Corso di Filosofia del
Linguaggio (2014-15)
Ferdinand de Saussure (lezione 1)
L’oggetto della linguistica: La distinzione langue/parole
Linguistica esterna e Linguistica interna
Dott.ssa Filomena Diodato ([email protected])
Ferdinand de Saussure
Ginevra, 26 novembre 1857 – Vufflens-le-Château, 22 febbraio 1913
Il fondatore della Linguistica moderna
•
Mémoire sur le système primitif des voyelles dans les langues indo-européennes,
Lipsia, Teubner, 1879 (rad. It. Ferdinand de Saussure, Saggio sul vocalismo
indoeuropeo, a cura di Giuseppe Carlo Vincenzi, Bologna, Clueb, 1978).
L’opera presenta una ricostruzione innovativa ma solida del sistema
fonematico dell'indoeuropeo comune e rivela il precoce interesse di
Saussure per gli aspetti teorico-metodologici. Difatti, il Mémoire offre
un’impostazione metodologica per il trattamento del sistema fonologico in
generale.
•
De l'emploi du génitif absolu en sanscrit – Tesi di laurea discussa all’università
di Lipasia nel 1880.
•
Cours de linguistique générale, a cura di Charles Bally, Albert Riedlinger e
Albert Sechehaye, Losanna-Parigi, Payot, 1916 (trad. it. Ferdinand de
Saussure, Corso di linguistica generale, a cura di Tullio De Mauro, RomaBari, Laterza 1967).
Continuità e rottura con la linguistica
dell’Ottocento
• Temi saussuriani circolano in tutta la cultura dell’Ottocento per es. la questione della ‘formatività’ del linguaggio
(Humboldt), la distinzione tra sincronia e diacronia (Spitzer,
Gabelentz, Marty), la ‘socialità’ del linguaggio (Whitney,
Steinthal, Paul), la distinzione langue/parole (Schuchardt) ecc.
• Tra gli altri, Bréal e Meillet, due grandi linguisti francesi
contemporanei di Sassure, hanno avuto contatti con il Maestro
ginevrino.
• “Non sempre è possibile dire con certezza se questi studiosi
conoscevano le idee di Saussure e se Saussure conosceva le
loro. Ma persino se si dovesse rispondere sempre
negativamente, resterebbe pur vero che, nel complesso,
Saussure ha vissuto un rapporto di consonanza profonda, di
mutuo scambio col suo tempo.” (p. VIII)
Lessico saussuriano, nozioni saussuriane e
‘Scuole’ saussuriane
•
Buona parte del lessico specialistico della
contemporanea trova le sue radici nel CLG (p. VIII).
linguistica
•
Nozioni saussuriane sono alla base delle diverse branche della
linguistica per come si sviluppano nel corso del Novecento
(fonologia, sintassi, semantica).
•
A Saussure si rifanno anche le maggiori correnti della semiologia
del Novecento.
- Scuola di Praga (1926 -1939) - Trubeckoj, Jakobson, Karchevskij,
Mathesius e Vachek (Travaux du cercle linguistique de Prague);
- Scuola di Copenhagen – Luis Hjelmslev (I fondamenti della teoria del
linguaggio, 1943).
Il Cours de Linguistique Générale (CLG)
Charles Bally (1865 – 1947) – Albert Sechehaye (1870-1946)
Scritto da Bally e Sechehaye, con la
collaborazione di A. Riedlinger, si
basa sugli appunti presi dagli allievi
che hanno partecipato ai tre corsi
di linguistica generale presso
l’Università di Ginevra (1907,
1908-09, 1910-11) e su alcune note
manoscritte di Saussure.
Se il corso è fedele nel riprodurre le
parti della dottrina linguistica di
Saussure, non lo è nel riprodurre
l’ordine delle parti (v. nota 12).
La ‘vulgata saussuriana’
Tra gli anni Venti e Trenta si afferma quella che Giulio Lepschy (Linguistica
strutturale, 1966) ha definito la vulgata del pensiero saussuriano, fondata su
alcuni ‘luoghi comuni’ (v. nota 16).
