117,0
10.001 - 20.000 Abitanti 5.708,5 5.818,2 5.783,6 5.847,1
20.001 - 50.000 Abitanti 6.805,4 7.001,3 6.888,1 6.854,0
Oltre 50.000 Abitanti
21.647,3 22.012,0 22.646,7 22.819,1
2,4%
3,8%
2,2%
2,3%
2,4%
0,7%
5,4%
1,1%
1,9%
0,9%
0,8%
1,1%
-0,5%
0,8%
Nord-Ovest
Nord-Est
Centro
Sud
Isole
13.376,4 14.064,7 14.129,7 14.186,7
9.535,1 9.696,5 9.548,6 9.578,7
10.398,0 10.104,2 10.980,5 11.500,9
8.410,6 8.604,1 8.367,0 8.237,1
4.863,9 4.955,4 4.903,2 4.771,2
6,1%
0,5%
10,6%
-2,1%
-1,9%
0,4%
0,3%
4,7%
-1,6%
-2,7%
Italia
46.584,0 47.424,9 47.929,1 48.274,6
3,6%
0,7%
Fonte: Elaborazioni su dati Ministero dell’Interno. Rendiconti Comunali.
I rendiconti dei comuni italiani tra il 2009 ed il 2012
Spesa Corrente per il Sociale, impegni. Per regione di appartenenza, area geografica e dimensione
demografica dei comuni. Milioni di Euro.
Piemonte
Valle d'Aosta
Lombardia
Trentino-Alto Adige
Veneto
Friuli-Venezia Giulia
Liguria
Emilia-Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
24
2009
2010
2011
2012
568,4
1.486,4
175,4
565,6
349,4
228,2
820,6
496,4
97,8
223,8
794,2
164,4
9,8
352,9
233,3
44,5
78,0
374,4
403,1
577,4
1.475,1
182,6
561,6
364,4
220,1
842,9
526,6
100,2
216,1
831,4
240,0
12,4
281,9
353,4
48,8
64,8
406,2
424,1
562,8
1.465,0
182,9
563,8
376,6
209,5
793,8
509,2
89,5
214,0
859,2
167,7
11,8
268,5
248,8
48,8
67,9
388,4
406,0
546,6
1.405,3
177,6
559,4
378,6
203,7
763,1
502,2
85,0
213,2
867,2
133,1
11,4
278,2
242,0
43,7
55,8
362,8
416,6
var. %
var. %
2009/2012 2011/2012
-3,8%
-5,5%
1,2%
-1,1%
8,4%
-10,7%
-7,0%
1,2%
-13,1%
-4,7%
9,2%
-19,1%
16,9%
-21,2%
3,7%
-1,7%
-28,4%
-3,1%
3,4%
-2,9%
-4,1%
-2,9%
-0,8%
0,5%
-2,8%
-3,9%
-1,4%
-5,0%
-0,3%
0,9%
-20,6%
-3,3%
3,6%
-2,7%
-10,4%
-17,9%
-6,6%
2,6%
var. %
var. %
2009/2012 2011/2012
2009
2010
2011
2012
Fino a 1.000 Abitanti
1.001 - 3.000 Abitanti
3.001 - 5.000 Abitanti
5.001 - 10.000 Abitanti
10.001 - 20.000 Abitanti
20.001 - 50.000 Abitanti
Oltre 50.000 Abitanti
74,8
337,8
354,2
752,2
965,6
1.185,2
3.796,6
76,2
351,2
366,4
756,6
992,4
1.248,6
3.938,7
75,4
342,8
362,4
748,0
962,2
1.160,0
3.783,6
75,6
346,1
353,5
736,9
946,1
1.121,4
3.666,1
1,1%
2,5%
-0,2%
-2,0%
-2,0%
-5,4%
-3,4%
0,2%
1,0%
-2,5%
-1,5%
-1,7%
-3,3%
-3,1%
Nord-Ovest
Nord-Est
Centro
Sud
Isole
2.283,0
1.911,0
1.612,2
882,8
777,5
2.272,7
1.951,6
1.674,4
1.001,2
830,3
2.237,4
1.917,1
1.671,9
813,6
794,4
2.155,6
1.878,7
1.667,7
764,3
779,4
-5,6%
-1,7%
3,4%
-13,4%
0,3%
-3,7%
-2,0%
-0,3%
-6,1%
-1,9%
Italia
7.466,4
7.730,1
7.434,4
7.245,7
-3,0%
-2,5%
Fonte: Elaborazioni su dati Ministero dell’Interno. Rendiconti Comunali.
I rendiconti dei comuni lombardi tra il 2009 ed il 2012
Equilibrio di bilancio
Val. annuali
Province
25
Var. tendenziali
2009
2010
2011
2012
2010
2011
2012
Bergamo
99,1%
101,3%
100,4%
102,4%
2,2%
-0,8%
2,0%
Brescia
105,7%
102,1%
102,1%
105,7%
-3,6%
0,0%
3,6%
Como
99,1%
100,0%
100,2%
101,9%
0,9%
0,2%
1,7%
Cremona
98,5%
99,7%
101,9%
102,3%
1,3%
2,1%
0,4%
Lecco
100,1%
102,0%
99,2%
102,7%
2,0%
-2,9%
3,5%
Lodi
97,5%
100,1%
96,9%
101,2%
2,6%
-3,2%
4,3%
Mantova
101,1%
101,6%
100,9%
104,9%
0,5%
-0,7%
4,0%
Milano
88,4%
96,8%
97,3%
120,7%
8,4%
0,5%
23,4%
Milano (1)
98,0%
99,6%
98,9%
101,8%
1,6%
-0,7%
2,9%
Pavia
98,9%
100,0%
101,2%
105,1%
1,0%
1,3%
3,9%
Sondrio
110,5%
108,8%
109,8%
108,2%
-1,6%
1,0%
-1,6%
Varese
99,1%
100,2%
99,1%
99,5%
1,1%
-1,2%
0,4%
Monza e Brianza
95,5%
97,6%
98,4%
99,9%
2,1%
0,9%
1,5%
L’avanzo di amministrazione
Val. Assoluti (milioni di
euro)
Val. pro-capite (euro)
Incidenza % sulle entrate
correnti
Bergamo
123,71
123,2
16,7%
Brescia
146,85
128,9
14,6%
Como
96,45
173,6
18,6%
Cremona
35,29
99,3
12,0%
Lecco
31,20
99,1
12,4%
Lodi
29,01
131,9
17,5%
Mantova
35,67
97,8
11,7%
2.121,57
719,9
44,7%
Milano (1)
244,09
143,0
17,9%
Pavia
103,00
204,3
23,1%
Sondrio
23,60
134,2
11,7%
Varese
129,26
157,4
19,8%
76,07
104,7
13,6%
Fino a 1.000 Abitanti
35,19
181,9
17,8%
1.001 - 3.000 Abitanti
124,69
144,0
16,5%
Province
Milano
Monza e Brianza
Dim. Demografica
3.001 - 5.000 Abitanti
76,19
78,0
10,6%
5.001 - 10.000 Abitanti
267,23
153,5
22,1%
10.001 - 20.000 Abitanti
178,88
123,9
17,1%
20.001 - 50.000 Abitanti
181,78
121,2
14,7%
2.087,73
866,7
44,2%
210,24
179,9
15,7%
Lombardia
2.951,69
323,3
29,8%
Lombardia (1)
1.074,20
136,2
16,5%
Oltre 50.000 Abitanti
Oltre 50.000 Abitanti (1)
26
L’avanzo di amministrazione
27

