Realizzato da Walter Fusto e Andrea Paparo
 Negli ultimi due libri degli Aitia vi sono alcuni brani che rappresentano
la testimonianza più significativa della poetica di Callimaco
Libro
Testo chiave
Aspetto di poetica
III libro
Epinicio per
Berenice
Originalità della
propria opera;
oppositio in imitando
IV libro
La Chioma di
Berenice
Motivo encomiastico
 Per sottolineare l’originalità delle sue composizioni, affrontò spesso
l’arduo compito di superare e di rovesciare tradizioni poetiche,
utilizzando la tecnica dell’oppositio in imitando, cioè alludendo al
contesto di un modello, ma attribuendo a tale contesto il valore
opposto.
MOTIVO ENCOMIASTICO
Dedicato a Berenice II, sposa del re
Tolomeo III Evergete
La regina, infatti, aveva vinto
una gara ai giochi nemei, e
aveva anche partecipato ai
giochi olimpici: per tradizione
l’Epinicio era un
componimento scritto per la
vittoria di un atleta; è scritto
per la vittoria sportiva di un
sovrano
MOTIVO EZIOLOGICO
Mito di fondazione dei giochi Nemei
da parte di Eracle.
Il poeta si rifiuta però di
celebrare la parte più nota
della vicenda, l’uccisione
del leone che l’eroe dovette
strangolare con le mani
nude.
Callimaco rifuggì dai toni epici e si soffermò
invece a descrivere il soggiorno di Eracle
presso un umile campagnolo, celebrando
anche l’ingegnosa abilità del campagnolo nel
costruire trappole per topi.
Oltre ad essere fra le più note composizioni di Callimaco,
essa è anche quella più fortemente improntata dal motivo
encomiastico: infatti fu scritta per compiacere alla sovrana
del regno d’Egitto.
 In esso è narrato il mito di Berenice II, appartenente alla casa
reale di Cirene (e dunque compatriota di Callimaco) nonchè
regina d’Egitto, vissuta nel III secolo a.C., moglie di Tolomeo
III Evergete.
 Dopo le nozze, il re mosse guerra all’Asia e data la
pericolosità della missione Berenice, timorosa per la vita del
marito, fece voto di tagliarsi i capelli in segno di gratitudine
verso gli dei se il marito fosse tornato vivo e vittorioso.
Tolomeo tornò vincitore il giorno stesso e Berenice
mantenne il suo voto e sacrificò la sua lunga chioma, che era
motivo di ammirazione per tutti quanti la conoscessero,
deponendola nel tempio della dea Afrodite.
 Dopo qualche tempo la chioma recisa scomparve dal tempio
e l’astronomo di corte, Conone di Samo, la identificò in un
nuovo gruppo di stelle da lui osservato, a cui diede il nome di
Chioma di Berenice. Secondo Callimaco, la chioma fu
deposta nel grembo di Afrodite.

È la chioma stessa a
parlare(personificazione), fiera
dell’onore ricevuto dagli dei, ma
anche rattristata per essere stata
separata dal capo regalo di
Berenice. Ma non poteva,
comunque, opporsi al taglio del
ferro.
La spiegazione dell’astronomo intendeva
significare che gli dei avevano voluto
compensare la pietas religiosa della regina
con il καταστερισμός, “trasformazione in
astro”.
“Cosa potremmo fare noi, riccioli, se tali montagne
cedono al ferro? Perisca la stirpe dei Calibi!
Per primi scoprirono il ferro, mala pianta che spunta
dalla terra, e insegnarono l'opera dei martelli.
Mi piangevano, tagliata appena allora, le sorelle
chiome e sùbito irrompeva, muovendo a cerchio le
veloci penne, un lieve vento, fratello dell'etiope
Mèmnone, cavallo della Locrese Arsinoe, cintura di
viole, giunse roteando le rapide ali, mi [rapì] in un
soffio e attraverso l’aria rugiadosa, mi depose nel seno
di Cipride.”
Tutto il testo è un omaggio
di profonda grazia, ma non
ha niente di ostentato né di
servile: è un encomio
raffinato ed erudito.
Aitia, IV, Fr. 110 Pf., 47-56
 Idillio XV: Le Siracusane
 Idillio XIV: L’Amore di
Cinisca
Alla fine del racconto, quando Cinisca è
ormai fuggita dal suo amante, Tionico
consiglia all’amico Eschine di arruolarsi
nell’esercito di re Tolomeo III Evergete,
di cui loda le qualità di uomo e di
sovrano.
 Idillio XVI
Le due donne protagoniste si recano
presso il palazzo dei Tolomei, dove la
regina Arsinoe ha allestito con grande
fasto le feste in onore di Adone
Giunte alla reggia, ne
ammirano lo splendore e
ascoltano il canto in onore di
Adone,oltre che la maggiore
Sicurezza della città
Nel 275 a.C. il generale siracusano Ierone prese il potere nella città.
Teocrito si rivolse a lui con questo idillio, nel quale riprendeva
l’antica tradizione dell’encomio, sviluppando il tema della poesia
eternatrice delle gesta dei grandi. In questo modo, il poeta si
augurava di ottenere un appoggio finanziario; ma le sue speranze
andarono deluse e soltanto più tardi ottenne ad Alessandria la
protezione di Tolomeo Filadelfo
 L’ellenismo è un periodo storico in cui l’uomo deve adattarsi al potere
monarchico. Inserendo nelle proprie opere un riferimento encomiastico, i poeti
ellenistici avevano un duplice intento: dimostrare il proprio rispetto verso i
potenti per poter continuare la loro attività di scrittura e, allo stesso tempo,
provare a ottenere un qualche tipo di vantaggio (economico, sociale o anche la
semplice protezione) da parte dei sovrani.
 Rivolgendosi ad un uomo di potere per chiederne la protezione, pur non
essendo un poeta di corte in senso stretto, si ripercorre, con uno spirito ben
diverso, il cammino che avevano condotto i suoi illustri predecessori del V sec.
a.C. alle corti dei tiranni siciliani o presso le più nobili famiglie gentilizie della
Tessaglia
 Poeti ellenistici: si rivolgevano
 Poeti del V sec. a.C.
(Simonide, Bacchilide,
Pindaro): si rivolsero ai loro
illustri committenti con il
tono di chi, depositario di
un dono divino,
acconsentiva
generosamente a renderne
partecipi anche gli altri.
ai potenti della terra con il
tono umile di chi chiede un
favore e, prima ancora di
ottenerlo, offre in cambio
qualcosa che, in tempi
dominati dal materialismo,
potrebbe anche essere
sdegnosamente rifiutato.
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il motivo encomiastico in callimaco e teocrito di andrea e walter