Corso di Psicologia Generale
Seminario di approfondimento
- EMOZIONI -
Università degli
Studi di Perugia
Dipartimento
di Filosofia,
Scienze
Sociali,
Umane e della
Formazione
Emozione e ragione
 Le emozioni interferiscono con i processi decisionali?
 Se sì, in che modo?
Il caso di Elliot
Emozione e ragione
La pensione di invalidità (tratto da L’errore di Cartesio, A. Damasio, 1995)
Elliot aveva avuto un tumore benigno nel cervello: gli erano state asportate
parti nella zona prefrontale e sopraorbitaria che sono di collegamento tra la
corteccia razionale e il sistema emotivo interno.
Tutto in Elliot sembrava funzionare: i movimenti, il linguaggio, le sensazioni,
l’apprendimento, la memoria, l’intelligenza, il ragionamento, il senso dell’umorismo.
Eppure dopo l’operazione Elliot non era più Elliot. Al mattino bisognava
sollecitarlo per mettersi in piedi e andare al lavoro, dove però non si poteva
fare affidamento, per esempio in fatto di scadenze. Quando esaminava una
pratica poteva perdersi su un dettaglio e tenere in sospeso tutto il fascicolo a
tempo indeterminato.
Poteva passare tutto un pomeriggio a cercare un criterio per d’ordinamento in base
alla data, alla lunghezza, alla pertinenza di un documento. Dopo ripetuti richiami
perse il lavoro. Privo infine di reddito si avviò alla povertà, all’assistenza del fratello e
alla ricerca dell’assegno di sostentamento.
Emozione e ragione
La pensione di invalidità (tratto da L’errore di Cartesio, A. Damasio, 1995)
Poiché risultava però “sano”, nessun dottore gli volle certificare una
qualche patologia, per cui niente assegno di sostentamento. Finché
Damasio, neurologo di chiara fama, non scoprì che la radice dei suoi mali
era un danno ad un settore limitato del cervello connesso con la capacità
di decidere: Elliot era incapace di scegliere.
Di fronte alla necessità di scegliere, Elliot rimaneva paralizzato: se gli si
chiedeva di fissare un appuntamento tra due giorni alternativi, egli dava inizio a
un processo infinito di calcolo dei pro e dei contro delle opzioni possibili, senza
riuscire a risolvere il problema.
Quello che Damasio dimostrò è dunque che anche dietro ad una
decisione apparentemente solo razionale, agiscono potentemente le
emozioni…
Cosa sono le emozioni?
Sono processi (reazioni) di breve durata
a fronte di uno stimolo (interno/esterno)
che provocano cambiamenti a 3 livelli:
1. Fisiologico  modificazioni fisiche e fisiologiche
riguardanti la respirazione, la pressione arteriosa,
il battito cardiaco, la circolazione, le secrezioni, la
digestione, ecc
2. Comportamentale  espressioni facciali,
postura, tono della voce e reazioni (es. attacco o
fuga)
3. Cognitivo  si attribuisce un significato personale
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allo stimolo e alle sensazioni fisiologiche, così da
decidere un comportamento immediato e/o futuro
Quali emozioni esistono?
Damasio (1994, 1999) distingue fra:
1. Emozioni primarie  risposte spontanee, innate e
precodificate dell'organismo, riconducibili a cinque famiglie
emotive: gioia, tristezza, rabbia, paura, disgusto (e sorpresa)
2. Emozioni secondarie  maggiormente connesse con
l'apprendimento e con l'esperienza personale (senso di colpa,
vergogna, orgoglio, invidia, ecc.)
• Le emozioni primarie sono adattive per la specie, tendenzialmente
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universali, presenti già nel bambino molto piccolo, riscontrabili
anche in molti animali (es. primati non umani)
Le componenti dell’emozione
Il processo emotivo è innescato dalla relazione
individuo-ambiente (Lazarus, 1991; Rosenberg, 1998)
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Le 6 componenti del processo
emotivo
Valutazione cognitiva
Attribuzione di un significato soggettivo allo
stimolo percepito
Esperienza soggettiva
Influenza di precedenti esperienze
significati emotivi legati allo stimolo
Tendenza al pensiero e
all’azione
Elaborazione di un pensiero e/o di un’azione
efficaci
Modificazioni corporee
interne
Le risposte fisiologiche, in particolare quelle
che coinvolgono il sistema nervoso autonomo,
come i cambiamenti del battito cardiaco e
dell’attività delle ghiandole sudoripare
Espressioni facciali
Le contrazioni muscolari che muovono i tratti
del viso – come guance, labbra, naso e
sopracciglia- in particolari configurazioni
Risposte all’emozione
Come le persone regolano le loro emozioni,
reagiscono ad esse o affrontano
le situazioni che le hanno indotte
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e/o
Esperienza soggettiva
Valutazioni consce e inconsce



(Ohman, 2000)
Si presentano fotografie di ragni e serpenti a soggetti che:
1. avevano paura dei serpenti
2. avevano paura dei ragni
3. non avevano alcuna fobia
Condizione 1, le fotografie erano mostrate abbastanza a lungo da
permettere ai soggetti il loro riconoscimento conscio
Condizione 2, si utilizzava una procedura denominata mascheramento
retrogrado: le fotografie erano mostrate solo per 30 millisecondi e
quindi mascherate da una foto neutrale, in modo che i partecipanti non
ne riconoscessero consciamente il contenuto
I soggetti fobici dimostrarono risposte
fisiologiche quasi identiche (aumento dell’attività
delle ghiandole sudoripare) alle fotografie del loro
oggetto fobico, indipendentemente dal fatto di aver
visto coscientemente o no il ragno o il serpente
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Modificazione corporee
Emozioni intense, come paura o rabbia, producono
cambiamenti fisici derivanti dall’attivazione della divisione
simpatica del sistema nervoso autonomo
II sistema nervoso simpatico prepara il corpo ad agire in
emergenza, stimolando l’organismo a produrre energia:
1. La pressione sanguigna e il battito cardiaco aumentano.
2. La respirazione diviene più rapida.
3. Le pupille si dilatano.
4. La sudorazione aumenta mentre la secrezione di saliva e muco diminuisce.
5. Il livello di zuccheri nel sangue aumenta per fornire più energia.
6. II sangue si coagula più velocemente in caso di ferite.
7. Il sangue è deviato dallo stomaco e dall’intestino al cervello e ai muscoli
scheletrici.
8. I peli sulla pelle si rizzano, causando la pelle d’oca.
Man mano che l’emozione decresce, il sistema nervoso
parasimpatico – deputato alla conservazione dell’energia
– prende il sopravvento e riporta l’organismo al suo stato
normale
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Differenze di genere
Le persone hanno forti credenze (ingenue)
su come le emozioni differiscono in base al
genere di appartenenza

Secondo lo stereotipo femminile, le donne sono più emotive,
sperimentano ed esprimono emozioni più spesso
Gli uomini e le donne differiscono
maggiormente nell’espressione delle emozioni
– sia facciale sia verbale – che
nell’esperienza soggettiva delle stesse
(Fischer, 2000)
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Differenze di genere
Gli stereotipi sulle differenze di genere
emergono soprattutto rispetto a giudizi
globali:


“Quanto spesso ti senti triste o depresso?”
“Quanto eri in ansia durante l’esame della
settimana scorsa?”
Le differenze di genere svaniscono quando si
parla del qui ed ora del proprio sentire:
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
“Quanto ti senti in ansia adesso?”
Differenze di genere
Uomini e donne differiscono maggiormente nell’espressione
delle emozioni – sia facciale sia verbale – che
nell’esperienza soggettiva delle stesse (Fischer, 2000)
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
Le donne esprimono le emozioni “impotenti” di tristezza, ansia e
paura (emozioni che fanno apparire la persona debole e
indifesa)

gli uomini esprimono le emozioni “potenti” di rabbia, orgoglio e
disprezzo (emozioni che servono a mantenere il controllo e il
predominio)
Le principali teorie sulle emozioni
Esistono alcune grandi teorie:
1. Teoria periferica (James, Ekman)
2. Teoria centrale (Cannon)
3. Teoria cognitivo-attivazionale
(Schachter e Singer)
4. Teorie dell’appraisal (Frijda)
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5. Teorie psicoevoluzionistiche (Tomkins e
Plutchick )
1 - La teoria periferica
Non tremiamo perché abbiamo paura: abbiamo paura
perché tremiamo (James, 1884)
L'evento emotigeno determinerebbe una
serie di reazioni viscerali e neurovegetative
che sono avvertite dal soggetto e la
percezione di queste modificazioni
fisiologiche sarebbe alla base dell'esperienza
emotiva
James capovolge l'impostazione della
psicologia ingenua secondo la quale,
ovviamente, noi piangiamo perché siamo
tristi, e non viceversa
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1 - La teoria periferica
Feedback facciale [Ekman et al., 1983]
Le espressioni facciali forniscono informazioni propriocettive, motorie, cutanee e
vascolari che influenzano il processo
emotivo
Versione forte: le espressioni facciali da sole
sono in grado di generare un’emozione
Versione debole: le espressioni facciali
aumentano unicamente l’intensità dell’emozione
Invitando i soggetti a contrarre i muscoli facciali
di sei emozioni (collera, disgusto, paura, gioia,
tristezza, sorpresa), sono state registrate
significative attivazioni del sistema nervoso
autonomo
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2 - La teoria centrale
[Cannon, 1927] I centri di attivazione, di
controllo e di regolazione dei processi emotivi non
si trovano in sedi periferiche, ma sono localizzati
centralmente nella regione talamica
Secondo Papez [1937] tali centri si situano lungo
un circuito composto da ipotalamo, talamo
anteriore, giro cingolato e ippocampo (circuito
di Papez)
MacLean [1949] integra il circuito di Papez con
altre regioni: amigdala, nuclei del setto,
porzioni della corteccia fronto-orbitaria e
porzioni dei gangli della base e denomina
l'insieme di queste strutture neuroanatomiche con
il termine di sistema limbico
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I centri ipotalamici delle emozioni
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3 - La teoria cognitivo-attivazionale
Schachter e Singer [1962]
La teoria periferica di James e la teoria centrale di
Cannon, pur essendo fra loro contrapposte, si sono
dimostrate entrambe vere anche se parziali
Chi ha contribuito in modo efficace a introdurre una
dimensione genuinamente psicologica nello studio
