Senso della procedura diairetica: Definizione di una nozione (= idea) mediante la scoperta del significato e della struttura; per conseguire tale obiettivo si deve mettere in luce la complessa rete di relazioni ontologiche e noetiche che costituiscono la nozione stessa, determinando così l’esatta collocazione della medesima nel contesto delle relazioni Operativamente la diairesis parte da un campo idealeconcettuale ampio, ovverossia generico (= animale), entro cui si intuisce racchiusa la nozione cercata, ovvero la specie-idea (= uomo) Il campo di partenza viene suddiviso in due sezioni equiestese (dicotomia) mediante l’impiego di una “differenza” (diaphorà), ad esempio una di carattere ecologico che divide gli animali in terrestri e acquatici animale acquatico terrestre quadrupede bipede uomo La definizione che si ottiene non pertiene però all’essenza dell’oggetto o della specie empirica, né può essere utilizzata per costruire una sistematica naturale che rifletta l’organizzazione reale del mondo In conclusione la procedura dicotomica, quando applicata la mondo empirico, serve a costruire modelli “artificiali” delle sue strutture, sono delle ipotesi sulla sua organizzazione. Sotto questo preciso riguardo la dicotomia ha una funzione euristica. Aristotele contempla solo due chiavi dicotomiche genos (genere = genus) eidos (specie = species) Nelle Historiae entrambi le chiavi non hanno alcuna valenza ontologica, non esprimono alcuna essenza e sono perciò intercambiabili eidos però sovente esprime anche l’idea di “forma esteriore”, di “assetto somatico” che è peraltro presente anche nell’equivalente latino species Sul piano metafisico-ontologico Aristotele, in radicale opposizione a Platone, individua il nucleo reale del mondo empirico, ovvero la ousia, nelle singole entità concrete, ad es. Socrate è un ousia, e considera la specie, l’eidos solo una qualità (uomo è qualità di Socrate. Ne nasce così un divario fra il livello della specie, individuato dal metodo diairetico usato nelle Historiae e la realtà concreta, che è una collezione di ousiae. Il rischio è che il discorso scientifico non verta su alcun oggetto reale La soluzione che adotta Aristotele è quella di promuovere una identità fra ousia ed eidos Se infatti fare scienza significa conoscere per causas e si cerca la causa della materia, questa sarà per l’appunto la forma, l’eidos La forma-specie (uomo), su cui verte il discorso scientifico, non è più la qualità della cosa concreta (Socrate), ma ne rappresenta il nucleo irriducibile. La forma diviene dunque più concreta della singola cosa stessa “Alcuni cercano di cogliere la singola specie dividendo il genere in due differenze. Questo da un lato non è semplice, dall’altro è impossibile”. Se la dicotomia non può giungere a fissare la specie indivisibile, ovvero la ousia, converrà allora rimanere ai “generi” stabiliti dalla tradizione: i pesci, gli uccelli, e così via e su questi svolgere l’analisi comparata che si distende su tre livelli