Sicurezza nei laboratori di
Chimica e Biologia
A cura della prof.ssa Fino Maria Pia
Manuale di rischio chimico
Sicurezza: caratteristica di ciò che non presenta pericoli o ne è
ben difeso.
Salvaguardia dell’integrità psicofisica di chi lavora. Sicurezza e
salute sono un diritto di tutti che a tutti pone doveri per
essere garantito. I doveri competono a tutti i componenti
della linea organizzative, quali D.L., RdL e Lavoratore.
Esistono norme emanate allo scopo di ridurre i rischi e la loro
entità; le principali appartengono al campo legislativo e come
tale sono corredate di sanzioni per i soggetti inadempienti.
Questo manuale ha lo scopo di dare un’informazione generale
sui rischi presenti nei laboratori in cui si usano sostanze
chimiche.
Normativa Vigente
T.U. D.Lgs. 81/08
Definizioni:
PERICOLO:
RISCHIO
INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI:
definizioni
• Infortunio: evento dannoso che si verifica in occasione
di lavoro per una causa violenta e che pregiudicano,
temporaneamente o permanentemente, la capacità
lavorativa.
• Malattie professionali: alterazione dello stato di
salute di un lavoratore originata da cause inerenti allo
svolgimento della prestazione di lavoro.
• Rischi per la sicurezza: legati a danni acuti e fatti
esterni che agiscono rapidamente sulla persona e
costituiscono un nesso di causa/effetto con la lesione.
• Rischi per la salute: legati a danni progressivi e cronici
provocati da fattori esterni che agiscono lentamente sulla
persona addetta alle specifiche lavorazioni pericolose.
INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI: esempi
Rischi per la sicurezza
Rischi per la salute
• Strutture (scale, pareti,
aperture ecc.)
• Macchine, apparecchiature,
attrezzature
• Mezzi di trasporto
• Sostanze pericolose
• Impianti elettrici
• Incendi, esplosioni
• Rumore
• Vibrazioni
• Radiazioni ionizzanti e non
ionizzanti
• Condizioni climatiche
• Polveri e fibre
• Fumi, nebbie, gas, vapori
L’ANALISI DEL RISCHIO
Video 1 (valutazione dei rischi)
Video 2
(attenzione_pericoli)
7
Il Rischio
Dalle norme tecniche:
• PERICOLO
“fonte di potenziale danno”
• ESPOSIZIONE AL PERICOLO
“situazione in cui il pericolo diventa concreto,
cioè situazione in cui una persona
è esposta al pericolo”
• DANNO
“lesione fisica alla persona come
conseguenza diretta o indiretta di
esposizione al pericolo”
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Stima qualitativa del rischio
• Si basa sulla valutazione di due elementi:
• Probabilità del verificarsi di un evento
dannoso.
• Magnitudo delle conseguenze(entità del
danno)
LA STIMA DEL RISCHIO
Esempio di definizione di scale di valutazione qualitative:
PROBABILITÀ
 Bassissima
 Medio-bassa
 Medio- alta
 Elevata
MAGNITUDO
 Trascurabile
 Modesta
 Notevole
 Ingente
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LA STIMA DEL RISCHIO
PROBABILITÀ
1 Bassissima
L’evento dannoso è improbabile. La sua manifestazione è legata
al contemporaneo verificarsi di più eventi indipendenti e poco probabili.
L'evento non si è mai presentato durante l'attività produttiva.
2 Medio – bassa
L’evento dannoso è poco probabile ma possibile. E’ legato al contemporaneo
verificarsi di più eventi non necessariamente indipendenti e di probabilità
non trascurabile.
L'evento si è presentato raramente durante l'attività produttiva.
11
LA STIMA DEL RISCHIO
PROBABILITÀ
3
Medio – alta
L’evento dannoso è probabile. Tipicamente legato a funzionamenti anomali
delle macchine e degli impianti, non rispetto delle procedure di lavoro,
non utilizzo dei mezzi di prevenzione e protezione.
L'evento si è presentato con una certa frequenza durante l'attività produttiva.
