Tessere relazioni tra sicurezza e accoglienza Roberta T. Di Rosa Milano 9 ottobre 2015 Storia di una relazione da tessere Prima fase (2007/08) Il conflitto tra i servizi per migranti e i residenti Seconda fase (2010/12) Analisi del conflitto e spunti di riflessione Terza fase (2013) Apprendere dall’esperienza progettando il cambiamento Quarta fase (2015) Condividere il presente per guardare insieme al futuro Prima fase (2007/08) Il conflitto tra i servizi per migranti e i residenti Fattori di tensione Conflitto presentato come « residenti vs migranti» Entrambi invece rimasti non ascoltati né rispetto ai loro bisogni primari, né rispetto alle possibili soluzioni per la loro soddisfazione. Caratterizzato da una forte eco pubblica A livello cittadino è diventata l’occasione per esprimere posizioni a favore o contro l’accoglienza. Praticamente tutti i perosnaggi della vita pubblica non hanno rinunciato a dare la loro opinione, spesso in modo strumentale rispetto alla loro posizione, senza che nessuno abbia mai proposto una soluzione possibile o si dia messo a disposizione per l’apertura di un dialogo tra le parti La dicotomia degli attori Coloro che vivono il problema Residenti storici Nuovi residenti Utenti dei servizi Coloro che hanno potere sulla soluzione Forze dell’ordine Municipio – Sindaco Stampa Caritas / Vescovo Seconda fase (2010/12) Analisi del conflitto e spunti di riflessione Lo spostamento del conflitto Il conflitto tra i residenti e i servizi sulle regole di utilizzo degli spazi comuni conflitto tra italiani e stranieri Presentato dalla stampa e dai mezzi di comunicazione in forma estremamente dicontomica: Diritto all’accoglienza Intolleranza / accoglienza Sicurezza / Isolamento Povertà / benessere Apertura / rifiuto Diritto alla sicurezza Negazione della relazione LA RICERCA DEI COLPEVOLI E DELLE VITTIME LA PUBBLICA ACCUSA RAZZISMO / MESSA A RISCHIO DELLA COMUNITA I MIGRANTI SONO TRATTATI DALL’INIZIO ALLA FINE COME OGGETTI DI CURA O DI CONTROLLO MAI INTERPELLATI Le comunità straniere esistenti sul territorio non nsono state coinvolte Nessuno ha affrontato con gli utenti del servizio la questione delle regole di comportamento per l’accesso e la presenza nel quartiere. Questioni influenti sulla vita del quartiere Questioni strutturali Qualità delle case Qualità delle strade Assenza spazi pubblici (piazze, giardini) Assenza posti auto/moto Servizi igiene cittadina ridotti La questione reale Residenti storici Nuovi residenti italiani Nuovi residenti migranti Gestori dei servizi per migranti Professionisti con studio nel quartiere Vivere il quartiere Proprietari/gestori B&B Utenti altri servizi Migranti Utenti dei servizi Operatori altri servizi Turisti Terza fase (2013) Apprendere dall’esperienza progettando il cambiamento Progetto “Laboratorio Granata” L’obiettivo del “laboratorio” Granata è la riconnessione dei luoghi dell’accoglienza per le persone senza dimora con i territori e le comunità di contesto. L’edificio si aprirà al territorio, accogliendo idee e offrendo opportunità di relazione, di inclusione e promozione sociale. In particolare, “il progetto mira alla messa in rete con i servizi presenti sul territorio ed al coinvolgimento degli stessi in un’ottica di corresponsabilità dell’intervento a contrasto delle povertà presenti”. Lo scopo è quello di creare un cambiamento culturale nel lungo periodo, educando ad un concetto di accoglienza più ampio e condiviso. L’azione della Fondazione MondoAltro rientra quindi in un più vasto progetto di riqualificazione e rivitalizzazione del centro storico agrigentino. Per raggiungere questi obiettivi è stata formata un’equipe di diverse professioni e provenienze, comprendente architetti e designer del Politecnico di Torino, antropologi dell’Università di Torino e della fondazione Arca di Milano, l’associazione agrigentina NonSostare, fondata da studenti di architettura, docenti e studenti del Corso di Laurea in Servizio sociale dell’Università di Palermo (sede di Agrigento),da alcuni futuri ospiti della struttura e dagli operatori della Caritas Diocesana. Eventi L’open day si sono intercettati i pareri e gli stimoli del quartiere. Il workshop le idee emerse hanno permesso di strutturare gli interventi su una conoscenza maggiore del territorio e delle sue necessità Ristrutturare case e relazioni Ristrutturazione dell’Istituto Granata Condivisione con associazioni della società civile della progettazione e con studenti universitari (architettura e servizio sociale) Apertura al pubblico prima, durante e dopo i lavori Eventi rivolti ai residenti finalizzati alla condivisione dello spazio e della memoria https://www.youtube.com/watch?v=Zc7b6ZNGqoQ Ponti tra le rive Laboratorio di ricerca sul territorio per approfondire: - La memoria del quartiere - Gli elementi caratteristici della vita quotidiana al suo interno nel presente - Le paure, le fantasie, le informazioni e le aspettative nei confronti dei nuovi servizi Riflessione con gli operatori spazio di incontro e di confronto sui dati che riguardano la comunità quindi utili per un ulteriore conoscenza del territorio di San Domenico Riflessione con gli abitanti spazio di incontro nel quale condividere quanto emerso dalle ricerche sulla memoria e sull’identità del quartiere restituirgli ciò che loro stessi hanno raccontato riguardo la storia e il presente del quartiere, per farli sentire protagonisti, favorire la condivisione del senso d’appartenenza e promuovere l’incontro e il dialogo. “il Granata per tanto tempo è stato un luogo disabitato, chiuso all’esterno, un po’ come una fortezza all’interno della città. Ecco dunque il nostro progetto: ridare vita a questo spazio, rendendolo uno spazio comune aperto al territorio. Un luogo in cui la memoria possa trovare la sua prosecuzione in un presente vivo e dinamico” Valerio Landri Diritto alla sicurezza DIRITTO DI CONVIVENZA Diritto all’accoglienza Quarta fase (2015) Condividere il presente per guardare insieme al futuro Continua… Laboratorio permanente di condivisione Per coltivare il legame tra i residenti del quartiere e i servizi del “Granata” • Creare sempre nuove occasioni d’incontro per far conoscere i locali ristrutturati dello storico edificio e le attività svolte • Creare opportunità d’incontro con i fruitori dei servizi (italiani e stranieri) cosicché venga superato il pregiudizio e il timore dell’alterità • Valorizzare gli abitanti del quartiere come risorsa per il “Granata” • Stimolare occasioni di condivisione per favorire la nascita di legami fiduciari con i servizi e gli operatori attivi al “Granata” • Sperimentare forme di attività condivise tese al miglioramento del benessere del quartiere.