Dalle radici sofistiche ai numeri complessi Un caso di studio per la storia della matematica in classe Veronica Gavagna Università di Salerno Bozza Indicazioni Ministeriali: «connettere le varie teorie matematiche studiate con le problematiche storiche che le hanno originate e di approfondirne il significato.» Formazione degli insegnanti Reperimento delle fonti (cartacee e/o elettroniche) Home page Il Giardino di Archimede http://web.math.unifi.it/archimede/ http://php.math.unifi.it/convegnostoria/convegnostoria2/index.html Un progetto di laboratorio sull’algebra rinascimentale • Le equazioni di II grado nell’algebra retorica e sincopata • Le equazioni di III grado: (storia) e analisi della formula risolutiva • Il problema del caso irriducibile e la questione delle radici di numeri negativi: strumenti e soluzioni Perché avvicinare uno studente all’algebra rinascimentale? (Luis Radford on the historical costruction of the mathematical knowledge) … most of the time the teachers’ ideas about the mathematical content they teach derive from the only contemporary mathematical formulation of the content under consideration. Now the contemporary formulation is the result of a long process of conceptual changes and transformation and not necessarily the best starting point for students […] Where algebra is concerned, contemporary formulation favours, in particular the ‘symbolism’ of algebra; in this context, algebra is often seen as the mastering of a certain symbolic language so, right from the beginning, all efforts in the classroom are made for students to become competent in this language […] Is it possible to introduce algebra in school without having the immediate objective of mastering the modern symbolic language? Perché avvicinare uno studente all’algebra rinascimentale? Un approccio storico a taluni argomenti, magari favorito da progetti interdisciplinari, favorisce negli studenti • la consapevolezza dell’unitarietà della cultura e un atteggiamento critico verso la dicotomia artificiale cultura scientifica vs cultura umanistica • la percezione del fatto che la matematica ha una profondità storica e uno spessore culturale e non è un insieme di tecniche applicate talvolta a simboli vuoti di significato L’algebra rinascimentale Il contesto storico Erede dell’algebra araba del IX-X secolo, penetra nell’Occidente latino soprattutto a partire dal XIII secolo tramite Leonardo Pisano (e altre fonti indipendenti) Fiorisce nelle (migliori) botteghe d’abaco, dove si educa lo strato culturale intermedio E’ un’algebra retorica che serve essenzialmente per risolvere problemi pratici Come avvicinare uno studente all’algebra rinascimentale? Lettura delle fonti -- mediata dall’insegnante -- non disgiunta dalla contestualizzazione storica. La scelta dell’autore/autori può offrire la possibilità di attività interdisciplinari che esplorino aspetti inediti di questo periodo storico. Piero della Francesca rappresentante sui generis dello strato sociale intermedio poiché scrive libri in volgare e in latino Oltre al De prospectiva pingendi… è anche autore del Libellus de quinque corporibus regularibus e del Trattato d’abaco Le equazioni di secondo grado Una necessaria premessa Non esiste un’equazione di II grado, ma tre casi, determinati dalla condizione che i coefficienti devono essere positivi 𝒙𝟐 + 𝒃𝒙 + 𝒄 = 𝟎 con b, c di segno qualsiasi 𝒙𝟐 + 𝒃𝒙 = 𝒄 𝒙𝟐 + 𝒄 = 𝒃𝒙 𝒙𝟐 = 𝒃𝒙 + 𝒄 con b, c >0 Piero della