Rifiuti prodotti in Provincia di Lecco
Dati Arpa
(ANNO 2011)
157.823,02 Ton.
COMUNI DELLA PROVINCIA N°90
Numero di Famiglie 142.808
Abitanti provincia di Lecco
341.402
Produzione rifiuti urbani procapite
Kg. 462
Tipologia rifiuti:
Indifferenziati
Pro capite indifferenziati
Ton. 63.176
kg.
Media Raccolte differenziata Lecco
Comuni con maggior R.D.
Lierna
76,70 %
Dorio
76,70 %
Pescate
75,60 %
185
59,97 %
Comuni con minor R.D.
Morterone
15,90%
Introzzo
25,20%
Varenna
30,70%
Vestreno
31,40%
Tremenico
31,90%
I Comuni e le Aziende che Gestiscono la
Raccolta
Totale frammentazione;
La Provincia non ha mai fatto politiche di
omogeneizzazione del servizio e del gestore;
Assenza di Gestore Pubblico d’Ambito
Consorzi dei Comuni e costi della raccolta
I COSTI DEL SERVIZIO DI IGIENE AMBIENTALE TOTALMENTE
FRAMMENTATI
DA MORTERONE A MOGGIO OLTRE AI 300 € ABITANTE.
A VERDERIO INFERIORE E PAGNONA SONO INFERIORI AI 60 €
ABITANTE
Costi dei comuni sino a 2.000 abitanti
o Prezzo medio = € 119,79
Costi dei comuni con abitanti compresi
fra 2.000 e 5.000
o Prezzo medio = € 86,35
Costi dei comuni oltre i 5.000 abitanti
o Prezzo medio = € 101,05
o LECCO = €/ab. 132,70
i consorzi di smaltimento in

Brianza
Gestione degli smaltimenti
SILEA Spa
Valmadrera LC
Le attività dichiarate di Silea si
articolano nei seguenti campi:
Organizzazione dei servizi di raccolta
differenziata dei rifiuti urbani;
Attività di “termovalorizzazione” di rifiuti
urbani e speciali con recupero energetico;
Attività di selezione della frazione secca riciclabile;
Attività di trattamento e trasformazione della frazione organica e
degli scarti vegetali in compost;
Sensibilizzazione ambientale nelle scuole dell’Infanzia, primarie e
secondarie del territorio;
Campagne di comunicazione e di informazione rivolte ai Comuni
soci e ai cittadini.
Tariffe SILEA
Silea Applica una tariffa omnicomprensiva che include
tutte le frazioni da lei gestite ad un costo medio di
€/tonn. 78
Con agevolazione per i comuni che per situazione
logistica e di trasporto sono difficilmente raggiungibili
Nell’ambito della raccolta e trasporto non ha effettuato
sino ad ora gestione integrata con costi certi perché la
gestione è sempre stata in mano ai singoli comuni
Inceneritori in Lombardia e rifiuti bruciati 2012
Impianto
Aprica – Bergamo
Accam – Busto Arsizio (VA)
ACSM – Como
Silla 2 – Milano
Aprica – Brescia
Lomellina Energia - Parona (PV)
BEA – Desio (MB)
Core – Sesto S. G. (MI)
Ecodeco – Corteolona (PV)
Prima – Trezzo S/A (MI)
REA – Dalmine (BG)
AEM – Cremona
SILEA – Valmadrera (LC)
(tonnellate)
47.343
101.658
84.165
540.998
736.184
269.111
66.156
67.133
67.453
163.780
136.274
68.404
86.308
RIFIUTI INCENERITI anno 2012 – TOTALE 2.434.967
.
oltre il 38% dei materiali bruciati negli inceneritori lombardi infatti
non sono rifiuti urbani residuanti da raccolte differenziata, ma 'altri'
materiali, in parte derivanti da pretrattamenti dei rifiuti stessi
avvenuti anche in altre regioni,in parte attinti dal mercato libero,
perfino sovranazionale, entro cui si muovono gli scarti generati dai
processi industriali (dati Legambiente)
Facendo due conti:
Il 38 % di 2.434.967 è pari a 925.287 tonnellate di rifiuto
non urbano e di varia provenienza che viene incenerito
nella regione.
