scrittore, filologo, glottoteta e linguista britannico Gioventù Nacque a Bloemfontein, nell'allora Stato Libero dell'Orange (oggi Sudafrica), il 3 gennaio 1892, da genitori inglesi. All'età di tre anni, per motivi di salute si trasferì con la madre ed il fratello in Inghilterra, in un sobborgo di Birmingham. Il padre non poté raggiungerli perché afflitto da febbri reumatiche che lo porteranno alla morte. Per ragioni economiche Tolkien dovette ritirarsi dalla scuola King Edwards e si iscrisse alla St. Philips, fino a quando nel 1903 vinse una borsa di studio che gli permise di tornare alla King Edwards stessa. Nel 1904 morì la madre, dalla quale aveva nel frattempo ereditato l'amore per le lingue e le antiche leggende e fiabe, e venne affidato, assieme al fratello, ad un sacerdote cattolico degli Oratoriani, padre Morgan. Sotto la sua attenta guida, il giovane John iniziò gli studi dimostrando ben presto capacità linguistiche notevoli: eccelse in latino e greco e divenne competente anche di altre lingue tra cui il gotico e l'antico finnico. Importanti in questi anni sono anche le sue esperienze nelle associazioni studentesche Società del Dibattito. Proprio in questi anni iniziò a lavorare ad un linguaggio da lui inventato. A diciotto anni si innamorò di Edith Bratt, ma Padre Morgan gli impedì di vederla e di scriverle fino ai ventuno anni. Tolkien in giovane età L’esercito e gli studi Si immerse quindi anima e corpo nello studio dei classici, dell'antico inglese e delle lingue germaniche, all'Exeter College, presso cui aveva vinto una borsa di studio. Nel 1913 tornò con Edith, e nel 1915 gli fu conferito il titolo di Bachelor of Arts all'Exeter College di Oxford; contemporaneamente portò avanti molti tentativi poetici. Scoppiata la guerra, nel 1915 si arruolò volontario con il grado di sottotenente. Poco prima di partire per il fronte, il 22 marzo, si sposò con Edith. Dopo soli sei mesi di trincea, si ammalò e gli fu concesso il ritorno in patria. Nel 1917 nacque il suo primo figlio John. L’anno dopo nacque il suo secondo figlio Michael. Proseguì gli studi all'Exeter College, conseguendo nel 1919 il titolo di Master of Arts. Tolkien arruolato nell’esercito L’esercito e gli studi Nel 1921 diventò docente di Lettere all'università di Leeds e continuò a scrivere e a perfezionare i suoi "Racconti perduti" e il suo linguaggio inventato. Tre anni dopo nacque il suo terzo figlio Christopher, poi seguito da una figlia, Priscilla. Nel 1925 venne nominato professore di filologia anglosassone all'Università di Oxford. È di questi anni la sua profonda amicizia con C. S. Lewis, autore delle Cronache di Narnia: insieme fondarono il circolo degli Inklings. Nel 1945 gli venne affidata la cattedra di lingua inglese e letteratura medievale del Merton College, dove insegnò fino al suo ritiro dall'attività didattica avvenuto nel 1959. Specializzato nel dialetto medievale dell'Inghilterra centro-occidentale, tradusse e commentò molti testi antichi che vengono ancor oggi studiati. Busto di Tolkien Tolkien inventore di linguaggi Tra le decine di idiomi inventati da Tolkien possiamo citare: L'Elfico primitivo (da cui tutto ebbe inizio) Il Quenya (l'antica e cerimoniale lingua degli Elfi) Il Sindarin (l'idioma elfico di uso comune) Il Telerin (il linguaggio degli elfi Teleri) L'Adûnaico (la lingua di Númenor) L'Ovestron (la lingua comune) Il Doriathrin (la madrelingua di Lúthien) Il Nandorin (la lingua degli Elfi Verdi) Il Khuzdul (la lingua segreta dei Nani) L'Entese (la lingua degli Ent) Il Linguaggio nero (ideato da Sauron e parlato dagli Orchi) Tra gli insoliti hobby di Tolkien è importante l'invenzione di nuovi linguaggi. Lo stesso Tolkien, scrisse in una delle sue lettere che «nessuno mi crede quando dico che il mio lungo libro (Il Signore degli Anelli) è un tentativo di