“GENTE D’ORIENTE” RELAZIONE DEL PROF. MASSIMO BINI SEMINARIO DI APPROFONDIMENTO SULL’ORIENTAMENTO SCOLASTICO. MARTEDI 3 NOVEMBRE 2015 c/o AULA MAGNA IC CENTRO STORICO RIMINI DAL POF AL PROF Ogni mattina c’è gente che percorre per tutta la vita le grandi città di fòrmica della scuola, e quando la nebbia arriva a banchi, improvvisa, non ha paura di fare e di avere un ruolo di faro e di satellitare. E’ la “Gente d’Oriente”, quella che non recede, né guida mai senza patente, e che seguendo contromano il suo senso del levante, vede, ascolta, osserva, sente gli altri prima degli altri, e agli incroci che contano, guida ed orienta ogni alunno verso luoghi in cui il sole sorge alto, altro, dove la luce conduce allo spirito critico e alla cultura, la vera strada per il mercato del lavoro e per il futuro di ogni persona. E se il POF è creatura formativa che si piega e si inchina al territorio, ad una piccola fetta o briciola del pianeta, il Prof, dal latino pro, e dunque di etimologia nobile, mobile e certa, è penisola ed istmo, incontro all’universale: come tutta la Gente d’Oriente, egli vive di scavi e quando trova nuovi talenti il suo cuore d’ardesia corre e pulsa per tutto il cantiere come ai vecchi tempi, si fa risorsa, dimenticando il triste ossimoro degli scatti d’anzianità. Popolo complesso e multiplo, la Gente d’Oriente è un Melting Prof che si avvale di diverse figure. Eccole. IL PROF GUGLIELMO HOTEL Insieme al Prof.Orma segue sin dal primo momento i primi passi di ogni alunno. Dal primo giorno e non solo per l’Open Day, per otto anni. E’ un logistico e conosce tutti i pregi e i difetti di uno spazio educativo: l’odore di inchiostro delle stampanti, i detersivi del personale Ata, tutti i carburanti ed i concimi dei docenti. E’ l’homo labor, l’uomo che ti racconta gli orizzonti ed i confini di un paesaggio educativo e che ti accompagna nelle tastiere segrete di ogni laboratorio, con passo felino e felpato, anche se lui è il re del mouse. Pronto a capire ogni urgenza, ogni emergenza, è il mèntore di Montaigne, ed ha il sorriso vero di chi ama l’altro. Disponibile, accogliente, social, cerca da subito i primi feed-back con lo studente, da buon discepolo della Scuola di Telemaco. IL PROF. AMPLI O AMPLIPROF Il Prof.Ampli ha in dotazione un kit d’osservazione a righe e a quadri, fatto di libri, musiche, affreschi, film, sculture, opere d’arte. Sono i suoi occhiali speciali, che rimandano ad immagini tridimensionali in 3P, gli unici capaci di ascoltare e vedere una generazione sempre più social e digitale, e che generalmente vive nelle criptodepressioni dei centri commerciali, pensando all’esotico e sognando Dubai. Il Prof. Ampli, munito di Ampliprof, cataloga e decripta, immergendosi a capofitto tra leggins fioriti d’inverno ed anelli e catene di nuovi schiavi, per desumere poi contesti e caratteri personali e famigliari. Ogni smalto, ogni complessità tessile ed ogni scarpa una voce, un segnale, come le “Città Invisibili” di Calvino, per una inesausta alunnoscopia mai invasiva, ma discreta e delicata. Il Prof. Ampli fruga, capta, intercetta, ausculta, interpreta, come un binocolo, uno stetoscopio, un idrofono,o come un copy che prima del prodotto vuole conoscere ogni segreto del suo cliente. Lo guidano da sempre le scritte di gomma, dopo ben due ore di educazione motoria ,delle “All Stars”, e soprattutto quel modello, “Converse”. Astronomo alla rovescio, il Prof. Ampli non si tura il naso, ma guarda il carro minore di tutte le stelle, sotto il banco, in basso, e già pensa al Convergente, stella polare di ogni docente che vuole comprendere le scie d’argento e il fascino intricato del reale. IL PROF. UMO Una delle figure più importanti della Gente d’Oriente. E come tale, portatore di spezie, speziale, speciale. Il Prof. Umo è uomo d’azione, ama la conversazione e deodorizza una lezione, soprattutto dopo la palestra. Egli conosce il profumo e gli aromi delle parole, i loro corpi e le loro forme, i ritmi, le rime, le creme, come ben diceva il suo antico maestro francese, Prof. Iteroles. Iscritto del resto e da sempre alla Scuola di Edipo, il Prof. Umo è parola che illumina, che trasforma il pensiero, e che racconta storie e geografie, da buon discepolo del Prof. Tell, universali. Frontale, carismatico, plenipotenziario della lezione, ha gli stessi tratti somatici della Prof.ssa Giulia di Massimo Recalcati, ed ogni alunno lo ascolterebbe per ore ed ore, senza più guardare l’orologio prima della campanella dell’ultima ora, come un residuo afflosciato di Dalì. Policromatico e cromoterapico, seduttivo, il Prof. Umo è uomo senza LIM ma fulminante e liminoso, e che trasforma ogni sapere educativo in un oggetto del desiderio. IL PROF. POLI O POLIPROF Il