Bolle& balle cinesi Condannata a crescere Costretta a cambiare Se lo sviluppo rallenta Meno crescita più diseguaglianza Come sarà il 2013 in Asia La grande rivincita …ma resta un paese povero La fame di terra La lunga umiliazione La grande rincorsa Le componenti dello sviluppo Table 6.4: Growth Accounts: Contributions of the Sources of Growth (Three-Input Model with Human Capital) Tangible Capital Labor Human Capital Technical Progress 62.85 62.34 56.50 70.16 40.01 31.15 31.38 30.00 36.36 23.37 8.77 6.22 5.77 7.67 7.14 6.47 1.81 2.92 0.00 0.00 0.00 0.00 49.40 59.71 29.08 22.33 38.82 17.37 17.36 37.68 41.24 22.66 14.12 5.70 3.54 1.55 2.23 1.82 1.80 5.15 2.83 4.16 3.44 2.13 0.56 0.86 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 43.30 57.81 (1) Full Sample : 4 NIEs and G-5 Hong Kong South Korea Singapore Taiwan Japan Non-Asian G-5 Countries (2) Full Sample: 4 NIEs, 4 ASEAN, China and G-5 Hong Kong South Korea Singapore Taiwan Indonesia Malaysia Philippines Thailand China Japan Non-Asian G-5 Countries 69.37 75.44 59.36 80.83 77.49 59.48 54.60 73.91 83.75 50.44 37.79 Note: The parameters are taken from Table 6.3. They have been estimated under the restrictions of ciK=0 Spese in R&D in % del pil Figure 8.1: R&D Expenditures as a Percentage of GDP: G-7 Countries, 3 East Asian NIEs and China 3.5 U.S. France Singapore Japan Canada Taiwan W. Germany Italy China U.K. South Korea 3 2.5 Percent 2 1.5 1 0. 5 1963 1964 1965 1966 1967 1968 1969 1970 1971 1972 1973 1974 1975 1976 1977 1978 1979 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 0 Source: Basic Science and Technology Statistics and Science and Technology Statistics, OECD for G-7, national statistical yearbooks for three NIEs and World Development Indicator for China. Refer to the discussion on data in Section 4 for details. Un partito due linee? • • • • • I teorici della divisione individuano una prima corrente che punta ad accorciare le distanze tra ricchi e poveri e nello stesso tempo a mantenere salda la stabilità ad ogni costo: sono i “tuanpai”, uomini che si sono formati nella Lega Giovanile Comunista, come il presidente Hu Jintao e il premier Wen Jiabao. La “Cricca di Shanghai” guidata dal vecchio presidente Jiang Zemin è ncora forte, ma non più dominante. Più liberisti in economia dei “tuanpai”, gli uomini di Shanghai sono in minoranza, ma esercitano ancora un certo potere. Aghi della bilancia sono i “taizi”, i “principi rossi”, vecchie famiglie dell’aristocrazia comunista legati da vincoli di parentela e da esperienze e interessi –anche economici- comuni. Bo Xilai, il leader di Chongqing caduto in rovina, è un “principe rosso” per diritto di nascita, ma ha lanciato un revival maoista difficilmente apprezzato dagli altri “taizi”. Un leader locale sempre più importante come Wang Yang fa parte dei “tuanpai”, ma lascia spazio all’economia di mercato. Xi Jinping, 54 anni, attuale vice-presidente della RPC e vice-presidente della Commissione Militare. Già a capo del Partito a Shanghai e della scuola di partito, è un “principe rosso”, figlio di quel Xi Zhongxun a capo della propaganda che venne imprigionato durante la Rivoluzione Culturale. Xi è emerso come successore di Hu in virtu di un nuovo ordine gerarchico: l’essere indicato come sesto uomo, dopo Hu, Wen e altri tre fedelissimi, ha lanciato Xi verso la presidenza, lasciando a Li Keqiang il ruolo di premier. I nove uomini al comando • Il comitato permanente del politburo del PCC è composto da 9 membri • • • • • • • • Xi Jinping, attuale vice, diventa presidente al posto di Hu Jintao Li Keqiang attuale vice premier, rimpiazza Wen Jiaobao come premier Gli altri cinque saranno: Li Yuanchao, capo