Una Crescita Possibile
Evoluzione dello scenario internazionale.
La crescita negli Stati Uniti
Fabrizio Guelpa
Direzione Studi e Ricerche
Venezia, 9 marzo 2015
Ripresa anche per area euro e Italia, ma soprattutto
negli Stati Uniti
Crescita annuale del PIL
2012
2013
2014s
2015p
2016p
Stati Uniti
2.3
2.2
2.4
3.4
3.0
Giappone
1.5
1.5
0.3
0.8
1.9
Area euro
-0.7
-0.4
0.9
1.3
1.8
- Germania
0.4
0.1
1.6
1.9
1.9
- Francia
0.4
0.4
0.4
0.8
1.4
- Italia
-2.3
-1.9
-0.4
0.4
1.0
- Spagna
-2.1
-1.2
1.4
2.3
2.1
OPEC
4.9
2.6
2.4
1.5
3.0
Europa Orientale
2.4
1.5
1.4
1.0
3.1
America Latina
2.2
2.8
1.3
2.1
3.5
- Brasile
1.0
2.5
0.0
0.9
2.6
- Cina
7.7
7.7
7.4
6.6
5.9
- India
4.8
4.7
5.3
5.8
6.3
- Russia
3.4
1.3
0.5
-1.7
2.2
Mondo
3.4
3.3
3.2
3.6
3.9
Fonte: Intesa Sanpaolo
1
Lo shock petrolifero non è di breve durata

Eccesso di offerta del 2% circa della produzione mondiale. Fondamentali ancora deboli
nel primo semestre. Iniziate le cancellazioni di alcuni progetti estrattivi.

Il miglioramento dei fondamentali nel secondo semestre e il raggiungimento delle
soglie di supporto tecnico favoriranno la ripresa dei prezzi (70 dollari a fine anno).

Prezzo medio: 57 dollari nel 2015, con minimi a 40 dollari.
Cronologia delle revisioni
delle proiezioni sul Brent Crude
120.0
110.0
100.0
90.0
80.0
70.0
60.0
50.0
40.0
Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo
30.0
mar-13
gen-15
ott-13
dic-14
mag-14
dic-14
2
set-14
lug-15
actual
feb-16
set-16
Le conseguenze: rapidi effetti disinflazionistici …

Il netto calo dei prezzi dei carburanti implica che gli indici dei prezzi al
consumo registreranno cali a/a dal primo al terzo trimestre 2015 nell’Eurozona,
e nel secondo trimestre negli Stati Uniti.

Gli effetti si estenderanno al 2016.
Prezzo al dettaglio della benzina
(30/6/14=100)
Revisione delle proiezioni di inflazione per
l’Eurozona in base alle stime sul petrolio
110
3.0
100
2.5
90
85.6
80
83.4
70
Euro
2.0
1.5
1.0
Italia
0.5
USA
60
50
30-giu 31-lug 31-ago 30-set
61.1
Scenario $100
Effetto dati
autunnali
Scenario $72
0.0
-0.5
03 12
31-ott 30-nov 31-dic
Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Eurostat
Scenario $60
03 13
03 14
03 15
Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo
3
03 16
… e minori trasferimenti dai paesi consumatori

Rispetto a un’ipotesi di prezzo medio di 100 dollari al barile, il nuovo scenario implica
minori trasferimenti dai paesi consumatori ai paesi produttori per oltre 600
miliardi di dollari nel 2015 attraverso la bilancia commerciale.

Il beneficio netto per le economie avanzate sarà però ridotto dal netto calo
dell’export di beni e servizi verso i paesi produttori di petrolio.
Minori importazioni di petrolio (% del PIL)
Minori esportazioni di greggio (% del PIL)
-16.9
-20%
Angola
0.2%
23.1%
0.0%
DEU
ITA
CHN USA
JPN
ESP
Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati OPEC e FMI
Iran
-25%
Libya
0.23
Saudi Arabia
0.4%
-18.6
Kuwait
0.6%
GBR FRA
Nigeria
-13.0
-15%
0.73
0.65
-7.1
0.94
0.79
0.8%
-7.6
Venezuela
-10%
0.91
-3.9
-1.3
-5.5
1.2%
1.0%
-4.0
-1.6
Canada
1.22
Russia
-5%
Norway
1.42
1.4%
Mexico
0%
1.6%
Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati OPEC e FMI
4
Impatto sui costi significativo per molti settori italiani
Var.% costi nel 2015

Il calo del prezzo del petrolio nel
manifatturiero ha effetti positivi sui costi
pari a circa il 2%.