creare un mondo in cui una forma di linguaggio accettabile dal mio personale senso estetico possa sembrare reale. Ma è vero». Le storie della Terra di Mezzo erano quindi servite unicamente a dare una collocazione alle parole dei suoi linguaggi Uno dei linguaggi inventati da Tolkien Le opere letterarie e la morte Fu soprattutto tra il 1920 ed il 1930 che scrisse e fece correre la sua fervida immaginazione. L’ispirazione arrivò all'improvviso quando su un foglio bianco scrisse: «In un buco nel terreno viveva uno hobbit». Quel nome colpì a tal punto la sua sensibilità di filologo da spingerlo a scrivere una storia avente come protagonista uno Hobbit. Nel 1937 l'opera venne pubblicata con il titolo Lo Hobbit. Il libro riscosse grande successo tanto che Tolkien, su richiesta dell'editore, mise mano a tutto il materiale prodotto fino ad allora. Attorno al nucleo originario di quest'opera l'autore sviluppò il suo mondo immaginario della Terra di Mezzo, pubblicando Il Signore degli Anelli, la sua opera più importante. L'opera viene pubblicata per ragioni economiche e editoriali in tre distinti volumi: La Compagnia dell'Anello, Le Due Torri e Il Ritorno del Re. Copertina originale de «lo hobbit» Negli anni seguenti Tolkien lavorò ad un'altra opera, Il Silmarillion, iniziata già dal 1917, che portò avanti fino alla morte, ma che non riuscì a concludere. Dall'immenso repertorio mitico lasciato in eredità da Tolkien sono nate opere come I racconti perduti, I racconti ritrovati e I racconti incompiuti di Númenor e della Terra di Mezzo, pubblicate dopo la morte dell'autore dal figlio Christopher. Trascorse gli ultimi anni della sua vita nella città costiera di Bournemouth dove morì, a 81 anni, il 2 settembre del 1973, due anni dopo la morte di Edith. Lo hobbit La sua prima pubblicazione risale al 21 settembre 1937. Il tema dell'eroismo è centrale nell'opera. Tolkien immagina il suo fantastico mondo in questa prima opera come un passato remoto del nostro, tant'è che gli Hobbit sono indicati come esseri che, per quanto siano molto difficili da vedere, un tempo ebbero un ruolo cruciale nell'estirpare il Male dal mondo che noi conosciamo. Tolkien afferma che l'ispirazione dell'opera derivava da epiche, mitologie e storie fantastiche. L’ispirazione gli venne mentre correggeva dei compiti di letteratura inglese: uno degli esaminandi aveva lasciato una pagina bianca e gli viene di getto l'incipit del racconto, diventata una delle frasi più note di Tolkien: « In un buco del terreno viveva uno Hobbit » da cui successivamente passa alla storia, ma senza un grande filo logico e senza sapere consciamente l'organizzazione dei pensieri. Le illustrazioni originali sono tutte opera dello stesso. Già dall'inizio la critica dimostrò un profondo interesse per l'opera, facendo notare la somiglianza fra l'autore e Bilbo, entrambi figli di vivaci donne, entrambe aventi due notevoli sorelle, figlie di un nonno che visse fino a tardissima età, appartenenti a famiglie rispettabili. Sia Bilbo che Tolkien erano inoltre di mezza età e inclini al pessimismo, pratici, sobri ed amanti dei cibi semplici e dei vestiti colorati quando poteva permetterseli. Illustrazione di Tolkien ne «lo hobbit» Lo hobbit trama La trama de "Lo Hobbit" è abbastanza semplice, soprattutto per questo è talvolta considerato una storia per bambini. Un giorno lo stregone Gandalf, Thorin Scudodiquercia e i suoi tredici nani, vanno a trovare Bilbo Baggins, uno hobbit che vive a Hobbiville, nella Contea. Viene spiegato a Bilbo che questi nani vorrebbero riconquistare il loro regno di Erebor, la Montagna Solitaria, che diversi decenni prima era stato conquistato dal drago Smaug. Gandalf ingaggia Bilbo come scassinatore, a causa della sua abilità in questo campo, i compagni gli promettono, in caso di successo, un quattordicesimo