4 Elevata
L’evento dannoso è altamente probabile. Con le stesse caratteristiche
precedenti, tende a verificarsi diverse volte.
L'evento si presenta molto frequentemente nell'attività produttiva.
12
LA STIMA DEL RISCHIO
MAGNITUDO
1 Trascurabile
“Il danno è rapidamente reversibile e di scarsa entità.
Non comporta l’abbandono del posto di lavoro”.
2 Modesta
“Il danno comporta una parziale limitazione funzionale reversibile
in pochi giorni con completo ripristino della capacità lavorativa”.
3 Notevole
“Il danno comporta una limitazione funzionale reversibile solo dopo
un certo tempo con eventuale riduzione della capacità lavorativa”.
4 Ingente
“Il danno è irreversibile e comporta una notevole e permanente riduzione
della capacità lavorativa, o l’inabilità, o la morte”.
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RISCHI DA CARENZA ORGANIZZATIVA
• “Derivano da una inefficiente organizzazione del lavoro, sia
in termini gestionali, sia in termini metodologici, sia in
termini operativi.”
Esempi sono costituiti da:
• mancanza o inefficacia di procedure interne;
• scarso coinvolgimento dei dipendenti a tutti i livelli;
• carenza metodologica;
• non chiare attribuzioni di responsabilità
• insufficiente informazione e formazione
Classificazione dei rischi
Dal punto di vista della tipologia del pericolo:
 RISCHI CONVENZIONALI
 RISCHI SPECIFICI
 RISCHI DA CARENZA ORGANIZZATIVA
15
Classificazione dei rischi
RISCHI CONVENZIONALI
“Legati alle strutture e agli impianti, sono generalmente più
noti in quanto presenti nella totalità degli ambienti di
lavoro.”
Esempi di rischi convenzionali sono quelli legati a:
• impianti elettrici, termici e tecnologici
• stato delle strutture
• barriere architettoniche
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Classificazione dei rischi
RISCHI SPECIFICI
“Legati alla presenza di specifici agenti
fisici, chimici, biologici. ”
Esempi di rischi specifici sono quelli legati a:
• agenti fisici: rumore, vibrazioni, radiazioni ...
• agenti chimici: vapori, fumi, liquidi, gas …
17
Principali fattori di rischio.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Agenti chimici
Agenti fisici
Agenti biologici
Affollamento, ristrettezza dello spazio
Aspetti di tipo organizzativo-gestionale
Carenza di informazione.
Rischio Chimico.
Agente chimico
VIE DI ESPOSIZIONE
ETICHETTATURA DELLE SOSTANZE.
INFORMAZIONI RIPORTATE SULL’ETICHETTA
• NOME COMMERCIALE DEL PREPARATO.
• NOMINATIVO E RECAPITO DELLA DITTA
PRODUTTRICE.
• NOME CHIMICO DELLA SOSTANZA.
• SIMBOLI DI PERICOLO.
• FRASI DI RISCHIO E CONSIGLI DI PRUDENZA
(R,S) H e P.
• QUANTITATIVO DEL CONTENUTO.
I VECCHI E I NUOVI PITTOGRAMMI DI
PERICOLO.
COME E’ CAMBIATA LA LEGGE:
V ANTAGGI: I NUOVI PITTOGRAMMI SONO RICONOSCIUTI A LIVELLO MONDIALE E NON PIU’
SOLO EUROPEO, CIO’ FACILITA LA COMUNICAZIONE -----------------
Prima
video
video
DOPO
ADESSO
• H (hazard): indicazioni di pericolo
• P (precautionary): consigli di
prudenza.
• EUH: ulteriori informazioni di
pericolo.
Segnaletica di sicurezza
Cartelli di divieto
Cartelli di obbligo/prescrizione
Cartelli di pericolo 1
Cartelli di pericolo 2
Cartelli di salvataggio 1
Cartelli di salvataggio 2
Cartelli per le attrezzature antincendio
Video chiusura
DPI e DPC
• DPI: dispositivi di protezione individuale
“attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta
dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o
più rischi suscettibili di minacciare la sicurezza o la
salute durante il lavoro”.
• DPC: dispositivi di protezione collettivi.