Francesca Trattato d’abaco Et i composti sono quando i censi e le cose sono equali a li numeri [4], et quando i censi e i numeri sono equali a le cose [5] , et quando il censo equale a le cose e al numero [6]. Quando i censi e le cose sono equali al numero se vole recare a un censo, et demeççare le cose et moltiplicare in sé, e quello che fa ponare sopra il numero; e la radici de la somma meno il dimeççamento de le cose vale la cosa [4a]. Quando i censi e numeri sono equali a le cose, se vole recare a un censo, e demeççare le cose e moltiplicare in sé e trarne il numero: et la radici del rimanente meno del dimeççamento de le cose vale la cosa [5a]. E quando i censi sono equali a le cose e al numero, se dèi recare a un censo, et demeççare le cose, moltiplicare in sé e ponare sopra il numero; e la radici de la summa più de dimeççamento de le cose vale la cosa [6a]. Censi e cose uguale a numero 𝒂𝒙𝟐 + 𝒃𝒙 = 𝒄 Quando i censi e le cose sono equali al numero se vole recare a un censo, et demeççare le cose et moltiplicare in sé, e quello che fa ponare sopra il numero; e la radici de la somma meno il dimeççamento de le cose vale la cosa [4a]. 𝒂𝒙𝟐 + 𝒃𝒙 = 𝒄 𝒃 𝒄 𝟐 𝒙 + 𝒙= 𝒂 𝒂 𝒃 𝟐𝒂 𝑥= 𝑏 2𝑎 𝟐 2 𝒄 + 𝒂 𝑐 𝑏 + − 𝑎 2𝑎 Problemi dell’algebra rinascimentale Cardano, Practica arithmeticae M.° Dardi, Aliabraa argibra R. Capriglione, Un percorso storico-didattico per l’insegnamento dell’algebra, Tesi di Laurea Giuseppe Unicorno (Bergamo, 1523-1610) De l’arithmetica universale, 1598 Uno fa doi viaggi, al primo guadagnò la radice del suo capitale, al secondo guadagnò alla ragion del primo & al fine si trovò con ducati 25; dimando con quanti ducati se partì da prima. Poni che’l se partisse con 1 cen. de duc. adonque il suo guadagno fù 1 co. Onde dirai per trovar l’altro capitale, se 1 cen. mi da 1 cen. p. 1 co. che mi darà 1 ce. p. 1 co.? Multiplica la seconda nella terza sarà 1 ce.ce. p. 2 cu. p. 1 ce. da partir p. 1 ce. adonque averai….. (p. 660) http://bibdig.museogalileo.it/rd/bd Girolamo Cardano Ars magna (1545) Secundum haec formabimus regulas tres, pro quarum memoria subiungemus carmen hoc Querna, da bis x2 = bx + c Nuquer, admi c = x2 + bx Requan, minue dami bx = x2 + c Querna, da bis Querna al caso In hoc corrisponde Querna, igitur, del alle seuquadrato capitulouguale quadrati incognite ai numeri, aequaliserebus et in cui devi aggiungere numeri al numero addesi quadrato quadrato metà delle dimidij della rerum incognite, considerare numerum aequationis la &radice totiusquadrata accipe della radicem somma e aggiungerci la metà quadratam, cui adde del numero delle incognite: dimidium numeri questa somma è il valore rerum & aggregatum dell’incognita est rei aestimatio. x2 = bx + c 𝒃 𝟐 𝒃 𝒙= + 𝟐 𝟐 +𝒄 𝒃 𝟐 𝟐 +𝒄 Nuquer, admi Si numerus Seautem poi i numeri sono quadrato uguagliati&airebus quadrati e aequalis sit, quadrato alle incognite [Nuquer] , dimidii numeri rerum aggiungi i numeri al adiicies numerum quadrato della metà aequationis & totius delle incognite, aggregati accipe prendi laaradice della radicem, qua minue somma e da questa dimidium numeri rerum, sottrai & la metà del numero delle cose: residuum est rei aestimatio quello che resta è il valore dell’incognita c = x2 + bx 𝒃 𝟐 𝒙= 𝒃 𝟐 𝟐 +𝒄 𝟐 𝒃 +𝒄 − 𝟐 Requan, minue dami Si vero res aequales sint quadratis & numero, ut prius, dimidio numeri rerum in se & ab eo detracto numero aequationis, radicem residui minue ex dimidio numeri rerum aut adde, & tam aggregatum