II domenica di Avvento Raddrizzate le vie del Signore Preghiamo lo Spirito Donami, Signore, il tuo santo Spirito, perché la tua Parola risuoni provocante per noi spesso titubanti nelle scelte, tiepidi nel prendere posizione, indecisi nella resistenza al male. Il Battista con il suo stile di vita essenziale, con il suo messaggio di conversione, con la decisione di volgere lo sguardo a Te come unico Signore, come nostra vera salvezza, metta i nostri cuori in ascolto della tua Parola. Nel deserto del mondo fa risuonare la voce di profeti inermi che, come Giovanni, con intensa coerenza di vita, vivono certi nella tua Parola di poter donare ad ogni uomo la bella notizia di salvezza. Non permettere, Signore, che ci impigriamo di fronte alla tua Parola che ci invita a rinnovarci, ad essere persone di speranza. Riempi la nostra vita del fuoco del tuo amore. Solo così potremo sentirci nel mondo profeti credibili del tuo Vangelo che salva. Amen La Lectio Divina (lettura divina) Guigo II, il Certosino, meditando sul passo del Vangelo "Chiedete e otterrete, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto", codificò il metodo della Lectio Divina. Il primo gradino di questa forma di preghiera è la lectio (lettura) di un brano breve della Bibbia lentamente e con attenzione. Il secondo gradino è la meditatio (meditazione), in cui si riflette sul testo scelto. Il terzo gradino è la oratio (preghiera), che è il momento di pregare su ispirazione della riflessione sul brano letto. L'ultima tappa è la contemplatio, la contemplazione, in silenzio. A queste tappe si aggiunge anche l'actio (azione), un proponimento operativo conseguente a quanto si è meditato nella Parola. “In questo contesto, vorrei soprattutto evocare e raccomandare l’antica tradizione della Lectio Divina: l’assidua lettura della Sacra Scrittura accompagnata dalla preghiera realizza quell’intimo colloquio in cui, leggendo, si ascolta Dio che parla e, pregando, Gli si risponde con fiduciosa apertura del cuore (cfr DV 25). Questa prassi, se efficacemente promossa, recherà alla Chiesa - ne sono convinto - una nuova primavera spirituale” (Papa Benedetto XVI in occasione dei 40 anni dalla costituzione conciliare Dei Verbum sulla Rivelazione) Dal Vangelo secondo Marco Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». ! Momento di silenzio orante Perché la Parola di Dio possa entrare in noi ed illuminare la nostra vita Chi è Gesù? Struttura del vangelo di Marco - capitoli 1-8: la domanda circa l’identità di Gesù culmina nella risposta di Simon Pietro: «Tu sei il Cristo» (8,30). - capitoli 8-16: la successiva domanda sul mistero del Cristo culmina con la professione di fede del centurione romano sotto la croce: «veramente quest’uomo era Figlio di Dio» (15,39). Divisione di Mc1-8 v. 1,1 : inizio, prologo, titolo del Vangelo vv. 2-3: citazione dei profeti Malachia ed Isaia vv. 4-5: Predicazione di Giovanni battista vv. 6-8: significato della predicazione del Battista Il contesto del brano v. 1: Prologo vangelo o annuncio della bella notizia. Marco inizia l’intero racconto con la parola-chiave: tutto questo è «vangelo», una «notizia positiva di vita» per l’uomo che cerca Dio. 1. preparata dall’attività di Giovanni Battista (vv. 2-8) 2. proclamata al momento del battesimo (vv. 9-11) 3. Provata al momento delle tentazioni di Gesù nel deserto (vv. 12-13) Situazione delle comunità negli anni ‘70 comunità in gravi difficoltà: - Dal di fuori: persecuzioni dall’impero romano - Dal di dentro: dubbi dottrinali e tensioni: in alcune comunità Giovanni veniva considerato uguale a Gesù; in altre si discuteva sul come iniziare l’annuncio del vangelo Inizio del vangelo Il termine «inizio» (archè) indica non solo l’inizio (incipit) di una storia, ma il «fondamento valoriale e finale» dell’intero racconto viene presentata la natura del «vangelo», la sua identità Non solo inizio storico, ma il principio assoluto oltre il quale non se ne dà un altro: rivelazione dell’inizio, un capitolo totalmente nuovo della storia umana, una nuova creazione, un mondo nuovo I discepoli sono con Gesù dall’inizio perché Lui è dall’inizio e a questo inizio è rapportata la missione di Giovanni il Battista «vangelo» «evangelizzare» Gv1,1: In principio era il Verbo Is. 40, 9: «Sali su un alto monte, tu che annunzi liete notizie a Sion! Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme. Alza la voce non temere; annuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio! Ecco il Signore Dio viene con potenza» Is. 52,7, «Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annunzia la pace, del messaggero di buone notizia che annunzia la salvezza, che dice a Sion: «Regna il tuo Dio» La buona notizia riguarda l’intervento di Dio, la sua venuta e la sua signoria salvifica Rm 1,16-17: «Io infatti non mi vergogno del vangelo, perché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del giudeo, prima, come del Greco» San Paolo specifica che vi è un solo vangelo, al servizio del quale Dio lo ha scelto; non c’è un’ altra buona notizia Gal 1,7: «non ce n’è un altro, se non che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il Vangelo di Cristo» v. 1: «Vangelo» (la lieta notizia) la lieta notizia non è soltanto l'annuncio del Regno fatto da Gesù, ma è il suo avvento nella Persona di Cristo, che continua a essere predicato dalla comunità È la bella notizia che Gesù vissuto nella Galilea, morto e risorto a Gerusalemme, è il «Cristo» e il «Figlio di Dio» Il principio della «buona notizia» non è un testo o una legge, ma una persona: Gesù. La concretezza di questa affermazione apre una nuova strada di ricerca della fede, rispetto all’Antico Testamento. Non è più la Legge del Sinai al centro dell’esodo dei credenti, ma è Gesù stesso che rivela la sua messianicità «Come sta scritto» la Bella Notizia viene da lontano, attraversa la storia v.2: duplice citazione profetica, considerata come di un unico profeta: Malachia 3,1 ed Isaia 40,3 Il seme della bella notizia è la speranza suscitata nella gente dalle grandi promesse fatte in passato per mezzo dei due profeti Il messaggero di Dio «Ecco io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subita entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate e l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire» (Ml 3,1) «Ecco io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato. Abbi rispetto della sua presenza, dà ascolto alla sua voce e non ribellarti a lui; egli infatti non perdonerebbe la vostra trasgressione, perché il suo nome è in lui. Se tu dai ascolto alla sua voce e fai quanto ti dirò, io sarò il nemico dei tuoi nemici e l’avversario dei tuoi avversari» (Es 23,20) Nel deserto preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri (v. 3) Sia Gesù che Giovanni iniziano la loro missione ritornando nel deserto Il deserto = luogo della scelta radicale, in cui ogni idolo (potere, successo, popolarità, orgoglio, ricchezza) muore in cui la relazione tra Dio, l’uomo e la terra si modifica luogo d’incontro, di formazione esistenziale e di purificazione Gesù «stava con le bestie selvatiche» (Mc 1,13): ritorno alla condizione originaria, in cui il nuovo Adamo accetta di percorrere la via di Dio Non è una meta ma un luogo di passaggio Nel deserto preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri (v. 3) Il termine «via», ripreso dal linguaggio anticotestamentario, è carico di significati spirituali e storici: Preparare la strada è un’espressione che rimanda all’avvenimento dell’esodo Vivere un nuovo esodo per andare incontro al Signore che viene: dall’attesa all’incontro, dalla schiavitù alla libertà, dalla solitudine alla comunione «La via del Signore» non indica tanto l’itinerario che conduce l’uomo verso Dio, quanto il cammino che il Signore ha percorso per giungere all’uomo e che le creature sono chiamate a percorrere al fine di seguire le vie di Dio Essere sulla via significa non tanto percorrere