Primo semestre
a. a. 2015-2016
Lezioni dal 12 ottobre al 30 novembre 2015
POWER POINT DELLE
LEZIONI IN AULA
Il Power Point relativo alle lezioni dal 12 ottobre al 10
novembre 2015 è stato già pubblicato e rimosso dal sito
www.sandrachistolini.it
categoria Pedagogia interculturale e della cittadinanza.
Segue il Power Point delle lezioni in aula dal 16 al 17
novembre 2015.
Il concetto il significato la forma
Prerequisito metodologico: Herbert Blumer
Modelli e paradigmi: Tony Bush
La persona, tra impegno e memoria: Emmanuel
Mounier, Paul Ricoeur
La gerarchia di valore: Rudy Rucker
La riflessione degli insegnanti
Termine «Symbolic Interactionism»
Interazionismo simbolico è stato coniato da
Herbert Blumer (1969)
o Vuole chiarire come il comportamento
sociale sia influenzato dallo sviluppo
dell’individuo
o Il punto centrale è studiare come gli
individui/le persone si sviluppano
socialmente quale risultato della
partecipazione alla vita di gruppo
o Si concentra sullo studio della persona e
sulla interazione nel piccolo gruppo
Quale scuola dal punto di vista dell’organizzazione:
modelli e paradigmi
Modello
soggettivo
Modello
ambiguo
Modello
dinamico
Modello
collegiale
Modello
culturale
Modello
politico
Modelli e paradigmi: caratteri distintivi
Ambivalenza e
imprevedibilità
Mancanza di chiarezza su
obiettivi e processi delle
istituzioni
Gestione fluida
determinata da
opportunità decisionali
Le persone creano le organizzazioni
Situazioni da interpretare
Patrimonio soggettivo di valori
Modello
soggettivo
Modello dinamico
Modello
ambiguo
Modello
culturale
flessibile
Pluralismo concettuale
Molteplicità delle verità
Processi di negoziazione
delle decisioni
Gruppi di interesse stringono
alleanze a fini politici
Coalizioni dominanti
Credenze, valori,
ideologie sono vitali
Persone come
portatrici di valori
Norme condivise
Rinforzo dei simboli
Combinazione di analisi
e soluzioni
Discussione delle decisioni
Comprensione reciproca
Modello
politico
Modello
collegiale
Modello tecnologico
Modello
soggettivo
Modello
culturale
Modello
ambiguo
Modello dinamico
Modello
collegiale
Modello
politico
Modello tecnologico
Qui e altrove
Una e tante
Comunità virtuale
Potere oligarchico
Modelli e paradigmi: validità per l’intercultura
Ambivalenza e
imprevedibilità
Mancanza di
chiarezza su
obiettivi e
processi delle
istituzioni
Gestione fluida
determinata da
opportunità
decisionali
Le persone creano le organizzazioni
Situazioni da interpretare
Patrimonio soggettivo di valori
Modello
soggettivo
Modello
culturale
Modello dinamico
Modello
ambiguo
flessibile
Pluralismo concettuale
Molteplicità delle verità
Processi di
negoziazione delle
decisioni
Gruppi di interesse
stringono alleanze a
fini politici
Coalizioni dominanti
Credenze, valori,
ideologie sono vitali
Persone come
portatrici di valori
Norme condivise
Rinforzo dei simboli
Combinazione di analisi
e soluzioni
Discussione delle decisioni
Comprensione reciproca
Modello
politico
Modello
collegiale
La persona non si spiega con la personalità in quanto da
questa si distanzia e va oltre, affermando la sua unità
data, non risultato di una costruzione per quanto
perfetta. La persona è il grado superiore, è la visione
oltre la visione che possiamo avere di essa, è più intima
di ogni ricostruzione che se ne tenti ed è presenza in
me, senza luogo e senza spazio, perché superiore alle
coordinate spazio-temporali. Il suo esistere è frutto di
equilibrio tra vocazione, incarnazione, comunione (p.
28 L&C)
Emmanuel Mounier
La scuola
dell’intercultura
La vita personale, i modi di essere e di vivere,
le vie di attuazione dell’esperienza non sono
tutta la persona. Essi costituiscono una parte
importante alla quale va unita l’affermazione
dei valori. Tra questi valori emerge il valore
assoluto della persona. La persona è un
assoluto, rispetto alla realtà materiale o
sociale, e a ogni altra persona umana. Essa non
va considerata come parte di un tutto, come
parte della famiglia, parte della classe, parte
dello Stato, parte della nazione, parte
dell’umanità (p. 248 L&C)
L’immagine della realtà
La vita reale, non quella immaginata, è la rappresentazione
concreta della mia conoscenza teorica, costituita dalla
formazione, dalla cultura, dalla memoria, dal ricordo (L&C p.31)
La conoscenza è un patrimonio culturale che arricchiamo strada
facendo, trovando nella comunicazione le possibilità infinite del
suo porsi alla nostra attenzione (L&C p. 33)
La nostra mente elabora conoscenza strutturandola in significati
comunicabili e tali da produrre un comprensione concretizzata in
una immagine fotografica risultato del nostro ragionamento. La
mente plasma l’immagine e produce l’effetto desiderato (L&C p.