Pur se nella formazione e ripartizione dell’avanzo pesano le regole del
Patto di Stabilità Interno, gli elevati valori di tale voce rilevati nei comuni
lombardi, in numerosi casi possono essere messi in relazione anche con
una non adeguata capacità programmatoria.

La soglia fisiologica dell’avanzo (4/5%) viene ampiamente superata, fino a
raggiungere nel 2012 il 16,5% delle entrate correnti a livello regionale
(escluso il Comune di Milano, che da solo fa crescere tale indice di circa 13
punti percentuali), con percentuali più elevate nelle province di Milano
(44,7%), Pavia (23,1%), Varese (19,8%). In termini di valori assoluti,
l’avanzo di amministrazione rilevato tra i comuni lombardi nel 2012 era
pari a 2,951 miliardi, se si esclude il Comuni di Milano l’utile era pari a
poco più di 1 miliardo, una cifra comunque ragguardevole.
L’avanzo di amministrazione
28

Peraltro, la Corte dei Conti rileva come nel 2012 i comuni lombardi
abbiano risparmiato in eccesso rispetto agli obiettivi di limitazione di
spesa fissati dal Patto di Stabilità nazionale. In sostanza,
complessivamente, i comuni della Lombardia hanno rispettato l’obiettivo
programmatico di risparmio fissato dal Patto di Stabilità (pari a circa 502
milioni) conseguendo inoltre un ulteriore risparmio non richiesto, pari a
ben 54 milioni. Inoltre, in base ai dati resi disponibili nel mese di maggio
dall’Organo di controllo, l’avanzo sull’obiettivo programmato dal Patto di
Stabilità Interno per il 2013 è risultato pari, per tutti i comuni lombardi, a
ben 148,4 milioni (in sostanza a fronte dei 590,5 milioni che dovevano
essere “risparmiati” l’avanzo totale è risultato di circa 739 milioni), in
sensibile crescita dunque rispetto al 2012.
L’avanzo di amministrazione
29

Il monitoraggio effettuato sempre dalla Corte dei Conti sui risultati del
Patto di stabilità regionalizzato (strumento finalizzato all’ottimizzazione
del meccanismo del Patto nazionale e ad evitare la produzione di risparmi
in eccesso che rimangono poi inutilizzati) mostra come i comuni lombardi
dichiarano di aver ricevuto maggiori spazi di spesa dalla Regione (quote di
patto verticale ordinario e incentivato e acquisizione di quote con il patto
orizzontale) per circa 218,5 milioni; anche in questo caso il saldo
finanziario da essi realizzato è superiore a quanto richiesto, pari a 122,3
milioni. Si tratta di un surplus inutilizzato che rappresenta quindi il 56%
dello spazio finanziario che le forme di compensazione regionale hanno
messo a disposizione degli enti locali autonomie locali. E in diverse
province l’eccesso di risparmio prodotto dai comuni va ben oltre le quote
di maggiore spesa autorizzata.
L’avanzo di amministrazione
30

