La gestione anticipata della tesoreria, l’utilizzo ottimale dei fidi e
la riduzione del rischio di tasso
Trieste, 20 settembre 2011
Paolo Primavera– [email protected]
Maurizio Belli – [email protected]
Milano corso Italia, 13
tel. 02 809500 fax 02 86998634
Padova via G.A. Longhin, 83
tel. 049 8079998 fax 049 772176
Roma piazza della Libertà, 13
tel. 06 32650226 fax 06 36005404
[email protected]
www.fin-innovations.com
INDICE

Le attività della Tesoreria

Il rischio di liquidità

La previsione di cash flow

Il cash management

Il sistema informativo di tesoreria

Il rating

La gestione del debito

Il rischio di interesse
2
Le attività della Tesoreria

La Tesoreria svolge le attività necessarie per controllare e guidare i flussi monetari dell’azienda:

La gestione del rischio di liquidità

La pianificazione finanziaria a breve termine

Il cash management

La gestione del debito

La gestione dei rischi finanziari
3
INDICE

Le attività della Tesoreria

Il rischio di liquidità

La previsione di cash flow

Il cash management

Il sistema informativo di tesoreria

Il rating

La gestione del debito

Il rischio di interesse
4
Il rischio di liquidità

Il rischio di liquidità è il rischio che l’azienda non sia in grado di far fronte ai fabbisogni monetari,
correnti e futuri, oppure possa farlo solo a condizioni economiche penalizzanti. Il rischio di
liquidità può assumere due aspetti:

Profilo economico: costo dei finanziamenti
o Se la composizione delle linee di credito non è coerente con l’attività dell’azienda (p.e.
linee sbf insufficienti rispetto alle riba o alle fatture anticipabili), o se la previsione
finanziaria è carente, può accadere che l’azienda debba sostenere extra costi per
effettuare i pagamenti (p.e. necessità di ricorrere allo scoperto di conto per
l’insufficienza di altre linee o per la mancanza di tempo necessario ad attivarle).

Profilo finanziario: disponibilità dei finanziamenti
o A fronte di andamenti economici negativi, di improvvise circostanze di mercato
sfavorevoli, l’azienda ha difficoltà a procurarsi linee di credito che le consentano di
superare la crisi.
5
La misura dell’esposizione

La quantificazione del rischio è fatta attraverso tre parametri:

Orizzonte temporale
o Breve termine: un esercizio (12 mesi), suddiviso in sottoperiodi mensili,
o Medio termine: 3-5 anni, in linea con i piani economici aziendali.

Fabbisogno
o Dimensione delle uscite, al netto delle entrate, durante il periodo di pianificazione, e sua
dinamica in ogni sottoperiodo (p.e. mese)

Tipo e volume delle linee di credito disponibili
o Linee di credito stabili: finanziamenti e linee di credito confermate di durata almeno
pari all’orizzonte temporale di analisi.
o Linee di credito instabili: fidi in scadenza o revocabili, e finanziamenti in scadenza entro
l’orizzonte temporale considerato, che comportano il rischio di non essere rinnovati.
6
La misura dell’esposizione

La dimensione dell’esposizione

A fronte del fabbisogno finanziario di ogni periodo si rilevano due aspetti quantitativi:
 Il rapporto fra entità delle linee di credito disponibili e fabbisogno di periodo (un rapporto
minore di 1 indica un importo insufficiente di linee di credito)


Quanta parte del fabbisogno è coperta da linee di credito stabili
L’esposizione al rischio di liquidità è data dal futuro fabbisogno non coperto da linee di credito,
ovvero coperto da linee a revoca.
7
I processi e gli strumenti di gestione


I processi necessari alla gestione del rischio di liquidità sono:

La pianificazione finanziaria, per la stima del fabbisogno

Il cash management, per l’utilizzo immediato ed efficiente della liquidità, che riduca il rischio
associato al costo delle risorse

La politica di finanziamento, per la predisposizione di linee di credito stabili di importo
sufficiente almeno per la copertura del fabbisogno permanente:
o finanziamenti a medio-lungo temine
o linee di credito confermate (committed) a medio termine
Poiché i finanziamenti a lungo termine riducono il rischio, ma hanno costi maggiori (tassi e
margini più alti, costi legali e notarili per la stipula dei contratti, commissioni di organizzazione,
commissioni di non utilizzo delle linee), occorre ricercare la combinazione ottimale fra costo e
sicurezza.
8
INDICE

Le attività della Tesoreria

Il rischio di liquidità

La previsione di cash flow

Il cash management

Il sistema informativo di tesoreria

Il rating

La gestione del debito

Il rischio di interesse
9
La previsione di cash flow


La previsione dei flussi di cassa operativi e del saldo banche totale è elaborata con l’obiettivo di:

Controllare se le linee di credito disponibili sono capienti e se le possibilità di utilizzo (p.e.
anticipi sbf, anticipi export, anticipi import ecc.) sono coerenti con il tipo di incassi e
pagamenti.

Preparare l’utilizzo delle linee di credito, o l’investimento della liquidità

Valutare la possibilità, o la necessità, di interventi sui flussi di cassa (prevalentemente sui
pagamenti), ovvero sulle linee di credito (richieste di ampliamento)
Dimensioni temporali

Orizzonte: Fino a 90-120 gg in base ai dati degli scadenziari; il periodo può essere più lungo
se i flussi vengono stimati in base agli ordini.

Frequenza di aggiornamento: abitualmente mensile
10
La previsione di cash flow


Informazioni

Entrate e uscite settimanali/decadali, possibilmente distinte in operative, da investimenti
industriali, da finanziamenti.

Saldo settimanale/decadale complessivo delle banche a breve
Modalità di elaborazione

La fonte principale è data dagli scadenziari clienti e fornitori, eventualmente integrati da una
stima dei ritardi medi di incasso e pagamento. Se il sistema informativo lo consente, le
previsioni vengono elaborate a partire dagli ordini di acquisto e vendita, integrate delle
informazioni sui termini di incasso e pagamento.
11
La previsione di cash flow

La rappresentazione della previsione può essere fatta secondo due criteri
1.
Criterio di prevedibilità dei flussi: grado di certezza degli incassi e grado di rigidità dei
pagamenti (p.e. la date dei pagamenti fiscali richiedono maggiore puntualità rispetto ai pagamenti
ad altre aziende dello stesso gruppo)

Un’elevata prevedibilità dei flussi consente di misurare in anticipo i saldi da finanziare o
investire, quindi favorisce soprattutto la precisione nella gestione del debito o degli impieghi
(importi e durata delle operazioni), ed è funzionale alla scelta delle modalità più convenienti
per costo / rendimento.

E’ una modalità descrittiva utile soprattutto per aziende senza problemi di reperimento di
risorse finanziarie e con un andamento stabile dell’attività.
12
La previsione di cash flow
Mese 1
-5.000
Mese 2
-13.250
Mese 3
-22.620
Incassi Italia
Incassi Gruppo
Totale incassi
20.000
25.000
45.000
18.000
18.700
36.700
12.000
20.000
32.000
IVA
IRPEG
ICI
Stipendi
Fornitori terzi
Fornitori Gruppo
Pagamento interessi
Totale pagamenti
-3.000
-2.000
-4.800
-1.000
-5.000
-30.000
-15.000
-250
-53.250
-5.000
-26.000
-8.000
-270
-46.070
-400
-5.000
-22.000
-7.000
-300
-35.700
Cash flow mensile
-8.250
-9.370
-3.700
Liquidità (debito) finale
-13.250
-22.620
-26.320
Rimborsi finanziamenti
Accensione finanziamenti
-1.500
9.750
-1.500
10.870
-1.500
5.200
Liquidità (debito) iniziale
13
La previsione di cash flow
2.
Criterio di priorità delle uscite: I pagamenti, operativi o finanziari, sono ordinati secondo il grado
di priorità

Si parte dalla liquidità disponibile certa (i depositi di conto corrente) e attesa (gli incassi), a
cui si sottraggono le uscite, suddivise in gruppi secondo la loro priorità (p.e. pagamento di
interessi, rimborsi di finanziamenti bancari e accantonamenti per le rate successive,
pagamenti fiscali e stipendi, fornitori, distribuzioni ai soci) che discendono dagli impegni
contrattuali e operativi.