dell’organizzazione Wang Qishan, vice premier, avrà in mano l’economia Zhang Dejiang vice premier (rimpiazza Bo Xilai epurato) Yu Zhengsheng, segretario del partito di Shangai Il settimo seggio ancora in bilico tra: Wang Yang, segretario del Guandong (Canton), Xhang Gaoli, segretario di Tianjin, Liu Yunshan capo della propaganda Le nuove scatole cinesi • • • • • Il partito e la comunità locale La terra Il landlord Il palazzinaro Il commerciante - lo shopping mall - i gestori (tutto in famiglia allargata) • Le piccole imprese • I contadini privati • L’economia del villaggio (all’interno) • La banca di stato e quella locale fornisce i capitali • I grandi gruppi energetici di stato • Le grandi industrie gestite da ex capi di partito • Le industrie private (es. l'auto) • Le subfornitrici • Le joint venture • Tra questi soggetti un intreccio di legami politici, familiari, di interessi che riduce il dualismo Affari in salsa agrodolce • • • • • • • • Fare business diventa sempre più difficile e molti delocalizzano in Vietnam o Indonesia per: aumento dei salari, pressione partito, condizioni lavoro, leggi. Essenziale è trovare il partner giusto che abbia le connessioni nella politica locale, nelle banche, sul suo mercato. Il mediatore è una figura fondamentale, impossibile da aggirare. In fabbrica non si lavora senza il consenso di partito e sindacato. La barriera linguistica pone notevoli problemi anche tra nord e sud della Cina, nel Guangzhou si parla cantonese. Hong Kong resta sempre la sponda più importante soprattutto sul piano finanziario, fiscale, dei servizi, ma è la madrepatria che comanda. Le regole sono molte e strette, ma si possono allentare con le conoscenze giuste. Il ruolo essenziale della famiglia vuol dire che gli operai mandano il salario a casa, gli imprenditori piazzano i parenti. La fine dell’armonia? • • • • • • Gli scioperi si moltiplicano per: aumenti salariali – oggi la paga media è di circa 200 dollari ai quali vengono tolti i contributi per mensa e dormitorio. L’orario: 40 ore settimanali ma con lo straordinario di fatto obbligatorio. La ristrutturazione. E’ la vera novità dopo la crisi: molte aziende se ne vanno, in Bangladesh come Boss, in Vietnam (Pepsi), nelle Filippine, in Indonesia. Le multinazionali licenziano e scoppiano le proteste. Scontri sull’uso della terra: come la rivolta nel villaggio di Wukan. Conflitti etnico-religiosi: dal Tibet agli uighuri musulmani. • • • • • • Foxconn (subappaltatrice Apple nello Shenzen), la Citizen, Tesco, Toyota, Honda, l’elenco degli scioperi è lunghissimo, ma trapelano solo i nomi delle multinazionali. I suicidi sono diventati gesti disperati di protesta. Il sindacato ufficiale ACFTU fa da mediatore tra lavoratori e management. Alla Honda nel Guanzhou, più spazio alla base. Un sondaggio dice che solo il 30% dei lavoratori si rivolge al sindacato, un terzo vuole rapporti diretti con il management e un terzo punta sul partito. La grande svolta del prossimo decennio è costruire un welfare state. Cina 2030: le sei modernizzazioni • Il rapporto Cina 2030 è stato elaborato dal FMI insieme al Dipartimento ricerche del Consiglio di Stato, un pensatoio ufficiale. Ed è stato reso pubblico a febbraio. • Contiene un’agenda per il futuro intesa come indicazione al nuovo gruppo dirigente che guiderà il paese nel prossimo decennio. Ecco i punti principali: • 1- stato e mercato: il governo deve favorire la concorrenza • 2- incoraggiare l’innovazione con un sistema aperto di R&D • 3- crescita verde puntando su ambiente e clima • 4- eguaglianza di opportunità per tutti • 5- un sistema fiscale sostenibile • 6- nuove relazioni “reciprocamente benefiche” con il resto del mondo.