Un possibile approccio (neuropsicologico) allo studio della coscienza …if we did not have phenomenal experience we would have no concept of consciousness at all. (Marcel, 1988); esperienza fenomenica e coscienza (o consapevolezza) non sono sinonimi ma vengono spesso usati come tali; Coscienza, attenzione, conoscenza (implicita o esplicita), consapevolezza sono spesso confusi come la stessa cosa; Ma la coscienza può essere oggetto di studio da un punto di vista scientifico, cioè al di fuori di un punto di vista soggettivo di tipo introspettivo (che si presenta come la posizione più naturale, vista la facoltà innata della mente di utilizzare se stessa come oggetto di attenzione attraverso l’introspezione?) L’Uomo Omerico senza Io, Inconsapevole della sua Consapevolezza • ...il cuore è ansioso di battersi... • ...la discordia gira per l’accampamento... ? L’origine del cammino che porta alla metafora moderna dell’’Interiorità della Mente’ Superiore (Verità) (Mondo delle Idee) Platone (427-347a.c.) Inferiore (Mondo sensibile) (Sensazioni) Interiore (Io) Agostino (354-430d.c.) Cartesio: Autonomia (1633) del Mentale Esteriore (Mondo sensibile) La Questione Ontologica della Natura degli Stati Mentali • La rivoluzione dualista di Cartesio (1596-1650) Res Cogitans: Res Extensa: *non soggetta a leggi fisiche: è il mondo del pensiero. • Le Risposte del Pensiero FilosoficoScientifico Moderno: le “Personalità Multiple”della Mente *soggetta a leggi fisiche: è il mondo della natura, del cervello. La ghiandola pineale Brentano (1874) e Wundt (1879): nasce la Psicologia Scientifica: i concetti di Intenzionalità e Introspezionismo. …la coscienza (consciousness) può essere oggetto di studio scientifico? SI se si assume un punto di vista che la considera in termini di INFORMATION PROCESSING. In qs senso rimane esclusa dall’indagine scientifica l’esperienza fenomenica, intesa come un contenuto soggettivo della coscienza che non è accessibile da parte di un osservatore estrerno; Qs punto di vista permette un approccio sperimentale che insiste sulle DISSOCIAZIONI fra stati diversi della coscienza (es. dissociazioni interne all’anosognosia per la malattia); Questi stati sono riconducibili a fasi diverse dell’ information processing che porta allo stato di coscienza un certo stimolo …ma in che senso si può parlare di information processing riguardo la coscienza? In senso neuroscientifico e funzionalista perché entrambi questi approcci possono fornire risposte riguardo -al tipo di information processing che è richiesto perché uno stimolo raggiunga il livello della coscienza (o consapevolezza); -al modo in cui questo tipo di elaborazione (processing) è implementata nel sistema nervoso centrale o in un sistema artificiale (tenendo presente i limiti di qs sistema, che non saprà mai ‘what is like to be a conscious being’ (Nagel, 1974)) ; ‘What is like to be a Shark?’ Mary E’ un ‘organismo cosciente’? Ha senso parlare di una struttura spaziale della coscienza? -si perchè tutto ciò che è esperito, di provenienza esogena (percezione) o endogena (immaginazione) è localizzato in uno spazio circoscritto, sia esso lo spazio esterno (fisico) o quello interno (il SNC), ed ogni rappresentazione mentale (della realtà o immaginifica) ha la proprietà di essere accessibile alla coscienza; -’…sembra perfettamente legittimo chiedersi non solo a) se e come la coscienza sia distribuita all’interno di un circuito nervoso esteso, ma anche b) se e come le proprietà spaziali di quello che è rappresentato a livello consapevole sono conservate nelle proprietà spaziali del sistema rappresentante’ (Bisiach, 1999) a) Esempi di dissociazioni nel livello di consapevolezza con pazienti cerebrolesi usando risposte in diverse modalità sensoriali a stimoli uguali (ipnosi, blidsight, anosognosia); -b) questione del rapporto analogico tra spazio esterno ed interno; Il caso del neglect come caso prototipico: Neglect visuospaziale e ipocinetico per lesioni posteriori e anteriori Ha senso parlare di una struttura temporale della coscienza? -l’esperimento di Libet (1979) e il caso del pz FS di Bisiach et al., 1895); -la coscienza ha una struttura temporale diacronica: non è un fenomeno tutto-nulla ma è un processo distribuito nel tempo (oltre che nello spazio); -queste caratteristiche della coscienza la rendono suscettibile di essere oggetto di una teoria neurologica; -In qs senso la coscienza di uno stimolo (=elaborazione coonsapevole di uno stimolo) si può considerare come una proprietà emergente dall’attività elettrica di reti neuronali molto estese attivate da un particolare stimolo esterno o interno (Kinsbourne, 1992; Bisiach, 1993); -Un modello alternativo è quello proposto da Gray (1995) sulla base di studi su pazienti schizofrenici: -La consapevolezza (nel senso di esperienza fenomenica) di un evento interno o esterno sarebbe il risultato di un confronto fra un percetto interno generato da un sistema predittore-comparatore di eventi –neurologicamente definito- con un percetto esterno e della valutazione del livello di coincidenza tra i due; -Tuttavia non esistono prove neurologiche convincenti a sostegno del fatto che una lesione alle strutture indicate da Gray come sede di questo ‘comparatore di eventi’ elimini l’esperienza fenomenica degli eventi; In conclusione… -esperienza fenomenica, attenzione, e consapevolezza in termini di information processing devono essere distinti; -ogni spiegazione della coscienza non può prescindere dalle componenti neurologiche la cui attività produce il fenomeno della consapevolezza; -in questo senso la coscienza ha una struttura spazio-temporale; la componente spaziale non ha una localizzazione cerebrale precisa, bensì è distribuita; -il mondo esterno è rappresentato in quello interno secondo principi analogici; Questioni aperte: Esistono differenze a livello neurologico tra percezioni consapevoli e inconsapevoli di un evento esterno? Qual è il livello di elaborazione sensoriale minimo perché un processo nervoso attivato da uno stimolo esterno o interno sia caratterizzato dall’attributo della consapevolezza? Indicazioni Bibliografiche • Michele di Francesco, Introduzione alla filosofia della Mente, NIS, 1996. • Tim Shallice, Neuropsicologia e struttura della Mente, Il Mulino, 1990. • G.Giorello & P.Strata (a cura di), L’Automa spirituale, Laterza, 1991. • G.M.Edelman, Sulla Materia della Mente, Adelphi, 1993. • J.A. Fodor, La Mente Modulare, Il Mulino, 1988. • E.Bisiach, The neuropsychological approach to consciousness, in Handbook of clinical and Experimental Neuropsychology, G.Denes & L.Pizzamiglio (Eds.), Psychology Press, 1999, Hove, U.K., pp. 671-685.