Aspetti psicoterapeutici del MS:
bambino, famiglia e scuola in un approccio
multimodale
Dott.ssa Carla Amorosi- Psicologa-Psicoterapeuta
Il Mutismo
Selettivo è un
disturbo ansioso
infantile
caratterizzato dall'
"incapacità" del
bambino di
parlare in
determinate
situazioni sociali.
 Il Mutismo Selettivo non è causato da ritardo
mentale, handicap uditivo o altri disturbi
organici.
 E' caratterizzato dall'uso appropriato della lingua
parlata in alcune situazioni, con una totale e
persistente assenza dell'uso del linguaggio
altrove.
 Molto spesso il bambino parla liberamente a casa
mentre è muto a scuola e in altre situazioni.
 La maggior parte dei bambini parla più con altri
bambini che con adulti.
 Il Mutismo Selettivo compare nei bambini piccoli.
Di solito i primi sintomi compaiono tra 1 e 3 anni
di età.
Essi sono:
 la timidezza, il rifiuto di parlare in alcune
situazioni, un comportamento riservato, etc.
 Sebbene il disturbo si instauri prima dei 5 anni di età,
esso è riconosciuto in modo chiaro solo dopo questa
età, quando il bambino inizia la scuola materna o la
scuola elementare, situazioni in cui ci si aspetta che i
bambini usino il linguaggio verbale.
 Prima della scuola, i genitori del bambino e le figure
che lo circondano non notano di solito alcun
problema significativo nel comportamento relativo al
linguaggio, poiché il bambino parla normalmente in
casa.
 Se il bambino rimane silenzioso oppure ha un
atteggiamento riservato in presenza di adulti esterni
alla famiglia, raramente questo comportamento viene
considerato anormale o allarmante. Il bambino è
considerato "timido".
CRITERI DIAGNOSTICI DSM-IV
 Costante incapacità di parlare in situazioni sociali specifiche (per




es., a scuola, coi compagni di gioco) quando ci si aspetta che si parli,
mentre in altre situazioni parlare risulta possibile;
L’anomalia interferisce con i risultati scolastici o lavorativi o con la
comunicazione sociale;
L’anomalia deve durare per almeno 1 mese e non è limitata al primo
mese di scuola (durante il quale molti bambini possono essere timidi e
riluttanti a parlare);
Il Mutismo Selettivo non dovrebbe essere diagnosticato se l’incapacità
di parlare del soggetto è dovuta soltanto al fatto che non conosce o non
è a proprio agio col modo di parlare richiesto nella situazione sociale;
L’anomalia non è meglio attribuibile a un Dist. Della Comunicazione
(es. Balbuzie) e non si manifesta esclusivamente durante il decorso di
un DGS, di Schizofrenia o di un altro disturbo Psicotico.
Diagnosi differenziale
 Disturbi d’ansia
 Disturbi dell’umore
 Disturbo Oppositivo-provocatorio
 DGS, Schizofrenia etc
 Ritardo mentale
 Disturbi del linguaggio e della Comunicazione
 Condizioni mediche che spiegano i sintomi
Psicoterapia
 CBT (Terapia Cognitiva Comportamentale) efficace nel
trattamento dei disturbi d’ansia e nel MS (Kendall,
1994; Bergman, Piacentini, McCracken, 2002)
 Intervento calibrato sulle specificità del bambino e sul
livello evolutivo raggiunto
Intervento multimodale
Con il
bambino
In ambito
familiare
Nel
contesto
scolastico
Assessment in ambito familiare
 Colloqui di valutazione
 Anamnesi
 Osservazione coppia genitoriale e bambino
 Creare collaborazione
Assessment nel contesto scolastico
 Osservazione occasionale e sistematica
 Analisi funzionale
 Tentativi di soluzione messi in atto
 Creare collaborazione
Assessment con il bambino
 Valutazione :
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Disegno libero
Disegno della figura umana
Disegno della famiglia
CPM (Coloured Progressive Matrices di Raven )
Wisc-R (prove di performance)
Test del linguaggio Ricettivo (Mainardi)
Difficoltà a leggere il
comportamento
dell’altro
Ansia
sociale
Isolamento/
ritrosia
Scarse competenze
relazionali
Assenza di
esperienza
Intervento
cognitivo comportamentale
 Rinforzo
 Modeling
 Ristrutturazione cognitiva
 Estinzione
 Problem solving
 rilassamento
 Training sulle abilità sociali
 Generalizzazione
TECNICHE DI RINFORZO:
Il rinforzo è un evento o uno stimolo che ha la capacità di far
aumentare il comportamento a cui segue; può essere usato
per elogiare l’emissione di un comportamento positivo o
l’assenza di un comportamento negativo.
 consumatori (cibi e bevande che le persone identificano




