PARROCCHIA S. GIACOMO MAGGIORE
CATECHESI III PARTE
Spunti di riflessione dall’Enciclica
LUMEN FIDEI
del Sommo Pontefice Francesco
UN VARCO DI LUCE NELLE TENEBRE
La “prima Parola”
1
PAPA FRANCESCO E I COMANDAMENTI
Udienza generale 18 set 2013
I dieci Comandamenti: ci indicano
una strada da percorrere per
maturare, per avere dei punti fermi
nel nostro modo di comportarci. E
sono frutto della tenerezza,
dell’amore stesso di Dio che ce li ha
donati. Voi potrete dirmi: ma sono
dei comandi! Sono un insieme di
“no”! Io vorrei invitarvi a leggerli –
forse li avete un po’ dimenticati – e
poi di pensarli in positivo. Vedrete
che riguardano il nostro modo di
comportarci verso Dio, verso noi
stessi e verso gli altri, proprio
quello che ci insegna una mamma
per vivere bene.
2
PAPA FRANCESCO E I COMANDAMENTI
Udienza generale 18 set 2013
Ci invitano a non farci idoli
materiali che poi ci rendono
schiavi, a ricordarci di Dio, ad avere
rispetto per i genitori, ad essere
onesti, a rispettare l’altro… Provate
a vederli così e a considerarli come
se
fossero
le
parole,
gli
insegnamenti che dà la mamma
per andare bene nella vita. Una
mamma non insegna mai ciò che è
male, vuole solo il bene dei figli, e
così fa la Chiesa.
3
Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto
uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di
schiavitù; non avrai altri dei di fronte a me.
Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò
che è lassù nel cielo, né di ciò che è quaggiù
sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto
terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non
li servirai (Es 20,2-5) [Cf Dt 5,6-9].
Sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo e a lui
solo
rendi
culto"
(Mt
4,10).
4
PRIMO COMANDAMENTO
Il primo comandamento esprime la duplicità
dell’amore: l’amore a Dio e l’amore al prossimo per
amore a Dio.
Questo
amore
si
chiama
carità
e
designa una delle virtù
teologali, il cui atto è
l’amore a Dio e agli
altri attraverso Dio.
5
Ravasi su Famiglia Cristiana
Il primo comandamento è un invito a scoprire
dietro l'aspetto del prossimo il profilo di Dio.
Dobbiamo amare l'uomo, “immagine di Dio” e
luogo dell'incontro vivo con Dio. Infatti, il
Signore stesso ha così confessato al suo popolo:
«Quando Israele era giovinetto io l'ho amato, io
gli insegnavo a camminare tenendolo per mano,
avevo cura di lui, ero per lui come chi solleva un
bimbo alla sua guancia, mi inchinavo su di lui
per dargli da mangiare». (Osea 11,1.3-4).
6
PRIMO COMANDAMENTO
La carità è un dono infuso dallo Spirito Santo in
coloro che sono costituiti figli adottivi di Dio (cfr.
Rm 5, 5). La carità deve crescere durante la vita
sulla terra per azione dello Spirito Santo e con la
nostra cooperazione: crescere in santità equivale
a crescere in carità. La santità non è altro che la
pienezza della filiazione divina e della carità.
Questa può anche diminuire a causa del peccato
veniale e si può perdere col peccato grave. La
carità si esprime a Dio, agli altri (per amore a
Dio), a se stessi (per amore a Dio).
7
L’AMORE A DIO
a) Averlo come fine
ultimo di tutto ciò che
facciamo. Agire in tutto
per amore a Lui e per la
sua gloria: «Sia che
mangiate,
sia
che
beviate, sia che facciate
qualsiasi altra cosa, fate
tutto per la gloria di Dio»
(1 Cor 10, 31). Non deve
esserci un fine superiore
a questo.
8
L’AMORE A DIO
Nessun amore vero può
essere posto al di sopra
dell’amore a Dio: «Chi ama
il padre o la madre più di
me non è degno di me; chi
ama il figlio o la figlia più di
me non è degno di me»
(Mt 10, 37): non può
esistere un vero amore che
escluda
o
posponga
l’amore
a
Dio.