quam residuum est rei aestimatio bx = x2 + c 𝒃 𝟐 𝒃 𝒙= ± 𝟐 𝟐 −𝒄 𝒃 𝟐 𝟐 −𝒄 Dove trovare le fonti Girolamo Cardano. Strumenti per la storia del Rinascimento in Italia settentrionale http://www.cardano.unimi.it/ Opera omnia (1663): http://www.cardano.unimi.it/testi/opera. html Ars Magna (editio princeps, 1545) http://bibdig.museogalileo.it/rd/bd Possibili attività in classe Lettura (traduzione) ed interpretazione di testi originali che descrivono le formule risolutive delle equazioni di secondo grado. • Gruppi che leggono lo stesso testo e discutono la traduzione e l’interpretazione simbolica • Gruppi che leggono testi diversi (latino/volgare) e si confrontano Da notare che… • Le radici delle equazioni devono essere positive (vere) • Sono accettabili solo i numeri interi, i numeri rotti, i numeri surdi • Non sono contemplate equazioni con due soluzioni negative (𝑎𝑥 2 + 𝑏𝑥 + 𝑐 = 0, con 𝑎, 𝑏, 𝑐 > 0) • e nemmeno equazioni a discriminante negativo Una prima osservazione La necessità di considerare le radici quadrate di numeri negativi non nasce dalle formule risolutive delle equazioni di secondo grado. E’ opinione condivisa che le equazioni a discriminante negativo non ammettano soluzioni Le equazioni di terzo grado Anche in questo caso abbiamo 3 casi 𝒙𝟑 + 𝒑𝒙 = 𝒒 𝒙𝟑 + 𝒒 = 𝒑𝒙 𝒙𝟑 = 𝒑𝒙 + 𝒒 Non si considerano equazioni cubiche complete ma nessuno avanza dubbi sulla generalità delle equazioni Come mai? Perché era noto che la trasformazione x = y – r/3 x3 + rx2 + px + q = 0 → y3 + py + q = 0 Le equazioni di terzo grado Come si è trovata la formula risolutiva? Ipotesi di E. Bortolotti – Estrazione della radice cubica di un binomio Dati 𝑚, 𝑛 con 𝑛 > 𝑚2 si cercano due numeri 𝑢 e 𝑣 tali che 𝟑 𝒏 ±𝒎= 𝒗±𝒖 Elevando al cubo la relazione si ottiene 𝑢3 +3𝑢𝑣 = 𝑚 Se si moltiplicano tra loro le due relazioni si ricava 3 𝑢2 𝑣= + 𝑛 − 𝑚2 E quindi inserendo nell’equazione precedente il valore di v così trovato 4𝑢3 +3𝑢 3 𝑛 − 𝑚2 = 𝑚 D’altra parte, sottraendo l’una dall’altra le due relazioni iniziali si ricava 2𝑢 = 3 𝑛+𝑚− 3 𝑛−𝑚 Ponendo 𝑥 = 2𝑢 si può ora pervenire alla soluzione della 𝑥 3 + 3𝑝𝑥 = 2𝑞 3 con 𝑞 = 𝑚 e 𝑝 = 𝑛 − 𝑚2 ovvero 𝑛 = 𝑝3 + 𝑚2 = 𝑝3 + 𝑞2 si avrà allora 𝑥= 3 𝑝3 + 𝑞 2 + 𝑞 − 3 𝑝3 + 𝑞 2 − 𝑞 Le equazioni di terzo grado Un tentativo ingenuo : qual è la ratio? Quando li cubi sono equali a le cose et al numero, dese partire per li cubi et poi demeççare le cose et montiplicare in sè e ponere sopra al numero; e la radici di quello che fa più il dimeçamento de le cose, vale la cosa. (Piero della Francesca, Trattato d’abaco) 𝒄𝒙𝟑 = 𝒂𝒙 + 𝒏 𝑥= 𝑎 2𝑐 2 𝑛 𝑎 + + 𝑐 2𝑐 Le equazioni di terzo grado Un tentativo ingenuo : qual è la ratio? Quando li cubi sono equali a li censi et al numero, si vole partire per li cubi, poi demeçare i censi et montiplicare in sé e quello che fa porre sopra il numero; et la radici di quello più il dimeçamento de’ censi, vale la cosa. (Piero della Francesca, Trattato d’abaco) 𝑐𝑥 3 = 𝑏𝑥 2 + 𝑛 𝑥= 𝑏 2𝑐 2 𝑛 𝑏 + + 𝑐 2𝑐 Le equazioni di terzo grado Un tentativo ingenuo : qual è la ratio? Quando li cubi sono equali ai censi e a le cose e al numero, se dèi porre il numero sopra le cose e fare numero, et poi partire per li cubi et poi dimeçare li censi e montiplicare in sé e porre sopra lo numero; et la radici di quello, varrà la cosa più il dimeçamento dei censi. (Piero della Francesca, Trattato d’abaco) 𝒄𝒙𝟑 = 𝒃𝒙𝟐 + 𝒂𝒙 + 𝒏 𝑥= 𝑏 2𝑐 2 𝑎+𝑛 𝑏 + + 𝑐 2𝑐 Corrispondenza Cardano - Tartaglia N. Tartaglia, 1546 