Beati gli afflitti, perché saranno consolati Camminando lungo il sentiero ci potrà capitare di sentire la stanchezza e il passo più pesante. Allora qualcuno potrebbe dire: “Basta! Torno indietro! Perché dovrei andare oltre?” Ma poi ti guardi intorno e vedi la bellezza nascosta nelle pieghe di ciò che ti circonda, osservi la vetta della montagna e dici: “Un passo ancora!”. E sei arrivato ancora più su! Sperimenti la gioia profonda. Anche se abbiamo poca esperienza della vita, ci accorgiamo che c’è tanto dolore: famiglie in cui manca l’amore, la morte di una persona cara, un imprevisto che costringe a rinunciare a tanti sogni, c’è poi chi è triste e solo. Il mondo dice: “Scappa via da tutti questi che soffrono, per non soffrire anche tu!”. Gesù invece dice che proprio coloro che soffrono sono i beati, i preferiti, perché saranno consolati. Gesù stesso sulla croce, infatti, ha fatto suo ogni nostro dolore, tristezza, distacco, solitudine, lacrima per essere sempre con noi, anche nei momenti brutti e dirci: “Sono con te!”. Risorgendo, Gesù ci invita ad alzare lo sguardo e a scoprire che la vita vera ci attende nell’incontro definitivo con Dio Padre. Solo gli occhi che hanno pianto sanno cogliere la bellezza di Dio nascosta nelle sfumature d’ogni giorno. Noi chierichetti, allora, non vogliamo farci prendere in giro dal mondo, cercando solo quello che ci piace: perché sappiamo che la felicità vera è diversa dall’allegria di un momento, che poi passa. Dio ci consola e ci sostiene ogni istante della nostra vita; ascoltando la sua voce, ogni nostro passo diventa più deciso e sicuro. Se, invece, cerchiamo solo le gioie passeggere, quando si affaccia il dolore il nostro cuore è insensibile alla voce di Dio e anziché offrire a Lui il dolore ci chiudiamo nella disperazione e nell’infelicità.