LEZIONE 2
DELLA SCUOLA DEL SABATO
ABRAAMO IL PRIMO MISSIONARIO
3° TRIMESTRE 2015
SABATO 11 LUGLIO 2015
«Or l'Eterno disse ad Abraamo: «Vattene dal
tuo paese, dal tuo parentado e dalla casa di tuo
padre, nel paese che io ti mostrerò.… e in te
saranno benedette tutte le famiglie della terra»
(Genesi 12:1, 3)
Abraamo ricevette la chiamata divina quando viveva in Ur, da dove uscì verso Haran
con suo padre Terah (Gn. 11:31); e da dove si recò verso la sua destinazione: Canaan
(Gn. 12:5).
La chiamata di Dio includeva:
• L’abbandono della sua città natale e della sua famiglia idolatra
(Giosuè 24:2).
• Una benedizione per sé stesso (Genesi 12:2).
• Una benedizione per tutta l’umanità (Genesi 12:3).
Come Abraamo, tutti siamo chiamati ad essere missionari di Dio
in questo mondo. Questo include:
• L’abbandono di tutto quello che ostacola la nostra missione.
• Una benedizione per la nostra vita.
• Una benedizione per tutti coloro che ricevono il nostro
messaggio.
(L’Evangelo eterno).
«Quando Abraamo seppe che suo fratello era stato fatto prigioniero, armò gli uomini
addestrati, servi nati in casa sua, in numero di trecentodiciotto, e inseguì i re fino a
Dan» (Genesi 14:14)
Dopo essersi separato da Abraamo (Genesi
13:11), Lot fissò la sua residenza in Sodoma
(Genesi 13:12). Lì, fu vittima innocente della
guerra (Genesi 14:1-12).
Benché la vita e il messaggio di Abraamo
fossero pacifici, non restò indifferente davanti
all’ingiustizia (Genesi 14:13-24). Con il suo
atteggiamento dimostrò che il credente:
 Può prestare un gran servizio al suo paese.
 E’ una persona di valore.
 Si mette dalla parte del giusto.
 Difende gli oppressi.
 Col suo atteggiamento non cerca di
ottenere profitti.
 E’ fedele a Dio in ogni circostanza.
«Per fede Abraamo, quando fu
chiamato, ubbidì per andarsene verso il
luogo che doveva ricevere in eredità; e
partì non sapendo dove andava» (Ebrei 11:8)
Dio aveva detto ad Abraamo di andare in Canaan,
ma questo riferimento geografico era troppo
ambiguo (dire “va in Italia” non è lo stesso che dire
“va a Roma”).
Ebbe fede quando decise di andare, questo
includeva lasciare dietro di sé la sua vita e
iniziarne una nuova. Una vita di totale dipendenza
da Dio.
Ebbe fede, nella terra promessa per crescere e
progredire; dal primo altare che edificò in Sichem,
fino a quello che edificò per sacrificare Isacco.
Ebbe fede nelle promesse di Dio per la sua vita: «Credette a Dio, e gli fu
imputato in conto di giustizia» (Genesi 15:6).
Ebbe fede nelle promesse di Dio per l’eternità: «perchè aspettava la città che
ha fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio» (Ebrei 11:10).
«Per fede Abraamo, messo
alla prova, offrì Isacco e
colui che aveva ricevuto le
promesse offrì il suo
unigenito» (Ebrei 11:17)
Nonostante i suoi errori, Dio si
servì di Abraamo perché questi
desiderava essere usato da Lui.
Dio usò le continue
peregrinazioni di Abraamo
nella terra promessa per
insegnargli importanti lezioni
per la sua crescita
spirituale.
Sichem
(Genesi
12:6-7).
Monte
Moria
(Genesi
22:1-14).
Mamre
(Genesi
18:1, 20-33).
Ubbidisce a Dio e
comprende il
piano divino per
la nostra salvezza.
Intercede davanti a
Dio per Sodoma e
comprende la
misericordia divina.
Confida in Dio
per riscattare
suo nipote e
comprende il
potere divino.
Riceve la promessa che erediterà
Canaan e comprende la sua
missione.
Ebron
(Genesi
13:1814:20).
«Io infatti l'ho scelto, perché ordini ai suoi figli e alla sua casa dopo di lui di
seguire la via dell'Eterno, mettendo in pratica la giustizia e l'equità, perché
l'Eterno possa compiere per Abrahamo ciò che gli ha promesso» (Genesi 18:19)
Le attività missionarie hanno
più successo quando sono
sostenute da una vita familiare
in armonia con i piani di Dio.
Con la sua fede e la sua
ubbidienza Abraamo contagiò i
membri della sua famiglia e i
suoi servi (Genesi 24:12).
«Per fede anche Sara stessa, benché
avesse oltrepassato l'età, ricevette
forza per concepire… perché ritenne
fedele colui che aveva fatto la
promessa… Per fede Isacco benedisse
Giacobbe ed Esaù, riguardo a cose
future» (Ebrei 11:11, 20)
E.G.W. La famiglia cristiana pag. 75
«I genitori devono considerarsi, in un certo
senso, collaboratori di Dio, come Abramo, per
insegnare ai loro figli a camminare nella via
del Signore. Essi devono studiare le Scritture
a fondo e con serietà, per sapere esattamente
qual è la via e indicarla a tutta la famiglia. Il
profeta Michea dichiarò: «O uomo, Egli ti ha
fatto conoscere ciò che è bene; che altro
richiede da te il Signore, se non che tu
pratichi la giustizia, che tu ami la
misericordia e cammini umilmente con il tuo
Dio» (Michea 6:8). Per diventare educatori, i
genitori devono prima essere allievi,
ricercando consigli nella Parola di Dio e
sforzandosi, con il dialogo e l'esempio, di
utilizzarla per l'educazione dei loro figli»
«L’ubbidienza incondizionata di Abraamo fu uno dei
casi più notevoli di fede e fiducia in Dio che si trovano
negli annali sacri. Con la sola promessa che i suoi
discendenti avrebbero posseduto Canaan, senza
certezza alcuna, continuò dove Dio lo portava,
compiendo completamente e sinceramente le
condizioni; sicuro che il Signore avrebbe compiuto
fedelmente la sua parola. Il patriarca andò dove Dio
gli indicò che era suo dovere andare; passò per il
deserto senza paura; visse tra nazioni idolatre, con
l’unico pensiero: “Dio ha parlato; ubbidisco alla sua
voce; Lui mi guiderà e mi proteggerà”.
I messaggeri di Dio, oggi, hanno bisogno della stessa
fede e della stessa fiducia che ebbe Abraamo»
E.G.W. (Testimonianze per la chiesa – vol. 4)
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(Genesi 12:2).