Prof. Poli o Poliprof è un polipo, una gigantesca piovra che conosce tutti gli stili cognitivi e che con i suoi tentacoli tenta tutti gli approcci didattici per tentare i suoi alunnni. Polimorfico, policentrico, poliglotta, e convinto da sempre che non ci siano saperi prioritari o accessori, ama e parla tutte le lingue straniere ma soprattutto una lingua nuova, odorosa di ricreazioni e di giardini: quella dei suoi alunni. Ci sono infatti luoghi magici, in ogni aula, dove come in un fiume sudamericano si mescolano i testi salmastri dei Foo Fighters e di Pupo dal vivo, con i versi dolci di Saba e di Montale. Ed allora ogni lezione è una musica nuova e la classe una sinfonia atipica, con un’orchestra vera. E in caso di necessità, sarebbe disposto anche ad usare una lingua ed una tecnica pubblicitaria, convinto che per comunicare e comprendere, nella vita bisogna talvolta sorprendere. Figura multipla e aperta, pronta a modulare ogni azione didattica sui bisogni formativi degli alunni, si fa aiutare spesso dal Prof. Ocatore, che lo assiste con antiossidanti speciali per distruggere il monolite della lezione frontale: e così il Prof.Poli istiga al dubbio ed inocula il sospetto dell’inutilità della verifica sommativa, o apre al conflitto e al problema, o ancora problematizza innescando la bomba ludica del problem solving, del service o cooperative learning, alterando tempi, ritmi ed intonazioni tradizionali della lezione, o le classiche postazioni che lo vedono perennemente immobile e curviforme sull’Everest inutile della cattedra. Il Prof. Poli gioca, perché la posta in gioco è alta, altra. IL PROF. FILE O I - PROF Il Prof. File, tutto app e blog, wiwe nel web, e crede negli stili cognitivi visivi, soprattutto se si trova tra allievi che sono a disagio con il Prof. Umo e gli stili verbali. Egli sa bene del linguaggio rapido ed essenziale, logico-cognitivo delle nuove generazioni digitali, e tiene i polpastrelli sdraiati eternamente sulla tastiera, rapido ad apparire in video quando se ne presentasse il momento. Con uno smart- prof sempre acceso nella fondina, connesso a WhattsApp che è il suo air-bag in caso di lezione e lesione frontale, il Prof.File detto anche I-Prof si attiva e si specchia su ogni LIM per mostrare tutte le facce del mondo, pronto a bloccare ogni abuso, ogni matassa, ogni garbuglio della wifi, e a ridurre in cenere ogni hashtag se si cammina in rete senza filo. Il tablet è il suo cane fedele da caccia, la sua rete da pesca, ma non si fa mai sovrastare da uno scientismo tecnologico, arido ed aziendale, appena conosciuto al mercato. Produce ipertesti, è vero, continuamente, ma senza perdere mai la testa per la prima notizia incontrata su Internet o ascoltata in banda larga. Così facendo, diventa l’idolo delle stampanti, ed appare sempre su di toner, davanti a tutta la classe, che lo ringrazia subito con verifiche scritte cariche di emoticon ed onde magnetiche di inchiostro elettronico. IL PROF. GUGLIELMO TELL Preciso e millimetrico, quasi elvetico, Il Prof. Tell, con l’occhio e il corpo immerso nel vetro freddo di un microscopio, analizza attento tutte le analisi scaturite dalle reazioni chimiche tra azione didattica e comportamenti, forte dei dati forniti da tutti i suoi colleghi degli anni e dei giorni precedenti. Quindi appende con calma tutte le radiografie con le mollette avanzate del personale Ata, e le guarda, in silenzio, attentamente. Seduto alla cattedra, nell’aula vuota, scrive una diagnosi e traccia una traiettoria nell’aria che ha la forma di una mappa cognitiva, come le istruzioni sul pavimento della sala,al ritorno dall’Ikea. E’ solo, ma soltanto apparentemente. Si volta un attimo indietro, per salutare tutti i colleghi che da sempre gli vivono accanto e dentro, e poi, pollice ed indice stretti sulla corda dell’arco, scocca la freccia che indicherà una strada sicura per ogni alunno. Niente a che fare con il Prof. Keating, che non conosce e che dura un attimo fuggente: lui fa parte invece di gente d’Oriente, gente di Levante, gente che dura per tutta la vita, per sempre. Massimo Bini è un docente di scuola secondaria di II grado ed insegna a Rimini. Da sempre si occupa di scuola e di comunicazione. Insegnante di lingua e letteratura francese, di geografia e di Histoire Esabac, ha lavorato anche come copywriter per diverse agenzie di Pesaro, ed ha organizzato mostre eventi a Rimini e a Riccione. Da anni collabora con il centro culturale “ Centrale Fotografia Fano” insieme al quale tiene corsi e conferenze di geografia letteraria sul territorio emilianoromagnolo e marchigiano. Per “Unilibera”, Università dell’età di libera di Pesaro, è responsabile di corsi base e avanzati di lingua francese. Contatti: [email protected]