La sicurezza sul lavoro
in chiave di parità di genere
Dott.ssa Tiziana Vai
Servizio Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro
Salute e sicurezza sul lavoro è una questione
anche di genere
• uomini e donne possono essere esposti a rischi
diversi
• possono rispondere in maniera diversa alla stessa
esposizione a rischio
• La diversità di ruoli sociali e di carichi conseguenti
possono avere, più o meno indirettamente, una
influenza sulla esposizione a rischi lavorativi.
Adottare una “ottica di genere”
è valutare l’impatto che le diverse variabili del
contesto lavorativo hanno sulla salute :
• di tipo organizzativo,
• produttivo,
• di gestione delle risorse umane,
superando un’idea di rischio oggettivo, statico,
neutrale, per adottare una concezione dinamica e
adattiva “dell’essere in buona salute”
Adottare una “ottica di genere”
significa misurare il diverso impatto dei determinanti
di salute sul lavoro, considerando
• le differenze biologiche,
• sociali, ambientali
• educative, stili di vita
• economiche, possibilità di accesso ai servizi
superando il riferimento a sesso e genere come se
fossero equivalenti o interscambiabili
Approccio sensibile al genere
• Per costruire il benessere psico fisico sociale (OMS)
occorre correlare le differenze di carattere
fisiologico e biologico ai costrutti sociali e
psicologici
• Superare il culto dell’approccio tecnicisticooggettivo favorendo la dinamica partecipativa e di
empowerment diffuso
• Rivalutare la soggettività progettando indicatori per
rilevare i determinanti di salute sia psicofisici che
socioeconomici
valutare come le differenze biologiche (sessuali) e socioambientali (di genere) si collocano rispetto a:
• esposizione a rischi lavorativi, ambientali, organizzativi (a
causa della divisione sessuale del lavoro e assegnazioni di
compiti o alle differenze di genere nei metodi di lavoro, ecc.)
• effetti sulla salute (differenze di genere negli effetti sulla salute
a causa delle specificità biologiche, dei sintomi, delle
manifestazioni delle malattie, del contesto sociale, della
scelta degli indicatori, ecc);
• capacità di lavoro (formazione adeguata o meno alla
situazione lavorativa e alle caratteristiche psico-fisiche delle
donne e degli uomini, ecc.);
• relazioni di genere tra lavoro e vita familiare/sociale.
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Aspetti organizzativi e gestionali
da considerare come possibili cause di
disuguaglianze di salute
Modalità di valutazione dei rischi
dispositivi di prevenzione e protezione
prevenzione e sorveglianza sanitaria
formazione
conciliazione lavoro e carichi di cura
discriminazioni multiple (età, genere provenienza)
comportamenti organizzativi sessisti
Esperienza di confronto tra RLS a cura del
Gruppo donne-salute-lavoro CGIL CISL UIL
Prime evidenze: il modello organizzativo tipico
del proprio settore produttivo è il
determinante che favorisce le condizioni di
disagio/malessere/ danno per la salute, e
che queste condizioni organizzative possono
agire con una diversa pressione a seconda
del genere, età, stato di salute
Priorità emerse:
• Possibilità professionale di fare bene il proprio lavoro
Soddisfazione
riconoscimento
risorse e tempi
possibilità di esprimere la propria competenza
salario
• Disponibilità del tempo
orari e conciliazione
part time
scelte familiari e penalizzazione
scelte per fare altro/evasione
straordinari
Priorità emerse:
Sforzo e fatica fisica
sovraccarico muscolo scheletrico
limitazioni idoneità alla mansione
limitazioni e carriera
malattia
Età e considerazione delle risorse
compatibilità tra energia richiesta e il loro affievolirsi con l’età
non valorizzate le risorse della maturità
fatica
conflitti tra le età
non comprensione per l’affaticamento, anche in relazione alle
differenze di età
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Adottare una “ottica di genere”