Un progetto per l’evoluzione dei ruoli e delle funzioni del sistema infermieristico Le strategie di sviluppo della professione infermieristica in chiave manageriale In collaborazione con Le basi per una riflessione comune • La maturazione delle trasformazioni nel sistema e il grado di sviluppo della professione rendono possibile l’apertura di una fase nuova nel percorso della comunità professionale • Per la SDA Bocconi una riflessione specifica sul management e la professione dopo due decenni di aziendalizzazione: – cambiamenti nelle filosofie gestionali e organizzative delle aziende e dei sistemi; – rafforzamento delle basi professionali. LE FASI DEL PROGETTO Fase 1 • Costruzione di una prima ipotesi di “visione condivisa” con il Comitato Nazionale IPASVI Fase 2 Fase 3 • 23 incontri • 18 incontri • Ambito provinciale • Ambito regionale • Coinvolgimento diffuso delle articolazioni territoriali della professione a livello provinciale, per arricchire e completare quanto emerso nella prima fase • Definizione condivisa, a livello regionale, delle prime ipotesi di “nuova strategia” della professione, valorizzando il lavoro svolto a livello provinciale Fase 4 • Costruzione di un documento finale di sintesi che tenga conto e sintetizzi il lavoro svolto in ambito provinciale e regionale 3 L’ambiente e la sua rilevanza • Cambiamenti radicali nei bisogni e nella dinamica delle risorse alla base di una ormai visibile discontinuità nel sistema sanitario nel suo complesso e nel SSN (trasformazione strutturale dello scenario). • L’ambiente come “terreno di gioco” per le strategie di sviluppo di ogni comunità professionale che si ponga l’ambizioso obiettivo di un posizionamento intenzionale. • Guardare attentamente (realisticamente) alle trasformazioni dell’ambiente per fronteggiare le minacce e cogliere le molte opportunità, definendo obiettivi e strategie coerenti. Due aree di cambiamento tra le altre • Le attese e i bisogni – dall’acuzie alla cronicità e multipatologia – dai problemi/episodi alle persone nel tempo e nei contesti • Le risorse economiche e finanziarie – il mix pubblico privato (e nel privato la crescita della componente intermediata) – la prevedibile crescita zero nel pubblico Le conseguenze • Gli approcci e i saperi – dalla cura (evento) alla presa in carico e all’assistenza (persona) – dalla monoprofessionalità, alla interprofessionalità, alla multiprofessionalità • I setting della cura e dell’assistenza – le trasformazioni e la differenziazione degli ospedali – il transitional care e le strutture intermedie – la domiciliarità, la medicina di base, il chronic care model • Gli assetti organizzativi – il superamento dei fondamenti disciplinari – le trasformazioni nelle strutture organizzative – l’emergere dei meccanismi operativi e delle responsabilità trasversali Dove assumere maggiori responsabilità • Nella società – nel dibattito a parlare della sanità e a rappresentarla – nella considerazione dei cittadini • Nel sistema – interlocuzione professionali) con gli altri soggetti (imprese, – nelle regioni e nelle aziende • Nelle aziende – nelle line (creazione di posizioni contendibili) – negli staff (con ruoli specialistici) – nei processi operativi comunità Gli assi di sviluppo della professione INNALZAMENTO APPROFONDIMENTO Specializzazione Direzione professionale Coordinamento professionale ALLARGAMENTO Coordinamento interprofessionale Direzione interprofessionale Lo sviluppo tra professione e management • La crescita su ciascuno dei tre assi implica una progressiva assunzione di maggiori responsabilità le quali, in misura diversa rispetto rispetto a ogni asse, possono assumere tratti manageriali • Da un certo punto in poi, e a seconda degli specifici contenuti di responsabilità, i ruoli assumono tratti marcatamente manageriali, allontanandosi dalle basi professionali • Si possono così identificare sentieri di sviluppo diversi (non necessariamente alternativi) la cui ampiezza e potenzialità dipende da fattori diversi – la specializzazione: dipende dalla progressione del sapere infermieristico – il coordinamento professionale: dipende in parte dalla possibilità di introdurre e diffondere di unità operative a base professionale – il coordinamento interprofessionale: dipende dallo sviluppo meccanismi trasversali, dallo status e capacità degli infermieri dei – ruoli manageriali di line e staff: dipendono dallo status e capacità degli infermieri Una mappa per focalizzare gli sforzi • Ruoli e posizioni a matrice professionale obbligata (specializzazione, supervisione e coordinamento professionale, conduzione di unità monoprofessionali, funzioni di organizzazione e gestione della professione) • Ruoli e posizioni a matrice professionale contendibile per i quali si ritiene che la professione esprima un chiaro vantaggio competitivo rispetto alle altre • Ruoli e posizioni a matrice professionale contendibile per i quali si ritiene che la professione non esprima un chiaro vantaggio competitivo, ma rispetto ai quali sarebbe importante riuscire ad affermare la visione infermieristica • Ruoli e funzioni a caratterizzazione manageriale (line e staff) nei quali è importante che gli infermieri riescano a dimostrare la propria competitività Dove e come investire • Il sapere infermieristico, la sua riconoscibilità e concreta diffusione, sono la base non solo della specializzazione, ma soprattutto