9
L’AMORE A DIO
b) Compiere la Volontà di Dio con le opere: «Non
chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel
regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del
Padre mio che è nei cieli» (Mt 7, 21). La Volontà
di Dio è che siamo santi (cfr. 1 Ts 4, 3), che
seguiamo Cristo (cfr. Mt 17, 5) osservando i suoi
comandamenti (cfr. Gv 14, 21).
Compierla anche quando richiede sacrificio:
«non sia fatta la mia, ma la tua volontà» (Lc 22,
42).
10
L’AMORE A DIO
3) Corrispondere al suo amore per noi. Egli ci ha
amato per primo, ci ha creati liberi e ci ha fatti suoi
figli (cfr. 1 Gv 4, 19). Il peccato sta nel rifiutare
l’amore di Dio (CCC 2094), però Lui è disposto a
perdonarci sempre, a donarsi a noi sempre. «In
questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare
Dio, ma è Lui che ha amato noi e ha mandato il suo
Figlio come vittima di espiazione per i nostri
peccati» (1 Gv 4, 10; cfr. Gv 3, 16). «Mi ha amato e
ha dato se stesso per me» (Gal 2, 20). «Per
corrispondere a tanto amore ci si richiede una
totale donazione del corpo e dell’anima». Non è un
sentimento, ma una determinazione della volontà.
11
Ravasi su Famiglia Cristiana
Il primo comandamento è un atto d'accusa
contro l'indifferenza in cui vive la società del
benessere: Dio non è combattuto o cancellato,
ma semplicemente dimenticato e ignorato. È il
trionfo d'un ateismo comodo che rifiuta i grandi
orizzonti, che fa abbandonare l'ansia della ricerca,
l'inquietudine della coscienza per curvarsi solo su
interessi limitati, per affidarsi solo a piccole e
pallide lampade anziché lasciarsi guidare dallo
sfolgorare del sole, come diceva S. Agostino.
12
Io sono il Signore tuo Dio: non avrai
altri dei di fronte a me
Duplicità dell’amore: l’amore a Dio e
l’amore al prossimo per amore a Dio caritàa) Averlo come fine ultimo
b) Compiere la Sua Volontà
c) Corrispondere al suo amore per noi.
13
L’AMORE A DIO
L’amore a Dio induce
a cercare un rapporto
personale con Lui che
alimenta l’amore, ed
ha diversi aspetti:
14
L’ADORAZIONE
E’ l'atto principale. Adorare
Dio, è riconoscerlo come Dio,
come il Creatore e il Salvatore,
il Signore e il Padrone di tutto
ciò che esiste, l'Amore infinito
e misericordioso. "Solo al
Signore Dio tuo ti prostrerai, lui
solo adorerai" (Lc 4,8), dice
Gesù, citando il Deuteronomio
[Cf Dt 6,13], la disposizione
fondamentale dell’uomo che si
riconosce creatura davanti al
suo Creatore» (CCC 2628).
15
L’ADORAZIONE
È l’atteggiamento di
fondo della religione
(CCC 2095). «Adora il
Signore Dio tuo e a lui
solo rendi culto» (Mt
4, 10). L’adorazione a
Dio
libera
dalle
diverse
forme
di
idolatria, che portano
alla schiavitù.
16
LA PREGHIERA
Gli atti di fede, di speranza e di carità
prescritti dal primo comandamento si
compiono nella preghiera. L'elevazione dello
spirito verso Dio è un'espressione della
nostra adorazione di Dio: preghiera di lode e
di rendimento di grazie, d'intercessione e di
domanda.
17
LA PREGHIERA
La preghiera è una condizione indispensabile
per poter obbedire ai comandamenti di Dio.
Bisogna "pregare sempre, senza stancarsi"
(Lc18,1).
18
IL SACRIFICIO
E' giusto offrire sacrifici a Dio in segno di
adorazione e di riconoscenza, di implorazione
e di comunione: "Ogni azione compiuta per
aderire a Dio rimanendo con lui in
comunione, e poter così essere nella gioia, è
un vero sacrificio" [Sant'Agostino, De civitate
Dei, 10, 6].
