IL
PROGETTO DI
VITA
PER L’ALUNNO/A CON
DISABILITA
LABORATORIO LUMSA- LUGLIO 2014
PROF.SSA MANUELA SCANDURRA
1
’
QUANDO EINSTEIN, ALLA DOMANDA DEL
PASSAPORTO, RISPONDE 'RAZZA UMANA',
NON IGNORA LE DIFFERENZE;
LE OMETTE IN UN ORIZZONTE PIÙ
AMPIO, CHE LE INCLUDE E LE SUPERA.
È QUESTO IL PAESAGGIO
CHE SI DEVE APRIRE:
SIA A CHI FA DELLA DIFFERENZA UNA
DISCRIMINAZIONE, SIA A CHI, PER
EVITARE UNA DISCRIMINAZIONE,
NEGA LA DIFFERENZA."
NON NEGARE LE DIFFERENZE, MA OMETTERLE
IN UN ORIZZONTE PIU’ AMPIO,
CHE LE INCLUDE E LE SUPERA
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PROF.SSA MANUELA SCANDURRA
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PARSONS,
ALL’INIZIO DEL XX
SEC., PRESE IN
CONSIDERAZIONE
ALCUNE
CARATTERISTICHE
FONDAMENTALI
DEL SOGGETTO:
ATTITUDINI,
INTERESSI E
VALORI
PROFESSIONALI.
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A QUELL’EPOCA I CONTESTI SCOLASTICI E
LAVORATIVI ERANO ABBASTANZA STABILI, MA
CERTAMENTE NELLA SOCIETA’ DI ALLORA NON C’ERA
POSTO PER COLORO CHE ERANO CONSIDERATI …
SUBNORMALI,
IDIOTI,
MINORATI,
DEFICIENTI,
INABILI,
FRENASTENICI,
ANORMALI
CRETINI,
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MONGOLOIDI,
HANDICAPPATI,
PORTATORI DI5HANDICAP
SI FACEVA COINCIDERE LA PERSONA CON «LA
MANCANZA».
OGGI NON USEREMMO MAI QUESTO
LINGUAGGIO.
IL CAMBIAMENTO DELLA CULTURA E
L’EVOLUZIONE DEI VALORI CONSIDERA
LA PERSONA
CON DISABILITÀ
UNA « PERSONA», CHE COME TALE HA DIRITTO
AD UNA VITA DI QUALITÀ, TROVANDO DELLE
RISPOSTE ADEGUATE AI SUOI BISOGNI
PERSONALI, SOCIALI E RELAZIONALI.
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SOCIETA’ INCLUSIVA
La scuola contribuisce oggi a creare una società
sempre più inclusiva e la società inclusiva
contribuisce a creare
una scuola sempre più inclusiva.
L’apporto di ciascuno di noi, dunque, diviene
essenziale.
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LE DIMENSIONI ATTRAVERSO CUI SI
COSTRUISCE L’IDENTITA’
in estrema sintesi




MOTIVAZIONE ciò che mi spinge a
fare/essere
ATTRIBUZIONE in che misura dipende
da me ciò che faccio/che sono
AUTOEFFICACIA quanto funziono
mentre faccio/mi esprimo
AUTOSTIMA come giudico il mio modo
di fare o di essere
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SCUOLA PER TUTTI
SCUOLA PER CIASCUNO
LA DIDATTICA INCLUSIVA CONCILIA IL
BISOGNO DI NORMALITA’ CHE SENTIAMO
TUTTI, CIOE’ SENTIRCI UGUALI AGLI ALTRI.
CON IL BISOGNO DI UNICITA’ DI CIASCUNO,
CIOE’ DESIDERARE CHE I NOSTRI BISOGNI,
CIOE’ QUELLI SOLO E SOLTANO NOSTRI,
VENGANO RICONOSCIUTI ED ACCOLTI.