Quesiti et inventioni diverse L’ultimo libro è dedicato alla ricostruzione della vicenda 12 febbraio 1539 – 5 gennaio 1540 Dove trovare le fonti Edizione Nazionale Mathematica Italiana Biografia di Tartaglia http://mathematica.sns.it/autori/1323/ Quesiti et inventioni diverse (1546) (download) http://mathematica.sns.it/opere/27/ Fabio Toscano, La formula segreta, Sironi Editore, 2009 Proposta di attività (in classe) Ricostruzione della polemica attraverso la lettura della corrispondenza fra Cardano e Tartaglia pubblicata nei Quesiti Esempio «vivo» di prosa vernacolare del Cinquecento Primi contatti fra Cardano e Tartaglia Quesiti et inventioni diverse [2 gennaio 1539] … et per tanto sua eccellentia vi prega che voi gli vogliati mandare di gratia tal regola da voi trovata [cosa e cubo uguale a numero], & se 'l vi pare lui la dara fora in la presente sua opera sotto vostro nome, & se anchor el non vi pare, che lui la dia fora, la tenera secreta ... [risposta di Tartaglia]: Diceti a sua eccellentia, che quella mi perdona, che quando vorò publicar tal mia inventione la voro publicar in opere mie, & non in opere de altri, si che sua eccellentia mi habbia per iscuso. Cardano a Tartaglia 12 febbraio 1539 … e trarvi fora di fantasia che voi vi crediate essere si grande vi faro conoscere con amorevole admonitioni per le vostre parole medesime che seti più appresso a la valle che alla sumita del monte… vi domando di gratia con che credeti di parlare con li vostri scolari, over con huomini… oltra a ciò vi laudai molto al Signor Marchese, pensando fosti più gentil riconoscitore et piu humano, et piu cortese Cardano a Tartaglia 19 marzo 1539 … et mi comandò di subito vi scrivesse la presente con grande instantia in nome suo, avvisandovi che vista la presente dovesti venire à Milano senza fallo, che vorria parlar con voi. Et così ve essorto à dover venir subito, et non pensarvi su, perche il detto S. Marchese è si gentil remuneratore delli virtuosi, si liberale, et si magnanimo che niuna persona che serve sua eccellentia … resta discontento La regola di Tartaglia 25 marzo 1539 Quando chel cubo con le cose appresso Se agguaglia à qualche numero discreto Trovan due altri differenti in esso Ch’el lor produtto sempre sia eguale Al terzo cubo delle cose netto x3 + px = q u–v=q uv = (p/3)3 [1] La regola di Tartaglia 25 marzo 1539 El residuo poi suo generale Delli lor lati cubi ben sottratti Varra la tua cosa principale 3 √u – 3√v = x La regola di Tartaglia In el secondo de cotesti atti Quando che’l cubo restasse lui solo Tu osservarai quest’altri contratti Del numero farai due tal part’à volo Che l’una in l’altra si produca schietto El terzo cubo delle cose in stolo Delle qual poi, per comun precetto La regola di Tartaglia Terrai li lati cubi insieme gionti Et cotal somma sara il tuo concetto x3 = px + q [2] La regola di Tartaglia El terzo poi de questi nostri conti Se solve col secondo se ben guardi Che per natura son quasi congionti x3 + q = px [3] Se si confronta con la x3 = px + q [2] si nota che il termine quadratico è nullo (somma delle radici cambiata di segno), il termine lineare non cambia, mentre il termine noto (prodotto delle radici cambiato di segno) cambia segno, quindi le radici di [3] e [2] hanno lo stesso modulo e segno opposto. Il caso irriducibile x3 = px + q Quando (q²/4) - (p³/27)<0 l’equazione ammette 3 soluzioni reali, ma si pone il problema di estrarre la radice quadrata di un