IX CORSO REGIONALE DI AGGIORNAMENTO IRC LECCE 14-16 MAGGIO 2012 I NATIVI DIGITALI ASPETTI ANTROPOLOGICI E PSICOPEDAGOGICI Di MICHELE ILLICETO CHI SONO I NATIVI DIGITALI? Il termine è stato coniato da Mark Prensky nel 2001 PROFILO DEI NATIVI DIGITALI •Sono quelli nati nel III millennio e che si trovano sottoposti a profonde, pervasive e precoci immersioni nella tecnologia digitale; • le osservazioni attuali già ci consentono di notare vere e proprie mutazioni del sistema cervello-mente; • I nativi digitali imparano subito a manipolare parti di sé nel virtuale attraverso gli avatar e i personaggi dei videogiochi, sviluppano ampie abilità visuospaziali grazie ad un apprendimento prevalentemente percettivo; • viceversa non sviluppano adeguate capacità simboliche (con qualche modificazione di tipo metacognitivo), utilizzano il cervello in modalità multitasking (cioè sanno utilizzare più canali sensoriali e più modalità motorie contemporaneamente); • sono abilissimi nel rappresentare le emozioni (attraverso la tecnomediazione della relazione), un po’ meno nel viverle • Tendono a scomporre l’esperienza emotiva e a viverla su due binari spesso non paralleli: quello dell’esperienza propria e quello della sua rappresentazione); • sono meno abili nella relazione face-to-face, ma molto capaci nella relazione tecnomediata; • sono in grado di vivere su due registri cognitivi e socioemotivi molto diversi: quello reale e quello virtuale. Inoltre non hanno come riferimento la comunità degli adulti, poiché, grazie alla tecnologia diventano spesso autonomi e indipendenti (AUTOREFERENZIALITA’); • vivono in comunità tecnoreferenziate e prevalentemente virtuali, nelle quali costruiscono autonomamente i percorsi del sapere e della conoscenza; QUALE CONTESTO SOCIALE? • Viviamo in un’era digitale; • Assistiamo alla creazione di un intreccio di reti sociali; • Le relazioni che si creano permettono di superare le barriere spazio temporali; • Dominano la velocità e la mobilità: tutto diventa fluido ed evanescente; • Quando si pattina su ghiaccio sottile, la salvezza sta nella velocità (Ralph Waldo Emerson). 1° ETA’ DELLA TECNICA (G- GALIMBERTI, Psyche e techne, Feltrinelli, 2003) • La tecnica non è un più vista come un semplice insieme di strumenti che l’uomo possa ormai dominare in vista di un fine, ma un AMBIENTE nel quale vive e che ha sostituito la NATURA; • Non è più l’uomo a usare la tecnica ma è la tecnica che si serve dell’uomo (ciò crea dipendenza e assuefazione); • Ciò che l’uomo sta creando gli si sta rivoltando contro; • Inversione mezzi–fini: la tecnica da strumento si sta modificando essa stessa infine e l’uomo in strumento; MULTIMEDIALITA’ INVASIVA • Il Medium è diventato il messaggio (MCLUHAN) • La multimedialità da semplice strumento si è trasformato in vero e proprio ambiente di vita, in un contesto che ha modificato linguaggi, relazioni e visioni del mondo; 2° SOCIETA’ COMPLESSA (N. LUHMANN, La società complessa, Armando 1982) • La società di oggi è senza centro e senza unità. E’ policentrica (VMPM, n.2) in quanto il centro è dappertutto. • Essa ha perso quella unità che caratterizzava le società di un tempo. La società di oggi non è più riconducibile ad un unico sistema, ma è formato da tanti sottosistemi autoreferenziali. • Per cui si appartiene a mondi diversi, distanti e a volte contraddittori (VMPM, n. 2). • La cosa più difficile è passare da un sistema ad un altro (dalla scuola al mondo del lavoro, dalla vita familiare alla vita sociale, di gruppo, dalla vita affettiva