Simone Consegnati, LUMSA, Roma
DA IANES “LA SPECIALE NORMALITA’”
DARE IL PERMESSO
DI CRESCERE E DI CAMBIARE
Montobbio, nel suo celebre testo
«Chi sarei se potessi essere»
(Ed Del Cerro, Pisa, 2000)
ha citato il seguente caso:
«La madre di una bimba Down di 4 anni vede nella
scuola dell’Infanzia di sua figlia una signora Down adulta
che lavora lì.
Per la prima volta si rende conto di come potrà
diventare sua figlia da adulta: una persona che lavora,
con un ruolo sociale adulto, che si valorizza e si sente
utile.»
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MARCO
26 ANNI
VIVE A BOLOGNA
IN UNA CASA
FAMIGLIA
FA L’AIUTO CUOCO
HA UNA FIDANZATA
CHE VUOLE SPOSARE
COME TUTTI NOI HA
IN PIEDI IL SUO
PROGETTO DI VITA
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SENZA IL PERMESSO DI CRESCERE E DI
CAMBIARE
NON PUO’ ESSERCI PROGETTO DI VITA
Comincia da qui, dalla prima percezione della
«possibilità», il lungo viaggio per diventare
adulti.
Il genitore va sostenuto in questa evoluzione,
perché sostenga a sua volta il proprio figlio o
figlia. (Ianes, Cramerotti, PEI e Progetto di
vita, Erkson, 2009)
Il docente, nel suo compito di orientamento,
affianca e rinforza il genitore nell’indagare
questa possibilità.
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L’IMPORTANZA DELLA
MAPPA VALORIALE INCLUSIVA
IL SIGNOR GIUSEPPE E LA SIGNORA BEATRICE AVEVANO DUE FIGLI DI 6 E 8
ANNI. QUANDO NACQUE IL TERZO, IL NEONATOLOGO COMUNICÒ LORO CHE
L’ULTIMO BAMBINO AVEVA LA SINDROME DI DOWN.
IL SIGNOR GIUSEPPE GUARDÒ LA MOGLIE CON TENEREZZA E PIANGENDO LE
DISSE: “BEA, ABBIAMO VOLUTO COSÌ TANTO BENE AI NOSTRI DUE FIGLI CHE
VORREMO ANCORA PIÙ BENE A QUEST’ULTIMO, PERCHÉ RISPETTO AGLI ALTRI
DUE AVRÀ DI CERTO PIÙ BISOGNO DI NOI.”
BEATRICE SCOPPIÒ A PIANGERE ANCHE LEI, MA QUANDO RACCONTA LA STORIA
DELLA NASCITA DEL SUO TERZO FIGLIO, ANCORA LE SI ILLUMINANO GLI OCCHI
QUANDO RICORDA LE PAROLE DEL MARITO.
DA QUI È PARTITA LA LORO FORZA. MA PURTROPPO NON SEMPRE E’ COSI’.
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IL “DURANTE NOI” E IL “DOPO DI NOI”
LA VOLONTA’ DEL GENITORE DI PROTEGGERE IL PRORIO/A FIGLIO/A
DALL’AUTOCONSAPEVOLEZZA DELLA PROPRIA SITUAZIONE,
DELL’ACCORGERSI DI ESSERE «DIVERSO», DALLE FRUSTRAZIONI E
DAL DOLORE CHE IL SUO STATO COMPORTA, FA MUOVERE IL
GENITORE CON TIMORE.
SI HA PAURA DELLE ILLUSIONI-DELUSIONI, DELL’INCONTRO DEL/LA
FIGLIO/A CON I PROPRI LIMITI, CON LE AMARE VERITA’ CHE LA VITA
GLI/LE RISERVERA’.
I GENITORI VIVONO IL PROBELMA DEL «DOPO DI NOI».
ECCO PERCHE’ E’ UTILE PROPORRE UN PERCORSO ORIENTATIVO
CHE POSSA RAPPRESENTARE UN
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«DURANTE NOI».