DPI
dispositivi di protezione individuale
DPC
STOCCAGGIO AGENTI CHIMICI
NORME DI COMPORTAMENTO
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
Entrare in laboratorio solo in presenza dell’insegnante.
Usare sempre guanti di protezione quando si manipolano sostanze tossiche
o pericolose, evitando di toccare porte maniglie telefono computer con gli
stessi.
Indossare sempre il camice di protezione che deve essere di cotone al 100%
o di materiale non infiammabile.
Utilizzare, quando vi sia il rischio di schizzi di sostanze pericolose, gli occhiali
di protezione. È vietato l’uso di lenti a contatto senza indossare occhiali di
sicurezza.
I capelli lunghi devono essere raccolti, evitare scarpe aperte e con tacchi alti.
Zaini, cappotti, ombrelli , devono essere sistemati negli appositi spazi.
Non fumare, non ingerire alimenti o bevande.
Non usare recipienti di laboratorio, frigoriferi o freezer per la conservazione
di alimenti o bevande.
Prima dell’utilizzo di un qualsiasi prodotto chimico, leggere attentamente le
etichette sui contenitori, con particolare riferimento alle frasi H e P. Leggere
attentamente anche la scheda di sicurezza relativa al prodotto.
10. Non utilizzare prodotti chimici prelevati da contenitori privi di etichetta.
11. Non mettere mai in un contenitore etichettato sostanze diverse da quelle
indicate in etichetta.
12. Mantenere sempre perfettamente chiusi tutti i contenitori con prodotti
chimici.
13. Ricorrere all’uso di DPC tutte le volte che le operazioni effettuate lo
richiedono.
14. Non guardare attraverso un’apertura in un recipiente contenente una
miscela di reazione.
15. Prelevare i reagenti con la massima cautela operando sotto cappa quando si
usano sostanze particolarmente volatili, tossiche o dall’odore sgradevole,
indossando apposite mascherine.
16. Non aspirare a bocca.
17. Non scaldare mai solventi infiammabili su fiamma libera.
18. I residui chimici di qualunque natura andranno collocati sempre solo negli
appositi contenitori allestiti a questo scopo per il successivo smaltimento.
19. Chiudere le valvole del gas al termine del lavoro.
Schede di sicurezza
• Ogni sostanza presente in lab deve essere
etichettata ed accompagnata dalla SDS.
• Fornisce le indicazioni e le norme
comportamentali da seguire quando si
maneggia tale sostanza.
• Rispetto all’etichetta,costituisce un sistema di
informazione più completo e approfondito.
• Contiene 16 voci distinte.
Vedi scheda acido solforico Carlo Erba
Una vita senza chimica???
• Ridurrebbe i rischi ma sarebbe un po’
scomoda
• Cosa ne pensate???
• vivere senza chimica
RISCHIO DA ESPOSIZIONE
AD AGENTI BIOLOGICI
Titolo X del D.Lgs. 81/08
ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
Art. 266
Campo di applicazione
Tutte le attività lavorative in cui vi è rischio di
esposizione ad agenti biologici
RISCHIO BIOLOGICO
Elenco esemplificativo di attività lavorative che
ALLEGATO XLIV
possono comportare la presenza di agenti biologici.
• Attività in industrie alimentari
• Attività nell’agricoltura
• Attività nelle quali vi è contatto
con gli animali e/o con prodotti
di origine animale
• Attività nei servizi sanitari,
comprese le unità di
isolamento e post mortem
• Attività nei laboratori clinici,
veterinari e diagnostici.
• Attività in impianti di
smaltimento rifiuti e di raccolta
di rifiuti speciali
potenzialmente infetti
• Attività negli impianti per la
depurazione delle acque di
scarico
Laboratorio di microbiologia






Scuole
Ospedali
Industrie farmaceutiche
Aziende per controlli ambientali
Istituti di ricerca
Università
Scopi e finalità diversi ma tutti dipendenti dalla patogenicità
e dalla ubiquità dei microrganismi
Tutti obbligati ad adottare sistemi di protezione dagli agenti
biologici e di procedere nelle varie operazioni in
condizioni di sterilità.