un sentiero quanto camminare nella volontà del Padre, verso il pieno compimento della sua volontà, sulla via del calvario sino alla croce Quelli della via • Giovanni precede non solo temporalmente, ma esistenzialmente, perché la sua vita sarà un preludio a quella di Gesù: mandato da Dio a proclamare un messaggio di conversione, sarà consegnato ed ucciso • Gesù seguirà lo stesso cammino e inviterà chiunque voglia ad essere suo discepolo a percorrerla con Lui. «Se qualcuno vuol venire dietro a me… Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri (Salmo 25, 4) «Il mio volto camminerà con voi e ti darà riposo» «Se il tuo volto non camminerà con noi, non farci salire di qui. Come si saprà dunque che ho trovato grazia ai tuoi occhi, io e il tuo popolo, se non nel fatto che tu cammini con noi?» (Is 33, 14) «Ora, o Israele, che cosa chiede a te il Signore tuo Dio se non che (…) tu cammini per tutte le sue vie, che tu lo ami, che tu serva il Signore Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima» Chiesa di San Giovanni Battista Particolare di un mosaico di Rupnik Smederevo - Serbia Si mette in relazione Giovanni Battista e Gesù. Compito di Giovanni Battista indicare la venuta imminente: con la mano sorregge le Scritture profetiche e con l'altra ne conferma il compimento in Gesù di Nazareth rivestito del manto rosso della Passione e della "carne del mondo"). Giovanni Battista è tutto racchiuso nel suo compito: attirare l'attenzione su Gesù e indicarne la superiorità ad ogni preannuncio. Giovanni è raffigurato nell'abbigliamento e nella sobrietà del suo stile di vita: nel deserto, in piena essenzialità, come il profeta Elia. Giovanni non è soltanto il predicatore della conversione, è la «figura» del credente. Giovanni Battista fa il suo ingresso nel mondo, vestito di peli di cammello. Predica “un battesimo di conversione per il perdono dei peccati”, immerge i suoi discepoli nelle acque del Giordano. Vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto, proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati (v. 4) Il Battista è un personaggio presentato non come semplice annunciatore di Gesù, ma come suo precursore non è soltanto il predicatore della conversione, ma la «figura» del convertito compito di Giovanni Battista: attirare l'attenzione su Gesù. L’uomo ha bisogno di entrare nel suo cuore e di fare esperienza di amore. Ma l’amore deve essere liberato dalla logica strumentale e consumistica del possesso Il Battista figura di precursore prepara la strada al Messia perché tutti gli uomini possano incontrarlo Come ultimo dei profeti, propone gli inviti dei precedenti profeti, in termini di pressante appello a cambiare lo stile di vita, espressione di un cuore rinnovato dall’incontro con la misericordia di Dio Con lui termina il periodo dell’attesa e inizia quello del compimento Dio invia il suo «angelo» (= messaggero) a precedere la venuta del Messia, indicando il tempo imminente della sua venuta. voce che richiama ad un nuovo esodo, ad un nuovo rapporto con Dio, amico dello sposo… (cfr. Giovanni 3, 22-30), che lo indica come l’Agnello di Dio, colui che prende su di se il peccato del mondo Il messaggero di Dio il messaggero ha il compito di volgere lo sguardo alla via (guarderà verso) davanti al volto del Signore. Il messaggero è pensato strettamente collegato all’Inviato: la missione del messaggero è preparare la via Il Vangelo è il compiersi delle profezie, il culmine di questo compimento avviene sulla croce: «Tutto è compiuto!»