DIONISO
Dioniso sostituì Estia ( che per diritto di
nascita era una delle dodici maggiori divinità
dell'Olimpo) nel Dodekatheon.
- Ebbe per padre Zeus e per madre la
mortale Semele, figlia di Cadmo re di
Tebe. Quando Semele, incinta, morì
prematuramente, Zeus le tolse dal
grembo Dioniso e se lo cucì in una
coscia dove lo tenne fino alla nascita.
- E' noto soprattutto come dio del
vino, in quanto si dice che inventò
l'arte della sua fabbricazione e
dell'umidità della terra che porta i
frutti a maturazione. Col tempo, è
diventato famoso anche come dio del
benessere, della civiltà, della gioia e
dell'allegria.
Gli si attribuiva l'arte divinatoria e la
proprietà di guarire i mali.
Baccanti
• Le Baccanti o menadi erano le sacerdotesse di Dioniso, venivano comunemente
rappresentate nel delirio dell'ebbrezza, con gli occhi stravolti, la voce rauca e
minacciosa, i capelli sciolti e sparsi sulle spalle. Vestite con pelli di animali, in testa
una corona di edera, quercia o abete, celebravano il dio cantando, danzando e
vagando come animali per monti e foreste.
Satiri e Egipani
• Gli Egipani, figli di Pan e i
Satiri, figli di Dioniso, erano
mostri cornuti con la testa
umana coperta da pelo e col
corpo e la coda caprine.
Abitavano le grotte e i boschi,
erano spesso dediti al vino,
alle danze e a suonare il
flauto. Facevano parte della
numerosa corte del dio
Dioniso, insieme alle ninfe e
alle baccanti.
Marsia
• Il più famoso Satiro è Marsia che un giorno
raccolse il flauto che Atena aveva inventato e
poi gettato nel bosco perché si era resa conto
che, quando lo suonava, il suo viso diventava
buffo e le altre dee la deridevano. Il flauto, in
quando creato da una dea, produceva un
bellissimo e armonioso suono. Marsia,
credendosi invincibile, sfidò la cetra di Apollo.
Arbitro della gara furono le Muse, le quali si
pronunciarono a favore di Apollo. Il dio della
musica per punire la presunzione del satiro, lo
appese a un ramo e lo scorticò vivo.
Re Mida
• Re Mida aveva trattato bene il vecchio satiro Sileno precettore di Dioniso.
Il dio, in segno di riconoscenza, volle fargli un regalo concedendogli di
esprimere un desiderio. Mida chiese che tutto ciò che toccava si
tramutasse in oro. Fu accontentato, ma il dono alla fine divenne una
punizione in quanto anche tutto ciò che portava alla bocca, come cibo e
vino, si trasformava in metallo prezioso. Il re pregò Dioniso di ritirare il
suo dono, il dio gli ordinò di fare un bagno nel fiume Pàttolo, Mida seguì
il consiglio e fu salvo. Da quel giorno le acque del fiume trasportano
pagliuzze d'oro.
La storia del Re Mida è stata ripresa in una favola
moderna scritta da Gianni Rodari.
Dioniso e Arianna
A Nasso Dioniso fu attirato dal pianto di una bellissima
ragazza.
Si chiamava Arianna ed era figlia di Minosse re di Creta.
Raccontò al Dio del suo amore per Teseo, che aveva aiutato
nel labirinto, della promessa del ragazzo di ricambiare il
suo aiuto prendendola in sposa e del suo tradimento.
Quando Arianna smise di piangere Dioniso si fece
riconoscere come Dio e le chiese di diventare sua moglie.
Sorpresa Arianna taceva, allora Dioniso prese la corona
gemmata e la posò sul capo della donna . Zeus acconsentì
alle nozze dal cielo trasformando la corona in stelle. Un
carro d’oro, tirato da sei pantere, trasportò gli sposi in una
dimora sconosciuta.
