RAPPRESENTAZIONE SCHEMATICA DELLA SECREZIONE DEL GnRH DALLA VITA FETALE ALLA ADOLESCENZA modificata da Yen SSC, 1988 1 2 3 trimestre gravidanza 1 5 anni di vita 10 15 20 GB Melis et al. Open Access Journal of Contraception 2011;2:151-159 I livelli di androgeni più alti nel corso dell’adolescenza FUNZIONE SESSUALE FEMMINILE DESIDERIO SESSUALE FANTASIE SESSUALI FATTORI COGNITIVI ORMONI FATTORI EMOTIVI ETA’ DEL PRIMO RAPPORTO SESSUALE DONNE 14-16 14-16 ANNI 17-19 ANNI 20-24 ANNI ANNI 30.3% 69% 89% 31% ETA’ MEDIA 15.7+1.6 UOMINI 17-19 ANNI 67.8% 15.6+1.6 20-24 ANNI 85% 16 14 12 10 8 mashio femmina 6 4 2 0 Indagine sugli adolescenti S.I.C.: Napoli, 6 Dicembre 2007 ATTIVITA’ SESSUALE • CAUSA PRINCIPALE PER INFEZIONI GENITALI – MOLTE INFEZIONI VAGINALI SI SVILUPPANO 24 ORE DOPO UN RAPPORTO SESSUALE – RISCHIO DI INFEZIONE 60 VOLTE MAGGIORE IN DONNE CHE HANNO AVUTO UN RAPPORTO NELLE 48 ORE PRECEDENTI RISPETTO A QUELLE CHE NON NE HANNO AVUTI PUBLIC HEALTH REVIEWS Effectiveness of condoms in preventing sexually transmitted infections Holmes KK; Levine R, Weaver M Bulletin of the World Health Organization 2004;82:454-61. L’uso del condom RIDUCE significativamente l’infezione da HIV HERPES GONORREA CHLAMYDIA TRICOMONIASI SIFILIDE Uso di contraccettivo al primo rapporto sessuale DONNE 14-16 aa 65% condom 63% UOMINI 17-19 aa 20-24 aa 69% 77% 66% 73% 14-16 17-19 aa aa 54.3% 67% 20-24 aa 61.4% 52.8% 62.6% 58.4% Uso di contraccettivo nel corso dell’ultimo anno DONNE 14-16 aa 59% condom 45% UOMINI 17-19 aa 20-24 aa 69% 53% 45% 36% 14-16 aa 49% 17-19 aa 70% 20-24 aa 64% 34% 46% 43% 70 % 60 50 40 si no 30 20 10 0 maschio Indagine sugli adolescenti femmina S.I.C.: Napoli, 6 Dicembre 2007 Studenti delle prime due classi delle scuole Superiori intervistati in 11 regioni Italiane Totale intervistati ~6500 LA SCUOLA PER IL 95% DEI RAGAZZI DOVREBBE GARANTIRE LA EDUCAZIONE SESSUALE Poco meno del 80% ritiene che il preservativo protegga dalla trasmissione delle malattie sessualmente trasmissibili che non sono conosciute dalla maggior parte degli intervistati Gli amici al primo posto per informazioni sulla sessualità Necessaria informazione a scuola sin dalle medie inferiori Maggiore consapevolezza con corrette informazioni sulla sessualità Igiene e informazioni sulle MST al primo posto Bassa percentuale pensa a sessualità e MST Poco conosciute alcune MST VOLUME DI VENDITE DEL PRESERVATIVO volume di vendite del preservativo 120000 115000 Fonte IMS Volume 2010 110000 105000 100000 95000 90000 85000 80000 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 anno Il calo dei consumi che interessa il nostro Paese riguarda anche i condom. La crisi economica starebbe dunque coinvolgendo ogni settore senza risparmiare, dopo quelli alimentare e del vestiario, anche quello del sesso. Toscana Percorso:ANSA.it > Regioni > Toscana > News Giovani 2.0 disinformati su uso condom Indagine andrologi, 93% lo usa solo come contraccettivo 14 febbraio, 22:16 • (ANSA) - FIRENZE, 14 FEB - Sull'uso del profilattico "i ragazzi sono disinformati come lo erano quelli di 20 anni fa". E' quanto risulta dalla campagna on-line 'l'andrologo risponde', promossa dalla Società Italiana di Andrologia (SIA). "Il profilattico oggi viene usato nel 93% dei casi per evitare la gravidanza della partner