numero negativo: questa volta non si può ignorare. Cardano a Tartaglia 4 agosto 1539 … io ve ho mandato a domandare la resolutione de diversi quesiti alli quali non mi haveti risposto, et tra li altri quello di cubo equale a cose e numero… quando che il cubo della terza parte delle cose eccede il quadrato della metà del numero, allora non posso farli seguir la equatione come appare [Caso irriducibile] Tartaglia a Cardano 7 agosto 1539 E pertanto ve rispondo, et dico che voi non haveti appresa la buona via per risolvere tal capitolo; anzi dico che tal vostro procedere è in tutto falso. Le equazioni di terzo grado nell’Ars magna (1545) XI. De cubo et rebus aequalibus numero 𝑥 3 + 𝑝𝑥 = 𝑞 XII. De cubo aequali rebus & numero 𝑥 3 = 𝑝𝑥 + 𝑞 XIII. De cubo et numero aequalibus rebus 𝑥 3 + 𝑞 = 𝑝𝑥 Ars Magna Cap. XII De cubo aequali rebus & numero Regula igitur est, cum cubus tertiae partis numerum rerum, maior non fuerit quadrato dimidij numeri aequationis, auferes ipsum ex eodem & residui radicem adde dimidio numeri aequationis, atque iterum minue ab eodem dimidio; 𝑥 3 = 𝑝𝑥 + 𝑞 𝒑 𝟑 𝒒 𝟐 < 𝟑 𝟐 𝒒 + 𝟐 𝒒 𝟐 𝟐 𝒑 − 𝟑 𝟑 𝒒 − 𝟐 𝒒 𝟐 𝟐 𝒑 − 𝟑 𝟑 Ars Magna Cap. XII De cubo aequali rebus & numero Habebis, ut dicunt, Binomium & Apotomen, quorum R. cubicae Iunctae rem ipsam constituunt. 3 𝒒 + 𝟐 𝒒 𝟐 𝒒 + − 𝟐 𝒒 𝟐 𝑥= 3 𝑥 3 = 6𝑥 + 40 𝑥 3 = 6𝑥 + 6 𝟐 𝟐 𝒑 − 𝟑 𝒑 − 𝟑 𝟑 + 𝟑 Ars Magna Cap. XII De cubo aequali rebus & numero At ubi cubus tertiae partis numeri rerum excedat quadratum dimidij numeri aequationis… 1. Regole operative per trattare con le radici di numeri negativi 2. Cercare una formula senza radici di numeri negativi L’approccio di Cardano Cardano non si pone problemi «fondazionali» ma problemi «operativi». Un primo approccio alla questione si trova nell’Ars magna in relazione allo studio delle soluzioni false delle equazioni di secondo grado (tanto per smentirmi…). Cap.XXXVII De regula falsum ponendi Secundum genus positionis falsae, est per radicem 𝑚. Et dabo exemplum: si quis dicat, divide 10 in duas partes, ex quarum unius in reliquam ductu, producatur 30 aut 40. Manifestum est quod casus seu quaestio est impossibilis, sic tamen operabimur. 𝒂 + 𝒃 = 𝟏𝟎 𝒂𝒃 = 𝟒𝟎 𝑡 2 − 10 𝑡 + 40 = 0 De regula falsum ponendi Regula II Dividemus 10 per aequalia, & fiet eius medietas 5; duc in se fit 25, auferes ex 25 ipsum producendum , utpote 40 … fiet residuum 𝒎. 15 cuius R. addita & detracta a 5 ostendit partes quae invicem ductae producunt 40. Erunt igitur hae, 5 𝑝 R. 𝑚 15 & 5 𝑚 R. 𝑚 15 𝟓 ± (𝟓 + 𝟐𝟓 − 𝟒𝟎 −𝟏𝟓) 𝟓 − −𝟏𝟓 = 𝟒𝟎 De regula falsum ponendi Regula II La natura della nuova radice è particolare: … quae vere est sophistica, quoniam per eam, non ut in puro meno nec in aliis operationes exercere licet, nec venari quid sit… hucusque progreditur Arithmetica subtilitas, cuius hoc extremum ut dixi, adeo est subtile ut sit inutile. L’idea di subtilitas però non ha valenza negativa nel pensiero cardaniano De regula falsum ponendi Regula III Un calcolo (sbagliato) ma molto rivelatore… Invenias tres numeros in continua proportione [x : y = y : z] quorum R. primi detracta a primo faciat secundum, & R. secundi detracta a secundo faciat tertius. De regula falsum ponendi Regula III Ponemus igitur primum 1. quadratum, & secundus erit 1 quadratum m. 1 positione & tertius erit 1 quad. m. 1 positione m. R.V. 1 quadrati m. 1 positione. Duc primum in tertium & secundum in se, habebis quantitates ipsas 𝒙𝟐 𝒙𝟐 − 𝒙 𝒙𝟐 − 𝒙 − 𝒙𝟐 − 𝒙 De regula falsum ponendi Regula III 1 , 4 1 4 1 4 m. , m. m. R. m. 1 4 Operando ut vides, & productum primi in 𝟏 tertium, est m. p. R. 