IX CORSO REGIONALE DI AGGIORNAMENTO IRC
LECCE 14-16 MAGGIO 2012
I NATIVI DIGITALI
ASPETTI ANTROPOLOGICI E
PSICOPEDAGOGICI
Di
MICHELE ILLICETO
CHI SONO I NATIVI DIGITALI?
Il termine è stato coniato
da Mark Prensky
nel 2001
PROFILO DEI NATIVI DIGITALI
•Sono quelli nati nel III millennio e che si trovano sottoposti a
profonde, pervasive e precoci immersioni nella tecnologia
digitale;
• le osservazioni attuali già ci consentono di notare vere e
proprie mutazioni del sistema cervello-mente;
• I nativi digitali imparano subito a manipolare parti di sé nel
virtuale attraverso gli avatar e i personaggi dei videogiochi,
sviluppano ampie abilità visuospaziali grazie ad un
apprendimento prevalentemente percettivo;
• viceversa non sviluppano adeguate capacità simboliche (con
qualche modificazione di tipo metacognitivo), utilizzano il
cervello in modalità multitasking (cioè sanno utilizzare più
canali sensoriali e più modalità motorie contemporaneamente);
• sono abilissimi nel rappresentare le emozioni (attraverso la
tecnomediazione della relazione), un po’ meno nel viverle
• Tendono a scomporre l’esperienza emotiva e a viverla su due
binari spesso non paralleli: quello dell’esperienza propria e quello
della sua rappresentazione);
• sono meno abili nella relazione face-to-face, ma molto capaci
nella relazione tecnomediata;
• sono in grado di vivere su due registri cognitivi e socioemotivi
molto diversi: quello reale e quello virtuale. Inoltre non hanno
come riferimento la comunità degli adulti, poiché, grazie alla
tecnologia diventano spesso autonomi e indipendenti
(AUTOREFERENZIALITA’);
• vivono in comunità tecnoreferenziate e prevalentemente virtuali,
nelle quali costruiscono autonomamente i percorsi del sapere e
della conoscenza;
QUALE CONTESTO SOCIALE?
• Viviamo in un’era digitale;
• Assistiamo alla creazione di un intreccio di reti
sociali;
• Le relazioni che si creano permettono di superare
le barriere spazio temporali;
• Dominano la velocità e la mobilità: tutto diventa
fluido ed evanescente;
• Quando si pattina su ghiaccio sottile, la salvezza
sta nella velocità (Ralph Waldo Emerson).
1° ETA’ DELLA TECNICA
(G- GALIMBERTI, Psyche e techne, Feltrinelli, 2003)
• La tecnica non è un più vista come un semplice insieme di
strumenti che l’uomo possa ormai dominare in vista di un
fine, ma un AMBIENTE nel quale vive e che ha sostituito la
NATURA;
• Non è più l’uomo a usare la tecnica ma è la tecnica che si
serve dell’uomo (ciò crea dipendenza e assuefazione);
• Ciò che l’uomo sta creando gli si sta rivoltando contro;
• Inversione mezzi–fini: la tecnica da strumento si sta
modificando essa stessa infine e l’uomo in strumento;
MULTIMEDIALITA’ INVASIVA
• Il Medium è diventato il messaggio
(MCLUHAN)
• La multimedialità da semplice strumento si è
trasformato in vero e proprio ambiente di vita,
in un contesto che ha modificato linguaggi,
relazioni e visioni del mondo;
2° SOCIETA’ COMPLESSA
(N. LUHMANN, La società complessa, Armando 1982)
• La società di oggi è senza centro e senza unità. E’ policentrica
(VMPM, n.2) in quanto il centro è dappertutto.
• Essa ha perso quella unità che caratterizzava le società di un tempo.
La società di oggi non è più riconducibile ad un unico sistema, ma è
formato da tanti sottosistemi autoreferenziali.
• Per cui si appartiene a mondi diversi, distanti e a volte
contraddittori (VMPM, n. 2).
• La cosa più difficile è passare da un sistema ad un altro (dalla scuola
al mondo del lavoro, dalla vita familiare alla vita sociale, di gruppo,
dalla vita affettiva alla vita sociale, etc..).
• Essa è caratterizzata dalla frammentarietà e dalla conflittualità. E
nel passaggio da un sottosistema ad un altro molti si perdono. Oggi
dobbiamo aiutare le nuove generaioni a rimettere insieme i pezzi.
