Per l’Invalsi, che occasione,
questa nostra Associazione,
dopo lunga riflessione
ci ha chiamato a Pordenone.
C’era in gioco una questione
che si chiama “comprensione”
siam da ogni direzione
per chiarirla con passione.
“Produzione, interazione,
non soltanto trasmissione!
Siate attenti a motivare,
sono i canoni a cambiare”
A parlare c’era Sonia,
che fa Claris di cognome;
ha evitato che coi nomi
si facesse confusione.
“I saperi sono oggetti
culturali, lo si sa,
la didattica di certo
a smontarli servirà.
Sono molte le proposte
che ogni classe sfrutterà,
se i docenti, per davvero,
mostran flessibilità”.
La parola “COMPETENZE”
da temer più non sarà,
lei ci ha aperto un orizzonte
oh, con gran facilità!
“Competenza, non performance,
e nemmeno prestazione,
no esperienze, no vissuti,
serve molta precisione”.
Mette a posto ogni parola
quasi avesse un cassettone,
e tu impari a far lo stesso,
con un poco d’attenzione.
Competenza come un treno
che si ferma alla stazione:
fa di gente e anche d’oggetti
grande mobilitazione.
E l’invalsi, che ci chiama,
spazi nuovi fa incontrare,
ci presenta dei problemi
che impariamo ad affrontare.
Conoscenze, contenuti,
sono insieme sui vagoni, al
“saper fare” “averne voglia”
“dare le motivazioni”.
Competenze ora sappiamo,
sono la capacità
di orchestrare le risposte
anche alla complessità.
Dopo così tanta scienza
affrontiamo un bel problema
e la prova Invalsi è fatta
con qua e là qualche patema.
“Per capire,devi fare,
devi agire e faticare”,
Bianca e Antonio il test Invalsi
ci costringono a provare.
Veramente per partire,
un giochetto ci fan fare,
che per stare bene insieme
strategie ci fa trovare.
Giusti stimoli, proposte,
che, si vede, avean studiato,
sanno porgere con stile
il saper che hanno sudato.
Così eccoci alla fine,
dei tre giorni di “passione”
dell’Invalsi a Pordenone,
si alza in volo l’aquilone.
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