L’impatto è maggiore per la chimica di
base sia per la natura energetica delle
produzioni che per l’utilizzo diretto di input
derivanti dal petrolio. Impatti rilevanti
anche per altri settori fortemente energy
intensive: metallurgia, minerali non
metalliferi (in particolare calce, cemento,
laterizi, vetro), gomma e plastica ma
anche fili e cavi, prodotti in metallo,
cosmesi e detergenza, concia. carta.

Nei settori non manifatturieri, il settore
che ne beneficia maggiormente è quello
dei trasporti, in particolare il trasporto
aereo.
vetro
media manifattura
ceramica
mat. da costruz. non
metallif.
gomma plastica
siderurgia
chimica di base
-20.0
-15.0
-10.0
-5.0
0.0
Fonte: Intesa Sanpaolo-Prometeia, febbraio 2015
5
Impatti sulla crescita distribuiti su 2015 e 2016

La riduzione dei prezzi energetici libererà potere d’acquisto (da 0,6 a 1,6% del
reddito disponibile) per le famiglie e aumenterà i margini di profitto delle imprese.

L’impiego di una parte dei risparmi accrescerà il PIL, con effetti temporanei ma
probabilmente estesi fino al 2016. L’impulso più rilevante riguarda i consumi.

L’impatto è teoricamente più forte negli Stati Uniti, dove però sarà parzialmente
compensato dal calo degli investimenti nel comparto energetico.
Impatto stimato sulla crescita del PIL
(modello Oxford Economics)
1.0
0.9
2015
2016
Impatto stimato sulla crescita dei consumi
(modello Oxford Economics)
1.2
2017
1.0
0.8
0.6
0.8
0.8
0.8
0.7
0.8
0.6
0.5 0.5
0.4
0.3
0.3 0.3
0.2
0.5 0.5
0.6
0.4
0.4 0.4
0.4
0.2
0.3
2016
0.8
2017
0.7
0.5
0.3
0.3
0.2
0.2
0.0
0.0
0.0
-0.2
0.9
2015
1.0
-0.2
-0.1
-0.1
-0.2
USA
JPN
DEU
FRA
-0.4
-0.6
-0.3
ITA
-0.2
-0.4
-0.2
-0.3
-0.4
-0.1
-0.3
-0.6
-0.8
ESP
-0.7
USA
JPN
EUR
Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo mediante il modello Oxford Economics
6
DEU
FRA
ITA
ESP
Il rovescio della medaglia: rischi in aumento per i
paesi esportatori

In molti paesi produttori, prezzi largamente inferiori ai livelli di break-even fiscale
e in netta flessione rispetto al 2014 causeranno una contrazione del PIL e
sbilanci nei conti pubblici.
Prezzi di break-even fiscale
(2014)
Entrate da idrocarburi
(% delle entrate totali del governo)
Kuwait
Russia
Qatar
Iran
UAE
Qatar
Russia
Algeria
Saudi Arabia
UAE
Oman
Nigeria
Kuwait
Iraq
Oman
Bahrain
Bahrain
Algeria
Saudi Arabia
Venezuela
Iraq
Iran
Libya
0
25
50
75
100
125
150
175
0
Fonte: IIF
Fonte: IIF
7
25
50
75
100
Russia: petrolio, riserve e cambiamenti politici

Il crollo della rendita petrolifera provocherà una violenta contrazione dell’economia.