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IL DISTACCO DAL PROPRIO FIGLIO E’ SEMPRE
UNO SVINCOLO DETERMINANTE PER I GENITORI
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PENSIERO CALDO - PENSIERO FREDDO*
PROGETTO DI VITA E’ INNANZITUTTO «UN PENSARE» IN UNA
PROSPETTIVA FUTURA, O MEGLIO UN PENSARE DOPPIO, NEL
SENSO DI:
IMMAGINARE, FANTASTICARE, DESIDERARE, ASPIRARE,
VOLERE (PENSIERO CALDO)
NONCHE’
PREPARARE LE AZIONI NECESSARIE, PREVEDERE LE VARIE
FASI, GESTRIRE I TEMPI, VALUTARE I PRO E CONTRO,
COMPRENDERE LA FATTIBILITA’… (PENSIERO FREDDO)
*(Ianes, Cramerotti, PEI e Progetto di vita, Erkson, 2009)
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LA MENTE INTUITIVA È UN DONO SACRO
E LA MENTE RAZIONALE È UN FEDELE SERVO.
NOI ABBIAMO CREATO UNA SOCIETÀ CHE ADORA IL SERVO
E HA DIMENTICATO IL DONO.
ALBERT EINSTEIN
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UN’OFFERTA FORMATIVA DI QUALITA’
NON PUO’ PRESCINDERE DALL’OFFRIRE
AZIONI DI ORIENTAMENTO
ORIENTARE QUINDI NON SIGNIFICA SOLO
GARANTIRE LA CONOSCENZA DI CONTENUTI
O ABILITA’, MA INCLUDERE NEL PROCESSO
RELAZIONI, SENSI E SIGNIFICATI
DELLA PERSONA CHE GESTISCE LA
TRANSIZIONE DA UNO STATO ALL’ALTRO
DELLA SUA VITA
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NOI OPERATORI DELLA SCUOLA SAREMO IN GRADO
DI ESERCITARE ENTRAMBI I PENSIERI, QUELLO
CALDO E QUELLO FREDDO, NELLO SVILUPPARE
UN PROGETTO DI VITA
PER L’ALUNNO/A CON DISABILITA’?
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SAPERSI ORIENTARE
SIGNIFICA AVERE DEI DESIDERI, ESSERNE
CONSAPEVOLI, COMPRENDERE COME QUESTI
DESIDERI POSSANO ESSERE TRASFORMATI IN
REALTA’, IMPARARE A CHIEDERE AIUTO PERCHE’
NESSUNO DI NOI BASTA COMPLETAMENTE A SE
STESSO, AFFRONTARE GLI IMPREVISTI E
RIPROGETTARSI IN BASE AGLI ESITI DEGLI
IMPREVISTI STESSI.
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AUTOEFFICACIA E PROGETTO DI VITA 1
IL SENSO DI AUTOEFFICACIA, CIOÈ LA CAPACITÀ DI
INTERVENIRE INTENZIONALMENTE SUL PROPRIO
FUNZIONAMENTO, AMPIAMENTE STUDIATO DALLE
NEUROSCIENZE, ACQUISISCE UN IMPORTANZA
FONDAMENTALE NELLO SVILUPPO
DELLA PERSONA CHE APPRENDE.
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AUTOEFFICACIA E PROGETTO DI VITA 2
L’AUTOEFFICACIA PUÒ RIGUARDARE PIÙ ASPETTI:
1.
LO/A STUDENTE/SSA RELATIVAMENTE
ALL’IMMAGINE CHE HA DI SÉ NELLA CAPACITÀ DI
SUPERARE LE DIFFICOLTÀ CHE INCONTRA;
2.
IL/LA DOCENTE RELATIVAMENTE ALLE PROPRIE
CAPACITÀ DI SOSTENERE ED INCORAGGIARE GLI
STUDENTI VERSO L’IDENTIFICAZIONE DEL LORO
PROGETTO DI VITA;
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AUTOEFFICACIA E PROGETTO DI VITA 3
3.
4.
