S’i’ fosse foco, arderei ‘l mondo Di Cecco Angiolieri Testo S’i’ fosse foco , arderei ‘l mondo; S’i’ fosse vento, lo tempesterei; S’i’ fosse acqua i’ l’annegherei ; S’i’ fosse Dio,mandereil’ en profondo; S’i’ fosse papa , sarè allor giocondo, Ché tutti cristiani imbrigherei ; S’i’ fosse ‘mperator , sa’ che farei? A tutti mozzerei lo capo a tondo. S’i’ fosse morte, andarei da mio padre; S’i’ fosse vita, fuggirei da lui : Similemente farìa da mi’ madre. S’i’ fosse Cecco , com’i’ sono e fui, torrei le donne giovani e leggiadre: e vecchie e laide lasserei altrui. Se io fossi il fuoco,brucerei il mondo; Se io fossi il vento, lo colpirei tempestosamente; se io fossi l’acqua, lo annegherei; se io fossi Dio, lo farei andare a fondo ; se io fossi il papa, allora sarei allegro, perché metterei nei guai tutti i cristiani; se io fossi imperatore , sai che cosa farei? Taglierei a tutti la testa interamente. Se io fossi la morte , andrei da mio padre ; se io fossi la vita, fuggirei da lui: egualmente farei nei confronti di mia madre. Se io fossi Cecco, come io sono e fui, prenderei per me le donne giovani e belle ; e lascerei agli altri le donne vecchie e brutte. L’opera si ispira al genere provenzale del plazer,la cui tematica principale sono i piaceri della vita. Tuttavia Angiolieri riprende questo stile e ne dà un’interpretazione personale,citando varie disgrazie; fino all’ultima strofa,dove l’ironia viene a contatto con la realtà,perché in fondo egli resta ciò che davvero è ,ovvero un incorregibile casanova. Si dimostra essere quella principale,in netto contrasto con le altre,dove l’autore descrive ipotesi impossibili,mentre l’ultima narra un’ipotesi assurda (perché egli è Cecco) che porta verità. S’i’ fosse foco, arderei ’l mondo s’ i’ fosse vento, lo tempesterei s’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei s’i’ fosse Dio, mandereil’en profondo1 s’i’ fosse papa, sare’ allor giocondo ché tutti cristïani imbrigherei s’i’ fosse ’mperator, sa’ che farei A tutti mozzarei lo capo a tondo2. S’i fosse morte, andarei da mio padre s’i’ fosse vita, fuggirei da lui: similemente farìa da mi’ madre3. S’i’ fosse Cecco, com’i’ sono e fui, torrei le donne giovani e leggiadre e vecchie e laide lasserei altrui4. L’unica figura retorica presente , e’ l’anafora Ripetuta a inizio frase ( s’i’ fosse) S’i’ fosse foco, arderei ’l mondo A s’ i’ fosse vento, lo tempesterei B s’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei B s’i’ fosse Dio, mandereil’en profondo1 A s’i’ fosse papa, sare’ allor giocondo ché tutti cristïani imbrigherei s’i’ fosse ’mperator, sa’ che farei A tutti mozzarei lo capo a tondo2. Rime incrociate A B B A S’i fosse morte, andarei da mio padre C s’i’ fosse vita, fuggirei da lui: D similemente farìa da mi’ madre3. C S’i’ fosse Cecco, com’i’ sono e fui, torrei le donne giovani e leggiadre e vecchie e laide lasserei altrui4. C D C Rime alternate Cecco Angiolieri nasce a Siena attorno al 1260, da una ricca famiglia di banchieri; si hanno poche notizie sulla sua vita, che comunque fu piuttosto movimentata e violenta. Milita come alleato dei Fiorentini contro Arezzo nel 1288, e qui probabilmente conosce Dante, che sfida a una tenzone di sonetti. Uomo frivolo e spensierato, disordinato e dissipatore, ebbe come ideale di vita tre cose solamente, la donna, la taverna e il dado (sono parole dello stesso Angiolieri); tuttavia ci ha lasciato un ricco canzoniere, dal quale risalta moltissimo anche il suo romanticismo di vita nell'amore per una Becchina, figlia di un cuoiaio. Nelle sue rime frequente è il motivo dell'odio verso i suoi genitori, velato da un profondo senso di malinconia. Cecco Angiolieri morì presubilmente nel 1313.