UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DEL PIEMONTE
ORIENTALE
“ AMEDEO AVOGADRO”
FACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIA
MASTER DI 1° LIVELLO IN CURE PALLIATIVE
Accertamento ed elaborazione di un Piano di Assistenza
su un caso di DOLORE, secondo il Metodo NANDA
Maria Camera
“IL DOLORE PASSA, MA L’AVER
SOFFERTO, NON PASSA MAI”
(Buytendijk Medico Antropologo)
Dal Codice Deontologico:
“L’infermiere è al servizio della vita
dell’uomo; lo aiuta ad amare la vita,
a superare la malattia, a sopportare
la sofferenza e ad affrontare l’idea
della morte”
DEFINIZIONE DI DOLORE:
Un’esperienza sgradevole,
sensoriale ed emotiva, associata ad
un danno tessutale
in atto o potenziale,
o descritto in termini di tale danno
Esperienza individuale e unica
Tutto ciò che il paziente afferma che esso sia,
ed esiste ogni qualvolta egli afferma che esista.
Reale, o psicogeno o immaginario che sia, per
quanto insignificante esso possa sembrare,
ogni paziente è freneticamente convinto della
validità e dell’importanza del suo dolore
RAGIONAMENTO
DIAGNOSTICO-ASSISTENZIALE
IL METODO NANDA:
SISTEMA DI CLASSIFICAZIONE DI “PROBLEMI”
DI COMPETENZA INFERMIERISTICA
La Diagnosi Infermieristica:
“processo”, giudizio clinico sulle risposte che
l’individuo, la famiglia o la società dà, a problemi
di salute, processi vitali reali o potenziali.
La D.I. fornisce le basi per effettuare una scelta
degli interventi assistenziali infermieristici che
porteranno al conseguimento degli obiettivi dei
quali l’infermiere è responsabile.
RAGIONAMENTO DIAGNOSTICO-ASSISTENZIALE
Difficoltà incontrate:
Riuscire a sviluppare criteri esclusivi
che distinguano sempre
le Diagnosi Infermieristiche da altri problemi,
essendo il paziente una persona con
caratteristiche peculiari uniche, non riscontrabili
in altri casi
Riuscire ad arrivare ad una conclusione
scientifica valida
avendo a disposizione poco tempo, trattandosi di
paziente terminale con aspettativa di vita breve
Comprendere sia il dolore provato dal paziente,
sia il paziente che prova dolore
RAGIONAMENTO DIAGNOSTICO-ASSISTENZIALE
RIUSCIRE AD ATTIVARE TUTTE LE RISORSE
NECESSARIE
PER PERSONALIZZARE L’ASSISTENZA
NEI CONFRONTI DI UNA PERSONA CON DOLORE
Il caso clinico: “ La storia di Giovanni”
Giovanni ha da poco compiuto 50 anni.
La sua storia di malattia ha inizio nel 2001 quando gli viene
diagnosticato un Carcinoma Epatocellulare
La TAC e la RMN mettono in evidenza:
• 2 noduli al fegato
• Quadro epatico di cirrosi
• Pregressa Epatite C
Giovanni si sottopone a:
•Chemioterapia
•Chemioembolizzazione dei due noduli
Dal 2002 a gennaio 2003 Giovanni ha una buona ripresa tanto che
ritorna al lavoro, a frequentare gli amici e il bar.
La sua famiglia, all’oscuro di tutto, è composta da due genitori
molto anziani, di cui la madre affetta da Malattia di Alzheimer.
A gennaio 2003 la comparsa di un ittero ostruttivo lo porta ad un
nuovo ricovero. Viene accertata una Neoplasia delle vie biliari e
impiantata una protesi mediante RCP, che consente la regressione
dell’ittero. Giovanni deve riprendere la chemioterapia e per questo
viene posizionato un catetere venoso centrale in Succlavia.
Le condizioni generali di Giovanni peggiorano:
ricompare il dolore, la nausea, il vomito, l’inappetenza, le
parestesie agli arti superiori, la perdita di equilibrio e la
diplopia.
Gli esami condotti evidenziano inoltre:
• voluminoso processo espansivo occipitale a sinistra;
• Linfoadenomegalie latero-cervicali sia a destra che a
sinistra.
•L’indagine scintigrafica mette in evidenza un’area di
accumulo patologico a livello del corpo vertebrale di D11 e
D12. La situazione epatica è pressochè invariata con
aggiunta di un modesto versamento ascitico.