Questo criterio è utile alle aziende che hanno risorse insufficienti per rispettare tutti gli
impegni; per esempio aziende con debito elevato e senza la possibilità di accendere nuovi
finanziamenti (per cui il rimborso delle rate in scadenza deve necessariamente essere fatto
con risorse proprie) o aziende con afflussi di liquidità scarsi rispetto ai pagamenti da
effettuare (p.e. aziende con fatturato in fase negativa).
14
La previsione di cash flow
Mese 1
-5.000
Mese 2
-13.250
Mese 3
-22.620
2 Incassi Italia
3 Incassi Gruppo
4 Totale incassi
20.000
25.000
45.000
18.000
18.700
36.700
12.000
20.000
32.000
5 Pagamento interessi
6 Rimborsi fin bancari
7 Totale pagamenti a banche
-250
-1.500
-1.750
-270
-1.500
-1.770
-300
-1.500
-1.800
-270
0
0
37.980
21.680
7.580
-3.000
-2.000
-4.800
-1.000
-5.000
-30.000
-15.000
-53.000
-5.000
-26.000
-8.000
-45.800
-400
-5.000
-22.000
-7.000
-35.400
-15.020
-24.120
-27.820
18 Cash flow operativo mensile 4+5+16
-8.250
-9.370
-3.700
19 Cash flow totale mensile
-9.750
-10.870
-5.200
-13.250
-22.620
-26.320
1 Liquidità (debito) iniziale
8 Accanton. interessi mesi succ.
Liquidità disponibile per
9 pagamenti operativi
1+4+7+8
10
11
12
13
14
15
16
IVA
IRPEG
ICI
Stipendi
Fornitori terzi
Fornitori Gruppo
Totale pagamenti operativi
17 Liquidità disponibile
20 Liquidità (debito) finale
9+16
4+5+6+16
15
Il consuntivo del cash flow

Punti critici nell’elaborazione del consuntivo
 Definire le voci della previsione in funzione dei dati disponibili a consuntivo, altrimenti non
è possibile un confronto.

Evitare nelle registrazioni contabili l’uso di causali generiche per incassi, pagamenti,
girofondi e compensazioni di partite (p.e. investimenti):
o Non consente di distinguere i flussi. Il numero e la modalità di utilizzo delle causali
dovrebbero consentire sia di identificare la natura del flusso monetario sia di riconciliare
i dati di budget finanziario.
o Separare i flussi intercompany

Differenze fra data valuta e data contabile banca :
o I saldi banca vanno considerati per data contabile, in particolare le Riba in scadenza a
fine mese vanno ricomprese nei saldi banca di fine mese indipendentemente dalla data
valuta. Gli insoluti vanno considerati per data contabile, quindi nel mese successivo.
16
INDICE

Le attività della Tesoreria

Il rischio di liquidità

La previsione di cash flow

Il cash management

Il sistema informativo di tesoreria

Il rating

La gestione del debito

Il rischio di interesse
17
Il cash management


Il cash management gestisce le entrate e le uscite di moneta, perseguendo tre obiettivi:

Minimizzare il livello del debito: entrate e uscite devono essere coordinate in modo che non
si formino depositi di liquidità inutilizzati in presenza di finanziamenti rimborsabili.

Minimizzare il costo del debito: la composizione per banca gli utilizzi giornalieri delle linee
di credito deve corrispondere al livello minimo possibile degli interessi.

Minimizzare i costi di gestione dei flussi monetari: il percorso bancario di incassi e pagamenti
deve essere impostato in modo da minimizzare le commissioni e i giorni valuta.
Gli obiettivi sono raggiungibili se la gestione è “anticipata”: i flussi di cassa devono essere previsti
prima che si realizzino, al fine di:
 stimare in anticipo i saldi di conto corrente che si stanno formando,
 predisporre i finanziamenti più convenienti.
18
La proiezione dei saldi di conto corrente

La gestione anticipata dei flussi di cassa richiede l’elaborazione giornaliera della proiezione dei
saldi di conto corrente, attraverso la previsione / rilevazione dei incassi e pagamenti in corso.
L’aggiornamento giornaliero della proiezione dei saldi dei conti correnti è finalizzata a utilizzare
immediatamente eventuali depositi per la copertura degli scoperti di conto, in modo da
minimizzare gli interessi passivi.

La prevedibilità dei flussi monetari nel brevissimo termine richiede che la Tesoreria svolga alcune
attività fondamentali:
19
La proiezione dei saldi di conto corrente

Incassi
 Pre-determinare il percorso degli incassi promuovendo Riba e Rid, che danno certezza della
data di incasso, e consentono la registrazione contabile automatica
 Rilevare importi e date valuta dagli avvisi di pagamento dei clienti
 Rilevare gli importi di riba/rid in scadenza
 Chiedere ai clienti maggiori le date e gli importi dei pagamenti
 Ottenere dai venditori l’immediata segnalazione degli assegni versati
 Utilizzare per gli altri incassi, di cui si viene a conoscenza dopo l’accredito, i servizi di
“corporale banking” con i quali le banche trasmettono quotidianamente le operazioni
registrate il giorno precedente

Pagamenti
 Elaborare un calendario mensile per:
o Rilevare le date dei pagamenti a data fissa: versamenti fiscali, stipendi, rate di leasing e
mutui, ecc.
o Definire la frequenza e le date degli altri pagamenti (p.e. ai fornitori), evitando cumuli
con i pagamenti a data fissa e tenendo conto delle previsioni di incasso.
20
La gestione dei conti a “saldo zero”

Per minimizzare gli interessi passivi, il cash management deve essere coordinato con la gestione
del debito: in generale i saldi di conto corrente devono essere prossimi a zero in ogni data valuta.
Infatti, mantenere saldi di conto negativi significa utilizzare una forma di finanziamento più
costosa delle alternative (anticipo salvo buon fine su riba, finexport, denaro caldo ecc.).
Analogamente, mantenere depositi è la forma meno remunerativa di impiego.

Poiché le entrate e le uscite giornaliere allontanano il saldo dal suo livello corretto, è necessario
intervenire per correggerlo con i girofondi (BIR).

Nei casi in cui l’azienda utilizza l’anticipo sbf su conto unico, il saldo obiettivo del conto non è a
livello zero, ma ad un livello negativo, da determinare in base al confronto fra i tassi applicati dalle
varie banche su tali finanziamenti, e alle disponibilità di fido.
21
La Centrale Rischi

La Centrale Rischi è “un sistema informativo sull'indebitamento della clientela delle banche e
degli intermediari finanziari vigilati”.

Ogni intermediario è tenuto a comunicare mensilmente a Banca d’Italia la posizione di rischio di
ciascun cliente (con una soglia minima di Eur 30.000) in essere l’ultimo giorno del mese.
22
La Centrale Rischi

La rilevazione della Centrale Rischi è articolata in cinque sezioni

I crediti per cassa:
o Rischi autoliquidanti: operazioni caratterizzate da una fonte di rimborso predeterminata
– anticipo per operazioni di factoring;
– anticipo s.b.f.;
– anticipo su fatture;
– altri anticipi su effetti e documenti rappresentativi di crediti commerciali;
– sconto di portafoglio commerciale e finanziario indiretto;
– anticipo all'esportazione;
– finanziamento a fronte di cessioni di credito effettuate ai sensi dell'art.1260 c.c.;
– prestiti contro cessione di stipendio;
– operazioni di acquisto di crediti a titolo definitivo
o Rischi a scadenza: operazioni di finanziamento con scadenza fissata contrattualmente e
prive di una fonte di rimborso predeterminata
23
La Centrale Rischi

I crediti per cassa:
o Rischi a revoca: aperture di credito in conto corrente concesse per elasticità di cassa - con
o senza una scadenza prefissata - per le quali l'intermediario si sia riservato la facoltà di
recedere indipendentemente dall’esistenza di una giusta causa
o Finanziamenti a procedura concorsuale
o Sofferenze

I crediti di firma: sono ripartiti in due categorie a seconda che siano connessi ad operazioni
di natura commerciale o finanziaria.