Prevale una lettura del Cours come fondato sul principio di ‘autonomia’ della
linguistica (cd. principio di ‘immanenza’) con un conseguente:
• primato della langue sulla parole;
• primato della linguistica sincronica su quella diacronica;
• estromissione del soggetto parlante e della massa parlante dall’analisi
linguistica;
• assenza di una prospettiva semantica nel pensiero di Saussure (prevalenza
dei rapporti associativi, di natura psicologica);
• assenza di un approccio sintattico nel pensiero di Saussure il sintagma, ma
non la frase, sarebbe riconosciuto come unità della langue).
La ‘voce autentica’ di Saussure
Dagli anni Trenta e Quaranta a oggi diversi
studiosi hanno lavorato per ricostruire la voce
autentica di Saussure, spesso celata dietro le
pagine del Cours.
Benveniste, Lucidi, Frei, Rudolf, Hjelmslev e
poi ancora Godel, Engler, De Mauro sono tra
gli studiosi che hanno condotto un lavoro
filologico e di raccolta dei materiali saussuriani
in modo da correggere la cosiddetta vulgata e
restituire all’opera saussuriana l’ampio respiro
delle riflessioni di Saussure su quell’oggetto
“multiforme ed eteroclito” che è il linguaggio.
Il punto di partenza:
Unicità e irripetibilità dell’atto linguistico
“La guerre, je vous dis la guerre” (p. X)
Com’è possibile che nonostante l’intrinseca variabilità fonetica,
semantica ecc. dell’atto linguistico riusciamo a riconoscere alcune
espressioni ‘repliche’ dello stesse segno?
“Per dir ciò è chiaro che dobbiamo avere un ubi consistam, un
punto fermo che non vari e che ci consenta di dire che qualcosa
varia ed è diverso. (…) è proprio nel parlare concreto che noi, come
parlanti e come ascoltanti, riconosciamo da un’occorrenza all’altra
le diverse repliche di guerre appunto come repliche: come
variazioni esecutive di un qualche cosa che, per variare, deve ben
restare identico da qualche punto di vista”. (p. X)
Uno sguardo ‘pre-scientifico’
•
Grammatica (antichità classica): disciplina prescrittiva (non
descrittiva);
•
Filologia (‘700): interpretazione di testi, che ha come metodo la
critica; guarda all’antichità e quindi esclusivamente alla lingua
scritta;
•
Grammatica o filologia comparata (primo ‘800): sviluppo della
linguistica indoeuropea in seguito alla ‘scoperta’ del sanscrito (W.
Jones, fine ‘700 – Bopp, Sistema della coniugazione del sanscrito,
1816 – nota 26).
• “La lingua veniva considerata come una sfera particolare, come un
quarto regno della natura; donde dei modi di ragionare che avrebbero
lasciato stupefatti in ogni altra scienza. Oggi non si possono leggere otto
o dieci righe scritte in quell’epoca senza restare colpiti dalle bizzarrie
del ragionamento e dai termini impiegati per giustificarle”. (p. 12)
Verso la linguistica ‘propriamente detta’
•
Filologia romanza e filologia germanica
•
J. I. Baudouin de Courtenay (1845-1929)
•
W. D. Whitney (1927 – 1894 -Vita del linguaggio, 1795)
•
Scuola dei Neogrammatici (Junggrammatiker, Brugmann, Osthoff,
Paul): ‘leggi’ del linguaggio (fonetiche) costanti, cieche, prive di
eccezioni; concezione anti-sistemica della lingua; vs idea della lingua
come organismo biologico ma mancanza di elaborazione teorica (con
eccezioni);
•
M. Bréal (1832-1915)
•
A. Noreen (1854-1925)
Esempio di ‘legge’ fonetica
La legge di Grimm (o Rask-Grimm) o "prima rotazione consonantica" è la legge
fonetica che regola la modifica delle consonanti dall'indoeuropeo al protogermanico:
•le OCCLUSIVE SORDE indoeuropee *p, *t, *k e *kʷ diventano in germanico le
FRICATIVE SORDE *f, *θ (trascritta "þ"), *h e *hʷ; così, per esempio,
dall'indoeuropeo *pətér ("padre") viene il gotico fáðar (cfr. invece il latino pater);
•le OCCLUSIVE SONORE indoeuropee *b, *d, *g e *gʷ diventano in germanico
le OCCLUSIVE SORDE *p, *t, *k e *kʷ; così, per esempio, dall'indoeuropeo
*dekṃ ("dieci") viene in lingua gotica taihun (cfr. invece il latino decem);
•le OCCLUSIVE SONORE ASPIRATE indoeuropee *bh, *dh, *gh e *ghʷ
diventano in germanico le OCCLUSIVE SONORE *b, *d, *g e *gʷ; così, per
esempio, dall'indoeuropeo *ghostis ("straniero") viene l'alto tedesco antico gast (cfr.