come preferiti);
tangibili (cose che si toccano, come un giocattolo);
dinamici, sociali (tutti quegli atti come sorrisi e sguardi
che esprimono attenzione);
informativi (o feedback);
simbolici.
L’estinzione
 Il principio dell’estinzione è opposto a quello su cui si
fonda il rinforzo. Se di fronte all’emissione di un
comportamento provocatorio si sottrae il rinforzo, il
comportamento gradualmente scomparirà. In questi
casi si dice che il comportamento si è estinto e la
procedura viene chiamata estinzione (Foxx, 1986).
 Un comportamento rinforzato, aumenta di frequenza,
allo stesso modo un comportamento ignorato
diminuisce la frequenza della sua emissione.
Shaping
 Lo shaping o modellaggio, consiste nel rinforzare ogni
approssimazione sempre più simile al comportamento
che si vuole raggiungere, finché il bambino non emette
un comportamento meta che prima non apparteneva
al suo repertorio (Foxx, 1986).
Intervento cognitivo
 Alfabetizzazione emotiva (riconoscere e denominare le
proprie emozioni, definirne le caratteristiche,
coglierne il rapporto con i comportamenti e la loro
modificabilità in relazione agli eventi, imparare a
gestirle)
 Ristrutturazione cognitiva: identificazione dei pensieri
disfunzionali e ristrutturazione degli stessi con altri
pensieri più adeguati
Intervento in ambito familiare
 Atteggiamento neutrale rispetto al non parlare
 Rassicurazione del bambino rispetto al problema
 Estinzione del sintomo e rinforzo differenziale (non
sostituirsi al bambino nelle richieste con estranei
incoraggiandolo ad utilizzare anche modalità non verbali;
uso del rinforzo positivo quando comunica o tenta di farlo
con estranei)
 Individuare ed interrompere aspetti relazionali
disfunzionali incrementando quelli funzionali;
 Favorire incontri ludici e relazionali
 Spiegare ai genitori le strategie utilizzate in studio per
favorire la generalizzazione nel contesto domestico
Intervento in ambiente scolastico
 Atteggiamento neutrale rispetto al non parlare;
 Estinzione degli atteggiamenti disfunzionali del
bambino
 Rinforzare il contenuto delle comunicazioni non
verbali: uso di materiale alternativo (scrittura, disegno,
pongo, fotografie);
 Facilitare la relazione tra pari in piccoli gruppi
Intervento con il bambino
 Creare un ambiente accogliente, costruire una buona




alleanza terapeutica
Non forzare il bambino all’uso del verbale
Incrementare la comunicazione non verbale
Estinzione del sintomo e rinforzo differenziale
(diminuire l’attenzione sulla perfomance verbale,
rinforzare positivamente quando vengono usati
comportamenti comunicativi e di interazione
funzionali)
Shaping (rinforzare positivamente modalità adeguate
di interazione e comunicazione seguendo un principio
di difficoltà crescente con criteri sempre più selettivi)
Intervento con il bambino
 Alfabetizzazione emotiva
 Ristrutturazione cognitiva
 Rilassamento
 Esposizione immaginativa
 Training sulle abilità sociali
Uso del gioco,
del disegno,
delle storie
 Generalizzazione dei processi di apprendimento dal
setting terapeutico all’ambiente esterno (scuola, casa,
ambiente sociale)
Comunicare con persone esterne
“Per crescere un bambino ci
vuole un intero villaggio”
(proverbio africano)
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