LA FAMIGLIA, RELATIVAMENTE ALLA SUA CAPACITÀ
DI PROPORRE SCENARI POSSIBILI IN TERMINI DI :
«AFFRONTABILITÀ» (NÉ TROPPO ALTI PER NON
SCORAGGIARE, NÉ TROPPI BASSI PER NON
MORTIFICARE)
«REALTÀ»: POSSIBILITÀ DI REALIZZAZIONE
(CAPACITÀ ECONOMICA, DISTANZA DEI LUOGHI,
AUTONOMIE RICHIESTE, ETC…)
LA COLLETTIVITÀ, RELATIVAMENTE ALLE
OPPORTUNITÀ CHE OFFRE (PENSIAMO ALLA
DIFFERENZA TRA UN PAESINO SPERDUTO DEL SUD
ITALIA E UNA GRANDE CITTÀ DEL CENTRO NORD).
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VEDIAMO IL PROGETTO DI VITA DAL PUNTO DI VISTA



TECNICO-DIDATTICO-FORMATIVO
PSICOLOGICO
RELAZIONALE
TENENDO PRESENTE CHE OGNUNA DI QUESTE DIMENSIONI E’
INTERCONNESSA CON LE ALTRE
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IL PUNTO DI VISTA TECNICO-DIDATTICO-FORMATIVO:
AZIONI DELLA SCUOLA:
• ELABORARE IL PEI
• AVERE EFFICACI RELAZIONI CON LE FAMIGLIE
• CONOSCERE LE POTENZIALITA’ DELL’ALUNNO/A
• CONOSCERE LE OFFERTE DEL TERRITORIO
• CONOSCERE LE RETI INTERISTITUZIONALI
• PROMUOVERE NUOVE RETI SE NECESSARIO
AZIONI DEL DIRIGENTE SCOLASTICO:
• PROMUOVERE ACCORDI DI RETE, COVENZIONI,
PROTOCOLLI CON ENTI, AZIENDE E ASSOCIAZIONI PER
ESPERIENZE DI STAGE IN ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO
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IL PUNTO DI VISTA PSICOLOGICO:
AZIONI DELLA SCUOLA:
 CONOSCERE I BISOGNI FORMATIVI
DELL’ALUNNO/A
 PROMUOVERE LE SUE CAPACITA’
NELL’EQUILIBRIO: AUTONOMIA/DIPENDENZA
DALLA FAMIGLIA
 SAPER COMUNICARE CON LE FAMIGLIE E
SOSTENERLE NEL LUNGO CAMMINO CHE PORTA
IL FIGLIO/A A SVINCOLARSI DALLA FAMIGLIA
STESSA
 SAPER USUFRUIRE DELLE RISORSE DI SOSTEGNO
PSICOLOGICO DEL TERRITORIO
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UNA PARTICOLARE ATTENZIONE
DAL PUNTO DI VISTA PSICOLOGICO
MERITA IL TEMA DELLO SVINCOLO
DEI FIGLI DALLA PROPRIA FAMIGLIA.
SVINCOLARSI DALLA FAMIGLIA DI ORIGINE
PER UNA VITA PROPRIA
COMPORTA IL COMPLETAMENTO
DEL PROCESSO DI INDIVIDUAZIONE,
CHE VEDE IL SUO CULMINE DURANTE LA FASE ADOLESCENZIALE,
CON IL PROGRESSIVO SPOSTAMENTO DEGLI INVESTIMENTI AFFETTIVI
DALLA FAMIGLIA VERSO L’ESTERNO
E LA CRESCENTE DIFFERENZIAZIONE DEL RAGAZZO
DALLA FAMIGLIA DI ORIGINE
AL FINE DI IDEARE E CERCARE DI REALIZZARE IL PROPRIO PROGETTO DI VITA.