19
IL SACRIFICIO
Per essere autentico, il sacrificio esteriore
deve essere espressione del sacrifico
spirituale: "Uno spirito contrito è sacrificio..."
(Sal 51,19). I profeti dell'Antica Alleanza
spesso hanno denunciato i sacrifici compiuti
senza partecipazione interiore [Cf Am 5,2125] o disgiunti dall'amore del prossimo [Cf Is
1,10-20 ]. Gesù richiama le parole del profeta
Osea: "Misericordia voglio, non sacrificio" (
Mt 9,13; Mt 12,7 ) [Cf Os 6,6 ].
20
Ravasi su Famiglia Cristiana
Il primo
comandamento è un
invito alla coerenza
gioiosa nella vita.
Perciò il culto e la
fedeltà che si danno a
Dio non devono essere
simili alla tassa versata
con amarezza al fisco di
Cesare (Mt 22,21)
21
IL SACRIFICIO
L'unico
sacrificio
perfetto è quello che
Cristo ha offerto sulla
croce
in
totale
oblazione
all'amore
del Padre e per la
nostra salvezza [Cf Eb
9,13-14 ]. Unendoci al
suo
sacrificio,
possiamo fare della
nostra
vita
un
sacrificio a Dio.
22
PROMESSE E VOTI
In parecchie circostanze il
cristiano è chiamato a fare delle
promesse a Dio. Il Battesimo e
la Confermazione, il Matrimonio
e l'Ordinazione sempre ne
comportano.
23
PROMESSE E VOTI
Per devozione personale il
cristiano può anche promettere
a Dio un'azione, una preghiera,
un'elemosina, un pellegrinaggio,
ecc. La fedeltà alle promesse
fatte a Dio è una espressione del
rispetto dovuto alla divina
Maestà e dell'amore verso il Dio
fedele.
24
PROMESSE E VOTI
Il voto è un atto di devozione, con cui
il cristiano offre se stesso a Dio o gli
promette
un'opera
buona.
Mantenendo i suoi voti, egli rende
pertanto a Dio ciò che a lui è stato
promesso e consacrato. Gli Atti degli
Apostoli ci presentano san Paolo
preoccupato di mantenere i voti da lui
fatti [Cf At 18,18; At 21,23-24 ].
25
PROMESSE E VOTI
La Chiesa riconosce un
valore esemplare ai voti
di praticare i consigli
evangelici: [Cf Codice di
Diritto Canonico, 654]
Si rallegra la Madre
Chiesa di trovare nel suo
seno molti uomini e
donne, che seguono più
da
vicino
l'annientamento
del
Salvatore
26
CONSIGLI EVANGELICI
Papa Benedetto XVI richiama la
donazione della propria vita da
parte di quanti sono stati chiamati
a ripresentare nella Chiesa e nel
mondo, mediante i consigli
evangelici, i tratti caratteristici di
Gesù,
vergine,
povero
ed
obbediente, il Consacrato del
Padre”.
Consacrazione di Cristo,
consacrazione di Maria,
consacrazione di tutti coloro che si
pongono nella sequela di Gesù per
amore del Regno di Dio”.
Festa Presentazione al Tempio
2 febbr 201
27
CONSIGLI EVANGELICI
I consigli evangelici sono mezzi suggeriti da
Gesù Cristo nel santo Vangelo per giungere
alla cristiana perfezione: la povertà
volontaria,
la
castità
perpetua,
e
l’obbedienza.
Essi
facilitano
l’osservanza
dei
comandamenti, perché ci aiutano a
distaccare il cuore dall’amor della roba, dai
piaceri e dagli onori, e cosi ci allontanano dal
peccato.