Le garanzie ricevute: le garanzie reali e personali rilasciate agli intermediari a fronte delle
obbligazioni assunte dalla clientela nei loro confronti.

I derivati finanziari: comprendono i contratti derivati negoziati sui mercati over the counter
(c.d. OTC), p.e. swaps, Fra, opzioni. Viene segnalato il fair value negativo per il cliente,.

La sezione informativa raccoglie, tra le altre, informazioni sulle operazioni in pool, sui
finanziamenti autoliquidanti scaduti o insoluti nel corso del mese precedente a quello di
rilevazione, sulle cessioni di credito e sui crediti passati a perdita.
24
La Centrale Rischi

La gestione della Centrale Rischi:

Controllare la propria Centrale Rischi per individuare errori e/o ritardi nelle segnalazioni da
parte degli intermediari e chiederne la correzione.

Dimensionare i fidi a revoca in relazione agli utilizzi dei fidi autoliquidanti e della qualità del
portafoglio. Gli insoluti infatti vengono addebitati nel conto corrente ordinario: nel caso di
fidi a revoca incapienti possono crearsi, anche solo momentaneamente, fortissime tensioni
con conseguenti segnalazioni.

Uno sconfinamento o un insoluto è meno grave su linee a revoca anziché su linee a scadenza.
Pertanto, se non è possibile pagare la rata di un mutuo, è preferibile usare lo scoperto di
conto, pur sconfinando, per saldare la rata.
25
La Centrale Rischi

La gestione della Centrale Rischi:

Evitare sconfinamenti/insoluti per più di 90 giorni consecutivi, anche “spostando”
l’inadempienza da una banca all’altra.

Evitare sconfinamenti continuativi per più di 180 giorni: questo è il limite che distingue un
grave ritardo da un’insolvenza. Tale limite temporale è talmente importante da essere stato
individuato dall'ABI come elemento discriminante nell’accesso alla Moratoria sui debiti delle
PMI 2009-2010.
26
SEPA (Single European Payment Area)

SEPA è una convenzione bancaria, che riguarda i pagamenti in Eur (non in altre divise) nei paesi
UE, Svizzera, Norvegia, Islanda, Monaco, Liechtenstein.

La SEPA definisce uno schema e uno standard tecnico unico in tutti i paesi UE, in sostituzione dei
diversi formati nazionali, per il bonifico e per l’addebito diretto. Lo scopo è di creare un unico
mercato europeo di servizi di pagamento.

L’utilizzo dei sistemi di pagamento SEPA al momento è volontario, e non è stata ancora stabilita la
data per il passaggio obbligatorio.
27
INDICE

Le attività della Tesoreria

Il rischio di liquidità

La previsione di cash flow

Il cash management

Il sistema informativo di tesoreria

Il rating

La gestione del debito

Il rischio di interesse
28
Il sistema informativo di tesoreria

La gestione di tesoreria è spesso supportata da applicazioni in Excel, che offrono principalmente
due vantaggi:
 semplicità d’uso
 costo limitato

D’altra parte l’uso di Excel comporta rilevanti svantaggi:
 elevata manualità: viene assorbito più tempo dall’elaborazione dei dati che dalla loro analisi
 difficoltà / impossibilità di gestire i saldi di conto corrente per data valuta
 rischio di errori e di perdita di dati
 necessità di doppio caricamento dei dati del remote banking (in Excel e in contabilità)
 assenza delle più importanti funzioni di gestione finanziaria e amministrativa, di previsione e
di reporting
29
Il sistema informativo di tesoreria
Mercato
Sistema
Sistema
Sistema
finanziario
tesoreria
contabile
gestionale
Conti correnti
Flussi
Banche
Remote Banking
Finanziamenti
Effetti
Contabilità Generale
contabili
Presentazi
one
Ordini
Contabilità Clienti
Produzione
Effetti
Pagamento
Disposizioni
fornitori
di pagamento
Pianificazione
Flussi di
finanziaria
previsio
ne
Contabilità Fornitori
Fatturazione.
….
…...
30
Il sistema informativo di tesoreria

Il sistema informativo di tesoreria è un software specializzato, articolato in moduli, che aumenta
l’efficacia della gestione di tesoreria e svolge numerose attività di supporto:

Funzioni di gestione finanziaria

Funzioni di pianificazione e simulazione

Funzioni di gestione amministrativa

Reporting e analisi della performance
31
Il sistema informativo di tesoreria

Funzioni di gestione finanziaria

Aggiornamento automatico dei saldi di c/c per data valuta con le operazioni provenienti dal
remote banking

Inserimento di movimenti provvisori per incassi e pagamenti programmati

Proposta di girofondi fra i conti correnti per l’ottimizzazione di costi e utilizzi delle linee

Canalizzazione delle disposizioni di incasso e pagamento in base ai costi, ovvero a regole
determinate dal tesoriere

Controllo dell’utilizzo dei fidi per la Centrale Rischi

Database unico per tutti i rapporti bancari e finanziari (conti correnti, finanziamenti per cassa
e leasing, crediti di firma)
32
Il sistema informativo di tesoreria

Funzioni di pianificazione e simulazione

Elaborazione del budget di tesoreria annuale

Elaborazione delle previsioni trimestrali dei flussi di cassa

Proiezioni dei saldi di tesoreria

Simulazioni e confronti sul costo effettivo dei finanziamenti
33
Il sistema informativo di tesoreria

Funzioni di gestione amministrativa

Registrazione automatica delle operazioni del CBI

Trasmissione automatica delle operazioni in contabilità

Calcolo automatico degli interessi, dei ratei e delle competenze di chiusura

Controllo automatico e sistematico delle condizioni bancarie

Riconciliazione automatica degli estratti conto bancari con le operazioni registrate nel sistema
di tesoreria.
34
Il sistema informativo di tesoreria

Reporting e analisi della performance

Statistiche di lavoro bancario: numero e importi delle transazioni con ogni banca; importi dei
costi e degli interessi pagati ad ogni banca. La consapevolezza del ricavo che l’azienda
rappresenta per la banca è il primo passo per una migliore negoziazione.

Calcolo del costo medio del debito

Analisi degli sconfini
35
INDICE

Le attività della Tesoreria

Il rischio di liquidità

La previsione di cash flow

Il cash management

Il sistema informativo di tesoreria

Il rating

La gestione del debito

Il rischio di interesse
36
Il rating

E’ una valutazione sulla capacità del debitore di adempiere ai propri obblighi contrattuali: pagare
gli interessi e rimborsare il capitale.

A seguito delle norme di Basilea II il rating è divenuto l’elemento centrale del rapporto con gli
intermediari finanziari.

Il rating viene attribuito sulla base di più indicatori, ognuno dei quali concorre con un suo peso
alla determinazione del giudizio di sintesi finale




Dati di bilancio
Dati andamentali (sul rapporto banca-impresa)
Informazioni qualitative sull’impresa
Informazioni sulle prospettive del settore in cui opera l’azienda
37
Il rating

Gli utilizzi del rating sono molteplici:

Calcolo del rating consuntivo, per identificare eventuali aree critiche della gestione, come
evidenziate dagli indici di bilancio utilizzati per il calcolo

Calcolo del rating preventivo, per valutare gli effetti e la sostenibilità dei progetti di sviluppo
(nuovi investimenti ecc.)