alla vita sociale, etc..). • Essa è caratterizzata dalla frammentarietà e dalla conflittualità. E nel passaggio da un sottosistema ad un altro molti si perdono. Oggi dobbiamo aiutare le nuove generaioni a rimettere insieme i pezzi. • La metafora è quella dell’uomo ragno che tesse le fila della ragnatela per non perdersi negli infiniti meandri della complessità. SOCIETA’ LIQUIDA (Z. BAUMAN) • le forme sociali non riescono a conservare a lungo la propria forma. • Si disciolgono prima di essere in grado di assumere solidità, non viene lasciato loro il tempo sufficiente per divenire ciò che avrebbero potuto (o dovuto) essere. • Transitorietà permanente, effimero durevole, ruoli sociali inadeguati. • Futuro incerto, posizione sociale fragile e insicurezza esistenziale. FIGURE DELLA POSTMODERNITA’ O MODERNITA’ LIQUIDA Z. Bauman (La società dell’incertezza, Il mulino, 1999): 1.il flâneur IL VENIRE MENO 2.il vagabondo DELLA FIGURA DEL 3.il turista PELLEGRINO 4.il giocatore DA PELLEGRINI A TURISTI E…. GIOCATORI • Il flaneur: è il bighellonare senza meta, sempre estraneo e fuori posto; •Il vagabondo: colui che per costrizione (sloggiati di casa, dal loro paese) è costretto a subire le decisioni dei nativi; • Il turista: viaggia per puro piacere – alla ricerca di sensazioni nuove e gratificanti, avendo una casa che è un postulato; • Il giocatore: colui che vede il mondo come puro gioco con partite slegate dove dominano il rischio, l’intuizione. Scopo del gioco è vincere, non sono ammessi scrupoli morali. L’ERA DIGITALE CAMBIAMENTI A LIVELLO ANTROPOLOGICO PROVOCAZIONI PER LA FEDE E’ VENUTO MENO IL QUADRO ANTROPOLOGICO DI RIFERIMENTO DIFFICOLTA’ A LIVELLO DI COMUNICAZIONE DEL MESSAGGIO EVANGELICO PASSARE DA UN CRISTIANESIMO SOCIOLOGICO AD UN CRISTIAMNESIMO DELLA SCELTA BENEDETTO XVI “Oggi la profonda trasformazione in atto nel campo delle comunicazioni guida il flusso di grandi mutamenti culturali e sociali. Le nuove tecnologie non stanno cambiando solo il modo di comunicare, ma la comunicazione in se stessa, per cui si può affermare che si è di fronte ad una vasta trasformazione culturale. Con tale modo di diffondere informazioni e conoscenze, sta nascendo un nuovo modo di apprendere e di pensare, con inedite opportunità di stabilire relazioni e di costruire comunione” . (BENEDETTO XVI, Messaggio per la 45 giornata delle comunicazioni sociali del 5 giugno 2011) MUTAZIONE ANTROPOLOGICA SCUOLA FAMIGLIA PARROCHIE NATIVI DIGITALI SOCIETA’ CULTURA ISTITUZIONI INTELLIGENZA PIANO COGNITIVO MEMORIA CRETIVITA’ E IMMAGINAZIONE PIANO DELLA COMNICAZIONE I SIGNIFICATI I VARI LINGUAGGI DINAMICHE DELL’APPRENDIMENTO PIANO AFFETTIVO PIANO DELLE RELAZIONI FORMAZIONE DELLA PROPRIA IDENTITA’ SOCIALIZZAZIONE EMOZIONE E SENTIMENTO STIMA DI SE’ CORPOREITA’ E SESSUALITA’ PIANO COGNITIVO DINAMICHE DI APPRENDIMENTO MEMORIA I nuovi media estrernalizzano la memoria..dal soggetto alla banca dati L’assenza della memoria sradica e rompe le appartenenze Senza passato sono appiattiti sul presente e non si proiettano nel futuro (reso incerto) ATTENZIONE Segue ritmi diversi…è molto ridotta…è periferica, distribuita e non è focalizzata DECISIONI Hanno poco tempo per decidere….e se decidono lo fanno senza l’ANALISI CAMBIA L’APPRENDIMENTO • situato (e non decontestualizzato): non è generalizzabile e trasferibile in altri contesti • Esperienziale (non astratto) • Implicito (non insegnato) CONSEGUENZE Difficoltà nella scuola che invece prevede un apprendimento: CONTESTUALIZZATO, ASTRATTO E INSEGNATO in un contesto FORMALE