A fronte, dunque, di un avanzo di amministrazione molto elevato, la
negoziazione sociale può sollecitare il comune a esprimersi chiaramente
sull’opportunità di ridurre il risultato positivo garantendo un maggior
equilibrio tra entrate correnti e spese correnti anche attraverso la
diminuzione della pressione fiscale (da conseguire anche attraverso il
potenziamento della progressività fiscale); oppure è possibile sollecitare
una ripartizione dell’avanzo di amministrazione coerente con le necessità
della popolazione di riferimento, in base alle disposizioni normative
vigenti.
Spesa corrente per i servizi sociali
31
Val. pro-capite
Province
Var. tendenziali
2009
2010
2011
2012
2010
2011
2012
Bergamo
104,3
101,7
100,2
97,4
-2,5%
-1,4%
-2,8%
Brescia
131,5
128,7
124,7
118,1
-2,1%
-3,1%
-5,3%
Como
121,4
122,9
118,5
115,2
1,3%
-3,6%
-2,8%
Cremona
127,8
120,4
118,2
117,8
-5,8%
-1,8%
-0,4%
Lecco
127,6
129,6
127,0
127,2
1,6%
-2,0%
0,2%
Lodi
133,3
134,9
128,1
120,2
1,2%
-5,0%
-6,2%
Mantova
141,1
144,5
140,8
139,0
2,4%
-2,6%
-1,2%
Milano
215,2
208,9
209,2
211,1
-2,9%
0,1%
0,9%
Milano (1)
159,2
155,7
151,5
147,3
-2,2%
-2,7%
-2,8%
Pavia
135,5
131,2
128,1
116,0
-3,2%
-2,3%
-9,4%
Sondrio
86,0
89,4
89,1
92,5
3,9%
-0,4%
3,9%
Varese
Monza e Brianza
134,0
160,9
133,4
163,4
129,7
155,5
124,9
150,6
-0,5%
1,5%
-2,8%
-4,8%
-3,7%
-3,2%
Patto di stabilità per il 2014. Non solo la IUC
32

Vengono assoggettati al Patto (dal 2013) tutti i comuni con più di mille
abitanti. L’arco temporale di riferimento per il calcolo è la spesa media del
triennio 2009 – 2011 (precedentemente il calcolo si basava sul periodo
2007 – 2009).

La nuova base di calcolo è però incrementata del 5% a causa della
“spending review” che impone risparmi per ulteriori 275 milioni di euro ai
comuni e 69 milioni di euro alle province.

Nel 2014 sono esclusi dall’applicazione del patto 850 milioni per i comuni
e 150 milioni per le province destinati ai pagamenti per gli investimenti.

Da sottolineare che nel 2013 non sono stati erogati premi in base alla
virtuosità dei comuni che sperimentano il nuovo sistema di contabilità.
Patto di stabilità per il 2014. Non solo la IUC
33

Per quanto riguarda gli investimenti, il limite di indebitamento dal 1°
gennaio 2014 è stabilito all’8% (precedentemente era stabilito al 6%).

Per favorire gli investimenti, per gli anni 2014 e 2015 gli enti locali
possono assumere nuovi mutui e ricorrere ad operazioni di
indebitamento oltre il limite attualmente previsto e comunque per un
importo non superiore alle aliquote di capitale dei mutui e dei prestiti
obbligazionari precedentemente contratti e rimborsati nell’esercizio
precedente.

Si dispone poi che nei Comuni con popolazione superiore a 20.000
abitanti, il cui riequilibrio finanziario sia condizionato da significative
misure di riduzione dei costi e razionalizzazione delle società partecipate,
l’ente possa raggiungere l’equilibrio entro tre anni compreso quello in cui
è stato deliberato il dissesto.
Patto di stabilità per il 2014. Non solo la IUC
34



Va ricordato che il 2014 è l’ultimo anno nel quale i comuni che hanno
sottoscritto i patti antievasione possono incassare il 100% di quanto
recuperato in via definitiva. Dal 2015 i comuni percepiranno il 50% di
quanto recuperato.
Società partecipate: l’ampliamento dei soggetti che la normativa disciplina,
non solo le società, ma anche le istituzioni e le aziende speciali con la sola
esclusione degli intermediari finanziari. Si prevede che, dall’anno 2015,
per le aziende speciali, le istituzioni e le società partecipate dagli enti
locali, che presentino un risultato di esercizio o un saldo finanziario
negativo, gli enti locali partecipanti accantonino nell’anno successivo, in un
apposito fondo vincolato, un importo equivalente al risultato negativo che
non è stato ripianato.
Il ritardo dei Fabbisogni standard.
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