• La metafora è quella dell’uomo ragno che tesse le fila della
ragnatela per non perdersi negli infiniti meandri della complessità.
SOCIETA’ LIQUIDA (Z. BAUMAN)
• le forme sociali non riescono a conservare a
lungo la propria forma.
• Si disciolgono prima di essere in grado di
assumere solidità, non viene lasciato loro il
tempo sufficiente per divenire ciò che
avrebbero potuto (o dovuto) essere.
• Transitorietà permanente, effimero durevole,
ruoli sociali inadeguati.
• Futuro incerto, posizione sociale fragile e
insicurezza esistenziale.
FIGURE DELLA POSTMODERNITA’
O MODERNITA’ LIQUIDA
 Z. Bauman (La società dell’incertezza, Il
mulino, 1999):
1.il flâneur
IL VENIRE MENO
2.il vagabondo
DELLA FIGURA DEL
3.il turista
PELLEGRINO
4.il giocatore
DA PELLEGRINI A TURISTI E….
GIOCATORI
• Il flaneur: è il bighellonare senza meta, sempre
estraneo e fuori posto;
•Il vagabondo: colui che per costrizione (sloggiati di
casa, dal loro paese) è costretto a subire le
decisioni dei nativi;
• Il turista: viaggia per puro piacere – alla ricerca di
sensazioni nuove e gratificanti, avendo una casa che
è un postulato;
• Il giocatore: colui che vede il mondo come puro
gioco con partite slegate dove dominano il rischio,
l’intuizione. Scopo del gioco è vincere, non sono
ammessi scrupoli morali.
L’ERA DIGITALE
CAMBIAMENTI
A LIVELLO ANTROPOLOGICO
PROVOCAZIONI PER LA FEDE
E’ VENUTO MENO IL
QUADRO ANTROPOLOGICO
DI RIFERIMENTO
DIFFICOLTA’ A LIVELLO DI
COMUNICAZIONE DEL
MESSAGGIO EVANGELICO
PASSARE DA UN CRISTIANESIMO SOCIOLOGICO
AD UN CRISTIAMNESIMO DELLA SCELTA
BENEDETTO XVI
“Oggi la profonda trasformazione in atto nel campo delle
comunicazioni guida il flusso di grandi mutamenti culturali
e sociali. Le nuove tecnologie non stanno cambiando solo il
modo di comunicare, ma la comunicazione in se stessa, per
cui si può affermare che si è di fronte ad una vasta
trasformazione culturale.
Con tale modo di diffondere informazioni e conoscenze, sta
nascendo un nuovo modo di apprendere e di pensare, con
inedite opportunità di stabilire relazioni e di costruire
comunione” .
(BENEDETTO XVI, Messaggio per la 45 giornata delle
comunicazioni sociali del 5 giugno 2011)
MUTAZIONE ANTROPOLOGICA
SCUOLA
FAMIGLIA
PARROCHIE
NATIVI
DIGITALI
SOCIETA’
CULTURA
ISTITUZIONI
INTELLIGENZA
PIANO COGNITIVO
MEMORIA
CRETIVITA’ E
IMMAGINAZIONE
PIANO DELLA
COMNICAZIONE
I SIGNIFICATI
I VARI LINGUAGGI
DINAMICHE
DELL’APPRENDIMENTO
PIANO AFFETTIVO
PIANO DELLE
RELAZIONI
FORMAZIONE DELLA
PROPRIA IDENTITA’
SOCIALIZZAZIONE
EMOZIONE E
SENTIMENTO
STIMA DI SE’
CORPOREITA’ E
SESSUALITA’
PIANO COGNITIVO
DINAMICHE DI APPRENDIMENTO
MEMORIA
I nuovi media
estrernalizzano la
memoria..dal soggetto
alla banca dati
L’assenza della
memoria sradica e
rompe le appartenenze
Senza passato sono
appiattiti sul presente
e non si proiettano nel
futuro (reso incerto)
ATTENZIONE
Segue ritmi diversi…è
molto ridotta…è
periferica, distribuita
e non è focalizzata
DECISIONI
Hanno poco tempo
per decidere….e se
decidono lo fanno
senza l’ANALISI
CAMBIA L’APPRENDIMENTO
• situato (e non decontestualizzato): non è
generalizzabile e trasferibile in altri contesti
• Esperienziale (non astratto)
• Implicito (non insegnato)
CONSEGUENZE
Difficoltà nella scuola che
invece prevede un
apprendimento:
CONTESTUALIZZATO,
ASTRATTO E INSEGNATO
in un contesto FORMALE
Il contesto INFORMALE sta
diventando sempre più importante e
preponderante rispetto ai
TRADIZIONALI CONTESTI FORMALI
OPPORTUNITA’
PER L’IRC
INTESO COME
APPRENDIMENTO
INFORMALE
DALLA SCRITTURA ALLA MULTIMEDIALITA’
• La scrittura produce una certa segmentazione della realtà
in una sua linearità che consente l’assimilazione e la
valutazione dei contenuti del testo;
• I mezzi elettronici, soprattutto quando sono vettori di
immagini, tendono invece a favorire una percezione più
globale, più incisiva sull’osservatore, posto in condizioni
di passività, se le sue facoltà critiche non sono
sufficientemente attivate.