28
CONSIGLI EVANGELICI
Sono le componenti
determinanti di una
vita impegnata nella
sequela radicale di
Cristo: povertà,
castità ed
obbedienza
29
POVERTA’
Chi vuol seguire Cristo in modo radicale, deve
decisamente rinunciare ai beni materiali. Deve,
però, vivere questa povertà a partire da Cristo,
come un diventare interiormente libero per Dio
e per il prossimo. Per tutti i cristiani, ma
specialmente per i sacerdoti, i religiosi e le
religiose, per i singoli come pure per le
comunità, la questione della povertà e dei
poveri deve essere sempre di nuovo oggetto di
un severo esame di coscienza.
BENEDETTO XVI
8 SETTEMBRE 2007
30
CASTITA’
Per comprendere bene che cosa significhi castità,
dobbiamo partire dal suo contenuto positivo. Lo
troviamo ancora una volta guardando a Gesù
Cristo. Gesù ha vissuto in un duplice
orientamento: verso il Padre e verso il prossimo.
Sacerdoti, religiosi e religiose non vivono senza
connessioni interpersonali. Con il voto di castità
nel celibato non si consacrano all’individualismo o
ad una vita isolata, ma promettono solennemente
di porre totalmente e senza riserve al servizio del
Regno di Dio gli intensi rapporti di cui sono capaci
e che ricevono come un dono.
BENEDETTO XVI
8 SETTEMBRE 2007
31
OBBEDIENZA
Gesù ha vissuto tutta la sua vita, dagli anni
nascosti a Nazareth fino al momento della
morte in croce, nell’ascolto del Padre,
nell’obbedienza verso il Padre
Ascoltare Dio ed obbedirgli non ha niente a
che fare con costrizione dall’esterno e perdita
di se stesso. Solo entrando nella volontà di Dio
raggiungiamo la nostra vera identità. La
testimonianza di questa esperienza è oggi
necessaria al mondo proprio in rapporto al suo
desiderio
di
"autorealizzazione"
e
"autodeterminazione".
BENEDETTO XVI
32
8 SETTEMBRE 2007
S.IGNAZIO DI LOYOLA
Prendi, Signore, e ricevi
tutta la mia libertà, la
mia memoria, il mio
intelletto e tutta la mia
volontà, tutto ciò che ho
e possiedo; tu me l’hai
dato, a te, Signore, lo
ridono; tutto è tuo, di
tutto disponi secondo
ogni tua volontà; dammi
soltanto il tuo amore e
la tua grazia, e sono
ricco abbastanza, né
chiedo alcunché d’altro"
(Eb 234).
33
FEDE, SPERANZA E CARITA’
Nell'esplicita affermazione divina:
"Io sono il Signore tuo Dio" è incluso
il comandamento della fede, della
speranza e della carità. Se noi
riconosciamo infatti che egli è Dio, e
cioè eterno, immutabile, sempre
uguale a se stesso, affermiamo con
ciò anche la sua infinita veracità.
34
FEDE, SPERANZA E CARITA’
Se egli inoltre è Dio, noi ne
riconosciamo l'onnipotenza, la bontà, i
benefici; di qui l'illimitata fiducia e la
speranza. E se egli è l'infinita bontà e
l'infinito amore, come non offrirgli
tutta la nostra dedizione e donargli
tutto il nostro amore? Ecco perché
nella Bibbia Dio inizia e conclude
invariabilmente i suoi comandi con la
formula: "Io sono il Signore""
[Catechismo Romano, 3, 2, 4].
35
LA FEDE
Il primo comandamento ci richiede di nutrire e custodire la
nostra fede con prudenza e vigilanza e di respingere tutto ciò
che le è contrario.
La fede è un dono di Dio, una
luce nell’intelligenza che ci
permette di conoscere la
verità che Dio ha rivelato e
assentire ad essa.
Contro
la
fede:
l’ateismo,
l’indifferentismo
religioso, l’eresia, l’apostasia,
lo scisma, ecc. (cfr. CCC 2089).