Ci saranno anche implicazioni per la crisi ucraina, che aveva contribuito a indebolire
l’Eurozona nel 2014?
Fonte: Elaborazioni Intesa Sanpaolo
8
Stati Uniti: piena occupazione sempre più vicina …
 Tasso di disoccupazione in continuo calo; livello di equilibrio stimato dalla Fed
(5,2% - 5,5%) ormai quasi raggiunto.
 Aumento medio mensile degli occupati non agricoli a 288 mila/mese nel 4° trimestre
2014, +2,2% a/a. Per ora, la crescita salariale rimane moderata, vicina al 2% a/a.
Crescita degli occupati sempre più rapida
Tasso di disoccupazione al 5,6%
Fonte: Thomson Reuters-Datastream
U6=tasso di disoccupazione che include individui scoraggiati, marginalmente
attaccati alla forza lavoro e occupati part-time per motivi economici.
9
Fonte: Thomson Reuters-Datastream
… ma l’inflazione si allontana dal 2%
 L’inflazione torna ad allontanarsi dall’obiettivo del 2%, per via del calo dei prezzi
energetici. Dal 1° trimestre probabile inflazione negativa per alcuni mesi; graduale
rialzo dal 2° semestre.
 Altre variabili nominali meno volatili diventano più importanti: inflazione core,
aspettative di inflazione delle famiglie e salari.
Il calo dell’inflazione è causato dall’energia
Inflazione sotto zero nel 1° trimestre 2015
6
3.0
6
70
2.5
4
2.0
2
1.5
0
1.0
-2
-30
0.5
-4
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
-50
5
4
previsioni
previsioni
50
30
3
2
10
1
-10
0
-1
-2
-3
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
CPI, headline, y/y, lhs
CPI, y/y, lhs
CPI core, y/y, rhs
Fonte: Thomson Reuters-Datastream.
Previsioni 2015-2016 a cura di Intesa Sanpaolo
Fuel, y/y, rhs
Fonte: Thomson Reuters-Datastream.
10
Fed: il conflitto fra gli obiettivi aumenta l’incertezza
sui tempi della svolta
 Normalizzazione di policy avviata: fine di QE3, giudizio sulla situazione congiunturale
in continuo miglioramento, guidance collegata all’evoluzione dei dati.
 La Fed segnala che «potrà essere paziente nell’iniziare a normalizzare la stance di
politica monetaria» e aspettare «almeno un paio di riunioni» prima di alzare i tassi (cioè
non prima di giugno 2015). Incertezza sui tempi derivante dal conflitto fra i due obiettivi
su occupazione e prezzi.
Fed: distanza dagli obiettivi e policy stance
18
15
distance from goals
policy stance
12
9
6
3
0
03/2003
09/2005
03/2008
09/2010
03/2013
Fonte: Elaborazioni Intesa Sanpaolo su analisi St Louis Fed.
Distance from goals = radice quadrata di : (𝜋 − 𝜋∗)2+(𝑢 − 𝑢∗)2. 𝜋 =inflazione, 𝜋∗ =obiettivo Fed, 𝑢 = tasso di disoccupazione, 𝑢∗ = tasso di
disoccupazione di lungo termine.
Policy stance= radice quadrata di: (𝑟 − 𝑟∗)2+(𝑏 − 𝑏∗)2. 𝑟 = tasso di policy, 𝑏 =dimensione bilancio Fed/PIL, 𝑏∗ = dimensione media del bilancio/PIL
11
Eurozona: economia debole a fine 2014 …
 Gli indici congiunturali a fine 2014 sono coerenti con una crescita del PIL ancora
modesta, a 0,1% - 0,2% t/t.
 Gli indici di fiducia, calati velocemente nel terzo trimestre, si sono soltanto stabilizzati
nel quarto. Primi segnali di accelerazione a gennaio.
Crescita del PIL e indagini congiunturali
Indici di fiducia della Commissione Europea
Fonte: Thomson Reuters-Datastream, Markit Economics,
Commissione Europea
Fonte: Thomson Reuters-Datastream, Commissione Europea
12
… ma alcuni fattori stanno volgendo in positivo
 Il deprezzamento del cambio e il calo delle quotazioni petrolifere compenseranno
la più debole tendenza di fondo dell’Eurozona.
 Agiranno in senso positivo l’orientamento della politica fiscale (atteso neutrale in
media nel 2015) e il leggero allentamento in atto delle condizioni creditizie.
Politica fiscale meno restrittiva
(variazione del saldo primario corretto
per il ciclo, in % del PIL)
Lieve allentamento delle condizioni creditizie
(Bank Lending Survey, saldi)
Fonte: Banca Centrale Europea
Fonte: Commissione Europea
13
Cambia l’interpretazione del Patto di Stabilità
 La Commissione Europea ha da poco comunicato un importante cambiamento