𝟏 𝟔𝟒 𝟏 𝟖 𝟏𝟔 𝟏 𝟏𝟔 quod est m. & tantum fit ducto secundo numero in se. 𝟏 𝟒 𝟏 − 𝟒 − 𝟏 − 𝟒 =- 𝟏 𝟏𝟔 il che presuppone 𝟏 − 𝟒 . 𝟏 − 𝟒 = 𝟏 𝟔𝟒 = 𝟏 𝟖 + 𝟏 𝟖 Qual è il segno di −𝟗? Paradosso del quadrato negativo 2 −9 = −9 Ars magna arithmeticae (1538-1542, ed. 1663) p.373 Et nota quod R. 𝑝. 9 est 3 𝑝. vel 3 𝑚 nam 𝑝 in 𝑝 & 𝑚 in 𝑚 faciunt 𝑝. Igitur R. 𝑚 9 non est 𝑝 3 nec 𝑚 sed quaedam tertia natura abscondita. Una nuova regola dei segni De regula aliza libellus, 1570 Cap. XXII De contemplatione 𝑝 et 𝑚 et quod 𝑚 in 𝑚 facit 𝑚 Et ideo patet communis error dicentium, quod m in m producit p neque enim magis m in m producit p quam p in p producat m. Et quia nos ubique diximus contrarium, ideo docebo causam huius, quare in operatione m in m videatur producere p et quomodo debeat intelligi. Cardano padre dei numeri complessi? Cardano non riesce a superare il problema del segno delle radici di numeri negativi e non può dunque operare con esse. In alternativa, cerca una formula risolutiva che possa fare a meno delle radici di numeri negativi. La sua strategia è quella di cercare di generalizzare casi particolari in cui è semplice abbassare il grado dell’equazione. Ars Magna Cap. XXV De capitulis imperfectis & specialis Cubus aequatur 16 rebus 𝑝 21; tunc quia addito 27 numero cubo ad 21 fit 48 qui producitur ex 3 R cubica 27 in 16 numerum rerum, ideo dico quod res 𝑝 3 erit communis divisor, … inde facta divisione habebis quadratum 𝑚 3 rebus 𝑝 9 aequalia 16… 𝑥 3 = 16𝑥 + 21 𝑥 3 + 27 = 16𝑥 + 48 𝑥 + 3 𝑥 2 − 3𝑥 + 9 = 16 𝑥 + 3 𝑥 2 = 3𝑥 + 7 R.Bombelli L’Algebra 1572 primi 3 libri ms. B.1569 Archiginnasio 5 libri (trovati nel 1923, pubblicati nel 1929 da Ettore Bortolotti) Dove trovare le fonti Edizione Nazionale Mathematica Italiana Biografia di Bombelli http://mathematica.sns.it/autori/1325/ L’Algebra 1572 (download) http://mathematica.sns.it/opere/9/ A gli Lettori … o sia per la difficultà della materia, o per il confuso scrivere de’scrittori i quali sino ad hora ne hanno trattato […] mi son posto nell’animo di volere a perfetto ordine ridurla, e dirne quanto dagli altri è stato taciuto in questa mia presente opera […] A gli Lettori … ma invero alcuno non è stato che nel secreto della cosa sia penetrato, oltre che il Cardano Melanese nella sua arte magna, ove di questa scientia assai disse, ma nel dire fu oscuro […] dico che havendo visto dunque quanto da detti Autori n’è stato trattato, ho poi anco io con ordine continuato ridutto insieme la presente opera a beneficio commune A gli Lettori Libro I … tutta la pratica del decimo di Euclide, l’operar delle radici cube com’esso decimo opera nelle radici quadrate Libro II … Algorismi dell’Algebra … con dimostrationi geometriche Libro III … Trecento problemi Le radici legate Tutte le quantità composte di dui nomi, delle quali se ne haverà a pigliare il lato … tal quantità non haveranno lato, o volendo nominare il lato si dirà Radice legata di tal composto come sarebbe se si dicesse trovami il lato di 7 p. Rq. 48, che non vuol dir’altro che trovare un composto che moltiplicato in se stesso faccia 7 p. Rq. 48… RL di 7 p. Rq. 48 → 𝟕 + 𝟒𝟖 Le radici cubiche legate Ho trovato un’altra sorte di R.c.legate molto differenti dalle altre, la qual nasce dal Capitolo di cubo eguale a tanti e numero, quando il cubato del terzo delli tanti è maggiore del quadrato