36
CONTRO LA FEDE
• L' eresia è "l'ostinata negazione, dopo
aver ricevuto il Battesimo, di una
qualche verità che si deve credere per
fede divina e cattolica,
• l' apostasia è "il ripudio totale della fede
cristiana“
• lo scisma è "il rifiuto della sottomissione
al Sommo Pontefice o della comunione
con i membri della Chiesa a lui soggetta"
37
LA SPERANZA
Quando Dio si rivela e chiama l'uomo, questi non
può rispondere pienamente all'amore divino con le
sue proprie forze. Deve sperare che Dio gli donerà la
capacità di contraccambiare il suo amore e di agire
conformemente ai comandamenti della carità. La
speranza è l'attesa fiduciosa della benedizione
divina e della beata visione di Dio; è anche il timore
di offendere l'amore di Dio.
ì
38
CONTRO LA SPERANZA
• La
disperazione della
propria salvezza
• La presunzione che la
misericordia
divina
perdonerà i peccati senza
conversione
né
contrizione o senza il
ricorso al sacramento
della Penitenza
• Porre la speranza della
felicità ultima in qualcosa
che è al di fuori di Dio.
39
LA SPERANZA
La speranza ci accompagna nella
vita: i primi cristiani la dipingevano
come un'ancora che ti aiuta nella
vita".
"Ci sono momenti difficili nella
vita ma con la speranza l'anima va
avanti". Ognuno di noi può
pensare al tramonto della sua vita,
perché tutti avremo un tramonto e
chiedersi dove è ancorato il mio
cuore. E se non è ancorato bene
ancoriamolo a quella riva, perché
sappiamo che non delude".
Papa Francesco: Roma, 01 Novembre 2013
40
LA SPERANZA
Maria e' la madre della speranza,
l'icona più espressiva della
speranza cristiana''
La sua vita e' un'insieme di
atteggiamenti di speranza - Dal 'si'
al momento dell'Annunciazione,
Maria non sapeva come potesse
diventare madre ma si e' affidata
totalmente al mistero che stava
per compiersi. Ed e' diventata la
donna dell'attesa e della speranza
Papa Francesco: Roma, 21 nov
41
IL PAPA E LA SPERANZA
La speranza si nutre di ascolto, contemplazione,
pazienza perché i tempi del Signore maturino'‘. Ai
piedi della Croce Maria è donna del dolore e al
contempo della vigilante attesa di un mistero che
sta per compiersi. Tutto sembrava veramente
finito, con la speranza spenta, ma Lei in quel
momento avrebbe potuto dire ricordando le
promesse dell'Annunciazione: 'Questo non e' vero
sono stata ingannata'''. Eppure Maria è ''beata
perché ha creduto'‘, per questa ''sua fede vede
sbocciare il futuro nuovo e attende con speranza il
domani di Dio'‘.
Papa Francesco: Roma, 21 nov 2013
42
LA CARITA’
La fede nell'amore di Dio ci invita a
rispondere alla carità divina con un amore
sincero.
Qualunque peccato è contrario alla carità.
Però si oppongono direttamente ad essa il
rifiuto di Dio e la tiepidezza, cioè non volerlo
amare con tutto il cuore.
43
Ravasi su Famiglia Cristiana
Il primo comandamento è un atto d'accusa contro
le immagini errate di Dio che noi ci costruiamo.
Ridotto a un oggetto che possiamo manipolare
secondo i nostri interessi, Dio è diventato, come
scriveva Bonhöffer (un credente martire nei campi
di concentramento nazisti) un “tappabuchi” o una
Medusa che cambia secondo la nostra volontà. E
invece, «io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il
Dio di Giacobbe, non il Dio dei morti, ma dei vivi!»
(Mt 22,32). La scena di luce è tutta riassunta nella
preghiera di Mosè: «Mostrami il tuo volto, o
Signore!»
(Es
33,18).
44
Ravasi su Famiglia Cristiana
Il primo comandamento è un invito alla
conoscenza di Dio. Il "conoscere" nella Bibbia è
il verbo dell'amore sponsale: una conoscenza,
quindi, fatta di intelligenza, di volontà, di
passione, di sentimento e di azione. Non basta
conoscere Dio, bisogna riconoscerlo, cioè
amarlo. Magari anche attraverso un lungo
itinerario di ricerca: anche per Israele Dio è
una luce che si svela lentamente Fino alla
pienezza del Cristo, “stella del mattino”
(Apocalisse
2,28).