Il contesto INFORMALE sta diventando sempre più importante e preponderante rispetto ai TRADIZIONALI CONTESTI FORMALI OPPORTUNITA’ PER L’IRC INTESO COME APPRENDIMENTO INFORMALE DALLA SCRITTURA ALLA MULTIMEDIALITA’ • La scrittura produce una certa segmentazione della realtà in una sua linearità che consente l’assimilazione e la valutazione dei contenuti del testo; • I mezzi elettronici, soprattutto quando sono vettori di immagini, tendono invece a favorire una percezione più globale, più incisiva sull’osservatore, posto in condizioni di passività, se le sue facoltà critiche non sono sufficientemente attivate. • Quella della scrittura è una logica sequenziale, analitica e riflessiva; • La logica del computer è invece associata, reticolare, parallela e multimediale ORALITA’ DI RITORNO E PERDITA DELLA SCRITTURA • La scrittura ha il potere di ricreare il pensiero che l’ha prodotta • La scrittura non è solo codificazione simbolica…ma è essa stesso pensiero • L’intelligenza che si forma nella scrittura ne assume le strutture e ne interiorizza le categorie • Nella lettura, essendo comunque il testo scritto un medium filtrante, l’eccitazione emotiva risulta maggiormente modulata rispetto a quella indotta dai messaggi visivi e sonori offerti dalla televisione. • Ciò significa che si ha il tempo e il modo di assimilare, elaborare ed integrare equilibratamente i dati informativi e conoscitivi tratti dal testo scritto. TUTTO E’ RIDOTTO A SOLA INFORMAZIONE Secondo Theodore Roszak (1968), l’incredibile quantità di informazioni presenti sul web e la loro accessibilità rischiano di far pensare ai ragazzi che non ci sia alcuna necessità di ragionamento nè di deduzione nei confronti di quello che compare sul video, né di padronanza di livelli più alti come il giudizio, l'interpretazione, la valutazione e la comprensione di ideali e valori; inoltre – aggiunge - la navigazione in rete non è di per sé apprendimento: “L'informazione è solo il livello più basso del pensiero. I ragazzi possono passare ore a cliccare su icone o a navigare su Internet, ma questo non significa che stanno imparando: è come giocare a flipper. I computer creano la letale impressione che tutto ciò che riguarda l'apprendimento sia divertente”. “INFOPOLLUTION” • Assistiamo (vedi la navigazione in Internet) alla possibilità di fare indigestione di informazioni. • Gli americani hanno coniato il termine infopollution: inquinamento da informazione. Si tratta di un inquinamento dato sia dalla pletora informativa, che spesso porta con sé insuperabili difficoltà di ricapitolazione e di introspezione, sia da contenuti volutamente o potenzialmente manipolatori. IPERTROFIA INFORMATIVA È reale il rischio di una ipertrofia informativa che, senza il dovuto vaglio di una coscienza matura, inducendo modelli culturali prefabbricati, opinioni massificanti, pregiudizi al servizio dell’ideologia dominante, produce l’effetto di addomesticare, se non quello di addormentare le coscienze. SUL PIANO COGNITIVO La conseguenza è che “i giovani d’oggi [...] stanno rapidamente passando dalla logica della scrittura e della lettura alla cultura del monitor e al culto ossessivo dell’immagine” (Ferrarotti, 1997). E’ il trionfo dell’adolescente televisivo e ipermedializzato, dalla “mente reticolare” che allarma spesso gli educatori, in quanto “il mondo per immagini che ci viene proposto dal video-vedere disattiva la nostra capacità di astrazione e, con essa, la nostra capacità di capire i problemi e di affrontarli rapidamente” (Sartori, 1998). SUL PIANO