della metà del numero… La qual sorte di R.q. ha nel suo Algorismo diversa operatione dall’altre e diverso nome; perché quando il cubato del terzo delli tanto è maggiore del quadrato della metà del numero, lo eccesso loro non si può chiamare né più né meno, però lo chiamerò più di meno quando egli si doverà aggiongere, e quando si dovrà cavare lo chiamerò men di meno e questa operatione è necessarijssima… Bombelli inventa i numeri immaginari? Bombelli non inventa nuovi numeri (quelli che noi oggi chiamiamo numeri immaginari) quanto piuttosto inventa nuovi segni per poter manipolare algebricamente le radici quadrate dei numeri negativi. La regola del più et meno Più via più di meno, fa più di meno [+1 · i = i] Meno via più di meno, fa meno di meno [-1 · i = - i] Più via meno di meno, fa meno di meno [+1· -i = - i] Meno via meno di meno, fa più di meno [-1· -i = +i] Più di meno via più di meno, fa meno [i· i= -1] Più di meno via men di meno, fa più [i· -i= 1] Men di meno via più di meno, fa più [- i· +i= 1] Men di meno via men di meno, fa meno [- i· -i= -1] Gli esempi di Cardano Esercizio in classe (5 + −15) 5 − −15 = 25 − 𝟓 −𝟏𝟓 + 𝟓 −𝟏𝟓 + 𝟏𝟓 = 40 Più via meno di meno, fa meno di meno Più via più di meno, fa più di meno Più di meno via men di meno, fa più Meno via più di meno, fa meno di meno 𝟏 − 𝟒 . 𝟏 − 𝟒 =− 𝟏 − 𝟔𝟒 Il caso irriducibile è risolto? 𝑧= 𝟑 𝑥 ± 𝟑 𝑎+ −𝑦 −𝑏 + 3 𝟑 𝑎− −𝑏 =𝑎 ± −𝑏 𝒂𝟐 + 𝒃𝟐 = 𝒙𝟐 + 𝒚𝟐 𝑎 = 𝑥 3 − 3 𝑥𝑦 2 Esempio 𝑥 3 = 15𝑥 + 4 Bombelli 1572, pp.193-4, 180-181 Volendo trovare il lato cubico di simil specie di radici per prattica si terrà in questo modo: Giongasi il quadrato del numero col quadrato della R. e della somma si pigli il lato cubico, poi si cerchi a tentone di trovare un numero et una R.q. che li loro quadrati gionti insieme faccino tanto quanto fu il lato cubico detto di sopra.. Le radici cubiche legate molti di più sono li casi dell’agguagliare dove ne nasce questa sorte di R. che quelli dove nasce l’altra, la quale parerà a molti più tosto sofistica che reale. E tale opinione ho tenuto anch’io, sin che ho trovato la sua dimostratione in linee Costruzione geometrica di una radice reale di una cubica irriducibile La dimostrazione in linea 𝒙𝟑 = 𝟔𝒙 + 𝟒 Si considera lo squadro inferiore vincolato a scorrere per i punti r e m (𝑙𝑚 = 1) Si assume che 𝑓𝑙 = 6 e che Rett(𝑙𝑎𝑏𝑓)=4 Si muove il secondo squadro in modo che scorra sulla retta da e che i punti p, f e r siano allineati. Quando questo accade, il segmento x rappresenta l’incognita ml : li = li : lg quindi lg=x2 Rett(rlg)=x3 e Rett(abhr)=6x+4 Ma Rett(labf)=Rett(fgh) Rett(rlg)=x3 = Rett(abhr)=6x+4 Squadri di Bombelli (2) http://www.museo.unimo.it/theatrum/ macchine/149ogg.htm Risoluzione della equazione x³ = px + q (*). Su un piano π si collochino due scanalature rettilinee parallele: una (fissa) ET, l'altra (mobile) MZ. Una terza scanalatura fissa AR (con A appartenente a ET) è normale a ET. Il vertice I di una squadra SIP scorre entro AR, mentre il suo lato IP (scanalato) è costretto a scivolare sul perno B, fissato su ET in modo che AB=1. La squadra NLD ha un lato scorrevole entro la scanalatura MZ, dove il suo vertice L può trovarsi in qualsiasi posizione. Un filo teso fra i due vertici L, I passa per un occhiello praticato sul cursore F, che si può spostare all'interno di ET. Si blocchi F in modo che AF=p; si blocchi MZ in posizione tale che il rettangolo ACDF (compreso tra ET, MZ) abbia area q. Manovrare