e solo nel 7% per evitare le malattie sessualmente trasmissibili" Allarme dei Ginecologi Italiani Niente condom, teenager: tre su quattro non lo usano mai Sessualità Noia, ignoranza, indifferenza. Dimenticati gli anni dell´emergenza Aids oggi gli adolescenti italiani fanno sesso in modo sempre meno sicuro e i ginecologi lanciano l´allarme: in aumento malattie e aborti Programmi di educazione • Gli studi epidemiologici hanno dimostrato che l’uso del condom è associato a minore diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili. • La prevenzione si basa sulla educazione e identificazione precoce delle infezioni in soggetti sintomatici ed asintomatici Da Ros CT, da Silva Schmitt C. Asian J Androl 2008;10:110-4 Malattie Sessualmente Trasmesse (MST) ( Sexual Transmitted Diseases, STD) CAUSATE DA MICROORGANISMI (BATTERI, PROTOZOI, MICETI, VIRUS, PARASSITI ) CHE VENGONO TRASMESSI PREVALENTEMENTE PER VIA SESSUALE, MEDIANTE RAPPORTO VAGINALE COMPLETO O INCOMPLETO, MA ANCHE MEDIANTE RAPPORTO ANALE O ORALE. PER ALCUNI PATOGENI LA TRASMISSIONE PUO’ AVVENIRE MEDIANTE CONDIVISIONE DI CAPI INTIMI, BIANCHERIA E ASCIUGAMANI, O PER CONTATTO DI SUPERFICI CALDO-UMIDE DI SAUNE E BAGNI. Molte di queste infezioni sono asintomatiche, senza dare alcuna manifestazione clinica, Determinando il rischio di contagi inconsapevoli Adolescenti/fattori di rischio per MST • Rischio legato a multipli partner “monogamia monoseriale”, ma anche all’uso di cattive abitudini quali l’uso di alcool e di droghe • Caratteristiche anatomiche ed endocrine (ectopia e secrezione di estrogeni ancora non sufficiente) STD/HIV Inter-Relationships MST aumenta la suscettibilità alla infezione da HIV • MST causa infezione e desquamazione delle cellule squamose e colonnari con risposta infiammatoria • Ciò comporta un aumento di cellule target del virus (i linfociti) sulle superficie delle cellule mucose e una via di ingresso del HIV vaginite ASCESA ATTRAVERSO IL CANALE CERVICALE ALL’UTERO, ALLE TUBE, AGLI ORGANI PELVICI brevità uretra, rapporti topografici vagina,cervice,utero con uretra e vescica derivazione embrionaria comune per vagina, uretra e vescica INFEZIONE TRATTO GENITALE INFERIORE PID sindrome aderenziale dolore gravidanza pelvico ectopica infertilità cronico MALATTIA INFIAMMATORIA PELVICA AL DI FUORI DELLA GRAVIDANZA • Dolore pelvico cronico • Sterilità, infertilità IN GRAVIDANZA • Gravidanza ectopica • Aborto • Corioamniotiti • Rottura prematura delle membrane • Parto prematuro • Infezioni fetali con possibile evoluzione letale SINTOMI DELLA VAGINITE • LEUCORREA • PRURITO VULVO-VAGINALE • BRUCIORE VULVO-VAGINALE • DOLORE VULVO-VAGINALE • SECREZIONI VAGINALI MALEODORANTI • SPOTTING INTERMESTRUALE • SPOTTING POST-COITALE ECOSISTEMA VAGINALE EPITELIO VAGINALE FLUIDO VAGINALE FLORA BATTERICA VAGINALE ECOSISTEMA VAGINALE EPITELIO VAGINALE EPITELIO SQUAMOSO PLURISTRATIFICATO DELLA VAGINA SUPERFICIALI BASALI PARABASALI INTERMEDIE - piccole - grandi ESTROGENI E EPITELIO VAGINALE Gli ormoni a cui sono più sensibili le cellule dell’epitelio vaginale sono gli ESTROGENI – Promuovono l’aumento dell’epitelio e la maturazione delle cellule più superficiali. SCHEMA DELLA SECREZIONE DI ESTROGENI NEL CORSO DELLA VITA FEMMINILE infanzia adolescenza adulta perimenopausa menopausa ECOSISTEMA