• Quella della scrittura è una logica sequenziale,
analitica e riflessiva;
• La logica del computer è invece associata, reticolare,
parallela e multimediale
ORALITA’ DI RITORNO E PERDITA
DELLA SCRITTURA
• La scrittura ha il potere di ricreare il pensiero
che l’ha prodotta
• La scrittura non è solo codificazione
simbolica…ma è essa stesso pensiero
• L’intelligenza che si forma nella scrittura ne
assume le strutture e ne interiorizza le
categorie
• Nella lettura, essendo comunque il testo
scritto un medium filtrante, l’eccitazione
emotiva risulta maggiormente modulata
rispetto a quella indotta dai messaggi visivi e
sonori offerti dalla televisione.
• Ciò significa che si ha il tempo e il modo di
assimilare,
elaborare
ed
integrare
equilibratamente i dati informativi e
conoscitivi tratti dal testo scritto.
TUTTO E’ RIDOTTO A SOLA INFORMAZIONE
Secondo Theodore Roszak (1968), l’incredibile quantità di
informazioni presenti sul web e la loro accessibilità rischiano di
far pensare ai ragazzi che non ci sia alcuna necessità di
ragionamento nè di deduzione nei confronti di quello che
compare sul video, né di padronanza di livelli più alti come il
giudizio, l'interpretazione, la valutazione e la comprensione di
ideali e valori; inoltre – aggiunge - la navigazione in rete non è di
per sé apprendimento:
“L'informazione è solo il livello più basso del pensiero. I ragazzi
possono passare ore a cliccare su icone o a navigare su
Internet, ma questo non significa che stanno imparando: è
come giocare a flipper. I computer creano la letale impressione
che tutto ciò che riguarda l'apprendimento sia divertente”.
“INFOPOLLUTION”
• Assistiamo (vedi la navigazione in Internet) alla possibilità
di fare indigestione di informazioni.
• Gli americani hanno coniato il termine infopollution:
inquinamento da informazione. Si tratta di un inquinamento
dato sia dalla pletora informativa, che spesso porta con sé
insuperabili difficoltà di ricapitolazione e di introspezione, sia
da contenuti volutamente o potenzialmente manipolatori.
IPERTROFIA INFORMATIVA
È reale il rischio di una ipertrofia informativa che, senza il
dovuto vaglio di una coscienza matura, inducendo modelli
culturali prefabbricati, opinioni massificanti, pregiudizi al
servizio dell’ideologia dominante, produce l’effetto di
addomesticare, se non quello di addormentare le coscienze.
SUL PIANO COGNITIVO
La conseguenza è che “i giovani d’oggi [...] stanno
rapidamente passando dalla logica della scrittura e della
lettura alla cultura del monitor e al culto ossessivo
dell’immagine” (Ferrarotti, 1997).
E’
il
trionfo
dell’adolescente
televisivo
e
ipermedializzato, dalla “mente reticolare” che allarma
spesso gli educatori, in quanto “il mondo per immagini
che ci viene proposto dal video-vedere disattiva la nostra
capacità di astrazione e, con essa, la nostra capacità di
capire i problemi e di affrontarli rapidamente” (Sartori,
1998).