ora le due squadre affinché: 1) L, F, I siano allineati 2) I lati LN ed IS delle due squadre si incontrino su ET in G. Ciò fatto, AI=x risolve la (*). Squadri di Bombelli (1) http://www.macchinematematiche.org/index.php?option=com_content&view=article& id=160&Itemid=241 Risoluzione della equazione x³ + px = q . Sul piano sono praticate tre scanalature rettilinee: LX, KY (parallele), SR (perpendicolare alle precedenti). Un cursore rettangolare ABCD, che trasporta una quarta scanalatura MN (parallela a SR e praticata in modo che sia DM=1), scivola avanti e indietro guidato da LX, KY. Una squadra TQV ha il vertice Q che può essere fissato in un punto qualsiasi della scanalatura SR; una seconda squadra ZGW ha il vertice G scorrevole entro MN e il lato GZ costretto a passare per D. Si fissi Q in modo che , ed M in una posizione tale da avere SM=p. Infine, si faccia ruotare la squadra TQV attorno a Q e si muova ZGW in modo che siano realizzate le due seguenti condizioni: 1) i lati QV e GW si incontrino in un punto P appartenente a KY; 2) Sia TS = GM. Indicata con x la comune lunghezza di questi due ultimi segmenti, l'equazione risulta soddisfatta A.Girard, 1629 Invention nouvelle en l’algèbre http://books.google.it/ Invention nouvelle en l’algèbre Toutes les equations d'algèbre reçoivent autant des solutions que la denomination de la plus haute quantité le demontre excepté les incomplettes. 𝑥 4 = 4𝑥 − 3 Soluzioni: 1, 1, −1 + −2, −1 − −2 Invention nouvelle en l’algèbre Donc il se faut resouvenir d'observer tousjours cela: on pourroit dire à quoy sert ces solutions qui sont impossibles, je respond pour trois choses, pour la certitude de la reigle generale, & qu'il ny a point d'autre solutions, & pour son utilité. A coloro i quali ritengono impossibili queste soluzioni io rispondo che bisogna accettarle per tre motivi: per assicurare la validità generale della regola, perché non ci sono altre soluzioni, e per la loro utilità. R.Descartes Géométrie, 1637 Edizione latina 1649 http://bibdig.museogalileo.it/rd/bd Sappiate dunque che in ogni Equazione possono darsi tante diverse radici – cioè valori della quantità incognita – quante sono le dimensioni della stessa incognita (“teorema fondamentale dell’algebra” in forma debole) D’altronde, tanto le radici vere quanto le false non sono sempre reali, ma talvolta soltanto immaginarie: cioè è sempre possibile immaginarne in ogni Equazione tante quante ho detto, ma talvolta non v’è nessuna quantità che corrisponde a quelle che immaginiamo. Altri riferimenti biblio/sitografici di facile reperimento R.Franci, Momenti di storia delle equazioni algebriche, http://php.math.unifi.it/convegnostoria/materiali/franci.pdf R.Franci, L'insegnamento dell'algebra nel Tre-Quattrocento in Italia, ed in particolare a Firenze http://web.math.unifi.it/users/mathesis/conferenze/filespresentazioni/1112/Franci.html V.Gavagna, Un progetto di laboratorio storico-didattico sull'origine dei numeri complessi, Associazione Subalpina Mathesis, Conferenze e Seminari 2011-2012, Torino, Kim Williams Books 2012 pp.229-247 V.Gavagna, La soluzione per radicali delle equazioni di terzo e quarto grado e la nascita dei numeri complessi: Del Ferro, Tartaglia, Cardano, Ferrari, Bombelli, http://web.math.unifi.it/archimede/note_storia/gavagnacomplessi.pdf Sperimentazioni sulle equazioni di II grado presentate al Convegno Valdarno http://php.math.unifi.it/convegnostoria/convegno.php?id=14