(Gv19,30). Giovanni è da una parte la conclusione della profezia e dall’altra è all’inizio dell’Evangelo, perché tutto quello che è scritto si attua. Al prima e al dopo succede l’oggi. Gesù è presente ed è quindi presente il Regno di Dio Si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati (v. 5) reazione positiva del popolo: «accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme». un «esodo alla rovescia»: la gente non va dal deserto alla città, ma dalle città al deserto: dinamica del cuore, del bisogno urgente di purificazione e di rinnovamento. Il dinamismo dell’avvento porta ad andare nel «deserto», ad entrare nel cuore e vivere l’esperienza della purificazione. Come è scritto nel profeta Osea: «Perciò, ecco, la attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore» (2,14) Il luogo del Battesimo è il fiume Giordano, fiume che segnò la fine dell’esodo (cessò infatti la manna e la Pasqua fu mangiata coi nuovi prodotti della terra come è scritto in Gs 3-5) come segna anche la fine dell’economia antica dominata dalla Legge E proclamava: viene dopo di me colui che è più forte di me….» (vv. 6-7) • la figura di Giovanni: austerità della vita, radicalità della testimonianza messianica, grande rigore, senza schiavitù nè mollezze • Senza dubbio la figura di Giovanni Battista costituisce il modello del cammino dell’Avvento. • Sulla sua testimonianza radicale occorre fissare la nostra attenzione per incontrare il Signore che viene Giovanni era vestito di peli di cammello….» (vv. 6-7) • Il vestito e il cibo di Giovanni: il mantello di pelo distintivo del profeta. • In Zac 13,4: «non indosserà più il mantello di pelo per raccontare bugie» • In 2 Re 1,8: Elia «era un uomo coperto di peli, una cintura di cuoio gli cingeva i fianchi», cinto ai fianchi della cintura di pelle. • Giovanni si caratterizza come uomo penitente • Mt11,8: un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano morbide vesti stanno nei palazzi dei re! • Mt11,18: È venuto Giovanni che non mangia e non beve, e hanno detto: Ha un demonio. E proclamava un Battesimo di conversione per il perdono dei peccati….» (v. 4) • Il tema della conversione (metanoia) sarà ripreso nella predicazione del Signore. Qui è anticipato con grande evidenza, per focalizzare lo stile penitenziale del tempo dell’attesa. Si tratta di un tempo di riflessione, di approfondimento e di verità interiore. • Il battesimo di penitenza è il segno che «verrà colui che è più forte» e che battezzerà in Spirito Santo» coloro che hanno accolto il cammino della conversione Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore: hai ascoltato le parole della mia bocca. Non agli dèi, ma a te voglio cantare, 2mi prostro verso il tuo tempio santo. Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà: hai reso la tua promessa più grande del tuo nome. 3Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto, hai accresciuto in me la forza. 4Ti renderanno grazie, Signore, tutti i re della terra, quando ascolteranno le parole della tua bocca. 5Canteranno le vie del Signore: grande è la gloria del Signore! 6Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso l’umile; il superbo invece lo riconosce da lontano. 7Se cammino in mezzo al pericolo, tu mi ridoni vita; contro la collera dei miei avversari stendi la tua mano e la tua destra mi salva. 8Il Signore farà tutto per me. Signore, il tuo amore è per sempre: non abbandonare l’opera delle tue mani. SALMO 138 ALCUNE DOMANDE PER LA RIFLESSIONE PERSONALE IN CHI POSSIAMO IDENTIFICARCI? Nelle folle che vanno da Giovanni per confessare i loro peccati e ricevere il battesimo di conversione? Oppure in Giovanni: intendere la nostra vita come il compito di preparare gli uomini e il mondo e la storia alla venuta del Signore Il Vangelo è la notizia positiva di vita: come vivi la «gioia del vangelo oggi? Ti senti coinvolto dall’annuncio di Cristo morto e risorto?» L’avvento è un tempo di ritorno al deserto. L’immagine straordinaria del Battista ci coinvolge in un ripensamento dei nostri stili di vita: come dobbiamo cambiare? Confessare i peccati, creare occasioni di pacificazione e solidarietà, aprire il dialogo: è questo il cammino che ci viene chiesto in questo importante tempo della nostra vita: come possiamo concretamente realizzare questo progetto? come accogliere nella propria esistenza il Signore che viene? Lasciarsi affascinare dall’ascolto della