Calcolo del rating di clienti o gruppi di clienti rilevanti (e di fornitori strategici).
38
Il rating: un esempio di applicazione aziendale

Il modello di Moody’s RiskCalc3.1 Italy esprime, in base ad alcuni indici di bilancio e al confronto
del loro livello con quello di un campione di circa 500.000 bilanci di 116.000 aziende, tre risultati:

La probabilità di default (PD), ossia la probabilità che entro un anno (dai dati utilizzati) il
debitore non adempia ai propri obblighi contrattuali.

Il percentile della PD, che segnala la posizione dell’azienda all’interno del campione di
imprese di riferimento. Ad esempio un percentile PD di 20 indica che l’80% delle aziende del
campione ha una PD maggiore e quindi una peggiore affidabilità creditizia. Pertanto quanto
più alto è il percentile nella scala da 0 a 100, peggiore è il posizionamento dell’azienda

Il rating di bilancio: ad ogni intervallo di PD viene assegnata una classe di rating, che
esprime un giudizio sintetico qualitativo
39
Il rating: un esempio di applicazione aziendale

Le voci di bilancio per il calcolo del rating
STATO PATRIMONIALE
2009
2010
56
297
Voci Bilancio UE
C. IV
1
Disponibilità liquide
2
Totale dei crediti esigibili entro 1 anno
6.804
6.764
C. II - CREDITI OLTRE
3
Attivo circolante
11.286
11.683
C
4
Immobilizzazioni immateriali
596
670
5
Totale attivo
13.820
14.053
A+B+C+D
6
Totale passivo esigibile entro 1 anno
8.982
9.642
D - DEBITI OLTRE
7
Patrimonio netto
2.653
2.862
A
B. I
CONTO ECONOMICO
8
Ricavi
21.839
20.577
A. I
9
Valore totale della produzione
22.008
20.421
A
10 Costi ed oneri di produzione
21.242
19.724
B
11 Proventi ed oneri finanziari
-209
-165
C
12 Spesa per interessi
213
175
C. 17
13 Ammortamento delle immobilizzazioni materiali
181
176
B. 10. b
14 Ammortamento delle immobilizzazioni immateriali
136
154
B. 10. a
15 Imposte annuali sul reddito
320
319
22
16 Risultato al netto delle imposte
302
210
23
40
Il rating: un esempio di applicazione aziendale

Rating e Probabilità d’insolvenza
RISKCALC™ ITALY 3.1
PD 1
anno
Percentile
Profilo di
rischio
PD
0% - 0,0185%
0,0186% - 0,0308%
Sicurezza
0,0309% - 0,0514%
0,0515% - 0,0857%
0,0858% - 0,1428%
0,1429% - 0,1785%
Solvibilità
0,1786% - 0,2231%
0,2232% - 0,2789%
0,2790% - 0,4290%
0,4291% - 0,6600%
Vulnerabilità
0,6601% - 1,1000%
1,1001% - 1,6500%
Vulnerabilità
1,6501% - 2,4750%
Elevata
2,4751% - 3,7125%
3,7126% - 5,5688%
Rischio
5,5689% - 8,3531%
Rischio molto
8,3532% - 100%
elevato
2009
cons.
2010
cons.
0,32%
0,31%
20,24
19,54
Classi
Aaa
Aa1
Aa2
Aa3
A1
A2
A3
Baa1
Baa2
Baa3
Ba1
Ba2
Ba3
B1
B2
B3
Caa - C
41
Il rating: un esempio di applicazione aziendale

Indici di bilancio 2009 - Valori e percentili
INDICI DI BILANCIO 2009
Valore
(Capitale proprio - Immobilizzazioni Immateriali) / (Attivo - Immobilizzazioni Immateriali)
Percentile
15,56%
57,31%
410,33%
64,00%
Oneri finanziari/ Vendite
0,98%
36,28%
Crescita delle vendite
2,11%
46,31%
(Utile netto + Imposte) / Attivo
4,50%
67,06%
Liquidità / Attivo circolante
0,50%
24,69%
125,65%
69,42%
4,05%
72,64%
(Risultato ante Gest.Straord. + Ammortamenti) / Interessi passivi
Attivo circolante / Passività a breve
Variazione nel rapporto Crediti a breve / Ricavi
critico
sotto la media
sopra la media
buono
42
Il rating: un esempio di applicazione aziendale

Indici di bilancio 2010 - Valori e percentili
INDICI DI BILANCIO 2010
Valore
(Capitale proprio - Immobilizzazioni Immateriali) / (Attivo - Immobilizzazioni Immateriali)
Percentile
16,38%
58,98%
492,57%
67,88%
Oneri finanziari/ Vendite
0,85%
32,95%
Crescita delle vendite
-5,78%
28,14%
(Utile netto + Imposte) / Attivo
3,76%
62,22%
Liquidità / Attivo circolante
2,54%
45,34%
121,17%
65,83%
1,72%
60,55%
(Risultato ante Gest.Straord. + Ammortamenti) / Interessi passivi
Attivo circolante / Passività a breve
Variazione nel rapporto Crediti a breve / Ricavi
critico
sotto la media
sopra la media
buono
43
Indici di bilancio: confronto 2009 - 2010 (1/3)

I dati del 2010 confermano la classe di rating Baa2. La PD, pari allo 0,31%, è leggermente diminuita
rispetto ai dati del 2009 (PD pari allo 0,32%), quindi migliora il posizionamento dell’ azienda
rispetto al campione del modello statistico

Indici patrimoniali:
 L’indice (Patrimonio netto - immobilizzazioni immateriali) / Attivo tangibile conferma un
leggero incremento della patrimonializzazione dell’azienda nel 2010, che migliora rispetto al
2009.

L’indice Attivo Circolante / Passività a Breve diminuisce dal 2009 al 2010 per un leggero aumento
dell’attivo a breve

La variazione del saldo dei crediti a breve rispetto ai ricavi nei dati del 2010 migliora rispetto al
2009 a causa del decremento dei crediti a breve del 17,4%.
44
Indici di bilancio: confronto 2009 - 2010 (2/3)

