LA SPECIFICITA’ DEL TESTO
LETTERARIO
CHE COSA RENDE LETTERARIO UN
TESTO?
Concetto di letterarietà
(R. Jakobson, 1921)
• Il concetto di “letterarietà” implica che esista
all’interno dei testi letterari qualcosa che li
rende tali, distinguendoli da un testo legato
alla comunicazione ordinaria.

Prevalenza di valori connotativi
DENOTATIVO E CONNOTATIVO
• La linguistica distingue tra valore denotativo e
connotativo della parola: rientra nella
connotazione quella sorta di alone emotivo o
affettivo che accompagna la parola nella
percezione del lettore. Es.:“mancare” e “morire”
hanno uguale denotazione ma diversa
connotazione.
• I valori denotativi riguardano la sfera oggettiva,
quelli connotativi la sfera soggettiva.
AMBIGUITA’ E OPACITA’ NELLA
CONNOTAZIONE
• “Se il problema fosse quello di farsi capire non
scriveremmo poesia” (E. Montale)
Dalla soggettività deriva al linguaggio letterario
un carattere di opacità e ambiguità da cui, a
loro volta, derivano la possibilità di suggerire
associazioni, aprire agli spazi dell’imprevisto e
avviare processi intuitivi.
L’INTERPRETAZIONE
• Ambiguità e connotatività mettono in
evidenza la caratteristica fondamentale dei
testi letterari: la possibilità di rileggere
all’infinito i testi. Ogni singolo lettore (e ogni
generazione di lettori) è chiamato ad
un’interpretazione che conserva comunque
un forte tasso di arbitrarietà. I testi letterari
comunicano infinitamente, nel tempo e nello
spazio.
ALTRI “CONNOTATORI”
• Come connotatori possono essere intesi tutti
quegli elementi – FONICI, METRICI, RETORICI –
- RIGUARDANTI IL SUONO
- RIGUARDANTI IL METRO USATO
- RIGUARDANTI LE FIGURE RETORICHE
che “accompagnano” il discorso, aggiungendosi
alla semplice somma dei significati delle
singole parole e dei loro legami sintattici.
UN ESEMPIO
• Ma s’a conoscer la prima radice/del nostro
amor tu hai cotanto affetto,/dirò come colui
che piange e dice. (If., V, vv.124-126)
PARAFRASI:
“Ma se tu hai un desiderio così forte di
conoscere l’origine del nostro amore, parlerò
come fa chi piange mentre parla”
FUNZIONE “POETICA” (1)
• Il testo letterario è, al pari degli altri testi, un atto
comunicativo: prevede, secondo la teoria delle
funzioni di R. Jakobson, la presenza di un
emittente (chi parla), di un ricevente (chi
ascolta), di un messaggio (ciò che viene detto), di
un canale di comunicazione (ciò che permette
fisicamente il passaggio del messaggio), di un
codice (sistema di segni per capire il messaggio),
un contesto cui fare riferimento (l’ambito in cui
avviene la comunicazione).
FUNZIONE “POETICA” (2)
• Ai sei diversi fattori della comunicazione
ricordati
prima
(emittente,
ricevente,
messaggio, canale, codice, contesto), Jakobson
assegna diverse funzioni a seconda
dell’elemento su cui è incentrato il messaggio
FUNZIONE “POETICA” (3)
1. emittente  funzione emotiva
2. ricevente  funzione conativa
3. canale  funzione fatica
4. contesto  funzione referenziale
5. codice  funzione metalinguistica
E il messaggio?
FUNZIONE “POETICA” (4)
• Jakobson parla di funzione poetica quando
l’atto comunicativo è concentrato sul
messaggio stesso. In questo caso sono proprio
le parole che lo compongono ad acquistare la
massima significatività:

La letterarietà va cercata nelle complesse
operazioni di elaborazione che il messaggio
subisce.
Ritornando all’esempio…
• La parafrasi svolta non costituisce una semplice
modificazione della forma del testo, ma una vera
e propria perdita di informazioni, un
impoverimento del messaggio.
• Il fatto che in letteratura le parole trasmettano
informazioni anche attraverso un insieme
complesso di altri fattori, ha fatto intendere la
parola in letteratura come un ipersegno o segno
iconico, un segno che è nel contempo anche
immagine.
Un altro esempio (1)
• Nel mezzo del “cammin” di nostra vita:
- Cammin  metafora  “percorso”, “tragitto”
ma
ha anche una sostanza fonica (è bisillabo con
suoni consonantici nasali).