DELL’APPRENDIMENTO E DEI SAPERI LA CONOSCENZA (IL QUADRO DELLE COMPETENZE): UN EDIFICIO A QUATTRO PIANI 4°PIANO SAPERI SUPERIORI DIVERGENTI 3° PIANO SAPERI SUPERIORI CONVERGENTI 2° PIANO SAPERI INTERMEDI 1° PIANO SAPERI ELEMENTARI PIANI ALTI METACONOSCENZE PIANI BASSI MONOCONOSCENZE APPRENDIMENTI SUPERIORI CONVERGENTI METODO SINTESI ANALISI SAPER ESEGUIRE APPRENDIMENTI INTERMEDI APPRENDIMENTI ELEMENTARI SAPER APPLICARE SAPER COMPRENDERE I SAPERI MNEMONICORIPRODUTTIVI SAPER RICORDARE E RICONOSCERE LE CONOSCENZE APPRENDIMENTI SUPERIORI DIVERGENTI INTUIRE SAPER IPOTIZZARE… SAPER COGLIERE LA STRUTTURA CHIAVE DEL PROBLEMA INVENTARE SAPER FORMULARE STRATEGIE… SAPER ELABORARE PROGETTI CAMBIA IL RAPPORTO TRA REALTA’ E VIRTUALITA’ • L’idea di realtà è alleggerita da ogni implicazione ontologica e privata della stabilità e della determinazione che le conferiscono un’identità propria; • Si afferma una universalità senza totalità; • Questo crea problemi per la ricerca della verità •La morte della realtà (E. Garin, Il delitto perfetto) SUL PIANO AFFETTIVO LA CRISI DEI LEGAMI ACQUISIZIONE DIUNA IDENTITA’ FUNZIONALE E MODULARE INDIVIDUALISMO ESASPERATO CRISI DELLA COMUNITA’ SENSO DI FRAMMENTARIETA’ CRISI DELLO SPAZIO INTERIORE N A R C I S I S M O CRISI DEI LEGAMI (Z. BAUMAN, Amore liquido, Laterza 2006) • Dalle relazioni alle connessioni • I legami hanno una scadenza • Istantaneità al posto della stabilità e della fedeltà (mentalità a breve termine) • Si ha paura di legarsi perchè legarsi vuol dire DIPENDERE… • e la dipendenza diventa un ostacolo alla mobilità… 1° FENOMENO Epoca delle passioni tristi • Prima le passioni erano in funzione dei legami; • Ora abbiamo le passioni ma senza i legami; • l’incremento del tema narcisistico nelle società postmoderne (di cui gli innamoramenti in chat e le amicizia in facebook sembrano essere i corrispettivi telematici); • I bisogni sono dinvetati capricci • Diritti senza doveri • Libertà senza responsabilità. • DA CITTADINI A CONSUMATORI (cfr. Caritas in veritate n, 66) 2° FENOMENO EMOZIONALISMO • il fenomeno del “sensation seeking”, caratterizzato da una sorta di ricerca di emozioni, anche estreme, capace di parcellizzare e scomporre l’esperienza interumana facendola coincidere con l’emozione stessa; • è come se tutta la relazione interpersonale coincidesse con l’emozione; • Il sentimento non è più qualcosa che si prova, ma qualcosa che si compra, si usa e si getta; • I sentimenti cadono sotto la ferrea legge della negoziazione secondo la logica del rapporto costi-benefici; • Nella realtà virtuale si ha la scissione di AGAPE ed AGON • DISSOCIAZIONE tra emozione-sentimento-virtù 3° FENOMENO LA SOLITUDINE DEL CITTADINO GLOBALE (Z. Bauman) • Siamo una massa di individui isolati..non una comunità…ma uno sciame • I cellulari consentono a chi se ne sta in disparte di tenersi in contatto e a chi si tiene in contatto di restarsene in disparte • Le connessioni sono rocce solide circondate da sabbie mobili e le sabbie mobili sono gli spazi vuoti (Z. BAUMAN, Amore liquido) La solitudine crea estraneità • • • • • • • • • Del singolo Nella coppia In famiglia A scuola Sul territorio In città In parrocchia Tra generazioni Davanti a Dio ESITO FINALE ALLA SOCIETA’ ESTETICA DALLA SOCIETA’ ETICA FONDATA SULL’IMPEGNO E SULLA RESPONSABILITA’ BENEDETTO XVI, Caritas in veritate FONDATA SULLE EMOZIONI EROS SENZA LOGOS EROS SENZA AGAPE EROS E AGAPE DALLA LOGICA DEL DONO ALLA LOGICA DELLO SCAMBIO NUOVA CONCEZIONE DEL TEMPO E DELLO SPAZIO • “Il risultato generale è la