Indici economici e di redditività:
•
La crescita delle vendite è peggiorata passando da + 2,11% nel 2009 a - 5,78% nel 2010
(Fatturato 2009 = 21,84 mln di euro; Fatturato 2010 = 20,58 mln di euro)
•
Il rapporto fra utile ante imposte e attivo peggiora rispetto al 2009 sia per effetto di un minor
utile ante imposte nel 2010 (529 mila euro rispetto ai 622 mila del 2009), sia per l’incremento
del totale delle attività.
•
Il rapporto (Risultato ante gestione straordinaria + ammortamenti/ interessi passivi)
beneficia della migliore redditività operativa e, allo stesso tempo, di interessi passivi 2010
inferiori al 2009.
•
L’incidenza degli interessi passivi sulle vendite diminuisce per le cause già illustrate.
45
Indici di bilancio: confronto 2009 - 2010 (3/3)
INDICI DI BILANCIO
TREND NEL BIENNIO 2009-2010
consuntivo '09
Val
Perc
(Capitale proprio - Immobilizzazioni Immateriali) / (Attivo - Immobilizzazioni Immateriali)
15,56%
57,31%
16,38%
58,98%
410,33%
64,00%
492,57%
67,88%
Oneri finanziari/ Vendite
0,98%
36,28%
0,85%
32,95%
Crescita delle vendite
2,11%
46,31%
-5,78%
28,14%
(Utile netto + Imposte) / Attivo
4,50%
67,06%
3,76%
62,22%
Liquidità / Attivo circolante
0,50%
24,69%
2,54%
45,34%
125,65%
69,42%
121,17%
65,83%
4,05%
72,54%
1,72%
60,55%
(Risultato ante Gest.Straord. + Ammortamenti) / Interessi passivi
Attivo circolante / Passività a breve
Variazione nel rapporto Crediti a breve / Ricavi
Trend molto positivo
Trend positivo
Trend stabile
Trend negativo
consuntivo '10
Val
Perc
TREND
09/10
Trend molto negativo
46
Analisi impatto valutazione rimanenze
STATO PATRIMONIALE
1
Disponibilità liquide
2
2010
2010 VR* Voci Bilancio UE
297
297
C. IV
Totale dei crediti esigibili entro 1 anno
6.764
6.764
C. II - CREDITI OLTRE
3
Attivo circolante
11.683
11.329
C
4
Immobilizzazioni immateriali
670
670
5
Totale attivo
14.053
13.698
A+B+C+D
6
Totale passivo esigibile entro 1 anno
9.642
9.528
D - DEBITI OLTRE
7
Patrimonio netto
2.862
2.621
A
B. I
CONTO ECONOMICO
8
Ricavi
20.577
20.577
A. I
9
Valore totale della produzione
20.421
20.340
A
10 Costi ed oneri di produzione
19.724
19.998
B
11 Proventi ed oneri finanziari
-165
-165
C
12 Spesa per interessi
175
175
C. 17
13 Ammortamento delle immobilizzazioni materiali
176
176
B. 10. b
14 Ammortamento delle immobilizzazioni immateriali
154
154
B. 10. a
15 Imposte annuali sul reddito
319
205
22
16 Risultato al netto delle imposte
210
-31
23
2010 VR*: lo scenario ipotizza un incremento negativo delle variazioni delle rimanenze
che da -387 mila euro del bilancio definitivo, vengono portate a -468 mila euro.
47
Analisi impatto valutazione rimanenze
RISKCALC™ ITALY 3.1
PD 1
anno
Percentile
Profilo di
rischio
PD
0% - 0,0185%
0,0186% - 0,0308%
Sicurezza
0,0309% - 0,0514%
0,0515% - 0,0857%
0,0858% - 0,1428%
0,1429% - 0,1785%
Solvibilità
0,1786% - 0,2231%
0,2232% - 0,2789%
0,2790% - 0,4290%
0,4291% - 0,6600%
Vulnerabilità
0,6601% - 1,1000%
1,1001% - 1,6500%
Vulnerabilità
1,6501% - 2,4750%
Elevata
2,4751% - 3,7125%
3,7126% - 5,5688%
Rischio
5,5689% - 8,3531%
Rischio molto
8,3532% - 100%
elevato
2010
cons.
2010
VR
0,32%
0,45%
20,24
30,32
Classi
Aaa
Aa1
Aa2
Aa3
A1
A2
A3
Baa1
Baa2
Baa3
Ba1
Ba2
Ba3
B1
B2
B3
Caa - C
48
Analisi impatto valutazione rimanenze
INDICI DI BILANCIO
TREND NEL BIENNIO 2009-2010
consuntivo '10
Val
Perc
2010 VR
Val
Perc
(Capitale proprio - Immobilizzazioni Immateriali) / (Attivo - Immobilizzazioni Immateriali)
16,38%
58,98%
14,98%
56,11%
492,57%
67,88%
289,71%
55,92%
Oneri finanziari/ Vendite
0,85%
32,95%
0,85%
32,95%
Crescita delle vendite
-5,78%
28,14%
-5,78%
28,14%
(Utile netto + Imposte) / Attivo
3,76%
62,22%
1,27%
36,08%
Liquidità / Attivo circolante
2,54%
45,34%
2,62%
45,86%
121,17%
65,83%
118,90%
63,77%
1,72%
60,55%
1,72%
60,55%
(Risultato ante Gest.Straord. + Ammortamenti) / Interessi passivi
Attivo circolante / Passività a breve
Variazione nel rapporto Crediti a breve / Ricavi
Trend molto positivo
Trend positivo
Trend stabile
Trend negativo
VARIAZIONE
Trend molto negativo
49
Analisi impatto valutazione rimanenze: PD
sensitivity
Posizionamento dell’indice rispetto al
campione
2010
0%
20%
40%
2010 VR
60%
80%
59%
68%
33%
100%
Indici di Bilancio
45%
61%
60%
Copertura del
debito
56%
Redditività
Liquidità
66%
40%
56%
Crescita
62%
20%
Leverage
Costo del debito
28%
0%
Equilibrio a breve
Gestione dei Crediti
80%
100%
33%
28%
36%
46%
64%
61%
50
INDICE

Le attività della Tesoreria

Il rischio di liquidità

La previsione di cash flow

Il cash management

Il sistema informativo di tesoreria

Il rating

La gestione del debito

Il rischio di interesse
51
La gestione del debito

Poiché la scelta dei finanziamenti è una componente della gestione del rischio di liquidità, la loro
composizione deve:
 assicurare la disponibilità di denaro nei tempi e nei volumi necessari
 mantenere una riserva di linee di credito disponibili, in caso di imprevisti
 mantenere un costo sostenibile

La certezza circa la disponibilità di liquidità guida la scelta della composizione dei finanziamenti
per durata:

i fabbisogni duraturi, quelli derivanti dagli investimenti e dal livello minimo del capitale
circolante, richiedono finanziamenti a medio-lungo termine

la parte variabile del fabbisogno, legata alla parte variabile del capitale circolante, può essere
finanziata con linee di breve termine.
52
I finanziamenti a medio termine

Le principali forme tecniche di finanziamenti a medio e lungo termine sono:
 Mutui ipotecari
 Mutui chirografari
 Leasing

Questi finanziamenti sono una componente fondamentale della gestione del rischio di liquidità:

I finanziamenti garantiti da attivi aziendali (beni immobili o macchinari) danno maggiore
facilità di accesso al credito, maggiore durata e minori costi rispetto a finanziamenti non
garantiti;

In generale i finanziamenti a medio-lungo termine costituiscono fonti di finanziamento
stabili, non revocabili a discrezione della banca.
53
I finanziamenti a medio termine : la scadenza
ottimale

Nel definire le esigenze di funding aziendale in termini di capitale di debito si può identificare la
quota di fonti a medio lungo-termine facendo ricorso ad alcuni indici di struttura patrimoniale
Italia
Soglia di
attenzione
Riferimenti
teorici
Buono
Quick test ratio
>=1
0,70-0,80
0,50-0,70
<0,33
Current test ratio
>=2
1,60-1,70
1,60-1,25
<1,00
Squilibrio!

Il passo successivo è identificare la scadenza del debito a medio termine che consente di
mantenere l’azienda in equilibrio finanziario

Un’ impresa è in equilibrio finanziario quando l’autofinanziamento + eventuali aumenti di
capitale sociale sono in grado di coprire il fabbisogno per investimenti e la differenza (se
negativa) fra erogazioni e rimborsi dei finanziamenti a medio – lungo termine,

da cui deriva che le forme tecniche di finanziamento a breve termine dovrebbero coprire solo gli
impieghi dovuti all’aumento del capitale circolante netto.
54
I finanziamenti a medio termine

Un’argomentazione talvolta utilizzata per spiegare lo scarso o nullo ricorso ai finanziamenti a
medio termine è che il loro costo è maggiore di quello dei finanziamenti a breve termine. In realtà
il confronto è improprio per due ragioni:

Il finanziamento a medio termine, a differenza delle linee a breve termine non può, come già
indicato, essere revocato discrezionalmente.

Il rischio per la banca di un finanziamento a medio lungo termine è maggiore proprio per la
maggior durata.
55
I finanziamenti a breve termine

Le principali forme di finanziamento a breve termine sono:
 Gli anticipi su crediti sbf, anticipo fatture, anticipo export
 Il factoring pro solvendo e pro soluto
 I finanziamenti di denaro caldo
 Lo scoperto di conto corrente

I finanziamenti dei primi due gruppi servono a smobilizzare i crediti commerciali e hanno la
caratteristica di essere autoliquidabili, ossia il loro rimborso è fatto con liquidità proveniente da un
terzo, il cliente.
Per questa ragione sono preferiti dalle banche rispetto alle altre forme di finanziamento e sono più
efficaci nella gestione del rischio di liquidità.

