Per l’Invalsi, che occasione, questa nostra Associazione, dopo lunga riflessione ci ha chiamato a Pordenone. C’era in gioco una questione che si chiama “comprensione” siam da ogni direzione per chiarirla con passione. “Produzione, interazione, non soltanto trasmissione! Siate attenti a motivare, sono i canoni a cambiare” A parlare c’era Sonia, che fa Claris di cognome; ha evitato che coi nomi si facesse confusione. “I saperi sono oggetti culturali, lo si sa, la didattica di certo a smontarli servirà. Sono molte le proposte che ogni classe sfrutterà, se i docenti, per davvero, mostran flessibilità”. La parola “COMPETENZE” da temer più non sarà, lei ci ha aperto un orizzonte oh, con gran facilità! “Competenza, non performance, e nemmeno prestazione, no esperienze, no vissuti, serve molta precisione”. Mette a posto ogni parola quasi avesse un cassettone, e tu impari a far lo stesso, con un poco d’attenzione. Competenza come un treno che si ferma alla stazione: fa di gente e anche d’oggetti grande mobilitazione. E l’invalsi, che ci chiama, spazi nuovi fa incontrare, ci presenta dei problemi che impariamo ad affrontare. Conoscenze, contenuti, sono insieme sui vagoni, al “saper fare” “averne voglia” “dare le motivazioni”. Competenze ora sappiamo, sono la capacità di orchestrare le risposte anche alla complessità. Dopo così tanta scienza affrontiamo un bel problema e la prova Invalsi è fatta con qua e là qualche patema. “Per capire,devi fare, devi agire e faticare”, Bianca e Antonio il test Invalsi ci costringono a provare. Veramente per partire, un giochetto ci fan fare, che per stare bene insieme strategie ci fa trovare. Giusti stimoli, proposte, che, si vede, avean studiato, sanno porgere con stile il saper che hanno sudato. Così eccoci alla fine, dei tre giorni di “passione” dell’Invalsi a Pordenone, si alza in volo l’aquilone.