VAGINALE FLUIDO VAGINALE ECOSISTEMA VAGINALE FLORA BATTERICA VAGINALE Flora batterica vaginale Doderlein nel 1892 descrisse una secrezione vaginale normale costituita nella donna in età fertile dal bacillus vaginae, che impediva l’invasione microbica Oggigiorno l’insieme degli studi compiuti riconosce che la flora batterica vaginale è costituita da microrganismi aerobi ed anaerobi, con prevalenza di questi ultimi con rapporto di 10:1 Gli studi sulla prevalenza dei vari fenotipi microbici e della loro concentrazione sono arrivati a definire che “è impossibile redigere un catalogo fisso, valido per ogni donna, di una determinata condizione fisiologica, delle specie microbiche che compongono la flora microbica normale”. Le cause di questa complessità si devono ricercare nelle piccole e innumerevoli variazioni dei tanti fattori che controllano lo sviluppo della popolazione batterica (ossigenazione, umidità, fattori immunitari, ormonali, etc) FLORA BATTERICA VAGINALE Cellule dell’epitelio vaginale lactobacilli Acido lattico + H H+ + H2O perossido di idrogeno Azione tossica su specie batteriche prive dell’enzima catalasi Perossido di idrogeno AZIONE BATTERICIDA NEGLI SPAZI INTERCELLULARI DELL’EPITELIO VAGINALE ESTROGENI ED ACIDIFICAZIONE DELL’AMBIENTE VAGINALE IN EPOCA PREMENARCALE. OVAIO estrogeni EPITELIO VAGINALE GLICOGENO LATTOBACILLI ACIDO LATTICO H+ pH: 4-4.5 IPOESTROGENIMO disequilibrio con la flora microbica aumento del pH predisposizione alle infezioni da parte dei microrganismi patogeni CONDIZIONI CHE ALTERANO L’EQUILIBRIO TRA FLORA MICROBICA E OSPITE RIDOTTA STIMOLAZIONE DELL’EPITELIO VAGINALE E DEL MUCO CERVICALE DA PARTE DEGLI ESTROGENI ALTERATA RISPOSTA IMMUNITARIA CONDIZIONI CHE ALTERANO L’EQUILIBRIO TRA FLORA MICROBICA E OSPITE ALTERATA RISPOSTA IMMUNITARIA SISTEMA IMMUNITARIO VAGINALE • PRIMA LINEA DI DIFESA CONTRO ANTIGENI RICONOSCIUTI COME ESTRANEI TIPO CELLULARE Cellule di Langherans Plasmacellule Linfociti T (CD4+, CD8+) granulociti macrofagi LOCALIZZAZIONE ] sottoepiteliale ] sottoepiteliale e dispersi tra la rete di canali intercellulari cellula di Langherans cellula di Langherans lamina basale dell’epitelio vaginale antigene antigene T-linfocita T-linfocita RISPOSTA IMMUNITARIA SPECIFICA Fattori interferenti sul sistema immunitario locale vaginale • alterazioni intrinseche del sistema immunitario • condizioni che riducono la risposta immunitaria – corticosteroidi – antibiotici – diabete – gravidanza riduzione difese immunitarie alterazioni dell’epitelio vaginale carica agente vaginite infettante modificazioni flora vaginale alterazioni fluido vaginale modificazioni pH Batteri Miceti Le infezioni vaginali Protozoi Virus VAGINITI SPECIFICHE (Malattie Sessualmente Trasmesse, MST; Sexual Transmitted Diseases, STD) Infezioni batteriche: Sifilide (treponema pallido); Gonorrea (Neisseria Gonorrhoeae) Chlamydia Trachomatis Infezioni virali: HIV; Herpes Genitalis; Citomegalovirus; Papilloma Virus Infezioni micotiche: Candida Albicans e altre specie Infezioni protozoarie: Trichomonas vaginalis Vaginiti sintomatiche (N=3661) 32,6% Altri 6,9% Trichomoniasi Università di Pavia, Ambulatorio di Ginecologia 1988-95 Spinillo, Am J Obstet Gynecol 1997; 176:138-41 34,5% Candidosi vaginale 26,0% Vaginosi batterica Infezioni vaginali (CDC 2000) 4500 3600 2700 1800 900 0 1966 69 72 75 78 81 84 87 90 93 anno Trichomonas Other Vaginitis SOURCE: National Disease and Therapeutic Index (IMS America, Ltd.) 96 99 MST (CDC 2000) 500 450 400 350 300 250 200 150 100 50 0 1980 1985 Sifilide 1990 1995 anno Chlamydia Gonorrea 2000 Chancroide Mod da Sexually Transmitted Surveillance 2000 - CDC report Dic 3, 2001 INFEZIONE DA CHLAMYDIA THRACOMATIS IN RELAZIONE ALL’ETA’ E AL SESSO Manavi K, Best Practice Reaserch Clinical Obsterics and Gynecology 2006;20:941-51. Chlamydia trachomatis • Batterio Gram negativo • Parassita intracellulare obbligato, immobile • Ha una membrana citoplasmatica composta di lipopolisaccaridi che funzionano da adesine • Dopo l’adesione alle cellule mucose, avviene l’internalizzazione • Moltiplicazione intracellulare • Distruzione della cellula e successiva infezione Cevenini et al, 2002 Sezione al microscopio elettronico di una cellula infettata da Chlamydia trachomatis. Inclusioni: membrana di inclusione e corpi reticolati che si dividono all’interno della inclusione RISPOSTA AUTOIMMUNITARIA ALLA Chsp60 SEQUENZA AMINOACIDICA OMOLOGA PER IL 48% A QUELLA UMANA RISPOSTA AUTOIMMUNITARIA DANNO TESSUTALE CON DEGENERAZIONE EPITELIALE E INFILTRAZIONE DI LINFOCITI, DEPOSITO COLLAGENO A LIVELLO DELLO STROMA ADERENZE PERIEPATICHE DOLENZIA IN REGIONE EPATICA ASSOCIATA AI SINTOMI DELLA PID 37% DELLE PID ALTA INCIDENZA NELLA PID DA CHLAMYDIA IN CONSEGUENZA ALLA AUTOIMMUNITA’ FATTORI DI RISCHIO PER INFEZIONE DA CHLAMYDIA • GIOVANE ETA’ (<25 ANNI) • PARTNER SESSUALI NUOVI NEL PASSATO RECENTE • NON USO DI METODI CONTRACCETTIVI DI BARRIERA • USO DI CONTRACCETTIVI ORMONALI • INTERRUZIONE DI GRAVIDANZA QUADRO CLINICO DI INFEZIONE DA CHLAMYDIA • ASINTOMATICA NEL 80% • SANGUINAMENTO POST-COITALE E/O INTERMESTRUALE • DOLORE PELVICO • PERDITE VAGINALI PURULENTE • DISURIA IN PRESENZA DI COINVOLGIMENTO URETRALE DIAGNOSI INFEZIONE DA CHLAMYDIA • IDENTIFICAZIONE DELLA CLHAMYDIA A LIVELLO DEL CANALE CERVICALE E DELL’URETRA • ACCURATEZZA DEL PRELIEVO – – – – Tampone rigido in cotone o dacron Introduzione per 1-2 cm nel canale cervicale Rotazione per 10-20 secondi Non toccare le pareti vaginali al momento del disinserimento AZITROMICINA • MACROLIDE CON SPETTRO DI ATTIVITA’ SIMILE A QUELLO DELLA ERITROMICINA, MA CON MAGGIORE ATTIVITA’ SUI GRAM NEGATIVI (PETERS HD, DRUGS 1992) Antibiotici di seconda scelta • Eritromicina base, 500 mg x 4/die per 7 giorni • Eritromicina etilsuccinato, 800 mg x 4/die per 7 giorni • Ofloxacina, 300 mg x 2/die per 7 giorni • Levofloxacina, 500 mg x 1/die per 7 giorni Incidenza delle flogosi vulvovaginali 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 virus trichomonas miste micosi VB SPECIE MICROBICHE PIU’ FREQUENTEMENTE ASSOCIATE A VAGINOSI BATTERICA (VB) • • • • • • • Gardnerella (90%) Mobiluncus (70%) Mycoplasma (70%) Bacterioides Peptostreptococci Eubacterium Prevotella DIAGNOSI DI VAGINOSI BATTERICA • Secrezioni vaginali omogenee, fluide, grigiastre, odore pesce avariato • Fishy test positivo (odore di pesce avariato con aggiunta di 2 gocce di idrato di potassio alle secrezioni vaginali) • pH >4.5 (cartine su secrezioni vaginali) • Clue cells nello striscio vaginale a fresco (inclusioni citoplasmatiche, con aspetto di citoplasma granulare, causate