Diciamo dunque che ogni parola è costituita da
un significato e un significante (una concreta
materialità di suono)
Un altro esempio (2)
• Se noi parafrasiamo il verso precedente
Nel mezzo del percorso di nostra vita…
COSA CAMBIA??
1. Il ritmo (l’endecasillabo dantesco è a maiore)
2. Il suono (non c’è la successione delle nasali)
QUINDI
IPERSEGNO O SEGNO ICONICO
Il verso parafrasato è un’altra cosa non per
quello che dice, ma per quello che “appare”, e
quell’apparire non segnala solo una differenza
formale, ma – come abbiamo visto – una
differenza di senso e di capacità di
comunicazione.
IL LETTERARIO COME SISTEMA
• “Prendi la destra, poi svolta a sinistra” – la
misura e struttura ritmica sono casuali
INVECE
nel testo letterario le scelte indicano una
particolare strategia compositiva, secondo
anche particolari convenzioni letterarie. La
letteratura infatti è convenzionale, un sistema
di istituti: regole più o meno rigide con cui gli
scrittori si sono sempre misurati.
Letteratura come sistema secondario
• La letteratura è sistema secondario costruito
su quel sistema primario che è la lingua
naturale (l’italiano, il francese, lo spagnolo
etc.). De Saussure, grande linguista dell’inizio
del ‘900, distingueva tra langue e parole:
– Langue  il sistema della lingua, materiale per
un gioco virtualmente infinito di combinazioni
– Parole  un prodotto storicamente concluso, i
particolari lessico e sintassi dello scrittore.
IL LETTORE COMPETENTE
La lingua della letteratura è un codice
particolarmente complesso in cui si incrociano
fattori molteplici: fonologici, metrici, retorici,
tematici. L’autore costruisce il messaggio
utilizzando tale codice, così il lettore è
chiamato a possedere delle competenze che
gli consentano di cogliere il valore
comunicativo di quel codice complesso.
IL GENERE LETTERARIO
Il lettore trae un certo orientamento di lettura
dall’indicazione di appartenenza dell’opera ad
un genere (poema, romanzo, tragedia) o a un
particolare sottogenere (romanzo storico o
epistolare,poema eroico o cavalleresco).
Parlando di generi letterari senza considerarli
in un’ottica storica è impossibile. Il sistema dei
generi non costituisce qualcosa di immobile e
assoluto ma è soggetto all’evoluzione prodotta
dall’apporto delle singole opere.
DAL GENERE ALL’INTERSTESTUALITA’
La riflessione sui generi letterari rivela come
l’opera letteraria non viva isolata nella
letteratura, ma si ponga in relazione con altre
opere. Ogni opera letteraria è in dialogo…
L’intertestualità costituisce un aspetto
rilevante del carattere di sistema che ha come
referenti oggetti del mondo e al contempo
anche se stessa. OGNI OPERA LETTERARIA SI
INNESTA SU UNA TRADIZIONE.
TRADIZIONE  TRADITIO
• DUE QUESTIONI:
–1. Come ci arrivano i testi?
–2. Cenni di filologia
CENNI DI FILOLOGIA – Una premessa
Se - come visto - ogni elemento del discorso
letterario è semantizzato, cioè contribuisce
alla formazione del significato, ne consegue
l’impossibilità di mutare la forma del testo
senza che il suo senso complessivo venga
modificato o impoverito. Anche da questo
punto di vista si spiega l’importanza della
filologia.
CENNI DI FILOLOGIA – Una definizione
La filologia è la disciplina che si preoccupa che il
testo venga offerto ai lettori in maniera
corretta, cioè nella forma più vicina possibile a
quella uscita dalla penna dello scrittore.
3 CONCETTI FILOLOGICI
IMPRESCINDIBILI
• ORIGINALE  l’opera nella sua forma definitiva. Di un testo
possono esistere diverse edizioni (per es. dell’Orlando
Furioso, Ariosto ha curato 3 edizioni. Quella del 1532 è
l’originale, il testo approvato per ultimo dall’autore.
• AUTOGRAFO  un esemplare di testo (per es. un
manoscritto) redatto e curato personalmente dall’autore.
• VARIANTE D’AUTORE  le modifiche apportate dallo
scrittore ad uno stesso testo. È importante la riflessione
sulle varianti perché permette di entrare nel meccanismo di
costruzione dell’opera stessa, fa luce su criteri,
intendimenti, preferenze di un autore.
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