dell'enorme tesoro che si trova nella montagna. Bilbo, come tutti gli hobbit, è un tipo sedentario, a cui piace dormire e fumare la pipa, così è restio a partire, ma alla fine, viene convinto, e si imbarca nella strana avventura. Dopo innumerevoli avventure tra le quali si annovera la scoperta di un anello magico, sottratto da Bilbo a Gollum nella sua caverna nelle Montagne Nebbiose, i Compagni riescono ad arrivare alla Montagna Solitaria e a liberarla dal drago. Bilbo tornerà a casa pieno di ricchezze e con il suo prezioso anello ed un ricco bottino. L'anello trovato da Bilbo, che ha il potere di rendere invisibili, avrà un enorme importanza nel romanzo Il Signore degli Anelli. Bilbo nella grotta di Smaug Lo hobbit Gli hobbit sono immaginati dall'autore come esserini piccoli, figure quasi umane, con un po' di pancia e le gambe corte, una faccia tonda e gioviale, orecchie leggermente elfiche, capelli corti, coi piedi pelosi e ben vestiti. Bilbo Baggins è un perfetto esempio di uno hobbit, ha da parte Baggins una lunga sfilza di parenti perfettamente sobri e rispettabili; al contrario, da parte di madre, si diceva che i Tuc discendessero anche da una fata, i loro membri erano amanti delle avventure. Si unisce all'avventura quasi di malavoglia, ma si rivelerà particolarmente utile in più occasioni e avrà un ruolo determinante nella caduta di Smaug. I nani sono avidi di ricchezze ma al contempo severi e coscienziosi e leali. Thorin Scudodiquercia è il capo della compagnia dei 13 nani della spedizione. Balin, Dwalin, Fíli, Kíli, Dori, Nori, Ori, Óin, Glóin, Bifur, Bofur e Bombur sono i 12 nani che accompagnano Thorin durante la spedizione verso la Montagna Solitaria. Gli elfi sono appena delineati in questa opera, sono visti allegri, non si preoccupano di parlare di cose cupi che non dovrebbero mai essere nominate, e amano le feste. Gandalf è uno stregone di nota fama che è solito recarsi nella Contea, dove allieta gli hobbit con degli spettacoli pirotecnici; invita Bilbo Baggins ad unirsi alla spedizione dei nani in veste di scassinatore. Sebbene i suoi poteri siano di notevole utilità durante il viaggio, deve abbandonare il gruppo prima di entrare a Bosco Atro, per recarsi a Sud, promettendo tuttavia di ricongiungersi allo hobbit e ai nani prima della fine della loro avventura. Smaug è un drago di notevole potenza, particolarmente spietato verso chiunque osi penetrare in quello che considera il proprio territorio. Da sinistra a destra: Bilbo Baggins e Gandalf nel film «lo hobbit» Il signore degli anelli Trama La trama de Il Signore degli Anelli nasce dal precedente libro Lo Hobbit e, in maniera meno diretta, dalla storia de Il Silmarillion. Gli hobbit si ritrovano coinvolti in avventure più grandi di loro, che coinvolgono l'intero mondo fantastico, quando l'Oscuro Signore Sauron, servo del male, cerca di ritornare in possesso dell'Unico Anello, da lui forgiato, che gli restituirà il potere totale. Lo hobbit Frodo Baggins eredita dallo zio Bilbo il suo prezioso e misterioso anello. Scopre però che quest’ultimo rappresenta un pericolo per l’intero mondo, in quanto Sauron ha infuso in esso tutto il suo potere. Si assume così la responsabilità di portare l’anello nella voragine del monte Fato per distruggerlo. Nel suo cammino sarà accompagnato dalla Compagnia dell’Anello, formata dall’elfo Legolas, Aragorn, Boromir, il nano Gimli, Gandalf e i tre hobbit Sam, Merry e Pipino. La compagnia dell’anello nel film omonimo Il Silmarillion Il Silmarillion narra le vicende di Arda, dalla sua creazione fino alla Terza Era. Insieme ad altre opere dello stesso autore, descrive l'universo di Eä, nel quale si trovano le terre di Valinor, Beleriand, Númenor e la Terra di mezzo, nella quale si svolgono Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli. Considerata dal