invece il latino hostis).
(Esistono leggi ‘semantiche’?, cfr. Bréal, Essai de Sémantique, 1897)
Materia della linguistica
La totalità delle manifestazioni del linguaggio umano. (p.15 v.
anche note 38 e 40)
Compito della linguistica:
a) Fare la descrizione e la storia di tutte le lingue che potrà
raggiungere; ciò che comporta fare la storia delle famiglie di
lingue e ricostruire, nella misura del possibile, le lingue madri
di ciascuna famiglia;
b) Cercare le forze che in modo permanete e universale sono in
gioco in tutte le lingue, ed estrarre le leggi generali cui possono
ricondursi tutti i articolari fenomeni della storia;
c)
Delimitare e definire se stessa.
(p. 15, v. nota 41)
L’oggetto della linguistica: la langue
È il punto di vista che crea l’oggetto. Una parola può esse vista
come suono, come esprimente un’idea, come derivata da un’altra
parola ecc. (pp. 17-18)
Lingua (langue):
- Prodotto sociale della facoltà del linguaggio (vs parole che è il
livello individuale);
- Insieme di convenzioni acquisite (vs facoltà del linguaggio, che
deriva dalla natura – ‘accenno’ all’arbitrarietà ‘materiale’ e alla
tesi ‘localizzazionista’ p. 19-20);
- È in sé una totalità e un principio di classificazione.
Priorità della langue nello studio del
linguaggio
• “Si potrebbe dire che non il linguaggio parlato è naturale per
l’uomo, ma la facoltà di costruire una lingua, vale a dire un
sistema di segni distinti corrispondenti a delle idee distinte”.
• “La facoltà – naturale o no – di articolare PAROLES non si
esercita se non mercé lo strumento creato e fornito dalla
collettività: non è dunque chimerico dire che è la lingua che fa
l’unità del linguaggio”.
(p. 20, v. nota 54)
Il circuito della parole
Psichico, fisiologico e fisico
Il punto di partenza del circuito scaturisce da un fenomeno
interamente psichico nella mente di A che associa un concetto a
un’immagine acustica.
Questo è seguito da un fenomeno fisiologico: il cervello di A
trasmette agli organi di fonazione un impulso correlativo
all’immagine acustica.
Infine ha luogo un fenomeno fisico: le onde sonore si propagano
dalla bocca di A per raggiungere l’orecchio di B.
Il circuito prosegue, poi, in un ordine uguale ma inverso:
dall’orecchio di B l’immagine acustica arriva al suo cervello, dov’è
associata con il concetto corrispondente.
Separando la langue dalla parole si separa:
• Ciò che è sociale da ciò che è individuale;
• Ciò che è essenziale da ciò che è accessorio e più o meno
accidentale.
La distinzione langue/parole non è pacifica: vi sono ‘fatti
sociali’ anche nella parole e ‘fatti individuali’ anche nella
langue.
Problema della priorità dell’una sull’altra; prevale la tesi
dell’interdipendenza di langue e parole (p. 29, v. anche note 65,
67, 68).
Sociale vs individuale
• Langue come 'somma' di impronte depositate in ciascun
cervello (p. 29, v. anche nota 70)
I + I + I + I + I ..... = I
• Parole come a) combinazioni individuali dipendenti dalla
volontà del parlante b) atti di fonazione, egualmente volontari,
necessari per l'esecuzione di tali combinazioni (p. 30).