Classificazione organismi:
1. Batteri
2. Protozoi
3. Alghe
4. Funghi (muffe e lieviti)
5. Virus
La maggior parte di essi sono accomunati per
essere dei microrganismi ossia organismi
talmente piccoli che si possono vedere solo al
microscopio.
Agentiil biologici
Microscopio:
primo strumento utilizzato allo scopo di
ingrandire e quindi osservare i MO fu la lente nel 1673 oggi
esistono vari tipi di microscopi:
Ottico permette di superare i limiti del potere d’ingrandimento
e di risoluzione dell’occhio e della lente. basato sull’uso di 3
sistemi di lenti quelle dell’oculare e dell’obiettivo
ingrandiscono, mentre quelle del condensatore convergono i
raggi luminosi(provenienti da una sorgente) sul preparato.
l’ingrandimento totale è dato dal prodotto dell’ingrandimento
dell’obiettivo per quello dell’oculare. Per il microscopio ottico
le possibilità d’ingrandimento sono limitate.
Limite di risoluzione del microscopio: distanza minima a cui due
punti possono essere ancora visualizzati come separati. è una
caratteristica fondamentale poiché fornisce il max
ingrandimento utile.
Di microscopi ottici ne esistono vari: a contrasto di fase (campo
scuro), in campo chiaro e a fluorescenza.
Microscopia elettronica
ha permesso di vedere i virus, il suo funzionamento si basa non
sulla luce ma su fasci di elettroni
• I più moderni consentono visioni
tridimensionali.
• Usati per es per il DNA
• Dato l’elevatissimo costo si trovano solo
nei lab di ricerca.
• Anche la preparazione dei preparati da
osservare è lunga e costosa.
Al microscopio ottico l’osservazione è possibile
mediante:
• Vetrini a fresco
• Preparati colorati.
Il primo metodo offre il vantaggio di vedere cellule
vive, in movimento se mobili, durante la riproduzione
,nelle loro dimensioni e forme reali poiché non hanno
subito nessun trattamento fisico o chimico. presenta
uno svantaggio molto importante, però, che è quello
di non poter osservare microrganismi patogeni.
Fattibile, questo, con il secondo metodo.
Tipologie di cellule
La proprietà comune a tutti gli esseri viventi è l’organizzazione cellulare.
anche per i microrganismi la cellula rappresenta l’unità di base strutturale e
funzionale della vita(eccezione i virus che sono acellulari))
Tra le cellule dei vari organismi ci sono notevoli differenze, tuttavia ci sono
almeno 3 punti comuni a tutte:
Membrana plasmatica, delimita
la cellula dall’ambiente esterno
e ne regola gli scambi.
Informazione ereditaria, DNA che dirige l’attività cellulare e viene
trasmessa alle cellule figlie con la riproduzione cellulare.
Sono sistemi chimici capaci di assumere energia e materiali dall’esterno
trasformarli e utilizzarli per svolgere le varie attività.
Esistono, tuttavia, 2 tipi cellulari:
Procariotiche, prive di nucleo con il DNA sparso nel
citoplasma, al loro interno non c’è una vera
compartimentazione che possa dare origine agli
organuli cellulari. I microrganismi che possiedono
questo tipo di cellula sono procarioti(batteri).
Eucariotiche, con nucleo e relativa membrana,
comparti interni distinti.
I microrganismi con tale cellula sono eucarioti(alghe,
protozoi e funghi).
Ubiquità dei microrganismi
Non esiste ambiente sulla terra che non sia popolato da
microrganismi, Soprattutto batteri, che fra tutti sono
quelli che meglio si adattano alle più svariate condizioni
ambientali.
L’assenza di microrganismi da un materiale o ambiente
indica l’uso da parte dell’uomo di agenti antimicrobici.
Spore batteriche: forme di sopravvivenza prodotte dalla
trasformazione di cellule vegetative, che proteggono il
loro genoma con strutture di rivestimento molto resistenti,
diventano inattive a livello metabolico e cessano di
riprodursi. Le
spore possono resistere per tempi
lunghissimi ad essiccamento, penetrazione di disinfettanti
radiazioni e alte temperature. Quando le condizioni
tornano ad essere favorevoli le spore tornano ad essere
vegetative.