SUL PIANO DELL’APPRENDIMENTO E DEI SAPERI
LA CONOSCENZA (IL QUADRO DELLE COMPETENZE):
UN EDIFICIO A QUATTRO PIANI
4°PIANO
SAPERI
SUPERIORI DIVERGENTI
3° PIANO
SAPERI
SUPERIORI CONVERGENTI
2° PIANO
SAPERI
INTERMEDI
1° PIANO
SAPERI
ELEMENTARI
PIANI ALTI
METACONOSCENZE
PIANI BASSI MONOCONOSCENZE
APPRENDIMENTI
SUPERIORI
CONVERGENTI
METODO
SINTESI
ANALISI
SAPER ESEGUIRE
APPRENDIMENTI
INTERMEDI
APPRENDIMENTI
ELEMENTARI
SAPER APPLICARE
SAPER COMPRENDERE
I SAPERI MNEMONICORIPRODUTTIVI
SAPER RICORDARE E
RICONOSCERE
LE
CONOSCENZE
APPRENDIMENTI
SUPERIORI DIVERGENTI
INTUIRE
SAPER
IPOTIZZARE…
SAPER COGLIERE
LA STRUTTURA
CHIAVE DEL
PROBLEMA
INVENTARE
SAPER
FORMULARE
STRATEGIE…
SAPER
ELABORARE
PROGETTI
CAMBIA IL RAPPORTO
TRA REALTA’ E VIRTUALITA’
• L’idea di realtà è alleggerita da ogni implicazione ontologica e
privata della stabilità e della determinazione che le conferiscono
un’identità propria;
• Si afferma una universalità senza totalità;
• Questo crea problemi per la ricerca della verità
•La morte della realtà (E. Garin, Il delitto perfetto)
SUL PIANO AFFETTIVO
LA CRISI DEI
LEGAMI
ACQUISIZIONE
DIUNA IDENTITA’
FUNZIONALE E
MODULARE
INDIVIDUALISMO
ESASPERATO
CRISI DELLA
COMUNITA’
SENSO DI
FRAMMENTARIETA’
CRISI DELLO
SPAZIO INTERIORE
N
A
R
C
I
S
I
S
M
O
CRISI DEI LEGAMI
(Z. BAUMAN, Amore liquido, Laterza 2006)
• Dalle relazioni alle connessioni
• I legami hanno una scadenza
• Istantaneità al posto della stabilità e della
fedeltà (mentalità a breve termine)
• Si ha paura di legarsi perchè legarsi vuol dire
DIPENDERE…
• e la dipendenza diventa un ostacolo alla
mobilità…
1° FENOMENO
Epoca delle passioni tristi
• Prima le passioni erano in funzione dei legami;
• Ora abbiamo le passioni ma senza i legami;
• l’incremento del tema narcisistico nelle società
postmoderne (di cui gli innamoramenti in chat e le
amicizia in facebook sembrano essere i corrispettivi
telematici);
• I bisogni sono dinvetati capricci
• Diritti senza doveri
• Libertà senza responsabilità.
• DA CITTADINI A CONSUMATORI (cfr. Caritas in veritate
n, 66)
2° FENOMENO
EMOZIONALISMO
• il fenomeno del “sensation seeking”, caratterizzato da una
sorta di ricerca di emozioni, anche estreme, capace di
parcellizzare e scomporre l’esperienza interumana
facendola coincidere con l’emozione stessa;
• è come se tutta la relazione interpersonale coincidesse con
l’emozione;
• Il sentimento non è più qualcosa che si prova, ma qualcosa
che si compra, si usa e si getta;
• I sentimenti cadono sotto la ferrea legge della negoziazione
secondo la logica del rapporto costi-benefici;
• Nella realtà virtuale si ha la scissione di AGAPE ed AGON
• DISSOCIAZIONE tra emozione-sentimento-virtù
3° FENOMENO
LA SOLITUDINE DEL CITTADINO GLOBALE (Z. Bauman)
• Siamo una massa di individui isolati..non una
comunità…ma uno sciame
• I cellulari consentono a chi se ne sta in
disparte di tenersi in contatto e a chi si tiene in
contatto di restarsene in disparte
• Le connessioni sono rocce solide circondate da
sabbie mobili e le sabbie mobili sono gli spazi
vuoti (Z. BAUMAN, Amore liquido)
La solitudine crea estraneità
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Del singolo
Nella coppia
In famiglia
A scuola
Sul territorio
In città
In parrocchia
Tra generazioni
Davanti a Dio
ESITO FINALE
ALLA SOCIETA’
ESTETICA
DALLA SOCIETA’
ETICA
FONDATA
SULL’IMPEGNO E
SULLA
RESPONSABILITA’
BENEDETTO
XVI, Caritas
in veritate
FONDATA SULLE
EMOZIONI
EROS SENZA
LOGOS
EROS SENZA
AGAPE
EROS E AGAPE
DALLA LOGICA DEL
DONO ALLA LOGICA
DELLO SCAMBIO
NUOVA CONCEZIONE DEL TEMPO
E DELLO SPAZIO
• “Il risultato generale è la frammentazione del tempo in
episodi, ciascuno separato dal suo passato e dal suo futuro,
ciascuno conchiuso e concluso. Il tempo non è più un fiume, ma
un insieme di pozzanghere e piscine”(Z. BAUMAN, La società
dell’incertezza, Il Mulino 1999);
• La crisi dello spazio determina un nuovo rapporto tra
vicinanza e lontananza;
• La crisi dello spazio provoca sradicamento e nomadismo;
•TEOLOGICAMENTE lo spazio e tempo sono la carne della
creazione (fine della dimensione creaturale);
•La morte della prossimità reale e l’avvento della prossimità
virtuale (dov’è Abele tuo fratello?);
•Che fine ha fatto il comandamento “Ama il prossimo tuo…..?