45
PRIMO COMANDAMENTO
Il primo comandamento vieta
di onorare altri dèi, all'infuori
dell'Unico Signore che si è
rivelato al suo popolo.
Proibisce la superstizione e
l'irreligione. La superstizione
rappresenta, in qualche modo,
un eccesso perverso della
religione; l'irreligione è un vizio
opposto, per difetto, alla virtù
della religione.
46
LA SUPERSTIZIONE
La superstizione è la deviazione del
sentimento religioso e delle pratiche che esso
impone. Può anche presentarsi mascherata
sotto il culto che rendiamo al vero Dio, per
esempio, quando si attribuisce un'importanza
in qualche misura magica a certe pratiche,
peraltro legittime o necessarie.
47
LA SUPERSTIZIONE
Attribuire
alla
sola
materialità
delle
preghiere o dei segni
sacramentali
la
loro
efficacia,
prescindendo
dalle disposizioni interiori
che richiedono, è cadere
nella superstizione [Cf Mt
23,16-22 ].
48
L’IDOLATRIA
Il primo comandamento condanna il
politeismo. Esige dall'uomo di non credere in
altri dèi che Dio, di non venerare altre
divinità
che
l'Unico.
La
Scrittura
costantemente richiama a questo rifiuto degli
idoli che sono "argento e oro, opera delle
mani dell'uomo", i quali "hanno bocca e non
parlano, hanno occhi e non vedono...".
49
L’IDOLATRIA
Questi
idoli
vani
rendono l'uomo vano:
"Sia come loro chi li
fabbrica e chiunque in
essi
confida"
(Sal
115,4-5;8)
50
L’IDOLATRIA
I fabbricatori di idoli sono tutti vanità e le
loro opere preziose non giovano a nulla; ma i
loro devoti non vedono né capiscono affatto
e perciò saranno coperti di vergogna. 10 Chi
fabbrica un dio e fonde un idolo senza
cercarne un vantaggio? 11 Ecco, tutti i suoi
seguaci saranno svergognati; gli stessi artefici
non sono che uomini. Si radunino pure e si
presentino tutti; saranno spaventati e confusi
insieme.
Is 44,9-20
51
L’IDOLATRIA
Dio, al contrario, è il "Dio
vivente" (Gs 3,10; Sal 42,3;
2112 ecc.), che fa vivere e
interviene nella storia.
52
IL PAPA CONTRO L’IDOLATRIA DEL
DENARO
Quante famiglie distrutte per il problema di soldi:
fratello contro fratello; padre contro figlio. È questo il
primo lavoro che fa questo atteggiamento dell’essere
attaccato ai soldi, distrugge! Quando una persona è
attaccata ai soldi, distrugge se stessa, distrugge la
famiglia! I soldi distruggono! Fanno questo, no? Ti
attaccano.
I soldi servono per portare avanti tante cose buone,
tanti lavori per sviluppare l’umanità, ma quando il tuo
cuore
è
attaccato
così,
ti
distrugge».
53
IL PAPA CONTRO L’IDOLATRIA DEL DENARO
La strada del denaro è contraria alla strada di Dio è una
stoltezza, ti porta lontano dalla vita, distrugge ogni
fraternità umana».
Il Signore ci insegna qual è il cammino: non è il cammino
della povertà per la povertà. No! È il cammino della
povertà come strumento, perché Dio sia Dio, perché Lui
sia l’unico Signore! No l’idolo d’oro! E tutti i beni che
abbiamo, il Signore ce li dà per fare andare avanti il
mondo, andare avanti l’umanità, per aiutare, per aiutare
gli altri. Rimanga oggi nel nostro cuore la Parola del
Signore: “Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni
cupidigia, perché anche se uno è nell’abbondanza, la sua
vita non dipende da ciò che egli possiede”».
54
IL PAPA CONTRO L’IDOLATRIA DEL DENARO
Dal denaro nascono mali come la vanità e
l'orgoglio. C'è qualcosa nell'atteggiamento di
amore verso il denaro che ci allontana da Dio.