Relazioni tra noi e loro!!!
Sono di 2 tipi:
• Positive perché favoriscono la sopravvivenza
• Negative quelle che comportano uno svantaggio per una delle due
parti a causa del fatto che molte specie microbiche possono
provocare nell’uomo malattie dette
Infettive :poiché sono conseguenza dell’infezione ossia penetrazione e
moltiplicazione dei microrganismi patogeni.
Microrganismo patogeno: dal greco generare dolore. es: quelli che
causano il raffreddore, influenza, tubercolosi,
polmonite, rosolia.
Allergia: serie di reazioni scatenate dalla produzione di anticorpi per
rispondere alla presenza di un antigene detto allergene, di solito
innocuo per altri esseri umani.
La reazione allergica è un es di risposta del sistema immunitario contro
l’organismo stesso, quando ,sappiamo, che di solito esso agisce per
difenderlo.
Rischi biologici
Modalità di trasmissione
I
II
Contatto

diretto (con persona malata)

indiretto (con oggetti o strumenti
contaminati)
Inalazione di goccioline
III Ingestione accidentale
IV
Vettori esterni (zanzare, zecche, altri artropodi)
V
Via parenterale (puntura d'ago accidentale,
taglio)
Rischi biologici
Effetti sulla salute
AZIONE INFETTIVA:
Virus (influenzali, parainfluenzali, adenovirus, ecc., …..)
Batteri (S. aureus, Legionella spp., ….)
Funghi (Aspergillus fumigatus,…)
Parassiti (Acantamoeba, Naegleria fowleri,…)
AZIONE ALLERGICA:
Batteri (Actinomyces., ….)
Funghi (Aspergillus spp., Penicillium spp.,…)
Artropodi (Dermatophagoides farinae, D. pteronyssinus,…)
AZIONE TOSSICA
Prodotti e derivati dei microrganismi: endotossine, micotossine (Penicillium
spp., Aspergillus versicolor, ecc.), 1-3 beta glucani (costituenti spore fungine)
MISURE DI PREVENZIONE
E PROTEZIONE
Disegno di N. Todaro
Regole generali
1. - Spazi di lavoro sufficientemente ampi
2. - Superfici lisce, di facile pulizia, impermeabili e resistenti
3. - Efficace aerazione nei luoghi di lavoro chiusi
4. - Sistemi di condizionamento sottoposti a regolare
manutenzione e pulizia
5. - Microclima confortevole (T, UR, ricambi d’aria adeguati)
6. - Armadi separati per il vestiario civile e da lavoro
7. - Docce, se il tipo di attività lo richiede
8. - Servizi igienici adeguati
9. - Evitare di mangiare, bere e fumare nei luoghi di lavoro
Rischi biologici
Pulizia
Polvere e sporco rappresentano un ottimo terreno di coltura.
N.B.: I disinfettanti NON sono agenti detergenti e ostacolano
la rimozione dello sporco. Vanno usati solo dopo la pulizia.
Sanificazione: uso di detergenti per
ridurre il numero di contaminanti
batterici su oggetti e superfici.
Una prima accurata detersione con
acqua e detergente seguito da
risciacquo è il sistema più semplice
e valido
Disinfezione impedisce la proliferazione dei germi patogeni;
non deve sostituire la sanificazione in quanto la presenza dello
sporco sulle superfici protegge i microrganismi dal contatto
diretto con il disinfettante, inattivandolo e rendendo inutile la
procedura.
Rischi biologici
Sistemi di controllo dei microrganismi
• sterilizzazione
• disinfezione
• disinfestazione (contro artropodi)
• derattizzazione
Sterilizzazione
Uccide tutte le forme di microrganismi e le spore batteriche
(121°C per 15 minuti in autoclave)
Disinfezione
Controllo dei microrganismi patogeni su una superficie o in un dato ambiente
(con disinfettanti chimici: alcoli, perossido di idrogeno, tensioattivi, fenoli,
aldeidi)
Rischi biologici
In ufficio
Agenti biologici
Virus, batteri (stafilococchi, legionelle), funghi (Aspergillus,
Alternaria,ecc.), allergeni indoor (acari, peli animali, muffe,
blatte)
Fonti di pericolo
Impianti di climatizzazione e idrici in cattivo stato di
manutenzione
polvere di arredi, tendaggi, moquette.