parola di Dio contenuta nella Scrittura. L’inizio del vangelo è nell’Antico Testamento e Giovanni è anzitutto colui che compie nella sua carne e nella sua vita la parola profetica. La Scrittura ci conduce a Cristo. La parola di Dio conduce anche a riconoscere i propri peccati. Di fronte al Signore che viene riconosciamo che le nostre vie non sono le sue e siamo spinti a conversione, a cambiare strada, a mutare direzione di vita per ritornare al Signore come accogliere nella propria esistenza il Signore che viene? ritrovare l’essenziale. Giovanni è figura di essenzialità e semplificazione: di lui si dice la sobrietà del cibo e la povertà del vestire. L’essenzialità del suo messaggio spirituale è connessa all’essenzialità del suo vivere, del suo essere corpo, voce, attesa. Giovanni non si limita a preparare una strada al Signore, ma la vive nel suo corpo, nella sua persona. Egli può chiedere di convertirsi e di preparare la strada al Signore perché attua in prima persona tali realtà. il deserto che è in noi Il deserto che è dentro di noi; non ai margini delle nostre città, ma dentro di esse: l’inaridimento dei rapporti umani, la solitudine, l’indifferenza, l’anonimato. Il deserto è il luogo dove, se gridi, nessuno ti ascolta, se giaci a terra sfinito, nessuno ti si fa accanto, se una bestia feroce ti assale, nessuno ti difende, se provi una grande gioia o una grande pena, non hai nessuno con cui condividerla. Il cuore può diventare un deserto: arido, spento, senza affetti, senza speranza, ripieno di sabbia. “Ossi di seppia” (E. Montale). Perché molti non riescono a staccarsi dal lavoro, a spegnere il telefonino, la radio, il compact disc...? Hanno paura di ritrovarsi nel deserto. Eliminare il deserto che è in noi Se ci esaminassimo onestamente, vedremmo quante cose ognuno di noi fa per non ritrovarsi solo, a faccia a faccia con se stesso e con la realtà Più aumentano i mezzi di comunicazione, più diminuisce la vera comunicazione. Si accusa la televisione di aver spento il dialogo nella famiglia e a volte questo è certamente vero. Ma dobbiamo ammettere che la televisione viene spesso a riempire un vuoto che è già lì. Cosa significa oggi preparare la via del Signore? Papa Francesco in Evangelii Gaudium, n. 55-56 No alla nuova idolatria del denaro Rivedere la propria relazione con il denaro, poiché accettiamo pacificamente il suo predomino su di noi e sulle nostre società La crisi finanziaria che attraversiamo ci fa dimenticare che alla sua origine vi è una profonda crisi antropologica: la negazione del primato dell’essere umano! Abbiamo creato nuovi idoli. L’adorazione dell’antico vitello d’oro ha trovato una nuova e spietata versione nel feticismo del denaro e nella dittatura di una economia senza volto e senza uno scopo veramente umano Cosa significa oggi preparare la via del Signore? No alla nuova idolatria del denaro La crisi mondiale che investe la finanza e l’economia manifesta i propri squilibri e, soprattutto, la grave mancanza di un orientamento antropologico che riduce l’essere umano ad uno solo dei suoi bisogni: il consumo La bramosia del possedere: La brama del potere e dell’avere non conosce limiti. In questo sistema, qualunque cosa che sia fragile, come l’ambiente, il povero, l’ammalato terminale, rimane indifesa rispetto agli interessi del mercato, trasformati in regola assoluta Sei Tu, Signore, parola di fuoco mandata dall’alto, Che sciogli le asprezze del male. Il sentiero del cuore del Padre non ha inclinature: È uno sguardo diritto, è il tuo sguardo d’amore. Sei Tu, o Cristo, che prepari la via, che abbatti i monti del male e dell’odio, che colmi le valli delle nostre omissioni, distendi le ripide vie della vana superbia. Sei Tu, Gesù, che spiani le alte montagne, le rupi perenni che i nostri passi non sanno affrontare. Su questa nostra povera terra prepari una strada appianata, perché sia più facile al cuore vedere i tuoi occhi, limpido specchio dell’amore del Padre. Amen