da adesione dei batteri) Amsel R et al, Am J Med 1983 Enzimi sialidasi • Sono estensivamente prodotti da batteri (Corfield T, Glycobiology 1992), virus, protozoi, mycoplasma, miceti (Taylor G, Curr Opin Struct Biol 1996). • Permettono ai batteri migliore aderenza, invasione e distruzione tissurale (Wiggins R et al, Sex Transm Infect 2001). • Alti livelli di attività sialidasica nel secreto vaginale di donne con VB (Briselden A et al, J Clin Microbiol 1999). Test del pH • Deve essere misurato prima dell’inserimento dello speculum sulle pareti vaginali laterali utilizzando cartine indicatrici con range 3.5-5 Fishy odor test • emulsionare la secrezione vaginale con una soluzione di KOH al 10% • se positivo: sviluppo del caratteristico odore di pesce Esame microscopico a fresco • stemperare subito il tampone in 0.5 ml di soluzione fisiologica sterile • porre 2 gocce su un vetrino e coprire con copri-oggetto • osservare con obiettivo 40X CANDIDOSI O CANDIDIASI VULVOVAGINALE definisce la presenza di candida a livello vaginale ed enfatizza anche la localizzazione vulvare, componente importante dei sintomi dipendenti dalla infezione. In passato si definiva - colonizzazione vaginale da candida la presenza della candida nell’ambiente vaginale in assenza di sintomi da infezione - vaginite da candida la presenza di sintomi dipendenti da infezione da candida numero ecosistema microorganismi vaginale SINTOMI E SEGNI DELLA CANDIDIASI VULVOVAGINALE • • • • • • PRURITO VULVOVAGINALE IRRITAZIONE DOLORE DISPAREUNIA BRUCIORE ALLA MINZIONE PERDITE VAGINALI BIANCASTRE, CASEOSE sintomi non patognomonici TEST DI LABORATORIO PER RICONOSCIMENTO DI CANDIDIASI VULVOVAGINALE • pH vaginale normale • riconoscimento al microscopio delle spore e delle pseudoife su prelievo vaginale, trattato con idrossido di potassio e cloruro di sodio (3050%) • cultura del prelievo vaginale su adatto terreno • PCR SPECIE MICOTICHE ISOLATE MEDIANTE CULTURA • • • • • Candida Albicans Candida Glabrata Saccharomyces cerevesiae Candida Parapsilosis Altre modificata da Nyirjesy et al, Am J Obstet Gynecol 1995;173:820-3 67.5% 15.6% 6.5% 5.2% 5.2% CORRELAZIONE DEI SINTOMI CON LA SPECIE MICOTICA SINTOMI CANDIDA A NO CANDIDA A SIGNIFICATIVITA’ PERDITE 46% 47.8% NS BRUCIORE 32% 47.8% NS PRURITO 40% 34.8% NS DISPAREUNIA 30% 30.4% NS DURATA >3aa 30% 26.1% NS modificata da Nyirjesy et al, Am J Obstet Gynecol 1995;173:820-3 TIPI DI CANDIDA NON ALBICANS TROVATI NEL CORSO DELLO STUDIO TIPO 88-89 90-91 92-93 94-95 C. albicans 203 219 331 344 16 13 24 35 C.parapsilosis 2 1 5 5 2 2 4 5 Saccharomyces cerevisiae - 2 4 6 4 5 16 15 T. glabrata C. tropicalis Altre modificata da Spinillo A et al, Am J Obstet Gynecol 1997;176:138-41. importanza della identificazione della specie micotica Nyirjesy et al (Am J Obstet Gynecol 1995;173:820-3) sostengono che l’identificazione del micete mediante la cultura sia importante per la terapia. Infatti, se il fluconazolo è efficace nel 100% dei casi di candidiasi vulvovaginale da candida albicans, lo è solo nel 25% dei casi in cui la candidiasi dipenda da specie micotica non-albicans. TRICHOMONAS VAGINALIS • non produce forme di resistenza (cisti) • molto fragile al di fuori dell’organismo umano • trasmissione – diretta per contatto sessuale – indirettamente tramite