nell’interpretazione del Patto di Stabilità e Crescita, che riduce il bias prociclico
delle regole. Ciò renderà più accomodante la stance fiscale nel 2015.
 La correzione strutturale è
ridotta o annullata in
condizioni cicliche molto
negative, aumentata in fasi
di boom.
 Viene scorporata dal calcolo
del deficit anche una quota
degli investimenti pubblici
connessi a programmi EFSI
o UE.
 L’interpretazione benevola è
però vincolata all’attuazione
di riforme strutturali.
Monitoraggio del grado di
implementazione.
Fonte: European Commission, “Making the best use of the flexibility within the
existing rules of the stability and growth pact”, COM(2015) 12, gennaio 2015.
14
La BCE annuncia il QE
 A partire da marzo, la BCE integrerà i programmi già in essere (CBPP e ABSPP) con
acquisti di obbligazioni emesse da agenzie o istituzioni europee e da Stati dell’area euro,
purché investment grade e denominati in euro, fino ad un volume di 60 miliardi al mese.
 Gli acquisti saranno effettuati dalle BCN tra marzo 2015 e settembre 2016, con possibile
estensione nel caso in cui il target di inflazione non sia raggiunto (open-ended). Saranno
basati sulle quote-paese nel capitale della BCE (con limiti). Nel caso dell’Italia, il volume
degli acquisti potrebbe essere indicativamente stimato in circa 137 miliardi.
 I nuovi acquisti, insieme ai 35,3 miliardi di euro di covered bond e ABS acquistati
nell’ottobre scorso, dovrebbero garantire un’espansione di bilancio di oltre 1.140
miliardi.
 Il 20% del rischio dei nuovi acquisti sarà condiviso tra le BCN in base alle quote-paese. II
restante 80% ricadrà sulle singole BCN per la propria quota di acquisti.
 La decisione delle BCE è all’estremo superiore delle aspettative per quanto riguarda la
dimensione del programma; la soglia di condivisione del rischio è invece più bassa
delle attese.
 Sicuramente la BCE resterà ferma per un periodo esteso di tempo.
15
Effetti macroeconomici dei programmi di acquisto
 È piuttosto difficile valutare l’impatto di un QE sulla dinamica di crescita e inflazione,
anche perché la maggior parte dei modelli econometrici non incorpora l’effetto di
un’espansione del bilancio della Banca Centrale.
 Ghysels et al. (ECB Working paper no.1642 del febbraio 2014): acquisti di titoli
governativi per 100 milioni di euro al giorno hanno generato un calo dei rendimenti a
10 anni di circa 90pb in Italia e di 70pb in Irlanda. Tuttavia, il QE è già in larga
misura prezzato nei rendimenti a 5-15 anni. Generalmente un calo dei tassi a medio
lungo termine di 50 bp genera un aumento di crescita e inflazione di circa 0,2% e
0,3% dopo un anno.
 Peersman (ECB Working paper no 1397 del novembre 2011): un aumento del 10%
del bilancio BCE (270-300 miliardi di euro) di base monetaria corrisponde ad una
variazione di 25pb dei tassi ufficiali. Tuttavia, l’impulso delle misure non
convenzionali sembrerebbe trasmettersi con un ritardo più lungo (6 trimestri) rispetto
ad un taglio dei tassi (4 trimestri).
 Secondo indiscrezioni di stampa, le simulazioni della BCE sui potenziali effetti di un
QE per un 1 trilione di euro indicavano uno 0,4% -0,8% di inflazione in più dopo un
anno.
16
Euro debole per tutto il 2015
 Il cambio dell’euro dovrebbe rimanere debole per effetto principalmente del QE della BCE.
L’atteso miglioramento dell’economia dell’area euro dovrebbero portare ad una lieve
ripresa nella seconda metà del 2015.
Cambio effettivo nominale dell’euro
Tasso di cambio euro/dollaro
125
1.3
120
1.25
113.5
115
1.2
110
1.15
105
1.1
100
107.9
Euro
95
1.05
Media 2000-2014
90
1
Media 2007-2014
85
0.95
18-02 1 mese 3 mesi 6 mesi 12
2015
mesi
24
mesi
80
gen- gen- gen- gen- gen- gen- gen- gen00 02 04 06 08 10 12 14
* Ultimo dato: media del cambio nei primi nove giorni di febbraio
2015. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati ECB
Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo
17
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2015_03_09_Guelpa_Venezia_USA