dei vantaggi competitivi, della legittimazione e dello status degli infermieri • Gli assetti organizzativi individuano la quantità e la natura (contendibile o meno) delle posizioni disponibili, si tratta di identificare le opzioni di fondo più adatte a valorizzare le potenzialità della professione a partire dalla questione della contendibilità • Le capacità degli infermieri (di natura non strettamente professionale) che devono essere sviluppate sulla base di alcuni “vantaggi competitivi” che la professione esprime “nativamente”, quali – la capacità di «riconnettere e ricucire» (integrazione professionale e organizzativa) – visione olistica dei bisogni delle persone – approccio organico alla gestione di processi complessi I risultati • Per una comunità professionale ampia e per una rappresentanza istituzionale improntata all’autonomia su base locale la messa in comune delle premesse decisionali è fondamentale nella costruzione e attuazione della strategia • Gli incontri hanno consentito di: – condividere, validare e arricchire la riflessione di partenza; – valutare gli «stati di avanzamento» delle singole regioni in relazione a obiettivi espliciti e collettivi; – favorire la costruzione di agende regionali e di condizioni per la loro realizzazione. • L’ampia ricognizione, sia delle idee, sia delle concrete condizioni regionali consentono di offrire alla comunità alcune riflessioni conclusive. Varietà e scarti tra disegni e situazioni reali • Gli infermieri dimostrano una rilevante capacità di influenzare i disegni istituzionali (mettere chiodi su una parete da scalare) e di configurare frontiere molto ampie per la professione • Varietà dei disegni regionali – ampliamento dei perimetri del possibile (pro); – rischio di indebolimento di un disegno comune e di una comune interpretazione delle priorità (contro) • Distanza tra i disegni istituzionali e le situazioni di fatto nelle aziende: – capacità di fare accogliere disegni avanzati (pro); – se lo scarto è troppo ampio, rischio che da utile ancoraggio per lo sviluppo della professione diventi patrimonio e occasione per pochi (contro). • La situazione è comunque nei limiti della fisiologia di una professione relativamente giovane e «a sviluppo accelerato» I modelli tra valori e operatività • Gli infermieri hanno naturalmente in comune valori e disegni generali e condividono la pratica. I modelli (al plurale) dovrebbero consentire di dare concreta attuazione ai valori e trasformare la pratica • Un rafforzamento e migliore esplicitazione dei modelli consentirebbe: – – – – • una migliore condivisione del linguaggio all’interno della professione (spesso stesse parole per concetti diversi, frutto di una mancata condivisione dei modelli); una migliore riconoscibilità della professione; l’integrazione con altre professioni, nel rispetto delle diversità o, comunque, costituirebbe un terreno più solido e produttivo per la competizione o il conflitto, laddove questo si rendesse necessario; di avere un terreno migliore di confronto e collaborazione a livello regionale tra le diverse articolazioni della professione e tra i Collegi e la Federazione. Un rafforzamento dell’attenzione su modelli sufficientemente generalizzabili può venire al dibattito interno alla professione, superando il rischio – – di un confronto tra situazioni e soluzioni particolari e specifiche che vengono promosse al ruolo di modelli generali; di una contrapposizione che si sposta sulla dimensione valoriale solo perché sono assenti altri possibili terreni Declinazione territoriale di un’unica strategia • La sfida strategica che la professione è chiamata ad affrontare richiede una molteplicità di sforzi in una duplice direzione: – disegno di una robusta cornice strategica di riferimento; – declinazione della strategia generale all’interno delle diverse realtà regionali e aziendali mantenendo un comune ancoraggio concettuale. • Rafforzamento del livello centrale come luogo di accumulo e diffusione della visione e dei modelli in grado di sorreggere l’innovazione regionale e aziendale, presidiando la cornice istituzionale. • Rafforzamento dei livelli locali come espressione della varietà di esperienze ed esigenze e propulsori dello sviluppo professionale I contenuti • L’importanza e il valore della professione: – le carriere e lo sviluppo professionale; – una professione «come le altre». • Le competenze manageriali importanti, ma non esclusive: – le trasformazioni organizzative; – i ruoli contendibili e i vantaggi della professione; – multiprofessionalità e team. • Tenere unita la professione riconoscendo e promuovendo le differenze positive: – come sgranare e differenziare; – non solo infermieri di aziende pubbliche. L’urgenza • Una fase (molto positiva) sembra essersi chiusa: – difendere le conquiste e i terreni su cui si è realizzato il cambiamento; – identificare i terreni di sviluppo futuro (probabilmente diversi dal passato). • L’ambiente richiede intensamente ciò che gli infermieri promettono di sapere offrire: – le condizioni potrebbero cambiare; – altre professioni stanno mutando la loro «retorica» e posizionamento; – identificazione delle priorità e condizioni per una accelerazione. • La SDA Bocconi vuole essere un interlocutore della professione: – contribuendo alla costruzione di modelli concettuali e operativi; – diffondendo le conoscenze; – migliorando le capacità.