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DOPO I 18 ANNI SI APRONO QUESTI POSSIBILI PERCORSI:
1. INSERIMENTO LAVORATIVO TRAMITE COLLOCAMENTO MIRATO (+
46% DI INVALIDITA’)
2. INSERIMENTO IN SERVIZI PER DISABILI
A) SEMIRESIDENZIALE
•
PER ADULTI - CENTRI DIURNI PER I PIU’ GRAVI
• CENTRI SOCIO EDUCATIVI PER I MENO GRAVI
• SERVIZI DI FORMAZIONE ALL’AUTONOMIA
B) RESIDENZIALE
3. DOMICILIARITA’ - PERMANENZA AL PROPRIO DOMICILIO
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MA PUÒ INVECE ACCADERE
CHE LA FAMIGLIA SI
BLOCCHI NEI SUOI COMPITI
DI SVILUPPO,
SOPRATTUTTO NEL CASO DI
PRESENZA DI FIGLIO/A CON
DISABILITA’.
ALLORA PUO’ SUCCEDERE CHE LE DINAMICHE
INTERATTIVE ALL’INTERNO DEL SISTEMA, ANZICHÉ
FAVORIRE,OSTACOLINO LA PROGRESSIVA
INDIVIDUAZIONE E AUTONOMIA DEI FIGLI.
UNA DIFFICOLTÀ CHE OSTACOLA I FIGLI
AD IDENTIFICARE IL LORO PROGETTO DI VITA.
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TUTTI NOI CI SIAMO TROVATI A VIVERE DEGLI SNODI
IMPORTANTI NELLA NOSTRA VITA:
• TRASFERIMENTI O INSERIMENTI IN NUOVI CONTESTI (FAMILIARI, SOCIALI,
DI VITA);
• SCELTA DEL PERCORSO DI STUDI;
• SCELTA DELLA FORMAZIONE ADEGUATA ALLE NOSTRA SCELTE
PROFESSIONALI;
• SCELTA DELLA SEDE DEGLI STUDI;
• RICERCA DI LAVORO;
• PRIMO LAVORO;
• CAMBIO DI LAVORO O DI SEDE;
• CAMBIO DI COLLEGHI;
• SCELTE AFFETTIVE
• ALTRO… (LUTTI, MALATTIE, VICINANZA A CHI SOFFRE PER VARI MOTIVI);
A TUTTO CIO’ OGNUNO DI NOI E’ CHIAMATO
A DARE UN SENSO E UN SIGNIFICATO.
SENZA QUESTO ASPETTO, LA NOSTRA VITA
PERDE LA CONNOTAZIONE DI «CONTINUUM».
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IL PUNTO DI VISTA RELAZIONALE:
UNA COMPETENZA PRIORITARIA DEL DOCENTE
E’ SAPER COMUNICARE:
• SAPER UTILIZZARE L’ASCOLTO ATTIVO
• SAPER EDUCARE A CHIEDERE AIUTO
• SAPER SOSTENERE
• SAPER MANIFESTARE EMPATIA
• SAPER PREFIGURARE SCENARI
• SAPER INCORAGGIARE
• SAPER CONSOLIDARE IL PROCESSO DI
MATURAZIONE E TRASFORMAZIONE
DEGLI STUDENTI
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COMPETENZE PER IL
DOCENTE ACCOGLIENTE
DOCENTE COMPETENTE
CON SE STESSI

ESSERE METACOGNITIVI, CIOE’ ESSERE CONSAPEVOLI DEL
PROPRIO FUNZIONAMENTO IN MERITO ALLA RELAZIONE
CON L’ALUNNO/A CON DISABILITA’ ( QUALI EMOZIONI,
SENTIMENTI, PERCEZIONI, PREGIUDIZI, IMMAGINARIO
COLLETTIVO O ALTRO INTERAGISCONO DENTRO DI NOI…)
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CON LO STUDENTE O LA STUDENTESSA:
 SAPER MANTENERE IL CONTATTO VISIVO;
 SAPER COMPRENDERE I MESSAGGI EXTRAVERBALI DELLO
STUDENTE;
 SAPERSI PROPORRE PROSSEMICAMENTE (ATTRAVERSO L’USO
DELLA POSTURA) IN MANIERA PROSSIMA;
 SAPER DECODIFICARE I LINGUAGGI VERBALI E SAPERLI
ESPLICITARE ALLO/A STUDENTE/SSA;
 SAPER MEDIARE, CIOE’ SAPER RESTITUIRE CIO’ CHE VOLEVA
INTENDERE SENZA SOPRAFFARLO/A;
 PROMUOVERE LA CAPACITA’ DELLO STUDENTE/SSA DI ESPLORARE
IN MODO PSICOLOGICAMENTE ADATTO IL PROPRIO CORPO;
 SUPPORTARE LO STUDENTE/SSA A NEL
COSTRUIRSI BUONE
RAPPRESENTAZIONI DELL’AMBIENTE;
 PROMUOVERE LE AUTONOMIE PERSONALI E LA COMUNICAZIONE
DELLO/A STUDENTE/SSA IN CONTESTI REALI.