sperimentale delle emozioni sono stati Schachter e
Singer con la teoria cognitivo-attivazionale (o teoria
dei due fattori)
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Tali Autori concepiscono l'emozione come la risultante
dell'interazione fra due componenti: uno di natura
fisiologica con l’attivazione diffusa (cioè
emozionalmente non specifica) dell’organismo
(arousal); l’altro di natura cognitiva, con la
percezione e significazione dell’attivazione
4 - Le teorie dell’appraisal
Frijda [1988]: Le emozioni dipendono dal
modo con cui gli individui valutano e
interpretano gli stimoli
Capovolgimento: per la psicologia ingenua le
emozioni si contrappongono ai processi razionali e
sono interpretate come passioni di breve durata
sentite e provate internamente dall'individuo, che
sorgono e si svolgono in modo automatico e
involontario
Semplicemente, per la psicologia ingenua le
emozioni capitano nella vita delle persone e non si
può scegliere o decidere quale emozione avere o
quando
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4 - Le teorie dell’appraisal
Valutare la situazione
Le emozioni sorgono in risposta a situazioni che sono
valutate come importanti per il soggetto
Eventi che soddisfano i suoi scopi e desideri, attivano
emozioni positive; eventi che sono ritenuti dannosi o che
minacciano i suoi interessi, conducono a emozioni negative
Il significato situazionale: due individui che abbiano una
differente valutazione della medesima situazione
risponderanno con emozioni differenti
La valutazione dipende da fattori disposizionali, aspetti
educativi e culturali, esperienze pregresse specifiche
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5 - Le teorie psico-evoluzionistiche
Tomkins e Plutchick [1962]
Rifacendosi direttamente alla teoria
evoluzionistica di Darwin, Tomkins e Plutchick
ritengono che le emozioni siano strettamente
associate alla realizzazione di scopi universali,
connessi con la sopravvivenza della specie e
dell'individuo
Questa posizione, accolta e sviluppata da Ekman
[1972; 1989; 1992] e Izard [1978; 1990;
1994], comporta l'accettazione della tesi
innatista delle espressioni facciali delle emozioni
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L’enfasi viene posta sulle emozioni primarie
(gioia, rabbia, paura, disgusto, sorpresa,
tristezza) ed emozioni secondarie, intese come
una sorta di miscela di diverse emozioni primarie
(teoria tavolozza)
La natura delle
emozioni
(Il modello di Robert
Plutchik)
Il modello si basa sul parametro dell’intensità dello stato. Per es. l’emozione
fondamentale “rabbia” sfuma in “furore” o in “fastidio” a seconda che sia più o meno
accentuata. Allo stesso modo la “paura” ha i suoi estremi nel “terrore” e nella
”apprensione”.
La combinazione di due emozioni fondamentali dà luogo ad una emozione complessa.
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Per es. “gioia” e “accettazione” danno “amore”.
5 - Le teorie psico-evoluzionistiche
Riassumendo:
1. le espressioni facciali delle emozioni sono
universali
2. esistono configurazioni neurofisiologiche
distintive del sistema nervoso autonomo per
ogni emozione
3. c’è una continuità mimico-espressiva fra i
primati e i soggetti umani
4. gli antecedenti emozionali sarebbero
universali e comuni a tutti gli individui
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L’espressione delle emozioni
L’ipotesi dell’universalità
Le espressioni emotive sono universali sia sul
piano della produzione che del riconoscimento
Tale ipotesi si articola in tre proposizioni:
a) universalità dei movimenti facciali (tutti gli
esseri umani presentano le medesime
configurazioni di movimenti facciali)
b) espressività dei movimenti facciali (specifiche
configurazioni facciali sono la manifestazione delle
stesse emozioni in tutti gli esseri umani)
c) universalità del processo di attribuzione
(ovunque osservatori appartenenti a diverse
culture attribuiscono il medesimo valore emotivo a
date configurazioni facciali)
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L’espressione delle emozioni
L’ipotesi dell’universalità
In conclusione, sembra che esista un certo
legame universale fra le emozioni e le loro
espressioni facciali; ma esso, lungi dall'essere
perfetto e forte così come vorrebbe l'ipotesi
innatista, lascia spazio a rilevanti e significative
variazioni culturali
A questo proposito è corretto parlare di
interdipendenza fra componenti biologiche e
influenze esercitate dalla cultura di
appartenenza nel manifestare le emozioni
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