IDENTITA’ FUNZIONALE
E MODULARE
• il tema dell’ambiguità, cioè la rinuncia all’identità e al
ruolo in favore di una assoluta fluidità dell’identità
stessa e dei ruoli, con la conseguente rinuncia alla
responsabilità della relazione ed alle sue caratteristiche
generative.
• IDENTITA’ FUNZIONALE: ciò che si è, è in funzione al
RUOLO che si riveste…QUANDO CAMBIA IL RUOLO
CAMBIA L’IDENTITA’;
• IDENTITA’ MODULARE: è assemblare diverse identità
assunte nei vari ambienti e nelle varie circostanze….
1° ESITO FINALE: IDENTITA’ FLUIDA
• Il trionfo dell’ambiguità e della fluidità
dell’identità:
• impedisce una stabile assunzione di identità
(esserci);
• che a sua volta si riflette nella instabilità della
relazione (esserci -con);
• la quale infine mina profondamente le possibilità
generative e progettuali della relazione stessa
(esserci -per).
• Si ha il dominio delle maschere
2° ESITO FINALE
CORPI SENZA VOLTI
• L'uomo dello schermo perde la capacità di esprimere e di
interpretare il linguaggio del corpo, riducendo la comunicazione
a un puro scambio di dati, senza l'involucro di metamessaggi che
rende così calda e complessa la comunicazione umana;
•il corpo come ostentazione ed esibizione
•Il corpo come potere di seduzione
•Effeti devastanti sulla sessualità
Sfida educativa
• Esserci, esserci-con, esserci-per
• questa è la “progressione magnifica” che
permette di partire da un Io (l’esserci), per
passare ad un Tu (l’esserci-con) e infine
giungere ad un Noi (l’esserci-per), dimensione
ultima e sola che apre alla generatività, alla
creatività ed all’oblatività.
CHE COSA FARE?
• INTEGRARE I VARI LINGUAGGI TRA DI LORO;
• PREDISPORRE UNA SCUOLA APERTA A TUTTE LE
PRATICHE E FORME SOMBOLICHE;
• AIUTARE LE NUOVE GENERAZIONI A COLGIERE LE
SPECIFICITA’ DEI VARI LINGUAGGI E LE RECIPROCHE
COMPLEMENTARIETA’;
• EVITARE LA GIUSTAPPOSIZIONE NEUTRA E STERILE DEI
VARI MEDIA;
• EVITARE IL PREDOMINIO DI UNO SUGLI ALTRI
• È importante chiarire che ogni tecnologia è un filtro, che potenzia certe
capacità umane e ne indebolisce altre;
• Occorre saper cogliere i limiti ma anche il valore della rivoluzione digitale ;
• Per fare questo è necessario sottoporla a riflessione, considerandone la
funzione formativa, come educazione alla criticità e alla complessità;
• Bisogna riconoscere che essa può essere altamente “maieutica” rispetto
ad aperture cognitive, emotive, culturali e sociali;
• Può diventare stimolante e liberante, capace di far maturare nuove
potenzialità espressive e di liberare energie creative.