Via di esposizione
Contatto diretto e indiretto
Inalazione
Effetti sulla salute
Infezioni, allergie
Monitoraggio ambientale
monitoraggio microbiologico dell’aria per la carica microbica
totale (carica psicrofila e mesofila) e carica fungina (muffe e
lieviti)
monitoraggio delle superfici di scrivanie, scaffali
monitoraggio ambientale di legionella
monitoraggio ambientale degli allergeni indoor nella polvere
Prevenzione e protezione
Adeguata pulizia degli ambienti
Frequente ricambio dell’aria
Adeguata manutenzione degli impianti di climatizzazione e
idrici
Monitoraggi ambientali periodici per controllare la qualità
dell’aria
Rischi biologici
Negli alberghi
Agenti biologici
Virus, batteri (coliformi, stafilococchi, legionelle), funghi (Aspergillus,
Alternaria,ecc.), allergeni indoor (acari, peli animali, muffe, blatte)
Fonti di pericolo
Impianti di climatizzazione e idrici in cattivo stato di manutenzione
presenza di rifiuti potenzialmente infetti nelle camere e nei servizi igienici
polvere di arredi, materassi, tendaggi, moquette.
Via di esposizione
Contatto diretto e indiretto
Inalazione
Effetti sulla salute
Infezioni, allergie
Monitoraggio
ambientale
monitoraggio microbiologico dell’aria per la carica microbica totale (carica
psicrofila e mesofila) e carica fungina (muffe e lieviti)
monitoraggio delle superfici di comodini, armadi, superfici
monitoraggio ambientale di legionella
monitoraggio ambientale degli allergeni indoor nella polvere
Prevenzione e
protezione
Pulizia e disinfezione di camere, locali comuni e servizi igienici
Adeguata rimozione della polvere
Frequente ricambio dell’aria
Adeguata manutenzione degli impianti di climatizzazione con sostituzione
periodica dei filtri
adeguata manutenzione degli impianti idrici con periodici trattamenti di
disinfezione
monitoraggi ambientali periodici per controllare la qualità dell’aria e
dell’acqua
Uso di guanti e indumenti di lavoro nell’effettuare i servizi ai piani o di
lavanderia
Uso di mascherina in caso di soggetti allergici alla polvere
Centri sportivi
Agenti biologici
Virus (papillomavirus), batteri (coliformi, stafilococchi, legionelle), funghi (dermatofiti),
endoparassiti, allergeni (muffe, acari)
Fonti di pericolo
Superfici di attrezzi ginnici, panche, armadietti, pavimenti
Impianti idrici e di climatizzazione
Contatto diretto con utenti
Via di
esposizione
Contatto diretto e indiretto
Inalazione
Effetti sulla
salute
Infezioni respiratorie, infezioni cutanee (verruche), micosi cutanee (piede d’atleta),
allergie
Monitoraggio
ambientale
monitoraggio
monitoraggio
monitoraggio
monitoraggio
Prevenzione e
protezione
Evitare contatto diretto con: superfici degli attrezzi ginnici, panche degli spogliatoi,
sanitari
Utilizzare tappeti personali
Indossare indumenti di cotone
Usare salviettine con disinfettanti per detergere le superfici degli attrezzi ginnici dopo
l’uso degli operatori o dei frequentanti
Ventilazione e ricambio d’aria
Pulizia e sostituzione dei filtri dell'impianto di condizionamento.
Accurata pulizia e disinfezione delle superfici.