56
Le garanzie

L’importanza delle garanzie per la banca risiede nel fatto che possono ridurre la perdita in caso di
insolvenza del debitore.

Le norme di Basilea II definiscono i requisiti che devono avere le garanzie per determinare una
riduzione del rischio di credito ai fine del calcolo dei coefficienti patrimoniali delle banche.

Solo le garanzie che rispettano tali requisiti sono uno strumento per accedere al credito ottenendo
costi inferiori.

Queste garanzie sono specificamente elencate dalla normativa e di seguito vengono indicate le
principali.
57
Le garanzie

Garanzie reali

Definizione
o Vincoli su beni reali (immobili, mobili, crediti)

Principali tipi di garanzie
o Ipoteche immobiliari e operazioni di leasing immobiliare
o Garanzie reali finanziarie (titoli di debito ammissibili, depositi in contante, oro ecc.)
o Cessioni di crediti e pegno su crediti, solo per le banche che usano il metodo di rating
interno
o Accordi quadro di compensazione (p.e. nei contratti di pronti contro termine)
o Compensazione delle poste in bilancio (ma solo i saldi in contante relativi a depositi e
impieghi esempio)
o Polizze di assicurazione vita (a determinate condizioni)
58
Le garanzie

Garanzie personali

Definizione
o Fideiussione di terzi

Principali tipi di garanzie
o Garanzie prestate dai soggetti che:
– Appartengano all’elenco dei soggetti ammessi: amministrazioni centrali, di enti
del settore pubblico, di banche, imprese con un determinato rating (almeno A-)
(p.e. assicurazioni e Confidi) (sono quindi escluse le persone fisiche)
– Abbiano un rating superiore a quello del soggetto garantito
o Derivati su crediti (credit default swap)
59
Il peso delle garanzie (1/2)

In condizioni di mercato particolarmente incerte, la politica delle garanzie deve essere in grado di
garantire l’accesso al credito in ogni situazione.

Ne derivano le seguenti indicazioni:



Garanzie Terzi: ove disponibili utilizzare le garanzie prestate da Confidi e Banche di
Garanzia. In particolare, in quei settori da cui le Banche tendono ad “uscire” .
Garanzie Reali: Ipoteche e/o Pegni non devono essere considerati solo come mezzi per
ridurre i costi dei finanziamenti, ma anche come strumenti di “riserva” in grado di dare
accesso al credito in caso di situazioni particolarmente “critiche”.
In generale, è sempre importante valutare il costo opportunità fra l’aumento di Capitale
Proprio e il rilascio di Garanzie Reali
60
Il peso delle garanzie (2/2)



La politica delle garanzie deve considerare che:
 non tutte le garanzie soddisfano i criteri di Basilea 2 = ASSORBIMENTI PATRIMONIALI


Per quanto riguarda le garanzie personali, il garante deve essere dotato di rating pari ad AQuesto rende meno interessanti le garanzie rilasciate da persone fisiche.

Non tutte le banche sono in grado di valorizzare appropriatamente le garanzie ricevute

Particolarmente interessanti per le PMI sono
o Il fondo di garanzia per le PMI gestito da Mediocredito Centrale;
o le garanzie rilasciate dai Confidi [se dotati di rating adeguato].
o le garanzie finanziarie erogate da Sace:
– per favorire l’internazionalizzazione delle PMI
– in relazione ai finanziamenti erogati mediate i fondi della Cassa Depositi e Prestiti
Le garanzie reali devono presentare una bassa correlazione con l’esposizione sottostante.
Per esempio, non vi è correlazione se l’immobile ipotecato dalla immobiliare nell’interesse della
operativa è concesso in locazione a terzi; vi è invece correlazione nel caso di pegno su azioni
emesse dalla società debitrice. .
61
Finanziamenti a m-l termine: incidenza delle
garanzie
62
Finanziamenti a revoca: incidenza delle garanzie
63
INDICE

Le attività della Tesoreria

Il rischio di liquidità

La previsione di cash flow

Il cash management

Il sistema informativo di tesoreria

Il rating

La gestione del debito

Il rischio di interesse
64
Il rischio di interesse

L’esposizione al rischio di interesse :
 E’ costituita dal valore degli interessi che matureranno sul debito corrente in un dato periodo,
in base ai futuri tassi di interesse.

L’obiettivo della gestione del rischio
 Minimizzare gli effetti delle oscillazioni dei tassi di interesse sul livello degli interessi.
65
Componenti dell’esposizione

Orizzonte temporale
 L’orizzonte può essere di breve termine, 12 mesi; oppure di medio termine: 3-5 anni, in linea
con i piani economici aziendali.

Debito finanziario
 I finanziamenti che compongono il debito devono essere distinti in operazioni sensibili o non
sensibili ai tassi. Le prime prevedono una revisione del tasso entro l’orizzonte temporale
dell’analisi, le altre hanno un tasso fisso per l’intero periodo considerato, quindi gli interessi
che generano non dipendono dai tassi futuri.

Operazioni in strumenti derivati
 Acquisti e vendite di strumenti derivati sono fatti a scopo di copertura; quindi devono essere
inclusi nella misurazione per evidenziarne gli effetti.

Tassi di interesse
 I tassi rilevanti non sono quelli certi, già applicati alle operazioni correnti, bensì quelli futuri,
che saranno applicati alle operazioni future (rinnovi di finanziamenti, rate di mutui e leasing
a tasso variabile, interest rate swaps ecc.).
66
Strumenti di copertura

Uno strumento di copertura è tale se i suoi flussi finanziari compensano i flussi finanziari
derivanti dalla posizione da coprire (p.e. i finanziamenti).

I principali strumenti finanziari di copertura del rischio di tasso sono due:

Interest rate swap, per trasformare un finanziamento a tasso variabile in uno a tasso fisso, o
viceversa

Opzioni, per fissare un tetto al costo massimo di un finanziamento, oppure un livello minimo
sul rendimento della liquidità
67
Interest rate swap
E’ il contratto in cui due parti (p.e. azienda e banca) stabiliscono di scambiarsi pagamenti di
interessi secondo parametri prestabiliti: in base ad un prescelto capitale nozionale una parte paga
all'altra interessi legati a un tasso fisso e riceve interessi legati a un tasso variabile (Euribor).

In genere gli interessi calcolati sul tasso fisso sono pagati alla fine di ogni anno, in base alla
convenzione 30/360; gli interessi calcolati sul tasso variabile sono pagati ogni sei mesi, il tasso
utilizzato è l’Euribor, quindi la convenzione è 365/360. La durata può essere da 1 a 30 anni

Con l’IRS è possibile trasformare interessi a tasso variabile in interessi a tasso fisso e viceversa, nel
medio – lungo termine. L’azienda determina quanta parte di debito vuole avere a tasso fisso e
quanta a tasso variabile, quindi negozia un IRS per ottenere la composizione desiderata.
tassi

Euribor
Tasso IRS
tempo
68
Interest rate swap
La banca paga all’azienda il tasso variabile
AZIENDA
NOZIONALE del Derivato
BANCA
L’azienda paga alla banca il tasso fisso IRS
L’azienda paga il tasso variabile + spread sul finanziamento
NOZIONALE del Finanziamento (debito
in essere)
BANCA
69
Interest rate swap: esempio
Orizzonte temporale: 3 anni
Data di inizio:
30/10/2011
Scadenza:
30/10/2012
Nozionale:
1.000.000 euro
Azienda riceve:
Euribor 6m (Act/360)
Azienda paga:
2,10% (Act/360)
Rilevazione:
Semestrale
Pagamento:
Semestrale
Rif Euribor 6m:
1,74%
Orizzonte temporale: 5 anni
Data di inizio:
30/10/2011
Scadenza:
30/10/2014
Nozionale:
1.000.000 euro
Azienda riceve:
Euribor 6m (Act/360)
Azienda paga:
2,50% (Act/360)
Rilevazione:
Semestrale
Pagamento:
Semestrale
Rif Euribor 6m:
1,74%
70
Esempio: copertura di un finanziamento con IRS
(1/3)

