Adempimenti iniziali per l'attività
di commercio elettronico
Dott. Enrico La Rosa
Commissione Fiscalità Odcec Civitavecchia
5 Marzo 2015
Modelli di inizio attività AA7/10 o AA9/11
Nel momento in cui si voglia procedere all'avvio di un'attività di
commercio elettronico diretto ovvero indiretto si deve in via
preliminare procedere all'apertura della Partita IVA presso l'Ufficio
dell'Agenzia delle Entrate mediante la presentazione del modello di
inizio attività AA7 (sogg. diversi dalle persone fisiche) o AA9
(persone fisiche).
Tale modello va presentato direttamente ovvero telematicamente
entro 30 giorni dall'inizio effettivo dell'attività.
Modelli di inizio attività AA7/10 o AA9/11
Nel modello AA7 o AA9 deve essere riportato anche il codice attività
(ATECO2007) che di fatto identifica l'attività che il contribuente vorrà
porre in essere. Di seguito alcuni dei codici attività utilizzabili per le
attività on‐line:
• 47.91.10 Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotti
effettuato via internet
• 62.01.00 Produzione di software non connesso all'edizione
• 62.02.00 Consulenza nel settore delle tecnologie dell'informatica
Modelli di inizio attività AA7/10 o AA9/11
• 62.09.09 Altre attività dei servizi connessi alle tecnologie dell'informatica nca
• 63.11.30 Housing e fornitura di servizi applicativi (ASP)
• 63.12.00 Portali Web
• 73.11.02 Conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari
• 73.20.00 Ricerche di mercato e sondaggi di opinione
• 74.10.21 Attività dei disegnatori grafici di pagine Web
Modelli di inizio attività AA7/10 o AA9/11
Il modello AA7 o AA9 contiene lo specifico riquadro "ATTIVITÀ DI COMMERCIO
ELETTRONICO" da compilare per il soggetto che esercita attività di commercio
elettronico riportando i seguenti dati:
1) Indirizzo del sito Web: se si utilizza la rete Internet per effettuare transazioni
per via elettronica, nell'ambito della commercializzazione di beni e servizi,
distribuzione di contenuti digitali, effettuazione di operazioni finanziarie e di
borsa, appalti pubblici e ogni altra procedura di tipo commerciale, indicare
l'indirizzo del sito Web.
Modelli di inizio attività AA7/10 o AA9/11
2) Internet Service Provider: indicare il soggetto che fornisce accesso
e spazio sulla rete Internet.
L'ulteriore casella "Cessazione attività di Commercio Elettronico"
dovrà essere selezionata quando il contribuente cesserà l'attività di
e‐commerce continuando comunque ad esercitare attività rilevanti ai
fini IVA.
Adempimenti
Risulta necessario provvedere all'apertura della posizione
presso il Registro Imprese mediante Comunicazione Unica;
Apertura della posizione INPS mediante Comunicazione
Unica;
Apertura posizione INAIL per i datori di lavoro che
occupano lavoratori dipendenti e lavoratori parasubordinati
Gli artigiani ed i lavoratori autonomi dell'agricoltura sono
tenuti ad assicurare anche se stessi.
Segnalazione Certificata di Inizio Attività
Quando il commercio elettronico è rivolto nei confronti del consumatore
finale, esso è assimilato al commercio al dettaglio. In particolare si applicano
le disposizioni previste per la "vendita per corrispondenza o tramite
televisione o altri sistemi di comunicazione" ex D.Lgs. n. 114/1998 come
modificato ed integrato dal D.Lgs. n. 59/2010.
Segnalazione Certificata di Inizio Attività
In base al disposto dell'art. 68 del D.Lgs. n. 59/2010, è necessario provvedere,
prima dell'avvio dell'attività, alla presentazione al Comune nell'ambito del
quale è stabilita la propria sede legale del Modello di comunicazione
denominato CF6Bis – Commercio elettronico tramite SCIA ad efficacia
immediata (contenente l'indicazione del settore merceologico scelto e
l'attestazione del possesso dei requisiti morali e professionali). Il modello da
inviare al Comune deve contenere l'attestazione dei requisiti morali e
professionali necessari ai fini dello svolgimento dell'attività.
Indicazioni da riportare nel sito web
Gli operatori devono pubblicare sulla home page del proprio sito Web il
relativo codice di partita IVA.
L'omessa indicazione costituisce una di violazione della legge tributaria ed è
punita con una sanzione amministrativa che può variare da euro 258,23 a
euro 2.065,83.