Ci sono «tante malattie, tanti peccati, che
nascono dall'amore per il denaro. Ma Gesù su
questo sottolinea tanto. Infatti, l'avidità del
denaro è la radice di tutti i mali.
55
Ravasi su Famiglia Cristiana
Il primo comandamento è un atto di accusa
contro la moderna idolatria - potere, denaro,
lavoro disumano, sesso, sfruttamento. Dio ci
ricorda che questi che adoriamo sono vuoto,
nulla, cose che durano come la scia d'una
nave nel mare o come nuvola che si dissolve
al calore del sole (Sapienza 5,10-14).
56
L’IDOLATRIA
L'idolatria non concerne soltanto i falsi culti
del paganesimo. Rimane una costante
tentazione della fede. Consiste nel divinizzare
ciò che non è Dio. C'è idolatria quando
l'uomo onora e riverisce una creatura al
posto di Dio, si tratti degli dèi o dei demoni
(per esempio il satanismo), del potere, del
piacere, della razza, degli antenati, dello
Stato, del denaro, ecc. "Non potete servire a
Dio e a mammona", dice Gesù (Mt 6,24).
57
DIVINAZIONE E MAGIA
Dio può rivelare l'avvenire ai suoi profeti o ad
altri santi. Tuttavia il giusto atteggiamento
cristiano consiste nell'abbandonarsi con
fiducia nelle mani della Provvidenza per ciò
che concerne il futuro e a rifuggire da ogni
curiosità malsana a questo riguardo.
58
DIVINAZIONE E MAGIA
Tutte le forme di divinazione sono
da respingere: ricorso a Satana o ai
demoni, evocazione dei morti o
altre pratiche che a torto si ritiene
che "svelino" l'avvenire [Cf Dt
18,10; Ger 29,8 ].
59
DIVINAZIONE E MAGIA
Non si trovi in mezzo a te chi immola, facendoli passare
per il fuoco, il suo figlio o la sua figlia, né chi esercita la
divinazione o il sortilegio o l’augurio o la magia; né chi
faccia incantesimi, né chi consulti gli spiriti o gli indovini,
né chi interroghi i morti, perché chiunque fa queste
cose è in abominio al Signore; a causa di questi abomini,
il Signore tuo Dio sta per scacciare quelle nazioni
davanti a te. Tu sarai irreprensibile verso il Signore tuo
Dio, perché le nazioni, di cui tu vai ad occupare il paese,
ascoltano gli indovini e gli incantatori, ma quanto a te,
non così ti ha permesso il Signore tuo Dio.
60
DIVINAZIONE E MAGIA
La consultazione degli oroscopi, l'astrologia,
la chiromanzia, l'interpretazione dei presagi e
delle sorti, i fenomeni di veggenza, il ricorso
ai medium occultano una volontà di dominio
sul tempo, sulla storia ed infine sugli uomini
ed insieme un desiderio di rendersi propizie
le potenze nascoste. Sono in contraddizione
con l'onore e il rispetto, congiunto a timore
amante, che dobbiamo a Dio solo.
61
DIVINAZIONE E MAGIA
Tutte le pratiche di magia e di stregoneria con
le quali si pretende di sottomettere le potenze
occulte per porle al proprio servizio ed
ottenere un potere soprannaturale sul
prossimo - fosse anche per procurargli la salute
- sono gravemente contrarie alla virtù della
religione. Tali pratiche sono ancor più da
condannare quando si accompagnano ad una
intenzione di nuocere ad altri o quando in esse
si ricorre all'intervento dei demoni.
62
DIVINAZIONE E MAGIA
Anche portare gli amuleti è biasimevole. Lo
spiritismo spesso implica pratiche divinatorie o
magiche. Pure da esso la Chiesa mette in
guardia i fedeli. Il ricorso a pratiche mediche
dette
tradizionali
non
legittima
né
l'invocazione di potenze cattive, né lo
sfruttamento della credulità altrui.
63
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La prima parola - Parrocchia San Giacomo Maggiore