Alfa ha un finanziamento a tasso variabile (tasso Euribor 12 mesi) con rate annuali e durata 5 anni
FINANZIAMENTO A TASSO VARIABILE
Anno
1°
2°
3°
4°
5°

Debito residuo Tasso Variabile Oneri Finanziari
5.000.000
4,73%
236.500
5.000.000
?
?
5.000.000
?
?
5.000.000
?
?
5.000.000
?
?
Totale OF
?
Gli oneri finanziari non
sono programmabili
Beta ha un finanziamento a tasso fisso 4,70% con rate annuali e durata 5 anni
FINANZIAMENTO A TASSO FISSO
Anno
1°
2°
3°
4°
5°
Debito residuo Tasso Variabile
5.000.000
4,80%
5.000.000
4,80%
5.000.000
4,80%
5.000.000
4,80%
5.000.000
4,80%
Totale OF
Oneri Finanziari
240.000
240.000
240.000
240.000
240.000
1.200.000
Gli oneri finanziari sono
certi
71
Esempio: copertura di un finanziamento con IRS
(2/3)

L’Azienda Alfa decide di rendere certi i propri oneri finanziari entrando in un’operazione di IRS
dove paga il tasso fisso del 4,80% e riceve il tasso Euribor 12 mesi

Risultato della copertura in caso di stabilità dei tassi di interesse
Scenario di stabilità
FINANZIAMENTO A TASSO VARIABILE
Anno Debito residuo Tasso Variabile
1°
5.000.000
4,73%
2°
5.000.000
4,73%
3°
5.000.000
4,73%
4°
5.000.000
4,73%
5°
5.000.000
4,73%
Oneri Finanziari
236.500
236.500
236.500
236.500
236.500
Totale OF -
Andamento
dei tassi nel
tempo
INTEREST RATE SWAP
Azienda paga Azienda Incassa
TASSO IRS Tasso Variabile Nozionale IRS
4,80%
4,73%
5.000.000
4,80%
4,73%
5.000.000
4,80%
4,73%
5.000.000
4,80%
4,73%
5.000.000
4,80%
4,73%
5.000.000
1.182.500
Differenza tra i tassi
di mercato ed il
tasso IRS
-
Totale Flussi IRS -
Diff.Inc/Pag
3.500
3.500
3.500
3.500
3.500
Totale OF +
IRS
-
240.000
240.000
240.000
240.000
240.000
17.500 - 1.200.000
Oneri complessivi
del finanziamento
72
Esempio: copertura di un finanziamento con IRS
(3/3)

Risultato della copertura nel caso di rialzo dei tassi
Scenario di rialzo
FINANZIAMENTO A TASSO VARIABILE
Anno Debito residuo Tasso Variabile
4,73%
5.000.000
1°
5,23%
5.000.000
2°
5,73%
5.000.000
3°
6,23%
5.000.000
4°
6,73%
5.000.000
5°
Oneri Finanziari
236.500
261.500
286.500
311.500
336.500
-
Totale OF -

INTEREST RATE SWAP
Totale OF +
Azienda paga Azienda Incassa
IRS
TASSO IRS Tasso Variabile Nozionale IRS Diff.Inc/Pag
3.500 - 240.000
5.000.000 4,73%
4,80%
21.500 - 240.000
5.000.000
5,23%
4,80%
46.500 - 240.000
5.000.000
5,73%
4,80%
71.500 - 240.000
5.000.000
6,23%
4,80%
96.500 - 240.000
5.000.000
6,73%
4,80%
232.500 - 1.200.000
Totale Flussi IRS
1.432.500
Risultato della copertura nel caso di diminuzione dei tassi
Scenario di ribasso
FINANZIAMENTO A TASSO VARIABILE
Anno Debito residuo Tasso Variabile
1°
5.000.000
4,73%
2°
5.000.000
4,23%
3°
5.000.000
3,73%
4°
5.000.000
3,23%
5°
5.000.000
2,73%
Oneri Finanziari
236.500
211.500
186.500
161.500
136.500
Totale OF -
932.500
INTEREST RATE SWAP
Azienda paga Azienda Incassa
TASSO IRS Tasso Variabile Nozionale IRS
4,80%
4,73%
5.000.000
4,80%
4,23%
5.000.000
4,80%
3,73%
5.000.000
4,80%
3,23%
5.000.000
4,80%
2,73%
5.000.000
-
Totale Flussi IRS -
Diff.Inc/Pag
3.500
28.500
53.500
78.500
103.500
Totale OF +
IRS
-
240.000
240.000
240.000
240.000
240.000
267.500 - 1.200.000
73
Acquisto Opzione Cap


Il Cap è un opzione che prevede il diritto per l’acquirente a vedersi riconosciuto il differenziale tra
un parametro predefinito (es. Euribor 3 mesi) ed un determinato livello (Tasso Cap).
A fronte di questo diritto l’acquirente deve corrispondere il pagamento anticipato di un
ammontare (Premio) a favore del venditore
Ad ogni scadenza definita (trimestrale-semestrale-annuale) la Banca rileva il tasso variabile e lo
confronta con il tasso Cap. Se il tasso variabile è superiore al tasso Cap, la Banca accredita al
cliente la differenza fra i due tassi (Tasso Variabile - Tasso Cap), viceversa, se è inferiore, non ci
sono movimenti finanziari
Euribor
Tasso cap
tassi

Euribor
tempo
74
Acquisto Opzione Cap: Schema flussi
La banca paga all’azienda il differenziale fra il
Tasso Euribor e il tasso CAP
AZIENDA
se
Eur<>
Eur
CAP
Barriera
NOZIONALE del Derivato
BANCA
L’azienda paga alla banca un Premio unico “anticipato” in
relazione alla durata del contratto e al livello CAP di copertura
L’azienda paga il tasso variabile + spread sul
finanziamento
NOZIONALE del Finanziamento (debito in essere)
BANCA
75
Acquisto Opzione Cap: Esempio condizioni
Orizzonte temporale: 3 anni
Orizzonte temporale: 5 anni
Data di inizio:
Scadenza:
Nozionale:
Parametro di riferimento:
Tasso CAP:
30/10/2011
30/10/2012
1.000.000 Euro
Euribor 6m
2,30%
Data di inizio:
Scadenza:
Nozionale:
Parametro di riferimento:
Tasso CAP:
30/10/2011
30/10/2014
1.000.000 Euro
Euribor 6m
2,90%
Rilevazione:
Pagamento:
Base:
Semestrale
Semestrale
Act/360
Rilevazione:
Pagamento:
Base:
Semestrale
Semestrale
Act/360
Rif.Euribor 6m:
Premio:
1,74%
12.000 Euro
Rif.Euribor 6m:
Premio:
1,74%
20.000 Euro
76
Zero Cost Collar


Questa strategia consente, tramite l’acquisto di una struttura Cap e la contemporanea vendita di
strutture Floor di pari valore, di creare un corridoio in modo tale da limitare l’effetto delle
oscillazioni dei tassi.
La strategia è a costo zero in quanto l’acquisto di una struttura è finanziato con la vendita
dell’altra.
Il contratto permette quindi di determinare un tetto (Cap) al rialzo del parametro definito (Euribor
6m); per contro eventuali movimenti nei tassi verso il basso trovano un limite nel livello inferiore
del corridoio Floor.
Differenziali incassati dall’ azienda
tassi