frammentazione del tempo in episodi, ciascuno separato dal suo passato e dal suo futuro, ciascuno conchiuso e concluso. Il tempo non è più un fiume, ma un insieme di pozzanghere e piscine”(Z. BAUMAN, La società dell’incertezza, Il Mulino 1999); • La crisi dello spazio determina un nuovo rapporto tra vicinanza e lontananza; • La crisi dello spazio provoca sradicamento e nomadismo; •TEOLOGICAMENTE lo spazio e tempo sono la carne della creazione (fine della dimensione creaturale); •La morte della prossimità reale e l’avvento della prossimità virtuale (dov’è Abele tuo fratello?); •Che fine ha fatto il comandamento “Ama il prossimo tuo…..? IDENTITA’ FUNZIONALE E MODULARE • il tema dell’ambiguità, cioè la rinuncia all’identità e al ruolo in favore di una assoluta fluidità dell’identità stessa e dei ruoli, con la conseguente rinuncia alla responsabilità della relazione ed alle sue caratteristiche generative. • IDENTITA’ FUNZIONALE: ciò che si è, è in funzione al RUOLO che si riveste…QUANDO CAMBIA IL RUOLO CAMBIA L’IDENTITA’; • IDENTITA’ MODULARE: è assemblare diverse identità assunte nei vari ambienti e nelle varie circostanze…. 1° ESITO FINALE: IDENTITA’ FLUIDA • Il trionfo dell’ambiguità e della fluidità dell’identità: • impedisce una stabile assunzione di identità (esserci); • che a sua volta si riflette nella instabilità della relazione (esserci -con); • la quale infine mina profondamente le possibilità generative e progettuali della relazione stessa (esserci -per). • Si ha il dominio delle maschere 2° ESITO FINALE CORPI SENZA VOLTI • L'uomo dello schermo perde la capacità di esprimere e di interpretare il linguaggio del corpo, riducendo la comunicazione a un puro scambio di dati, senza l'involucro di metamessaggi che rende così calda e complessa la comunicazione umana; •il corpo come ostentazione ed esibizione •Il corpo come potere di seduzione •Effeti devastanti sulla sessualità Sfida educativa • Esserci, esserci-con, esserci-per • questa è la “progressione magnifica” che permette di partire da un Io (l’esserci), per passare ad un Tu (l’esserci-con) e infine giungere ad un Noi (l’esserci-per), dimensione ultima e sola che apre alla generatività, alla creatività ed all’oblatività. CHE COSA FARE? • INTEGRARE I VARI LINGUAGGI TRA DI LORO; • PREDISPORRE UNA SCUOLA APERTA A TUTTE LE PRATICHE E FORME SOMBOLICHE; • AIUTARE LE NUOVE GENERAZIONI A COLGIERE LE SPECIFICITA’ DEI VARI LINGUAGGI E LE RECIPROCHE COMPLEMENTARIETA’; • EVITARE LA GIUSTAPPOSIZIONE NEUTRA E STERILE DEI VARI MEDIA; • EVITARE IL PREDOMINIO DI UNO SUGLI ALTRI • È importante chiarire che ogni tecnologia è un filtro, che potenzia certe capacità umane e ne indebolisce altre; • Occorre saper cogliere i limiti ma anche il valore della rivoluzione digitale ; • Per fare questo è necessario sottoporla a riflessione, considerandone la funzione formativa, come educazione alla criticità e alla complessità; • Bisogna riconoscere che essa può essere altamente “maieutica” rispetto ad aperture cognitive, emotive, culturali e sociali; • Può diventare stimolante e liberante, capace di far maturare nuove potenzialità espressive e di liberare energie creative. • L’atteggiamento del genitore, dell’educatore e dell’insegnante della nuova Scuola non deve essere né apocalittico né integrato’ (U. ECO); • Bisogna evitare sia la tecnofilia e sia la teconofobia: ma farsi guida che, lavorando in un clima di collaborazione con coloro che educa, è capace di cogliere e valutare con rigore etico i benefici e le contraddizioni della ‘futura