Icario e Erigone
Dioniso insegnò ad Icario a ricavare il vino dall’uva. Lui produsse un buon vino e offrì da bere a tutti.
Incontrò dei pastori, offrì loro da bere ed essi presero un sbornia. Non conoscendo gli effetti del
vino, pensarono che Icario li avesse avvelenati e lo uccisero. Quando capirono quel che avevano fatto,
nascosero il corpo nel bosco senza seppellirlo.
Secondo gli antichi finché la salma non viene seppellita l'anima del morto non può scendere
nell'Erebo e vaga senza meta e senza pace.
La figlia di Icario, Erigone, non vedendolo tornare, iniziò a preoccuparsi. La notte le apparve il
padre che le raccontò cosa gli era successo. Erigone con la sua cagna Mera andò alla ricerca del
cadavere per dargli la sepoltura che meritava. Nel bosco trovò e seppellì il corpo, poi, presa dalla
disperazione, si impiccò. Mera si mise ad abbaiare, poi si accucciò ai piedi dell'albero dove la
padrona era morta e si lasciò morire di fame. Gli dèi, impietositi per la triste storia, trasformarono
Icario nella stella Arturo, Erigone nella costellazione della Vergine e Mera in quella dell'Orsa Minore,
chiamata anche Cane.
Licurgo
• Quando Dioniso scoprì il vino decise di farlo conoscere
a gli uomini. Con il suo corteo (Thiasos) intraprese un
viaggio intorno al mondo. In Tracia Licurgo, re del
paese li sorprese mentre ballavano e cantavano e
cominciò a lanciare loro frecce. Furono fatti tutti
prigionieri solo Dioniso riuscì a scamparla gettandosi
in mare. Per punizione il Dio fece impazzire Licurgo
che, per sfogare la sua rabbia, stroncava tutte le viti
con una scure, ammazzò anche suo figlio
scambiandolo per un ceppo. Un giorno la scure ricadde
sui suoi piedi e lo ferì, alle sue urla di dolore le catene
che tenevano legate i Satiri e le Menadi si sciolsero e
tutti si scagliarono contro Licurgo facendolo a pezzi.
Penteo
• Quando Dioniso si recò in Beozia, dove regnava suo
cugino Penteo, non fu accolto molto bene. Il re si irritò
quando vide i suoi sudditi, soprattutto le donne,
abbandonare il proprio lavoro per unirsi al corteo di
Dioniso nel pieno del delirio del baccanale. Anche sua
madre Agave si unì al thiasos e il re, per punire i suoi
sudditi, incatenò e fece prigioniero Dioniso. Il dio scrollò
le spalle e le catene caddero, contemporaneamente la
folgore di Zeus, per punire il sacrilegio, incendiò la
reggia di Penteo. Il re si irritò ancora di più e decise di
recarsi nei luoghi del baccanale dove le donne, tra cui
sua madre, si scagliarono su di lui e lo uccisero, poi Ino
e Autonoe, sorelle di Agave, lo squartarono.
Miniadi
• In Beozia a Orcomeno c'erano tre sorelle, Alcatoe, Leucippe e Arsippe, erano
figlie del re Minia, dette perciò Miniadi. Mentre tutto il popolo prendeva parte
ai riti di Dioniso, le tre fanciulle osarono sfidare il dio rimanendo ai propri
telai, indifferenti ai festeggiamenti. Dioniso allora si trasformò in fanciulla e
andò dalle tre sorelle a consigliare loro di partecipare alla festa; le tre non solo
si rifiutarono ma parlarono anche male del dio, il quale, per punirle, prima si
trasformò in toro, poi in leone e infine in pantera. Le tre sorelle per lo spavento
impazzirono e Hermes le tramutò una in pipistrello, la seconda in civetta e la
terza in gufo.
Fonti
--http://www.elicriso.it/it/mitologia_ambiente/dei/
dioniso/
http://mitologiagreca.blogspot.it/2007/07/dioni
so-o-bacco.html
Realizzato da Ilaria Piovesan
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