Tasso Cap
Tasso Floor
Differenziali Pagati dall’ azienda
tempo
77
Zero Cost Collar: Schema flussi
Se Euribor > Cap La banca paga all’azienda il
differenziale fra il Tasso Euribor e il tasso CAP
se
Eur<>
Eur
CAP
Barriera
AZIENDA
NOZIONALE del Derivato
BANCA
se
Eur<Floor
Se Euribor < Floor L’azienda paga alla banca il
differenziale fra il Tasso Euribor e il tasso FLOOR
L’azienda paga il tasso variabile + spread sul
finanziamento
NOZIONALE del Finanziamento (debito in
essere)
BANCA
78
Zero Cost Collar: Esempio condizioni
Orizzonte temporale: 3 anni
Data di inizio:
30/10/2011
Scadenza:
30/10/2012
Nozionale:
1.000.000 euro
Parametro di riferimento: Euribor 6m
Tasso CAP:
2,85%
Tasso FLOOR:
1,65%
Orizzonte temporale: 5 anni
Data di inizio:
30/10/2011
Scadenza:
30/10/2014
Nozionale:
1.000.000 euro
Parametro di riferimento:Euribor 6m
Tasso CAP:
3,25%
Tasso FLOOR:
1,65%
Rilevazione:
Pagamento:
Base:
Rif.Euribor 6m:
Rilevazione:
Pagamento:
Base:
Rif.Euribor 6m:
Semestrale
Semestrale
Act/360
1,74%
Semestrale
Semestrale
Act/360
1,74%
79
Esempio di copertura con Zero Cost Collar
Scenario di stabilità
FINANZIAMENTO A TASSO VARIABILE
Anno Debito residuo
1°
5.000.000
2°
5.000.000
3°
5.000.000
4°
5.000.000
5°
5.000.000
Tasso Var.
4,73%
4,73%
4,73%
4,73%
4,73%
Oneri Finanziari
236.500
236.500
236.500
236.500
236.500
Totale OF -
1.182.500
Scenario di rialzo
FINANZIAMENTO A TASSO VARIABILE
Anno Debito residuo
1°
5.000.000
2°
5.000.000
3°
5.000.000
4°
5.000.000
5°
5.000.000
Tasso Var.
4,73%
5,23%
5,73%
6,23%
6,73%
Oneri Finanziari
236.500
261.500
286.500
311.500
336.500
Totale OF -
1.432.500
Scenario di ribasso
FINANZIAMENTO A TASSO VARIABILE
Anno Debito residuo
1°
5.000.000
2°
5.000.000
3°
5.000.000
4°
5.000.000
5°
5.000.000
Tasso Var.
4,73%
4,23%
3,73%
3,23%
2,73%
Oneri Finanziari
236.500
211.500
186.500
161.500
136.500
Totale OF -
932.500
ZERO COST COLLAR
Azienda Incassa Azienda paga
Tasso CAP Tasso Floor
Diff Cap
Diff Floor
5,30%
4,40%
5,30%
4,40%
5,30%
4,40%
5,30%
4,40%
5,30%
4,40%
-
-
ZERO COST COLLAR
Azienda Incassa Azienda paga
Tasso CAP Tasso Floor
Diff Cap
Diff Floor
5,30%
4,40%
5,30%
4,40%
5,30%
4,40%
21.500
5,30%
4,40%
46.500
5,30%
4,40%
71.500
139.500
ZERO COST COLLAR
Azienda Incassa
Tasso CAP Tasso Floor
TASSO IRS
5,30%
4,40%
5,30%
4,40%
5,30%
4,40%
5,30%
4,40%
5,30%
4,40%
-
-
Totale OF +
Collar
-
236.500
236.500
236.500
236.500
236.500
- 1.182.500
Totale OF +
Collar
-
236.500
261.500
265.000
265.000
265.000
- 1.293.000
Totale OF +
Azienda paga
Collar
Tasso Variabile
- 236.500
8.500 - 220.000
33.500 - 220.000
58.500 - 220.000
83.500 - 220.000 80
-
184.000 - 1.116.500
Rischio di tasso: Obiettivo principale del “derivato”

Creare una posizione finanziaria uguale e contraria al debito a tasso variabile che, in caso di
aumento dei tassi, generi dei flussi di cassa positivi che vadano a compensare i maggiori oneri
finanziari

Gli elementi base del derivato di tasso devono essere speculari alla posizione finanziaria
sottostante, in particolare:
 Il Parametro di indicizzazione (es. EURIBOR 3 mesi- 6 mesi)
 Il Capitale nominale di riferimento (detto anche nozionale)
 La Frequenza di rilevazione del tasso (es. trimestrale o semestrale)
 Le Modalità di rilevazione del tasso (inizio o fine periodo)
 La Frequenza di liquidazione dei flussi
81
I possibili approcci per la gestione del rischio tasso
Eliminazione
“a monte” del
rischio
Accensione di finanziamenti a tasso fisso
Copertura
sistematica
Il rischio sul tasso variabile viene totalmente coperto con
strumenti IRS
Assunzione
Nessuna copertura
Si attende la scadenza
Passiva
Gestione
Attiva
Si utilizza un mix di strumenti a contenuto opzionale per
una % dell’esposizione
82
Approccio al rischio e situazione aziendale (1/2)
Situazioni aziendali
•Investimento aziendale/immobiliare
fortemente finanziato con il debito
(Es. acquisto di immobile destinato alla
locazione finanziato con leasing immobiliare)
•Azienda con elevata redditività e basso
indebitamento
(ad esempio se MOL/OF > 4)
•Azienda con redditività media e/o molto
volatile e discreto utilizzo della leva
finanziaria
(2 <MOL/OF< 4 e Debiti Fin./PN >1,5 )
Eliminazione
“ a monte”
del rischio
Copertura
sistematica
Assunzione
Passiva
Gestione
Attiva
Copertura 100%, in
particolare se la redditività
dell’investimento non è
elevatissima
Nessuna copertura, ma
consigliabile definire un
tasso soglia da monitorare
Copertura flessibile
definita in base a “max OF
tollerabili”
83
Approccio al rischio e situazione aziendale (2/2)
Alta
Assunzione
Passiva
Redditività
(MOL/OF > 4)
Gestione
Attiva
Eliminazione
a monte
Gestione
Attiva
Copertura
sistematica
Bassa
(MOL/OF <1,5)
Basso
(Debt Fin./PN < 1)
Utilizzo leva finanziaria
Alto
(Debt Fin./PN > 2)
84
“Regole base” per una corretta gestione del rischio
tasso








Analizzare le caratteristiche dell’esposizione al rischio di tasso (parametri di indicizzazione del
debito, piano di ammortamento,…)
Simulare gli effetti di un rialzo nei tassi al fine di quantificare l’impatto del rischio
Identificare lo scenario di tasso che l’azienda non è disposta a sopportare
Verificare le possibilità di riduzione con soluzioni operative (es. tasso fisso)
Esplicitare gli Obiettivi della gestione del rischio
 Tasso e/o Oneri finanziari obiettivo
 Orizzonte temporale della gestione
 Percentuale di copertura
Individuare gli strumenti derivati più coerenti alle caratteristiche del debito sottostante, alla
situazione aziendale e agli obiettivi di gestione
Verificare i prezzi in fase di negoziazione confrontando strumenti omogenei
Monitorare frequentemente la posizione a rischio di tasso, in particolare:
 L’esposizione complessiva
 Le operazioni finanziarie a copertura
 L’esposizione residuale non coperta
85
Per informazioni:
Financial Innovations SIM Spa
Milano : tel. + 39 02 809500 fax +39 02 86998634
Padova : tel. + 39 049 8079998 fax +39 049 772176
e-mail: [email protected]
86
Scarica

Diapositiva 1 - Confindustria Trieste