IL MURO DI BERLINO
La formazione di due blocchi
• Dopo la seconda guerra mondiale si vengono a
creare due blocchi politici contrapposti sotto
l’influenza di due superpotenze: Stati Uniti e
Unione Sovietica.
• Gli Stati Uniti erano un paese democratico
mentre l’Unione Sovietica era un paese
comunista, sottoposta alla dittatura di Stalin, con
un’economia socialista basata sul collettivismo, in
cui tutte le proprietà erano sottoposte al
controllo statale.
I due blocchi
Piano Marshall
Gli Usa erano preoccupati per la rapidità con cui il
comunismo si diffondeva e per l’aggressività con cui
Stalin lo imponeva. Organizzarono dunque un grande
programma di aiuti economici dal 1948 al 1952 per
quasi 14 miliardi di dollari, in modo da facilitare la
ricostruzione dopo la guerra e aiutare i partiti
anticomunisti. In questo modo si rafforzarono i legami
con il mondo occidentale. Nel 1949 Usa, Francia,
Belgio, Olanda, Lussemburgo, Canada, Norvegia,
Danimarca, Islanda, Portogallo, Italia firmarono il patto
atlantico (NATO = North Atlantic Treaty Organization).
Stati satelliti dell’URSS
Sull’altro fronte, Stalin voleva che l’Unione Sovietica
fosse circondata da Paesi “amici” perché temeva
un’aggressione da parte dei Paesi capitalisti. Tra il 1945
e il 1948 impose dunque il sistema comunista in tutti i
Paesi dell’Europa orientale. Ben presto questi Paesi
divennero STATI SATELLITI dell’URSS, cioè politicamente
dipendenti dall’Unione Sovietica la quale chiese il
pagamento dei danni di guerra a quelle nazioni
(Germania, Ungheria, Bulgaria) contro le quali aveva
combattuto.
Nel 1955 si uniscono nell’alleanza militare detta PATTO
DI VARSAVIA.
La crisi degli anni 80
• Nel corso degli anni Ottanta il blocco comunista entra
progressivamente in una grave crisi anzitutto
economica. Nel 1985 alla guida dell’URSS arriva Michail
Gorbaciov che, rendendosi conto degli immensi
problemi del suo Paese, cercò di rendere meno rigido il
controllo sull’economia e di concedere libertà civili e
religiose. Egli propose ai Sovietici la PERESTROJKA (=
ristrutturazione), cioè un vasto programma di riforme
per combattere la corruzione e le inefficienze e
preparare il Paese alla democrazia.
• La politica di Gorbaciov ridiede fiato a tutte le forze che
negli stati satelliti da anni combattevano il sistema
comunista, ormai vicino al collasso.
Il crollo dei regimi comunisti:
Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia
• Il primo Paese in cui si fecero forti le proteste e le
rivolte contro il regime sovietico fu la Polonia,
soprattutto dopo l’elezione di Karol Wojtyla nel
1978 a capo della Chiesa Cattolica.
Nel settembre 1989 si insediò in Polonia il primo
governo non comunista dell’Europa orientale
(Solidarnos, guidato da Lech Walesa).
• La stessa cosa avvenne il mese successivo in
Ungheria e poi in Cecoslovacchia (rivoluzione di
velluto).
Nel 1945, alla fine della seconda
Guerra Mondiale, la Conferenza di
Potsdam confermò per la Germania
quanto già previsto nel corso della
Conferenza di Yalta: la divisione in
settori di occupazione.
Nel maggio 1949 nei tre settori
occidentali, sorse la Repubblica
Federale di Germania e ad ottobre,
nella zona sovietica, la cosiddetta
“Repubblica Democratica Tedesca”
(DDR).
Economicamente
la
Germania
occidentale ebbe negli anni 50 un
fortissimo boom: erano gli anni del
cosiddetto
"Wirtschaftswunder"
(miracolo economico). Essa, aiutata
inizialmente dal piano Marshall,
riuscì in breve tempo a diventare
nuovamente un paese rispettato per
la sua importanza economica.
Anche Berlino era stata divisa in quattro
settori. La parte orientale di Berlino fu
svantaggiata economicamente a causa delle
imposizioni di denaro dell'Unione Sovietica
per riparazioni di guerra, lo smontaggio ed il
trasferimento in URSS di interi complessi
industriali e per non aver potuto usufruire
degli aiuti americani. Inoltre la rigida
struttura dello Stato e dell'economia non
favorì lo sviluppo come nella parte
occidentale della città. Le differenze tra
queste due parti apparvero sempre più
evidenti.
Fino al 1961 il confine tra Berlino est ed ovest non era insuperabile, per questo ogni
anno centinaia di migliaia di persone fuggivano annualmente ad occidente. Per la
maggior parte erano giovani con meno di 30 anni e spesso persone con buona
formazione professionale, laureati, operai specializzati e artigiani, che all'ovest si
aspettavano la libertà ed un futuro migliore.
Nel 1961 il regime comunista
della Germania est, per
fermare la fuga dalla dittatura,
mobilitò
improvvisamente
unità armate interrompendo
tutti i collegamenti tra Berlino
Est e Berlino Ovest e iniziando
a costruire davanti agli occhi
esterrefatti degli abitanti delle
due
parti,
un
muro
insuperabile attraverso tutta
la città. Questo divise anche
molte famiglie e interruppe
spesso le strada verso scuole,
università e lavoro.
Nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961 si iniziò dapprima a stendere filo spinato ma già il 15
agosto si impiegarono prefabbricati in cemento destinati a formare la prima generazione di
un vero e proprio muro che divise così fisicamente la città. Quando Berlino Ovest fu
completamente circondata, i tre settori occidentali costituirono in pratica un'isola racchiusa
entro il territorio orientale. I soldati di Berlino est ricevettero l’ordine di sparare a vista su
chiunque cercasse di attraversare il confine.
Il
muro
fu
perfezionato
nel
corso degli anni,
sorvegliato
da
torrette
di
avvistamento,
segnalatori
sonori,
fari, fossati per i
blindati, bunker, cani
alla catena, congegni
terrificanti
come
mine anti-uomo e filo
spinato percorso da
corrente ad alta
tensione.
Non furono impiantati quei congegni mortali utilizzati al confine tra le due Germania e
rappresentati da impianti che sparavano automaticamente su chiunque si avvicinasse nella
cosiddetta ‘striscia della morte’. Sopra al muro fu posto un tubo in modo da rendere
difficile l’aggrapparvisi per superare l’ostacolo.
Torri di
guardia
illuminazione
Rete
elettrificata
Muro con tubo sulla
sommità
Striscia di sabbia (striscia
della morte)
Sirene di
allarme
fari
Cani alla
catena
Inizialmente, c'era solo un punto di attraversamento per gli stranieri e i turisti, il
Checkpoint Charlie, nella Friedrichstrasse. Per i berlinesi occidentali erano inizialmente
disponibili 4 punti di attraversamento e 2 per i tedeschi occidentali. Restava aperta
inoltre, unica stazione di frontiera, la Bahnhof Friedrichstrasse.
L’attraversamento della porta di
Brandeburgo fu chiuso.
Durante il periodo del muro vi furono circa 5000 tentativi di fuga coronati da successo.
Nello stesso periodo varie fonti indicano tra 192 e 239 il numero di cittadini della
Germania Est uccisi dalle guardie comuniste mentre tentavano di raggiungere
l'occidente. Molti altri furono feriti e migliaia arrestati e condannati a lunghi anni di
detenzione.
Emblematica della crudeltà del regime
comunista fu la fine del muratore diciottenne
Peter Fechter, ferito dai Vopos durante un
tentativo di fuga e lasciato agonizzante al
suolo sino alla morte per dissanguamento.
Fino al perfezionamento del muro molti
tentativi di fuga furono messi in atto con
sistemi più semplici, attraversando a nuoto la
Sprea, passando con una bassa macchina
sportiva sotto le sbarre di confine, gettandosi
da finestre di case prospicienti la frontiera.
Con il tempo le tecniche di fuga si evolsero
fino a costruire lunghe gallerie, scivolare
lungo cavi elettrici, utilizzare alianti o
mongolfiere, nascondersi nel vano motore di
automobili.
Ma il numero delle fughe con successo diminuì fortemente fino quasi a cessare. Il 5
febbraio del 1989,il giovane Chris Gueffroy, ultima vittima degli spari, viene ucciso
pochi mesi prima del crollo del muro
Il 23 agosto 1989 l’Ungheria rimosse i campi minati al confine con l’Austria e permise
l’espatrio a più di 13.000 tedeschi dell’Est che vi si erano rifugiati.
Il 9 novembre,
durante una conferenza stampa televisiva, fu annunciato improvvisamente e forse
erroneamente da parte di un funzionario del partito comunista SED che tutti i
berlinesi dell’Est avrebbero potuto da subito recarsi legalmente ad ovest.
Decine di migliaia di berlinesi orientali, appreso dell’annuncio nella conferenza in
diretta televisiva, si precipitarono ai passaggi del muro, premendo per entrare a
Berlino Ovest. La polizia di frontiera fu allora costretta ad aprire i varchi ed un elevato
numero di berlinesi,senza controllo dell’identità corse in occidente.
Il 9 novembre è considerata la data storica
della caduta del Muro.
Nei giorni successivi molti staccarono pezzi
di muro per conservarli come souvenir:
queste
persone
furono
chiamate
Mauerspechte (in tedesco letteralmente
"picchi del muro"). Il 18 marzo 1990
furono tenute le prime e uniche libere
elezioni della storia della Repubblica
Democratica Tedesca; esse produssero un
governo il cui principale mandato era
quello di negoziare la fine stessa dello
Stato che rappresentavano.
La Germania fu ufficialmente riunificata il 3 ottobre 1990, quando i cinque stati federali
(Brandeburgo, Meclemburgo-Pomerania anteriore, Sassonia, Sassonia-Anhalt e Turingia),
già appartenenti alla Repubblica Democratica Tedesca ma allora aboliti e trasformati in
Province, si ricostituirono e aderirono formalmente alla Repubblica Federale di Germania.
Il crollo del Muro di Berlino,
chiamato ad occidente “Muro
della
vergogna”,
ebbe
ovviamente un forte impatto
emotivo, sociale e culturale,
non solo sui cittadini di Berlino
o della Germania, ma anche in
tutto il mondo.
Per quasi tre decenni quel muro
che aveva separato, pareva per
sempre, famiglie, amicizie e
cittadini di uno stesso paese,
crollava
improvvisamente
assieme al regime che lo aveva
imposto.
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