INTERVISTA AL GENIO INFORMATICO DELLA PORTA ACCANTO Di Paola Zoccarato Com’è nata la tua passione per l’informatica? Alla fine degli anni Ottanta cominciai a sentir parlare di informatica. Nell’anno scolastico 1987/1988, quando frequentavo l’ultimo anno di liceo scientifico, il mio docente di matematica e fisica, come tutti gli altri docenti di matematica delle altre sezioni, seguiva per un po’ di giorni al mese un corso di informatica, se non ricordo male in vista dell’avvio del Piano Nazionale Informatica (PNI). Cos’è il Piano Nazionale Informatica? Il Piano Nazionale Informatica era una sperimentazione che si voleva attivare nei licei scientifici e classici, con lo scopo di garantire una migliore preparazione scientifica agli allievi, dando particolare importanza a matematica e fisica, e impartendo basi di programmazione e linguaggi informatici. L'insegnamento della matematica doveva essere affiancato dagli strumenti informatici e dall'uso del computer. Il mio professore di matematica ogni tanto parlava del mondo informatico a cui si era dovuto avvicinare, e dell’esperienza che stava facendo. Più l’ascoltavo e più cresceva in me il desiderio di esplorare questo mondo ancora misterioso, perciò molto intrigante. Il fascino del mistero, unito alla convinzione di essere una persona molto razionale e logica, mi ha portato ad iscrivermi al corso di laurea in Scienze dell’Informazione. Hai scelto il tuo percorso di studi in base a questa tua passione? Si, incoraggiata anche dalla convinzione che l’ampio campo di applicazione dell’informatica mi avrebbe avvantaggiata al momento dell’inserimento nel mondo del lavoro. Quando hai usato un computer per la prima volta? Al primo anno di università, nel 1989. Perché il mondo dei computer ti affascina? Perché con un pc si possono fare tante cose: giocare, studiare, chattare, ascoltare musica, vedere video, mettersi in contatto con altra gente, ecc. Hai avuto qualcuno che ti ha incoraggiato in questo tuo percorso? No, non mi ha incoraggiato nessuno. Usando il computer è cambiato il tuo modo di pensare? No. Il computer è uno strumento, quindi non può essere un maestro di vita, un insegnante. Lo vedo semplicemente come un qualcosa che migliora la qualità della vita, come l'automobile e la lavatrice. E il tuo modo di relazionarti alle persone, è cambiato? No, non è cambiato. Qual è il tuo mezzo informatico preferito? Internet Che lavoro fai? Lavoro nei Sistemi Informativi di un gruppo assicurativo, in particolare mi occupo di analisi e sviluppo di programmi nell’area Risorse Umane. Per lavorare in questo campo bisogna continuamente tenersi aggiornati: come fai? Per ciò che mi serve per poter lavorare in modo ottimale chiedo al datore di lavoro di farmi seguire dei corsi, anche se non sempre l’azienda riesce a venirmi incontro, per il resto mi documento cercando materiale su internet. Cosa pensi del massiccio uso del computer e di internet che viene fatto oggi soprattutto tra i giovani? Lo trovo positivo quando è finalizzato all’ampliamento delle proprie conoscenze, non lo condivido se fatto solo per giocare e passare il tempo in modo non proprio costruttivo. Pensi che possa essere utile il computer in campo educativo? Perché? Il computer è un dispositivo che elabora e organizza informazioni, perciò è uno strumento potentissimo in mano ad un educatore per poter raccogliere e predisporre grandi quantitativi di dati in breve tempo. Come inseriresti l’insegnamento dell’informatica a scuola? Sarebbe molto proficuo che ogni scuola si dotasse di un laboratorio multimediale, e che tutti i docenti potessero utilizzarlo indipendentemente dalla materia insegnata. Tu credi che l’informatica si possa applicare alle discipline scolastiche ? Le applicazioni dell'informatica sono possibili in tutti i campi del sapere, quindi il computer deve essere considerato uno strumento utile nello studio di tutte le discipline, dall'italiano alla lingua straniera, dalla matematica alle scienze, dalla storia alla geografia, dalla musica alle arti figurative, e proprio per questa sua trasversalità dovrebbe essere diffuso in tutte le scuole e dovrebbe essere presentato proprio come uno strumento e non come "l'insegnamento dell'informatica". Spiegati meglio… Nel nostro sistema scolastico spesso si continua a confondere l'informatica con il computer, dove si usa il computer si dice che si studia l'informatica: sarebbe come se chi va a scuola-guida dicesse di studiare ingegneria meccanica! Parlerei dunque di “insegnamento dell’uso del pc” e non di “insegnamento dell’informatica”. E' quindi estremamente importante sfatare il mito, purtroppo ancora persistente, che il computer sia uno strumento "adatto" agli insegnanti delle discipline scientifiche: tutti gli insegnanti di tutte le discipline possono facilmente imparare ad usarlo, e devono trasmettere questa loro consuetudine ai loro allievi. E' ovviamente molto importante che in questa operazione gli insegnanti non vengano abbandonati a se stessi: le scuole devono essere dotate di computer riservati ai docenti, affinché essi possano utilizzarli durante corsi di formazione e/o di autoistruzione, e ne possano così verificare in prima persona sia le potenzialità che il campo di applicazione all'interno della propria disciplina. Cosa puoi dire in conclusione? Dopo questa premessa, trovo utile che si faccia usare il pc a partire dalla scuola primaria, in modo che i bambini possano iniziare a prendere “confidenza” con mouse e tastiera, e possano rendersi conto di avere a disposizione un mezzo stimolante e molto potente per poter esprimere la propria creatività. Grazie mille, Maria, e buon lavoro. Grazie a te. Ciao