Indicazioni da riportare nel sito web
Si ricorda l'obbligo per le società di capitali di inserire determinate
informazioni legali (sede legale, ufficio del Registro Imprese presso il quale è
iscritta e il relativo numero di iscrizione (REA), capitale effettivamente
versato e esistente dall'ultimo bilancio, eventuale stato di liquidazione,
società o ente alla cui attività di direzione e coordinamento è soggetta,
eventuale esistenza di un unico socio (per SPA o SRL) oltre che negli atti e
nella corrispondenza, anche sul proprio sito Web;
La mancata indicazione è prevista una sanzione amministrativa da 206 a
2.065 Euro.
Indicazioni da riportare nel sito web
Il Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato ha
chiarito che in caso di esercizio congiunto di commercio
all'ingrosso e al dettaglio per via elettronica l'operatore ha facoltà
di utilizzare un solo sito, ma è tenuto a destinare aree del sito
distinte per l'attività all'ingrosso e al dettaglio. In tal modo, infatti,
il potenziale acquirente è messo in condizione di individuare
chiaramente le zone del sito destinate alle due tipologie di attività.
VIES
I soggetti passivi IVA che vogliono effettuare commercio elettronico
diretto (c.d. e-commerce) in ambito comunitario nei confronti di altri
soggetti passivi IVA devono essere iscritti al VIES (infatti, l'e‐commerce
rientra tra le prestazioni di servizi generiche di cui all'art. 7‐ter, primo
comma, lett. a), del D.P.R. n. 633/1972); medesime considerazioni
valgono anche con riferimento al commercio elettronico indiretto in
presenza di acquisti/cessioni intracomunitarie di beni ai sensi degli artt.
38 e 41 del DL n. 331/1993.
VIES
Nel caso in cui manchi l'iscrizione al VIES da parte del prestatore/cedente
ovvero del committente/cessionario soggetto passivo IVA "stabilito" in
altro Paese della UE diverso da quello del prestatore/cedente, il
prestatore/cedente nazionale dovrà emettere fattura con IVA in Italia.
NB: l'iscrizione può essere effettuata optando direttamente all'interno
dei modelli AA7 e AA9, oppure successivamente tramite specifica
comunicazione.
Dopo 12 mesi di inattività intracomunitaria si viene cancellati dal VIES.
VIES
Con il Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate n. 159941
del 15.12.2014, in attuazione dell’art. 22 del Decreto semplificazioni fiscali
(D.Lgs. 175/2014), sono state definite le modalità per l’inclusione
immediata nell’archivio VIES (Vat information exchange system) per chi
apre una partita Iva o anche successivamente, senza più dover attendere
30 giorni di tempo, con la possibilità dunque di effettuare fin da subito
operazioni con gli altri Paesi UE.
VIES
Si ricorda che con l’art. 22 del Decreto semplificazioni fiscali (D.Lgs.
175/2014), è stato riscritto l’art. 35 del D.P.R. 633/1972, prevedendo che
con l’esercizio dell’opzione per l’inclusione nell’archivio VIES, o al
momento di presentazione della Dichiarazione di inizio attività o in un
momento successivo, con modalità da stabilirsi con Provvedimento del
Direttore dell’Agenzia delle Entrate, il soggetto viene automaticamente
incluso nell’archivio VIES e può iniziare da subito a effettuare operazioni
intracomunitarie (senza attendere 30 giorni).
VIES
I paragrafi 1.1. e 1.2 del citato Provvedimento stabiliscono che per
esercitare l’opzione per l’inclusione nell’archivio VIES al momento di
apertura della partita IVA, basta compilare nella dichiarazione inizio
attività il campo “Operazioni Intracomunitarie” del quadro I dei modelli
AA7 (soggetti diversi dalle persone fisiche) o AA9 (imprese individuali e
lavoratori autonomi). Gli enti non commerciali non soggetti Iva
esprimono l’opzione selezionando la casella “C” del quadro A del
modello AA7.
VIES
I controlli dell’Agenzia delle Entrate - L’Amministrazione Finanziaria
potrà effettuare i necessari controlli volti a verificare l’esattezza dei dati
del contribuente ed eventualmente cancellare il soggetto dall’archivio
VIES ed inoltre decretare la cessazione della partita Iva se i dati forniti dal
contribuente sono non veritieri, incompleti o inesatti, come previsto
anche dell'art. 23 del regolamento UE n. 904/2010.