Tonnellate 925.287 sono equivalenti a 15 ,27 volte il
totale del rifiuto indifferenziato prodotto nella provincia
di Lecco
L’equivalente della produzione di rifiuto di 5.400.000
abitanti con una r.d. del 60 % circa.
Facendo due conti:
togliendo dalle 2.434.967 tonnellate incenerite le
925.287 tonnellate che arrivano da fuori regione o che
non sono rifiuto urbano il fabbisogno di incenerimento è
di
1.509.000 tonnellate
che è pari al rifiuto incenerito di 4 inceneritori:
Silla 2 – Milano
ton. 540.998,00
Aprica – Brescia
ton. 736.184,00
AEM – Cremona
ton. 68.404,00
Prima – Trezzo S/A (MI)
ton. 163.780,00
Facendo due conti :
Domattina si potrebbero spegnere in Lombardia
Nove inceneritori !
Con 3 punti di r.d. in più gli inceneritori da spegnere diventano 10
Legambiente evidenzia che la chiusura di soli 4 inceneritori - scegliendo
tra gli impianti con prestazioni più mediocri, a Busto Arsizio, Desio,
Parona e Cremona - permetterebbe di abbattere le emissioni
atmosferiche prodotte dal parco inceneritori lombardi del 49% per quanto
riguarda le polveri e del 34% per gli ossidi di azoto. Per quanto riguarda la
diossina, si arriverebbe al 51%.
COSA FARE SIA SUL PIANO ISTITUZIONALE SIA SUL PIANO DELLA
GESTIONE TERRITORIALE DEL CICLO DEI RIFIUTI NELLA PROVINCIA DI
LECCO?
Convocazione della Conferenza dei Sindaci per costruire una ipotesi
di gestore unitario interamente Pubblico in ottemperanza all’esito
referendario di giugno 2011 e la successiva sentenza della Corte
Costituzionale n°199 del 20 luglio 2012.
Superamento della frammentazione gestionale ora in essere –
Trasparenza amministrativa - introduzione del controllo analogoPartecipazione attiva dei Cittadini .
Riconversione del forno inceneritore di Valmadrera e dotazione di
inpiantistica per attuare la strategia Rifiuti Zero.
I punti salienti della Sentenza n°199 del 20 luglio 2012 Corte Costituzionale
IL PRINCIPIO DEL RISPETTO DELLA VOLONTA’ POPOLARE COME EMERGE DALLA SENTENZA N. 199/2012 DELLA
CORTE COSTITUZIONALE
La volontà espressa dal popolo attraverso il referendum deve essere rispettata e il legislatore non può reintrodurre una norma abrogata dal
referendum.
Questo è il significato che più chiaramente emerge dalla lettura della Sentenza della Corte Costituzionale n. 199/2012del20 luglio che ha dichiarato
l’illegittimità costituzionale dell’intera disciplina dei servizi pubblici locali introdotta dopo il referendum del 13 giugno 2011.
Ripercorriamo brevemente i fatti.
Il referendum del 13 giugno 2011 ha sancito l’abrogazione dell’art. 23-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, che dettava una normativa
generale di settore, inerente i servizi pubblici locali, volta a restringere, rispetto al livello minimo stabilito dalle regole concorrenziali
comunitarie, le gestione in house dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, consentite solo in casi eccezionali e al ricorrere di specifiche
condizioni.
L’effetto abrogativo si è realizzato con decorrenza dal 21 luglio 2011, a seguito della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del D.P.R. n. 113/2011.
A distanza di meno di un mese dalla pubblicazione del decreto dichiarativo dell’avvenuta abrogazione dell’art. 23-bis, il Governo in carica, con
l’art. 4 del D.L. n. 138/2011, interveniva sulla materia dei servizi pubblici locali, con una norma che, secondo la Corte, non solo era
contraddistinta dalla medesima ratio di quella abrogata, in quanto operava una drastica riduzione delle ipotesi di affidamenti in house, al di là
di quanto prescritto dalla normativa comunitaria, ma era anche letteralmente riproduttiva, in buona parte, di svariate disposizioni dell’abrogato
art. 23-bis e di molte disposizioni del regolamento attuativo del medesimo art. 23-bis, contenuto nel D.P.R. n. 168/2010.