biancheria contaminata di fresco TRICHOMONAS VAGINALIS • utilizza glicogeno delle cellule epiteliali, impedendo al lattobacillo simbionte di trasformarlo in acido lattico • innalzamento del pH a 5,5-6 • effetto fagocitario favorito dalla membrana ondulante TRICHOMONAS VAGINALIS • ha la capacità di utilizzare proteine dell’ospite (soprattutto mucina) per evadere i meccanismi di difesa • ciò favorisce l’invasione degli strati epiteliali • induce una riduzione della risposta cellulomediata. VAGINITE DA TRICHOMONAS • SINTOMI SOGGETTIVI – bruciore e prurito vaginale • SEGNI OBBIETTIVI – odore acido delle secrezioni vaginali – leucorrea giallo-verdastra o bianco-grigiastra – perdite schiumose (“discharge frothy”) – mucosa arrossata con emorragie puntiformi (“strawberry cervix”) DIAGNOSI DI TRICHOMONIASI • “SNIFF” TEST POSITIVO • STRISCIO A FRESCO – protozoi flagellati mobili – leucociti polimorfonucleati • COLORAZIONE GRAM – leucociti polimorfonucleati – trichomonas con nucleo centrale – flagelli non visibili o difficili da riconoscere • ESAME COLTURALE – solitamente non eseguito TRICHOMONIASI ambiente ottimale per l’ulteriore sviluppo del protozoo e per altri patogeni vaginali (agenti della vaginosi batterica) TERAPIA TRICOMONIASI • TERAPIA DI ENTRAMBI I PARTNERS Test preliminari pH vaginale “sniff test” 4.0 - 4.5 Negativo Vaginosi Batterica > 4.5 Positivo Trichomoniasi > 4.5 Può essere positivo Candida Sherald. Int J STD 2001; 12 (10 suppl 3) Esami Microbiologici Microscopia a fresco Colorazione di Gram Candida Pseudoife (40 - 60% casi) Spore/pseudoife (fino al 65% dei casi) Vaginosi Batterica Clue cells Criteri di Nugent Trichomoniasi Protozoo flagellato (40 80% casi) Sherald. Int J STD 2001; 12 (10 suppl 3) RICONOSCIMENTO AGENTE ETIOLOGICO DI VAGINITE • Tappa fondamentale per il trattamento specifico – esame microscopico secreto vaginale – esame culturale • PREVENZIONE PID • PREVENZIONE INFEZIONI UROLOGICHE Epidemiologia CANCRO DELLA CERVICE UTERINA – Seconda causa di morte nelle donne nel mondo – Tasso di incidenza: 10-11/100.000 donne – Causa di 1000-1200 decessi / anno – In Italia: 3000-3500 nuovi caso/anno – Sopravvivenza media a 5 anni dalla diagnosi è in aumento in Italia (60% nel 1983-85; 67% nel 1992-1994) Parkin DM et al. CA Cancer J Clin 2005; AIRT Working Group. Epidemiol Prev 2006; Ronco G et al. Br J Cancer 2005 Fattori di rischio del cervicocarcinoma: correlazione tra cervicocarcinoma ed attività sessuale Inizio precoce dell’attivita’ sessuale Partner Sessuali multipli Bassa incidenza in donne che usano condom o diaframmi cervicali Scarsa igiene sessuale Correlazione tra neoplasia cervicale e attività sessuale tutti gli studi epidemiologici indicano che la neoplasia cervicale è indotta da carcinogeni trasmessi per via sessuale Human papilloma Virus (hPV) E’ stato isolato nel 99.7% dei casi di cervicocarcinoma TIPI DI HUMAN PAPILLOMA VIRUS (HPV) PICCOLO VIRUS A DNA (FAMIGLIA: PAPOVAVIRIDAE) IDENTIFICAZIONE DI OLTRE 100 TIPI, DI CUI OLTRE 30 ASSOCIATI A INFEZIONI GENITALI CLASSIFICAZIONE DEI TIPI DI HPV IN RELAZIONE ALL’ONCOGENICITÀ hPV alto rischio 16, 18, 31, 33, 35, 39, 45, 51, 52, 56, 58, 59, 68, 73, 82 hPV probabile alto rischio 26, 53, 66 hPV basso rischio 6, 11, 40, 42, 43, 44, 54, 61, 70, 72, 81 hPV a rischio indeterminabile 34, 57, 83 Infezione da hPV e sua alta diffusione La più comune delle infezioni a trasmissione sessuale. Può avvenire anche tramite contatto cutaneo nell’area genitale. – Il rapporto sessuale non è necessario al fine del contagio. – Il condom riduce il rischio ma non protegge completamente dall’infezione. 