Asciugarsi accuratamente dopo la doccia
Astenersi dal frequentare centri sportivi quando si è ammalati e rispettare idonei tempi
di convalescenza a guarigione avvenuta.
microbiologico dell’aria
delle superfici (panche, armadietti, ecc.)
di legionella
degli allergeni indoor
Rischi
biologici
Nelle
piscine
Agenti biologici
Virus (papillomavirus), batteri (coliformi, stafilococchi,
(dermatofiti, ), endoparassiti (Giardia, Cryptosporidium)
legionelle),
funghi
Fonti di pericolo
Acqua delle vasche e dei ristagni
Superfici di panche, armadietti, pavimenti, docce
Impianti idrici e di climatizzazione
Via di esposizione
Contatto diretto e indiretto
Ingestione accidentale
Inalazione
Effetti sulla salute
Infezioni intestinali, infezioni cutanee (verruche), infezioni localizzate (otiti),
micosi cutanee (piede d’atleta)
Monitoraggio
ambientale
monitoraggio
monitoraggio
monitoraggio
monitoraggio
Prevenzione e
protezione
clorazione dell’acqua
indossare sempre ciabattine di gomma personali; non camminare a piedi scalzi
sui bordi delle piscine, nelle docce e negli spogliatoi.
gli asciugamani e gli accappatoi non vanno mai scambiati
dopo la doccia, asciugarsi sempre con cura poichè funghi e verruche si
sviluppano più facilmente in ambienti umidi
ventilazione e ricambio d’aria
pulizia e sostituzione dei filtri dell'impianto di condizionamento.
accurata pulizia e disinfezione delle superfici.
astenersi dal frequentare centri sportivi quando si è ammalati e rispettare idonei
tempi di convalescenza a guarigione avvenuta uso di guanti da parte degli addetti
alla pulizia ordinaria
uso di guanti e mascherina da parte degli addetti alla manutenzione
microbiologico dell’aria
delle superfici (panche, armadietti, ecc.)
di legionella
microbiologico dell’acqua
Rischi biologici:
1. Contaminazione dell’operatore
2. Contaminazione dell’ambiente e delle apparecchiature
In entrambi i casi da microrganismi; questi sono stati classificati
in 4 gruppi di rischio sulla base dei seguenti criteri:
–
–
–
–
–
Patogenicità
Trasmissibilità
Disponibilità di efficaci misure di profilassi
Disponibilità di efficaci misure di terapia
Grado di rischio del lavoratore
I microrganismi classificati sono solo quelli di cui è nota la
capacità di provocare malattie nell’uomo. La pericolosità nei
gruppi segue un ordine crescente.
Gruppi di rischio
caratteristiche
Esempi di MO del gruppo
1
Poche probabilità di provocare
malattie nell’uomo
Bacillus subtilis,
micrococcus luteus
2
Può causare malattie nell’uomo. Può Staphylococcus aureus
costituire un rischio per i lavoratori. ,virus influenzale tipi A,B,C
poche probabilità di propagarsi. Di
herpesvirus varicella-zoster
norma si hanno misure profilattiche e
terapeutiche efficaci.
3
Può causare malattie gravi nell’uomo.
costituisce un serio rischio per i
lavoratori. Può propagarsi nella
comunità. Di norma si hanno misure
profilattiche e terapeutiche efficaci.
Bacillus anthracis,
mycobacterium
tuberculosis, virus epatite
B,HIV
4
può causare malattie gravi
nell’uomo.serio rischio per i
lavoratori.elevata probabilità di
propagarsi.di norma non si hanno
misure di profilassi e terapeutiche
efficaci.
Virus ebola
Come ci si difende?
• I lab che utilizzano MO a partire dal 2° gruppo devono
esporre il simbolo rischio biologico o biohazard.
• Gli operatori devono utilizzare i DPI e i DPC necessari
(guanti,camice,occhiali,cappe di sicurezza). L’uso di
queste misure di contenimento piuttosto di altre
dipende dal tipo di lab e dal suo livello di biosicurezza.
• I lab scolastici sono di livello 1 o2
• Gli ambienti e le attrezzature vanno costantemente
disinfettati e/o sterilizzate a seconda dei casi.
• Il materiale usato e contaminato prima di essere
smaltito va decontaminato tramite sterilizzazione in
autoclave.
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SICUREZZA NEI LABORATORI DI CHIMICA