•La presa in carico da parte dell’UOCP avviene il 29
gennaio 2003 .
Diagnosi
Infermieristica
possibile
Definizione Diagnosi e/o Problemi
Collaborativi
PROCESSO DIAGNOSTICO
ASSISTENZIALE
Accertamento
mirato
ACCERTAMENTO
sec. i Modelli Funzionali
di salute
PIANIFICAZIONE:
Obiettivi
Interventi
Verifica
ANAMNESI INFERMIERISTICA ALGICA
DATA
5 Luglio ‘03
SEDE
NUCA ARTI SUP.
FIANCO DX.
ADDOME SCHIENA
TIPO E
DURATA
LANCINANTE
CONTINUO
INTENSITA’
VAS
RAPPORTO
DOLORE
SONNO
8/9
INSONNIA
LEGATA
AL DOLORE
TERAPIA OPPIOIDI MAG.
+
IN
ADIUVANTI
ATTO
OBIETTIVO
DEL
PAZIENTE
LIBERTA’
DAL
DOLORE
25 Luglio ‘03
NUCA
ARTI SUP.
URENTE
CONTINUO
5
26 Agosto ‘03
NUCA
URENTE
DISCONTINUO
4/5
2/3 ORE
per NOTTE
2/3 ORE
per NOTTE
FANS
OPPIOIDI MAG.
+
ADIUVANTI
FANS
OPPIOIDI MAG. E.V.
+
ADIUVANTI
LIBERTA’
DAL
DOLORE
LIBERTA’
DAL
DOLORE
IL DOLORE “COMUNICATO” da Giovanni
secondo le metafore sinestesiche del dolore
SE AVESSE UN COLORE SAREBBE:
SE FOSSE UNA FORMA
SAREBBE:
SE FOSSE UNO STRUMENTO MUSICALE
SAREBBE:
SE AVESSE SAPORE SAREBBE:
SE FOSSE UN PROFUMO
AVREBBE:
SE LO SI POTESSE TOCCARE SAREBBE:
SE AVESSE TEMPERATURA SAREBBE:
PERCORSO CLINICO - ASSISTENZIALE
(secondo il Metodo NANDA)
Dai Modelli Alterati alle Diagnosi Infermieristiche
2)
3)
4)
5)
NUTRIZIONALE METABOLICO
ELIMINAZIONE
ATTIVITA’/ESERCIZIO FISICO
RIPOSO/SONNO
6) COGNITIVO/PERCETTIVO
7) PERCEZIONE DI SE/CONCETTO DI
SE
8) RUOLO/RELAZIONE
10) COPING TOLLERANZA ALLO
STRESS
11) VALORI E CONVINZIONI
2) ALTERAZIONE DELLA MUCOSA DEL
CAVO ORALE
ECCESSO DI VOLUME DI LIQUIDI
3) STIPSI
4) SINDROME DA DEFICIT DELLA CURA
DI SE
5) DISTURBO DEL MODELLO DI SONNO
6) ALTERAZIONE DEL CONFORT
DOLORE ACUTO
DOLORE CRONICO
ALTERAZIONE DEI PROCESSI DI
PENSIERO
ALTERAZIONI SENSORIALI PERCETTIVE
7) AFFATICAMENTO
ANSIA
DISTURBO DELL’IMMAGINE
CORPOREA
PAURA
MANCANZA DI SPERANZA
8) COMPROMISSIONE DELLE
INTERAZIONI SOCIALI
10) COPING INEFFICACE DELLA
PERSONA
11) SOFFERENZA SPIRITUALE
PERCORSO CLINICO-ASSISTENZIALE
(secondo il Metodo NANDA)
PROBLEMI COLLABORATIVI
EMORRAGIA
ANEMIA
ITER DIAGNOSTICO,
TERAPEUTICO ED
ASSISTENZIALE
DA ATTIVARE A FRONTE DI UNA
SITUAZIONE CLINICA TIPICA
ILEO PARALITICO
ANSIA
SEPSI
DIAGNOSI PRIORITARIE:
Formulazione Obiettivi del Paziente
(Comportamenti misurabili)
N°6/A DOLORE ACUTO
RIUSCIRE A PERCEPIRE UNA RIDUZIONE PROGRESSIVA DEL DOLORE
ADOTTANDO MISURE DI CONTROLLO QUALI:
• ASSUMERE UNA POSIZIONE ANTALGICA NEL LETTO
• METTERE IN ATTO TECNICHE DI RILASSAMENTO