70-80% dei soggetti sessualmente attivi si infetta nel corso della vita con un virus HPV. Il rischio comincia col primo contatto sessuale e può perdurare per tutta la vita. Prevalenza più alta nelle donne < 25 anni. 80-90% delle infezioni guarisce spontaneamente, Infezione persistente è condizione necessaria per l’evoluzione a carcinoma. 1. Franco EL et al. CMAJ 2001; 164: 1017–25; 2. Hildesheim A et al. J Natl Cancer Inst 2001; 93: 315–8. Condizioni che favoriscono l’infezione persistente Ripetuti contagi con il virus (attività sessuale e scarsa igiene) Fumo di sigaretta e tutte le condizioni che riducono la risposta immunitaria del soggetto (per esempio: positività per HIV, Human Immunodeficiency Virus che riduce la risposta immunitaria del soggetto) Quattro tappe fondamentali nello sviluppo del cervicocarcinoma 1. trasmissione del/i hPV oncogeno/i; 2. persistenza del/i virus; 3. progressione verso lo stato precanceroso di un insieme di cellule persistentemente infettate; 4. invasione. RAZIONALE D’USO DEL PAP TEST LESIONI PRECANCEROSE DELLA CERVICE CERVICOCARCINOMA PAP TEST visualizzare la portio con speculum inserire parte arrotondata della spatolina di legno o il citobrush (spazzolino) nel canale cervicale ruotare in senso orario in modo che le cellule aderiscano alla superficie di legno oppure al citobrush effettuare separatamente la raccolta del materiale esocervicale – preparare 2 vetrini, 1 per il materiale esocervicale ed 1 per quello endocervicale oppure su un solo vetrino, strisciare il materiale in zone separate fissare immediatamente ACCURATEZZA NELL’ESECUZIONE DEL PAP TEST E’ un esame semplice che deve essere effettuato da personale qualificato per evitare errori nella preparazione del vetrino. Non è un esame doloroso e richiede poco tempo per la sua esecuzione In genere è effettuato dall’ostetrica/o, può essere effettuato anche dal/la ginecologo/a Il vetrino, dopo essere stato fissato, viene inviato all’anatomo-patologo per la lettura Lo screening pubblico in Italia Programma nazionale di screening, implementato a livello regionale Pap-test gratuito ogni 3 anni Età 25-64 anni L’adesione ai programmi varia considerevolmente tra regione e regione. Media compliance all’invito: 38% Circa il 20-25% della popolazione target viene screenata attraverso i programmi regionali/locali. Pap-test da ripetere: 6.6% Pap test insoddisfacenti: 3,2% Quinto rapporto dell’Osservatorio Nazionale Screening (available at www.osservatorionazionalescreening.it) Prevenzione secondaria con Pap-test cellule normali (Pap test normale), oppure anomalie cellulari, classificate in base alle caratteristiche citologiche in: cellule squamose atipiche di significato indeterminato (Atypical Squamous Cells of Uncertain Significance, ASC-US), cellule con anomalie di basso grado (Low Squamous Intraepithelial Lesion, LSIL), cellule con anomalie di alto grado (High Squamous Intraepithelial Lesion, HSIL) cellule con anomalie deponenti per carcinoma cervicale invasivo Burd EM. Clin Microbiol Rev 2003; 16: 1–17; Solomon D et al. JAMA 2002; 287: 2114–9 , Robbins S, Cotran R, Kumar V. Pathologic basis of disease. 