34)
I concetti che ci uniscono:
memoria, ricordo, immagine
In La memoria, la storia, l’oblio P. Ricoeur, riprendendo E. Husserl, parla
di una fenomenologia della memoria conosciuta, in bilico tra ricordo e
immagine appunto, ed una fenomenologia da fare che si destreggia tra la
percezione della forma, la fantasia, la cosa.
In Matière et mémoire di H. Bergson e ne L’imaginaire di J.- P. Sartre
l’interesse di Ricoeur per la tematica si snoda intorno al problema della
relazione che si può stabilire tra ciò che chiamiamo ricordo e ciò che
chiamiamo immagine.
Bergson distingue tra “puro ricordo” e ricordo-immagine; se è vero che
non tutto il ricordo costruisce una immagine, è pur vero che il
riconoscimento del ricordo mette in immagine il “puro ricordo”. Sartre
compie un passo ulteriore e distingue tra coscienza immaginativa e
coscienza realizzante; l’oggetto immaginato è altra cosa dall’oggetto reale,
tuttavia richiamo alla memoria quello che posso immaginare, ed è grazie a
questa operazione magica che vedo il ricordo rappresentato in immagine.
I limiti della tecnologia: il valore del dialogo
Riflettere sulla multimedialità nella scuola e come mezzo di formazione degli
insegnanti, mettendo in relazione i processi interculturali e la creazione autonoma di
messaggi significativi per l’apprendimento (16)
C’è chi sostiene che a rendere libero l’uomo sia la tecnologia.
Rudy Rucker nel libro Filosofo cyberpunk (2000) presenta gli spazi sconfinati
aperti dalla tecnologia. La comunicazione elettronica veicola l’illusione
dell’uomo-macchina reso libero dalla sua creazione. I desideri si realizzano
all’infinito e travalicando ogni confine umano sembrano rilanciare la
questione della capacità di distinguere la fantasia dalla realtà.
Non tutto quello che è permesso alla fantasia si può accogliere nella realtà.
La perdita del confine tra il fantastico ed il reale con la caduta di tono del
controllo morale e del discernimento tra il bene ed il male è forse tra le
cause della confusione di valori dei giovani, lasciati soli a decidere intorno a
temi fondamentali come quelli della vita e della morte.
Di qui l’urgenza di riprendere con convinzione il discorso pedagogico per
educare i giovani ad essere presenti ed impegnati in una società mondiale dal
volto umano. Una società fondata sul rispetto e sul dialogo che nasce dal
confronto sincero inteso a realizzare il bene comune.
La riflessione degli insegnanti
“Io scelgo di non fotografare nessuna
immagine definita, perché per me ognuno è libero
di immaginare ciò che vuole”. (P. E.) (cfr. Foto 2
in cap. XVI) (L&C p. 52)
“Secondo me la libertà è la capacità e il coraggio, che ognuno di noi
riesce ad acquisire per staccarsi da quelle che sono le regole della vita e
i luoghi comuni che spesso ci vengono imposti e non sentiamo nostri
quasi come se ci limitassero. La libertà è tante cose: libertà di
espressione verbale e non, senza paura di sentirsi giudicati ma
apprezzati per quello che siamo nel rispetto reciproco. La cittadinanza è
sentirsi appartenenti ad un gruppo e sicuri di sé e pronti allo stesso
modo ad accettare la diversità e il confronto razionale, fonte di
arricchimento personale”. (R. D.) (L&C p. 164).
Il senso dell’apertura e della chiusura
G. Lombardo
diseducazione:
Radice
a
proposito
di
Educazione
e
“Ciascuno come individuo è un mondo chiuso, impenetrabile;
un avvicendarsi di stati ogni volta completamente diversi; un
isolamento perfetto dal ‘me’ di un’altra ora e degli altri.
Ciascuno come uomo è un mondo aperto, visibile a tutti gli
altri uomini, un permearsi si stati di coscienza, diversi ogni
volta, non escludentisi, ma anzi integratisi; consapevole della
sua continuità, consapevole della sua identità con gli altri
esseri consapevole del suo interiore progresso, che non
annulla, ma assorbe in sé e sublima gli stati anteriori” (L&C p.