• RIUSCIRE AD EFFETTUARE ESERCIZI RESPIRATORI
• DISTRARSI ASCOLTANDO MUSICA
RIUSCIRE AD AVERE, DURANTE LA GIORNATA, PERIODI DI ASSENZA
DI DOLORE
PER QUANTO RIGUARDA L’INTENSITA’, RIUSCIRE A CONTENERE IL
DOLORE TRA 4/5 sec. LA SCALA ANALOGICO VISIVA (VAS)
TEMPI DI REALIZZO: OBIETTIVO A BREVE TERMINE
VAS 4/5 ENTRO UNA SETTIMANA
VERIFICA INTERMEDIA DOPO 3 GIORNI
DIAGNOSI PRIORITARIE
Formulazione obiettivi del paziente
(Comportamenti misurabili)
N° 6/B DOLORE CRONICO
RIUSCIRE A PASSARE DA UN DOLORE CONTINUO, DIFFUSO
NELLA ZONA, AD UN DOLORE SALTUARIO CIRCOSCRITTO NELLA
ZONA
RIUSCIRE A CONTROLLARE LA PAURA E L’ANSIA LEGATE
ALL’INSORGENZA DEL DOLORE DURANTE LA NOTTE
TEMPI DI REALIZZO: OBIETTIVO A BREVE TERMINE
VERIFICA VAS DOPO 3/5/7 GIORNI
AUMRNTO DELLE ORE DI SONNO DURANTE LA NOTTE
VERIFICA DOPO 7 GIORNI
PROBLEMI COLLABORATIVI
Formulazione obiettivi dell’infermiere
(Azioni misurabili)
EMORRAGIA
MONITORARE PER RILEVARE SEGNI E SINTOMI DI EMORRAGIA:
• EMATEMESI
• MELENA
• TACHICARDIA
• AGITAZIONE
• CUTE PALLIDA E FREDDA
• DIMINUZIONE DEI VALORI PRESSORI
• CONTRAZIONE DELLA DIURESI < A 30 ML./ORA
TEMPI DI REALIZZO: OBIETTIVO A BREVE TERMINE
QUOTIDIANAMENTE L’IP CONTROLLA:
• I VALORI PRESSORI E GLI ALTRI PARAMETRI VITALI
• LA DIURESI DELLE 24 ORE
• LE CARATTERISTICHE DELLE FECI
VERIFICA DOPO 3/7 GIORNI
PROBLEMI COLLABORATIVI
FORMULAZIONE OBIETTIVI DELL’INFERMIERE
(AZIONI MISURABILI)
SEPSI
MONITORARE PER RILEVARE EVENTUALI SEGNI E
SINTOMI DI INFEZIONE GENERALE E LOCALE A LIVELLO
DEL PUNTO DI INSERZIONE DEL CATETERE VENOSO
CENTRALE:
• ARROSSAMENTO
• SECREZIONE
• FEBBRE
• FEBBRE CON BRIVIDO
OBIETTIVO A BREVE TERMINE QUOTIDIANAMENTE L’IP:
VERIFICA IL SITO DI INSERZIONE DEL CATETERE VENOSO
ESEGUE MEDICAZIONE A GIORNI ALTERNI
APPLICA MEDICAZIONE TRASPARENTE
VERIFICA LA TEMPERATURA CORPOREA 2 VOLTE AL
GIORNO
IL TRASFERIMENTO NELLA PRATICA CLINICA DEL
METODO NANDA PRODUCE, PER QUANTO RIGUARDA
L’ASSISTENZA INFERMIERISTICA, 2 TIPI DI EFFETTI
BENEFICI:
1) IL GIUSTO GRADO DI FLESSIBILITA’
NELL’INTERPRETARE E UTILIZZARE TALI STRUMENTI, IN
RAGIONE DELLA SITUAZIONE CLINICA E DELLE
CARATTERISTICHE INDIVIDUALI DEI PAZIENTI
2) UNA CULTURA PROFESSIONALE ED ORGANIZZATIVA
INTERDISCIPLINARE E D’EQUIPE, ORIENTATA ALLA
QUALITA’ DEI RISULTATI E, SOPRATTUTTO, DISPONIBILE
AL CAMBIAMENTO.
ED E’ IN QUESTA DIREZIONE CHE NOI INFERMIERI
DOBBIAMO ANDARE !
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IL_CASO_DI_GIOVANNI