VIES
Se il soggetto non presenterà gli Elenchi Intrastat, per quattro trimestri
successivi all’inclusione nell’archivio VIES successivamente alla data di
entrata in vigore del Decreto legislativo n. 175 del 21 novembre 2014.
(sintomo di non effettuazione di operazioni intracomunitarie) verrà
automaticamente cancellato dall’archivio.
VIES
L’esclusione dall'archivio Vies dovrà essere preceduta da una
comunicazione
delle
Entrate,
con
l’obiettivo
di
instaurare
un
contradditorio con il contribuente che potrà giustificare le eventuali
ragioni della mancata presentazione degli elenchi, evitando così
l'estromissione dalla banca dati.
VIES
L’esclusione dagli archivi Vies, può avere pesanti ripercussioni, in quanto
in assenza d’iscrizione nell’archivio VIES, le operazioni effettuate dal
soggetto passivo italiano non devono essere considerate comprese nel
regime IVA degli scambi intracomunitari, rientrando, invece, nel regime
ordinario. Le cessioni di beni e le prestazioni di servizi poste in essere da
un soggetto passivo italiano non incluso nell’archivio, nei confronti di una
controparte comunitaria, secondo l’amministrazione finanziaria dovranno
ritenersi assoggettate ad imposizione in Italia, non potendosi qualificare
come “operazioni intracomunitarie”.
VIES
Allo stesso modo, nel caso di acquisti di beni o di servizi da parte di un
operatore italiano non regolarmente iscritto, l’IVA non è dovuta in Italia
ma nel Paese del fornitore. L’acquirente italiano non iscritto al VIES,
dunque, ricevuta la fattura senza applicazione dell’IVA dal fornitore
europeo, non deve procedere alla doppia annotazione nel registro degli
acquisti e nel registro delle vendite, non essendo applicabile il meccanismo
dell’inversione contabile;
VIES
Tale comportamento, determinerebbe una illegittima detrazione dell’IVA,
con conseguente applicazione della sanzione di cui all’art. 6, comma 6,
D.Lgs. n. 471/1997 e la segnalazione, da parte dell’Ufficio, della irregolarità
dell’operazione
all’Amministrazione
dello
Stato
membro
della
controparte, la quale potrà, eventualmente, decidere di recuperare l’IVA
non assolta per effetto della errata qualificazione dell’operazione come
intracomunitaria.
VIES
Questo è quanto affermato dall’Agenzia delle Entrate nelle circolari n. 4/E
e n. 39/E del 2011, in seguito ribadito nella risoluzione n. 42E2012.
VIES
Con le modifiche introdotte all’art. 35 del D.P.R. 633/1972, il legislatore ha
inteso allineare la disciplina interna al diritto comunitario in tema di
attribuzione del numero identificativo ai fini IVA (regolamento UE n.
904/2010).
Le conseguenze di tale intervento sono notevoli.
VIES
Positivo è il fatto che i controlli che l’Amministrazione ha finora posto in
essere in via preventiva rispetto all’inclusione nella banca dati, verranno,
d’ora in poi, effettuati ex post rispetto al compimento dell’operazione,
permettendo, in tal modo, all’operatore italiano che ne abbia
espressamente manifestata la volontà, di realizzare fin da subito non solo
operazioni interne ma anche operazioni intracomunitarie.
VIES
Al contempo però, il regime sanzionatorio diventa più penalizzante, in
quanto l’inesattezza o l’incompletezza dei dati potranno portare, oltre che
alla cancellazione dall’archivio, anche e soprattutto alla cessazione della
partiva IVA.
L’intervento normativo perde, poi ancora una volta, l’occasione di
uniformarsi all’orientamento della Corte di Giustizia, teso a dare rilevanza,
al fine di qualificare un’operazione come intracomunitaria, all’aspetto
sostanziale piuttosto che a quello formale
VIES
Secondo la Corte, infatti, tra i requisiti sostanziali richiesti ai fini della non
imponibilità delle cessioni intracomunitarie, infatti, non è affatto previsto
l’obbligo di iscrizione all’archivio VIES, configurando, invece, questo,
un requisito meramente formale. Pertanto, l’eventuale mancata inclusione,
nel caso di sussistenza della prova dell’effettiva destinazione dei beni
ceduti nel territorio dello Stato membro, a dire della Corte, non preclude il
diritto di non imponibilità.
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gli adempimenti amministrativi