(I + I' + I''+ I''' +.....)
La langue…
• La parte sociale del linguaggio, anche nel senso che l'individuo non
può modificarla.
• “Tra tutti gli individui così collegati al linguaggio si stabilisce una
sorta di media: tutti riprodurranno, certo non esattamente, ma
approssimativamente, gli stessi segni uniti agli stessi concetti”. (p. 23
- Problema teorico dell’asimmetria del codice)
• “Questa [la lingua] è un tesoro depositato dalla pratica della parole
nei soggetti appartenenti a una stessa comunità, un sistema
grammaticale esistente virtualmente in ciascun cervello, o più
esattamente, nel cervello d’un insieme di individui, dato che la lingua
non è completa in nessun singolo individuo, ma esiste perfettamente
soltanto nella massa”. (p. 23)
• Esiste per una sorta di contratto tra i membri della comunità
(convenzionalità);
• Ha bisogno di una fase di acquisizione;
• La distinzione langue/parole è giustificata anche dal fatto che
possiamo conoscere le lingue morte;
• "La scienza della lingua può non interessarsi degli altri elementi del
linguaggio, ma anzi è possibile solo se tali altri elementi non sono
mescolati ad essa."
(v. PRINCIPIO DI AUTONOMIA DELLA LINGUISTICA)
Linguistica della langue e
Linguistica della parole
• LINGUISTICA DELLA LANGUE, parte essenziale dello studio del
linguaggio, che si occuperà dello studio della lingua come
SISTEMA DI SEGNI, cioè come forma, come fatto sociale,
indipendente dal singolo individuo; è uno studio di tipo
psichico;
è distinta dalla
• LINGUISTICA DELLA PAROLE, (secondaria) è lo studio della
parte individuale del linguaggio, che invece è psico-fisica.
Linguistica e Semiologia
• Tra i fatti eterocliti del linguaggio la langue è, dunque, un
oggetto ben definito.
• «La lingua è un sistema di segni esprimenti delle idee e,
pertanto, è confrontabile con la scrittura, l’alfabeto dei
sordomuti, le forme di cortesia, i segnali militari, ecc. ecc.», ma
è al contempo «il più importante di tali sistemi» (p. 25 – v.
anche p. 27)
• La linguistica, che è la disciplina che ha per oggetto la langue, si
delinea come una scienza autonoma che rientra in una scienza
più generale, la SEMIOLOGIA, la «scienza che studia la vita dei
segni nel quadro della vita sociale» (p. 26).
(v. note 70 e 72).
Critica alla definizione di lingua come
nomenclatura
• La concezione superficiale del gran pubblico vede nella lingua
una NOMENCLATURA (un codice che associa suoni linguistici a
idee preesistenti; la lingua è considerata una lista di etichette e
un insieme di regole per combinarle tra loro, v. nota 74, e 129).
• L'aspetto 'materiale' (la fonazione), invece, è estraneo rispetto
alla langue. (v. Metafora della sinfonia, p. 28)
•
La LINGUA è:
•
Radicalmente arbitraria (principio fondamentale)
•
Radicalmente sociale
•
Radicalmente storica
Linguistica ‘esterna’…
Linguistica esterna:
• Aspetti etnologici
• Aspetti storico-politici
• Relazioni con altre istituzioni
• Aspetti geografici
• Relazioni tra lingue
• ….
“Questa linguistica tuttavia si occupa di cose importanti ed è
ad essa anzitutto che si pensa quando si intraprende lo studio
del linguaggio” (p. 31).
Linguistica ‘interna’
• “La linguistica esterna può accumulare dettagli su dettagli
senza sentirsi imprigionata nelle maglie d'un sistema. Per
esempio, ogni autore raggrupperà come vuole i fatti relativi
all'espansione di una lingua fuori del suo territorio”. [...]
• “Con la linguistica interna tutto va diversamente. Essa non
ammette una disposizione qualsiasi. La lingua è un sistema che
conosce soltanto l'ordine che gli è proprio”.
 Metafora degli scacchi (pp. 33-34)
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Saussure (lezione 1)