vita elettronica’ (Stoll, 2001). NEW MEDIA FAMIGLIA PARROCCHIA I R C SCUOLA NUOVE GENERAZIONI • RIDIMENSIONA • FA DA FILTRO • ORIENTA PROPOSTE PEDAGOGICHE • Educare suscitando domande e non dare risposte; • Lavorare sulle domande mute • I tre temi della identità • CERCARSI….TROVARSI….DONARSI SFIDE E INTERROGATIVI (per i gruppi di lavoro) • Siamo capaci di sviluppare una cultura mediatica critica e un’educazione ai media, interrogandosi su questa nuova condizione mondiale? • Si tratta di adeguarsi alla diffusione di semplici strumenti tecnologici o di accompagnare, con attenzione e responsabilità, una rivoluzione culturale globale? • Il computer è una macchina della libertà individuale e collettiva o produce sradicamento e omologazione? Internet sarà strumento di una nuova emancipazione o di un nuovo controllo culturale? Quali le conseguenze sui ragazzi, sugli individui e sui gruppi umani? Avviare la discussione sull’idea scontata che qualsiasi progresso tecnologico sia, per definizione, un vero progresso, ponendosi domande del tipo: in che senso la multimedialità è, o potrebbe essere, progressista e “al servizio dell’uomo”? L’interrogativo esige risposte fondate su distinzioni e valutazioni le quali rifiutino ogni esaltazione acritica, ma anche la condanna indiscriminata, nella convinzione che l’avvento della tecnologia multimediale è certamente inevitabile, ma non per questo deve essere accettata senza una responsabile riflessione; Abbiamo comprensione della rivoluzione antropologica in atto? Essa sta cambiando la natura dell’uomo attraverso il “televedere” e il “video-vivere”, che “stanno trasformando l’homo sapiens, prodotto dalla cultura scritta, in un homo videns, nel quale la parola è spodestata dall’immagine” (G. SARTORI, Homo videns, 1998). Per cui tutto diventa visualizzato e virtuale. Si tratta, cioè, di tenere presente l’importanza del libro e della cultura scritta, la cui perdita non sempre è compensata dall’acquisizione della cultura audiovisiva e tematica. L’obiettivo è quello di saper risolvere il contrasto tra le due culture, rigettando la tesi dei nostalgici del passato - per cui la cultura audiovisiva e digitale è incolta e, quindi, non è cultura ma anche senza cadere in eccessi ottimistici; SFIDE IN POSITIVO Il nuovo “adolescente multimediale” dal “pensiero reticolare” sembra sempre più richiedere un’integrazione tra computer, famiglia e Scuola, che lo ponga al centro della scena, in una modalità creativa ed “autoformativa” nella quale poter usufruire, oltre che di sistemi di socializzazione e di acquisizione delle conoscenze di tipo tradizionale, anche di nuove modalità esperenziali e “multisensoriali”, spesso sentite come più gioiose, attraenti e partecipative. • Per coglierne i limiti ma anche il valore, la rivoluzione digitale va quindi sottoposta a riflessione, considerandone la funzione formativa, come educazione alla criticità e alla complessità; bisogna riconoscere che essa può essere altamente “maieutica” rispetto ad aperture cognitive, emotive, culturali e sociali; • Può diventare stimolante e liberante, capace di far maturare nuove potenzialità espressive e di liberare energie creative. •L’atteggiamento del genitore, dell’educatore e dell’insegnante della nuova Scuola non sarà quindi né ‘apocalittico’ né ‘integrato’, ma potrà essere quello di una guida che, lavorando in un clima di collaborazione con coloro che educa, è capace di cogliere e valutare con rigore etico i benefici e le contraddizioni della ‘futura vita elettronica’ (Stoll, 2001).