figlio dell'autore Christopher Tolkien l'opera primaria, fondamentale e centrale del padre, è stata forse anche quella più amata dal suo autore; essa non è e non vuole essere un romanzo, ma una serie di narrazioni e vicende a cui l'autore lavorò per tutta la vita, senza terminarle. Tolkien non vide mai la pubblicazione del materiale del libro, che fu pubblicato (come molti altri) postumo dal suo curatore, il figlio Christopher. Tolkien lavorò al Silmarillion per tutta la vita, è impossibile definire una data di composizione di quest'opera. Tolkien considerava quest'opera la più importante tra le sue creazioni, continuò così per tutta la vita a lavorare sui racconti in esso contenuti, affinando e rimaneggiando le proprie idee e il testo stesso; tuttavia non completò mai Il Silmarillion. Il significato dei romanzi Il signore degli anelli Il Signore degli Anelli può essere visto come un'esplorazione personale, da parte di Tolkien, dei suoi interessi per la filologia, le storie di fate e la mitologia sia norrena che celtica. Il professore ha sempre avvertito la mancanza di una vera mitologia e letteratura inglese: il Signore degli Anelli è una delle opere con cui Tolkien colma questa lacuna, creando una mitologia per l'Inghilterra. J. R. R. Tolkien ha descritto Il Signore degli Anelli come un lavoro fondamentalmente religioso e cattolico: le virtù della Misericordia e della Pietà (di Bilbo e Frodo Baggins verso Gollum) vincono. Tolkien ha dunque scelto, volontariamente e non, alcuni dei temi su cui ogni cristiano si rapporta, riuscendo tuttavia a trattarli con un elegante linguaggio alternativo: la speranza la provvidenza l'umiltà l'amicizia l'amore la misericordia e la pietà la morte la salvezza La speranza è certamente l'aspetto più nobile che lega l'intero libro: i popoli sperano di riuscire a liberarsi dal male (Sauron) che sta conquistando la Terra di Mezzo (anche Saruman il bianco è stato corrotto). La differenza fra speranza e disperazione nel libro, si coglie in maniera precisa: ciò che le divide è la provvidenza a cui si fa affidamento nella prima, mentre nella disperazione non si considera neanche. La provvidenza tuttavia agisce continuamente, ma in maniera nascosta: non è il caso che guida questi eventi. Continuando questo percorso si scopre come gli umili siano i grandi vincitori. L'umiltà è un dono immenso che, assieme alla vera amicizia, danno la forza a Sam di sopportare situazioni di ogni tipo: pericolose, ingiuste e neanche legate a lui, bensì al suo padrone (e migliore amico) Frodo. Il tema dell‘amore è narrato magnificamente nelle storie di Aragorn ed Arwen, Éowyn e Faramir, Sam e Rosie, nonché nella leggenda di Beren e Lúthien, storie dalle quali traspare la nobiltà, la purezza e la bellezza di questo sentimento, non legato esclusivamente alle semplici passioni. La misericordia è applicata a molti e non da tutti viene accettata: Boromir, Vermilinguo, Saruman, Denethor, Gollum/Sméagol sono solo alcuni esempi. Questo è il sentimento, assieme alla pietà, con cui si applica la giustizia e con il quale si può quindi costruire un mondo di pace, al contrario del regno di Sauron, spietato e vendicativo. Nel libro sono, infine, trattate la morte e la salvezza: la prima legata all'uomo come un dono di cui nessuno conosce la natura, ma che conduce al secondo aspetto, la salvezza, alla quale sono chiamati tutti gli esseri della Terra di Mezzo e per cui vale la pena lottare per raggiungere un mondo di pace e giustizia, privo del male. Fine Marta Riccardi 3^F Frodo: Avrei tanto desiderato che tutto ciò non fosse accaduto ai miei giorni! Gandalf: Anch'io come d'altronde tutti coloro che vivono questi avvenimenti. Ma non tocca a noi scegliere. Tutto ciò che possiamo decidere è come disporre del tempo che ci è dato. J.R.R.Tolkien ne «Il Signore Degli Anelli»