LA NATURA IN AUTUNNO Lavoro di Mirea e Marika Materiale tratto da Wikipedia LE MIGRAZIONI DEGLI UCCELLI Sembra che il fenomeno delle migrazioni sia iniziato a partire già dalla preistoria in cui già esisteva un'alternanza stagionale. La causa che determina i movimenti migratori degli uccelli sembra legata alla durata del giorno (il cosiddetto fotoperiodismo), la durata del giorno si riduce, inducendo fasi di regresso o di sviluppo di particolari ghiandole avente come conseguenza, la cessazione di aggressività, intolleranza e territorialità nei confronti dei specifici e quindi l'aggregazione in gruppi che preludono alla partenza delle migrazioni. Per quanto riguarda il ritorno, naturalmente, lo stimolo sarà la durata dell'illuminazione primaverile. I territori da cui parte la migrazione sono detti di nidificazione, mentre quelli verso cui la migrazione è diretta sono chiamati di riposo. Sono stati compiuti numerosi studi ornitologici sulle migrazioni utilizzando metodi di campionamento ed osservazione in corrispondenza dei punti di confluenza delle rotte aeree. L'Italia è interessata dal passaggio di specie che dal Nord-Europa si dirigono verso l'Africa (passo), da specie che arrivano a partire dal periodo tardo-invernale fino a quello estivo per riprodursi (visitatrici estive o estivanti, cioè presenti in una data area nella primavera e nell'estate) o da specie che vengono a svernare in Italia da territori più settentrionali (visitatrici invernali o svernanti). Sembra poi che gli uccelli possiedano una sorta di carta geografica mentale dei territori in cui vivono, che rapportano in qualche modo ai punti di orientamento più generali (sole, stelle, ecc) e che costruiscono memorizzando alcuni dati territoriali (ad esempio i corsi d'acqua) o, per quanto riguarda i piccioni viaggiatori, olfattivi. Talvolta, però, le rotte migratorie non risultano costanti, ma si modificano in modo più o meno marcato: spesso questo è dovuto a fattori di disturbo antropici, come, per fare alcuni esempi, la presenza di città illuminate che alterano l'orientamento notturno offuscando la percezione delle stelle oppure operazioni di bonifica che hanno eliminato superfici palustri su cui sostavano e traevano informazioni per l'orientamento gli uccelli di passo. Molti uccelli montani, come la nocciolaia, il gracchio e il gallo cedrone, migrano tra vetta e valle e viceversa a seconda della stagione, per ripararsi dall'eccessivo freddo o caldo o in cerca di cibo. LA MUTA La muta (cioè il periodico cambio di piumaggio) avviene di solito prima delle migrazioni, ma alcune specie (soprattutto tra uccelli acquatici come gli anatidi, in cui la muta è totale e simultanea) migrano verso aree più accoglienti e favorevoli per poter compiere la muta (migrazioni di muta). L’ORIENTAMENTO L'aspetto che comunque rimane più affascinante e meno noto nel fenomeno delle migrazioni è la capacità di orientamento degli uccelli. I meccanismi che consentono ai migratori di seguire rotte costanti sono molteplici: la posizione del sole (ed il suo azimut) ed i suoi movimenti, la posizione di catene montuose, quella di sistemi fluviali (ovviamente per migrazioni diurne), la direzione dei venti, la posizione della luna e delle stelle (per le migrazioni notturne), il campo magnetico terrestre, ecc. IL LETARGO L'ibernazione è una condizione biologica in cui le funzioni vitali sono ridotte al minimo, il battito cardiaco e il respiro rallentano, il metabolismo si riduce e la temperatura corporea si abbassa. Ricorrono alla quiescenza (uno stato in cui i processi metabolici sono estremamente rallentati) diversi tipi di invertebrati, ma anche anfibi, rettili, mammiferi come l'orso bruno, il tasso, la marmotta, in special modo in inverno nelle regioni fredde o temperate. L'ibernazione differisce dal letargo perché non è un vero lungo sonno: gli animali ibernati possono reagire a stimoli, seppure in modo torpido. L'adattamento permette a questi animali di sopravvivere in una condizione di ibernazione grazie all'alta concentrazione di sostanze nel circolo sanguigno che impediscono all'acqua di congelare. Come il liquido antigelo di un radiatore di automobile così varie sostanze, come sali, urea, acido urico o altro, impediscono all'acqua presente nel plasma sanguigno e nel citoplasma di cristallizzare e di distruggere così le membrane cellulari. Il letargo è un comportamento caratteristico di alcuni mammiferi e rettili che durante la stagione fredda riducono le proprie funzioni vitali e rimangono in stato di quiescenza. Durante questo periodo si nutrono di riserve di grasso immagazzinate durante i mesi autunnali. Fra gli animali che vanno in letargo ricordiamo gli orsi, i procioni, i ghiri, i pipistrelli, le tartarughe di terra del genere Testudo ed altri rettili. Durante il letargo, la temperatura corporea dell'animale si abbassa, di poco in alcune specie (passando da 37 a 31 °C negli orsi) fino a raggiungere anche i -2 °C in altre specie. Il ricovero degli animali che vanno in letargo si chiama tana. LO STUDIO DELLE MIGRAZIONI Quasi la Metà delle specie di uccelli che si riproducono nel nostro continente,a fine estate, terminato l’ allevamento dei piccoli, intraprende un lungo e pericoloso viaggio che la povertà nei territori di svernamento, situati perlopiù in Africa. Tale movimento costituisce un andamento evolutivo sviluppato da questi uccelli per essere presenti nelle diverse parti del loro areale nel momento di massima disponibilità di cibo e nelle migliori condizioni climatiche. Le specie insettivore, come rondine e rondone, sono in gran parte migratrici. Migrano però anche l’ assiolo, che è un rapace notturno, la quaglia, che è un galliforme, e molte specie di rapaci diurni. L’ Italia,per la sua relativa vicinanza all’ Africa, è un Paese in posizione molto interessante per lo studio dei movimenti migratori. Molti uccelli infatti arrivano in primavera sulle coste e sulle isole del centro e del meridione, dopo un volo diretto, senza soste, iniziano da una regione steppica posta a sud del deserto del Sahara,i l Sahel, lontana circa 4.000 chilometri. La cattura incruenta di questi uccelli permette agli studiosi di ricavarne preziose informazioni, come la qualità di energia spesa durante il viaggio e la durata.