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CON IL TERRITORIO:
ALTRE COMPETENZE IMPORTANTI PER IL DOCENTE SONO:

AVERE RELAZIONI POSITIVE CON I COLLEGHI E IL DIRIGENTE;

PROMUOVERE LA CAPACITA’ DI INTERAGIRE CON I DIVERSI ATTORI
DELLA COLLABORAZIONE INTERISTITUZIONALE (RETI, ACCORDI,
CONVENZIONI, PROTOCOLLI CON SOGGETTI VARI);

CONOSCERE LE OFFERTE DEL TERRITORIO: DELLE SCUOLE, DEI
CORSI PROFESSIONALI, DEI CORSI REGIONALI, DELLE ASSOCIAZIONI,
DEGLI ENTI E ISTITUZIONI LOCALI, DELLE ASSOCIAZIONI
IMPRENDITORIALI, DELLE CAMERE DI COMMERICIO, DELLE AGENZIE
PER IL LAVORO, DEL VOLONTARIATO, DEL TERZO SETTORE.
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L’IMPORTANZA DELLE RETI
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ELEMENTI BASE DEL
PROGETTO DI VITA
•
•
•
•
•
•
•
•
VISIONE/ FINALITA’
BISOGNI/ DESCRIZIONE DEI CASI/DESTINATARI
OBIETTIVI
AZIONI
STRUMENTI E METODI
TEMPI
RISORSE
MONITORAGGIO/ VALUTAZIONE E
RIPROGETTAZIONE CONTINUA
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SE ASCOLTO DIMENTICO
SE VEDO RICORDO
SE FACCIO IMPARO
CONFUCIO, 500 a.C.
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UNA BUONA PRATICA
LA CASA DI LORENZO
E’ UNA CASA E PROPRIA VERA DI ROMA DOVE I RAGAZZI CON SINDROME DI
DOWN, MAGGIORENNI, DELL’ASSOCIAZIONE AIPD, ALLOGGIANO IN
AUTONOMIA, IN ALCUNI WEEK END O IN PERIODI PROGRAMMATI.
FANNO LA SPESA, CUCINANO, DECIDONO DOVE TRASCORRERE LE SERATE,
DORMONO, FANNO COLAZIONE, PRANZI E CENE ORGANIZZATI DA LORO,
LEGGONO, SI INNAMORANO, SENTONO MUSICA E CONSULTANO IL COMPUTER.
CON LORO CI SONO DUE OPERATORI CHE SUPERVISIONANO.
UN’ALTRA BELLA ESEPRIENZA DOCUMENTATA SI TROVA QUI:
http://www.quirinale.it/qrnw/statico/eventi/2010aipd/documenti/selezionepag.pdf
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BISOGNA APPRENDERE
A NAVIGARE IN UN
OCEANO
DI INCERTEZZE,
ATTRAVERSO
ARCIPELAGHI DI
CERTEZZA.
EDGAR MORIN, I SETTE SAPERI NECESSARI
ALL’EDUCAZIONE DEL FUTURO,
RAFFAELLO CORTINA, MILANO, 2001
PROF.SSA MANUELA SCANDURRA
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