Teocrito I mimi urbani μῑμοι ἁστεῑοι • Nella produzione poetica di Teocrito alcuni componimenti caratterizzati dai vivaci e realistiche descrizioni e dall’ambientazione non rurale ma cittadina e sono stati definiti “mimi cittadini”. I mimi • In origine, il mimo era uno spettacolo comico improvvisato, dai toni popolareschi, rappresentato da attori dorici, che sfruttavano le loro capacità buffonesche per l’imitazione di persone o animali. • Il mimo nacque in Sicilia e il primo a conferirgli dignità letteraria fu Sofrone, un poeta siciliano, contemporaneo di Euripide, che trasformò queste rappresentazioni estemporanee in scenette, scritte in dialetto dorico. • A seconda dei contenuti, i mimi si dividevano in seri e comici, a seconda dei personaggi che subivano scherzi e lazzi, si dividevano in maschili e femminili. • Per la loro ambientazione e le loro vivaci descrizioni possono essere definiti «Mimi urbani» : • L’idillio II: L’incantatrice • L’idillio XIV: L’amore di Cinisca • L’idillio XV: Le Siracusane Selene Simeta e Testili L’incantatrice • La protagonista, Simeta, parla con la sua schiava Testili, ma poiché questa è un κωφόν πρόσωπον, un “personaggio muto”, il colloquio diventa un monologo, che ha tutte le caratteristiche di uno sfogo autobiografico. • Simeta invoca Hecate, la signora degli Inferi la cui presenza è rivelata dall’abbaiare dei cani, e nel silenzio della notte, assistita dalla schiava Testili, compie pratiche magiche nella speranza che l'amante, Delfi che l'ha tradita, torni al suo amore o paghi il tradimento con la morte. Nel monologo la donna dapprima descrive i vari momenti dell'esecuzione magica, poi confida alla Luna le vicende della propria storia amorosa, dal primo incontro al manifestarsi dei segni d'amore, alla felicità reciproca degli amanti, fino all'abbandono. Infine dopo un’ulteriore imprecazione contro l’infedele, nello sfogo della donna si fa strada un tono di rassegnazione: la Luna volgerà il suo carro verso l’Oceano e lei sopporterà, come ha già fatto il suo dolore, perché non ha più fiducia nei filtri e nelle magie. ἐφύμνιον • La descrizione del rito magico e Il ricordo di tutte le fasi della avventura amorosa tra Simeta e Delfi è ricordato dalla donna grazie all’uso dell’ ἐφύμνιον, «il ritornello», la formula magica. Apprendi, possente Selene, da dove mi giunse l’Amore……. Aderenza alla verità • Questo mimo di Teocrito può essere citato come un significativo esempio di aderenza alla verità: • per il realismo con cui è trattato il tema dell’amore, ridotto a malattia struggente, passione e tormento dei sensi. • perché la storia di Simeta ci presenta uno svolgimento assai simile a un autentico caso giudiziario, reso celebre da un’orazione di Lisia, Per Eufileto. L’amore di Cinisca Tionico ed Eschine Cinisca L’amore di Cinisca • Due giovani amici, Tionico ed Eschine, sono abituati a frequentare insieme molti luoghi di ritrovo come la palestra ma quando Eschine sparisce Tionico va a trovarlo a casa sua e lo ritrova smagrito, depresso e trascurato nell’aspetto…… Eschine allora racconta all’amico che il suo male è dovuto all’infedeltà dell’amante, l’etera Cinisca, che si è invaghita di un altro. Eschine l’ha scoperto casualmente in un banchetto ma è troppo orgoglioso per supplicarla di tornare con lui e decide di diventare un soldato mercenario nella speranza che una vita piena di avventure lo aiuti a dimenticare. L’idillio si chiude con l’immagine dell’oplita che aspetta il nemico.. Il realismo e Menandro • Una delle caratteristiche più importanti di questo mimo è il realismo che non viene mai meno a caratteri di grande raffinatezza e cura formale. • L’acuta analisi psicologica di cui sono fatti oggetto l’amore e la gelosia, così come la concretezza delle situazioni richiamano due commedie di Menandro: La Samia e le Perikeiromene. Le Siracusane • Protagoniste del mimo sono due donne che sono amiche fra di loro Gorgò e Prassinoa. Il mimo può essere suddiviso in tre scene: • -Nella prima scena assistiamo all’incontro fra le due amiche che hanno deciso di recarsi insieme alla festa di Adone ma per Gorgò che abita molto lontano dalla casa dell’amica raggiungerla è stato un lungo viaggio . Le due donne allora iniziano una requisitoria contro i mariti che non le hanno consentito di abitare vicino e le hanno tolto il piacere della reciproca compagnia. Nella seconda scena le due amiche si stanno recando alla reggia di Alessandria e Prassinoa elogia l’operato di Tolomeo che ha reso sicure le strade dai malfattori consentendo il passaggio a tutte le donne senza che siano derubate. • Nella terza scena le donne entrate nella reggia ascoltano la bella voce della cantatrice che rievoca il mito di Adone, elencando la lista delle offerte e dei doni per l’amante di Afrodite, e celebra la regale organizzazione della solennità. • Al termine dell’inno Gorgò esprime la sua ammirazione per la cantatrice ma subito dopo invita l’amica a sbrigarsi perché si è fatto tardi ed il marito ha un pessimo carattere quando è a digiuno. Fortuna critica • Il vivace realismo di questo mimo lo ha fatto considerare uno dei capolavori di Teocrito dalla critica dell’ultimo Ottocento. • Infatti gli idilli , nonostante la presunta origine popolare, si rivelano tipici esempi del gusto letterario callimacheo, per la cura formale, per la brevità e per l’opportuno inserimento di brani encomiastici e descrittivi. Realizzato da: -Luca Santoro -Ugo Romeo