Rileva la Corte che, nonostante il servizio idrico integrato fosse escluso dall’ambito di applicazione dell’art. 4, la disciplina e la ratio ispiratrice
coincideva con quella dell’abrogato art. 23-bis del d.l. n. 112 del 2008.
In sostanza cosa era avvenuto: con un’operazione da “furbetti di paese”, il Governo Berlusconi, giocando sul fatto che gran parte dell’attenzione
era stata riservata all’”acqua pubblica”, aveva reintrodotto l’art. 23-bis per gli altri servizi pubblici.
La Corte Costituzionale ha smascherato questa operazione di basso profilo: la volontà popolare aveva sancito l’abrogazione dell’art. 23-bis e tale
volontà popolare, indirizzata verso il favore del pubblico nella gestione dei servizi locali, è da intendersi diretta a tutti i servizi pubblici,
non solo per l’idrico!
Al di la delle questioni prettamente tecniche, ogni buon politico dovrebbe porsi questa domanda: il popolo referendario si è recato ai seggi solo per
abrogare l’art. 23-bis, oppure per far valere il principio secondo il quale i servizi pubblici devono rimanere totalmente pubblici e gli
interessi privati non hanno diritto di accesso nella loro gestione?
liIL RUOLO DELL’ENTE PROVINCIA E DELLA CONFERENZA DEI SINDACI
Il ruolo delle Amministrazioni Provinciali nell’ambito della pianificazione della gestione dei
rifiuti e stato delineato in Lombardia dalla L.R. 21/93, per essere poi ridefinito dalla LR. 26/03
“Disciplina dei servizi locali di interesse economico generale. Norme in materia di gestione dei
rifiuti, di energia, di utilizzo del sottosuolo e di risorse idriche” (norma modificata dalla L.R.18,
8 agosto 2006: “Conferimento di funzioni agli enti locali in materia di servizi locali di interesse
economico generale. Modifiche alla Legge Regionale 12 dicembre 2003, n.26” - BURL del 11
agosto 2006 n. 32, 1° suppl. ord.).
Inoltre, alla Provincia spetta la competenza, direttamente attribuitale dal D.Lgs.152/06 e smi,
art.197, c.1, lett d), - “- di individuare le zone idonee alla localizzazione degli impianti di
smaltimento dei rifiuti e le zone non idonee alla localizzazione di impianti di recupero e di
smaltimento dei rifiuti “sulla base delle previsioni del piano territoriale di coordinamento di cui
all'articolo 20, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ove gia adottato, e delle
previsioni di cui al D.Lgs.152/06 e smi, art.199, c.3, lett. g) ed l), nonche sentiti l'autorita.
La Corte Costituzionale ha smascherato i furbetti deI vari governi ora tocca al popolo referendario smascherare i furbetti che difendono gli
interessi o fanno parte essi stessi della Casta dei servizi locali.
La volontà espressa dal popolo attraverso il referendum deve essere rispettata e i politicanti non possono far finta che il 12 e il 13
giugno non sia accaduto niente.
ATTUARE LA STRATEGIA RIFIUTI ZERO NEL TERRITORIO DI
LECCO E’ CONVENIENTE:
ECONOMICAMENTE PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE- PER I
CITTADINI-PER L’AMBIENTE.
GLI OSTACOLI TECNOLOGICI NON ESISTONO OCCORRRE LA
VOLONTA POLITICA
RICICLARERECUPERARE RIPARARE RISPARMIARE
E’ LA NUOVA FRONTIERA DELLA NOSTRA MISSIONE
VVALUTAZIONI FINALI: I DATI RIPORTATI SONO
UFFICIALI MA SONO COMUNQUE PARZIALI
POICHE’ SONO CARENTI DI DATI DETTAGLIATI E
MANCANTI DEL NUMERO DI LAVORATORI
ADDETTI AL SERVIZIO IGIENE AMBIENTALE.
CERTI DI AVER FATTO COSA GRADITA
RIMANIAMO FIDUCIOSI CHE TALI DATI VENGANO UTILIZZATI
CORRETTAMENTE IN TUTTI GLI AMBITI ISTITUZIONALI E
SOCIALI AL FINE DI TRASMETTERE I DOVUTI E NECESSARI
SAPERI A TUTTI E REALIZZARE LA STRATEGIA RIFIUTI ZERO.
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