2nd ed. Philadelphia: W.B. Saunders Company; 1995. In presenza di anomalie cellulari, le indagini diagnostiche proseguono con la colposcopia che permette una visione accurata della cervice e della zona di transizione o zona di giunzione squamo-colonnare, con l’esecuzione di una biopsia mirata . PAP TEST POSITIVO visione della giunzione squamo colonnare tempi della colposcopia 1. visione diretta con il colposcopio 2. visione dopo detersione con acido acetico 3. visione dopo colorazione con lugol (test di Schiller) Terminologia citologica e istologica Termini citologici (Pap test) Termini istologici (biopsia) Sistema Bethesda Classificazione CIN Classificazione WHO Normale Normale Normale ASC-US, cellule squamose atipiche di significato indeterminato Risposte infiammatorie /riparative Risposte infiammatorie /riparative LSIL, lesioni intraepiteliali squamose di basso grado CIN1 Displasia lieve CIN2 Displasia moderata CIN3 Displasia grave; carcinoma in situ Carcinoma cervicale invasivo Carcinoma cervicale invasivo HSIL, lesioni intraepiteliali squamose di alto grado Carcinoma cervicale invasivo Burd EM. Clin Microbiol Rev 2003; 16: 1–17; Solomon D et al. JAMA 2002; 287: 2114–9 , Robbins S, Cotran R, Kumar V. Pathologic basis of disease. 2nd ed. Philadelphia: W.B. Saunders Company; 1995. conizzazione intervento che deve far seguito alla biopsia quando l’esame istologico abbia evidenziato una lesione CIN. consiste nella asportazione di un cono di tessuto del canale cervicale. può essere effettuata con tecnica: – a tagliente freddo – elettrocoagulazione – crioterapia – termocoagulazione – LASER conizzazione fondamentale il controllo delle sezioni del cono asportato chirurgicamente per la valutazione della estensione della lesione. 4 1 3 2 4 1 3 2 4 3 2 1 LA CONIZZAZIONE E’ UNA TERAPIA ADEGUATA DELL’AFFEZIONE SE – L’APICE DEL CONO E’ LIBERO DA TUMORE – I MARGINI DELLA BASE SONO IN TESSUTO SANO PREVENZIONE PRIMARIA DEL CERVICOCARCINOMA Con un vaccino capace di stimolare il sistema immunitario alla produzione di anticorpi, ma senza indurre infezione, si può effettuare una prevenzione primaria. I vaccini disponibili anti hPV16 e anti hPV18 (bivalente), e quello quadrivalente (anti hPV16, anti hPV18, anti hPV11, anti hPV31) stimolano la formazione di anticorpi, ma non possiedomo il DNA virale, cioè la parte della cellula virale che è deputata alla infezione. VACCINO ANTI-HPV (bivalente e quadrivalente) Vaccino anti-HPV 16-18 (Bivalente) • Focalizzato sulla prevenzione del cancro della cervice uterina • HPV oncogeni 16-18 Vaccino anti-HPV 16-18 / 6-11 (Quadrivalente) • Focalizzato sulla prevenzione del cancro della cervice uterina e delle lesioni condilomatose • HPV oncogeni 16-18 • HPV a basso rischio oncogeno 6-11 VACCINO ANTI-hPV (bivalente e quadrivalente) Vaccino anti-hPV 16-18 (Bivalente) • Prevenzione del cervicocarcinoma • HPV oncogeni 16-18 Vaccino anti-hPV 16-18 / 6-11 (Quadrivalente) • Prevenzione del cervicocarcinoma e lesioni condilomatose • HPV oncogeni 16-18 • HPV a basso rischio oncogeno 6-11 MODALITA’ DI VACCINAZIONE Iniezione intramuscolare ai tempi –0 –1 mese –6 mesi