52)
La riforma della scuola
Il 20 maggio 2015 la Camera ha approvato il ddl (disegno di
legge) di riforma della scuola con 316 sì, 137 no e 1 astenuto. A
favore hanno votato Pd, Area popolare, Scelta civica, per l'ItaliaCentro democratico, Psi, Minoranze linguistiche. Contrari M5s,
Forza Italia, Lega, Sel, Fdi-An, Alternativa libera. Il
provvedimento è poi passato all'esame del Senato.
Di fronte ai 3000 emendamenti si diceva che non si sarebbe
riusciti a discuterli per settembre e questo metteva a rischio
l’assunzione dei docenti precari.
Approvazione: Legge . 162 del 15.07.2015
Questioni calde
•
•
•
Valutazione e autovalutazione degli insegnanti (insegnanti, dirigenti,
genitori, studenti, comunità educante), competizione più che
collaborazione, rischio di meritocrazia e distribuzione a pioggia degli
incentivi
Modello organizzativo tra verticismo (del dirigente) e senso pedagogico
della scuola come comunità educante
Presenza significativa dei genitori nella scuola, nel nucleo di
valutazione dei docenti
Alcuni aspetti da migliorare ed altri positivi sin dall’inizio come:
- aumento dell’autonomia
- maggiore attenzione al ruolo della famiglia
- delimitazione della scuola paritaria
- organizzazione della scuola
- opportunità per la scuola di cambiare
Questioni sociali che interrogano la scuola
27 novembre 2014 Indagine conoscitiva sulle strategie per contrastare la dispersione scolastica
CAMERA DEI DEPUTATI 7a Commissione Cultura, scienza e istruzione Indagine conoscitiva
sulle strategie per contrastare la dispersione scolastica Indagine conoscitiva sulle strategie per
contrastare la dispersione scolastica..
DOCUMENTO CONCLUSIVO APPROVATO DALLA COMMISSIONE
...............Pertanto, si dovrebbe mirare a una definizione basata non tanto sul conseguimento – o
meno – della qualifica o del diploma, bensì sul grado di competenze raggiunte a una determinata
età.
In questo senso, ci fa da battistrada l’impostazione dell’indagine OCSE-PISA, che dà livelli
insufficienti del 30 per cento nelle regioni meridionali, toccando punte del 38 per cento nelle isole.
L’obiettivo della Strategia Europa 2020, che pone al 10 per cento – come tetto massimo – il numero
di giovani collocabili tra i predetti early school leavers (attualmente l’Italia sta – nel 2013 – al
17,6%), seppure il dato sia in miglioramento, è un’impresa decisamente impegnativa, soprattutto
per alcune aree del Paese. Oggi, nelle quattro regioni convergenza (Calabria, Campania, Puglia e
Sicilia), abbiamo infatti un tasso del 21%.
In ogni caso, per una comprensione allargata dei processi di dispersione è indispensabile fare
riferimento ai NEET (Not in Education, Employment or Training), la percentuale di giovani tra i 15
e i 29 non occupati e non iscritti a un percorso di formazione precisa. Da questo punto di vista
l’Italia è in una situazione molto difficile: secondo Eurostat ha una percentuale di NEET di oltre il
25. Naturalmente nella valutazione di questo dato entrano in gioco altre variabili, che riguardano
l’andamento dell’occupazione, le opportunità di lavoro, le opportunità professionali.
Achievement gap: divario tra successo e attese
Fenomeno vasto e poco percepito: assenteismo degli studenti
Achievement gap, cioè quel divario tra risultati scolastici e attese relative alle
competenze profonde ormai richieste nel XXI secolo.
Allo stesso tempo la necessità di formare gli innovatori di domani denuncia una
criticità prospettica che può rallentare i sistemi di istruzione e di formazione. Il
divario che preoccupa va oltre i risultati di scuola, riguarda le condizioni di capitale,
umano, sociale e professionale, per garantire al nostro Paese un ritorno alla crescita.
fattori decisivi del rischio dispersione
I soggetti che sono più a rischio di abbandono scolastico sono:
maschi
di origine straniera
con un background familiare fragile
con una storia e un percorso educativo molto frastagliato, che parte dalla scuola
la povertà influisce sulla dispersione scolastica, ma non è il fattore determinante
scarse competenze
fallimenti pregressi nella scuola e bocciature
-
I problemi attuali
 Chi è il responsabile del risultato educativo, o meglio
formativo?(docenti, dirigente, genitori, ragazzi)
 Come elevare la motivazione degli insegnanti?
 Come coinvolgere e motivare i ragazzi?
 Stiamo lavorando per il decremento del tasso di
abbandono?
 Come dare fiducia alla scuola?
 Rapporto con la cultura nazionale e internazionale?
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PIC dal 16 al 17.11.15 aula