• L’atteggiamento del genitore, dell’educatore e dell’insegnante della nuova
Scuola non deve essere né apocalittico né integrato’ (U. ECO);
• Bisogna evitare sia la tecnofilia e sia la teconofobia: ma farsi guida che,
lavorando in un clima di collaborazione con coloro che educa, è capace di
cogliere e valutare con rigore etico i benefici e le contraddizioni della
‘futura vita elettronica’ (Stoll, 2001).
NEW MEDIA
FAMIGLIA
PARROCCHIA
I
R
C
SCUOLA
NUOVE GENERAZIONI
• RIDIMENSIONA
• FA DA FILTRO
• ORIENTA
PROPOSTE PEDAGOGICHE
• Educare suscitando domande e non dare
risposte;
• Lavorare sulle domande mute
• I tre temi della identità
• CERCARSI….TROVARSI….DONARSI
SFIDE E INTERROGATIVI
(per i gruppi di lavoro)
• Siamo capaci di sviluppare una cultura mediatica critica e
un’educazione ai media, interrogandosi su questa nuova
condizione mondiale?
• Si tratta di adeguarsi alla diffusione di semplici strumenti
tecnologici o di accompagnare, con attenzione e responsabilità,
una rivoluzione culturale globale?
• Il computer è una macchina della libertà individuale e collettiva o
produce sradicamento e omologazione? Internet sarà strumento di
una nuova emancipazione o di un nuovo controllo culturale? Quali
le conseguenze sui ragazzi, sugli individui e sui gruppi umani?
Avviare la discussione sull’idea scontata che qualsiasi
progresso tecnologico sia, per definizione, un vero
progresso, ponendosi domande del tipo: in che senso la
multimedialità è, o potrebbe essere, progressista e “al
servizio dell’uomo”?
L’interrogativo esige risposte fondate su distinzioni e
valutazioni le quali rifiutino ogni esaltazione acritica, ma
anche la condanna indiscriminata, nella convinzione che
l’avvento della tecnologia multimediale è certamente
inevitabile, ma non per questo deve essere accettata senza
una responsabile riflessione;
Abbiamo comprensione della rivoluzione antropologica in atto?
Essa sta cambiando la natura dell’uomo attraverso il “televedere” e il “video-vivere”, che “stanno trasformando l’homo
sapiens, prodotto dalla cultura scritta, in un homo videns, nel
quale la parola è spodestata dall’immagine” (G. SARTORI, Homo
videns, 1998). Per cui tutto diventa visualizzato e virtuale.
Si tratta, cioè, di tenere presente l’importanza del libro e della
cultura scritta, la cui perdita non sempre è compensata
dall’acquisizione della cultura audiovisiva e tematica.
L’obiettivo è quello di saper risolvere il contrasto tra le due
culture, rigettando la tesi dei nostalgici del passato - per cui la
cultura audiovisiva e digitale è incolta e, quindi, non è cultura ma anche senza cadere in eccessi ottimistici;
SFIDE IN POSITIVO
Il nuovo “adolescente multimediale” dal “pensiero
reticolare”
sembra
sempre
più
richiedere
un’integrazione tra computer, famiglia e Scuola, che
lo ponga al centro della scena, in una modalità
creativa ed “autoformativa” nella quale poter
usufruire, oltre che di sistemi di socializzazione e di
acquisizione delle conoscenze di tipo tradizionale,
anche di nuove modalità esperenziali e
“multisensoriali”, spesso sentite come più gioiose,
attraenti e partecipative.
• Per
coglierne i limiti ma anche il valore, la rivoluzione digitale va
quindi sottoposta a riflessione, considerandone la funzione
formativa, come educazione alla criticità e alla complessità;
bisogna riconoscere che essa può essere altamente “maieutica”
rispetto ad aperture cognitive, emotive, culturali e sociali;
• Può diventare stimolante e liberante, capace di far maturare
nuove potenzialità espressive e di liberare energie creative.
•L’atteggiamento del genitore, dell’educatore e dell’insegnante
della nuova Scuola non sarà quindi né ‘apocalittico’ né ‘integrato’,
ma potrà essere quello di una guida che, lavorando in un clima di
collaborazione con coloro che educa, è capace di cogliere e
valutare con rigore etico i benefici e le contraddizioni della ‘futura
vita elettronica’ (Stoll, 2001).
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BENEDETTO XVI