Relatore: Mirco Zioni
Nacque in Australia come “PERMACOLTURA” poichè i suoi concetti furono
strettamente legati all’ambito agronomico. Le fondamenta della P. hanno
radici nell’esperienza di Masanobu Fukuoka originario del Jappone.
Successivamente, ci si accorse che i principi basilari della P. potevano essere
applicati più genericamente ad ogni contesto umano, allo scopo di poter
preservare l’ambiente in cui viviamo.
Perciò i suoi concetti vennero allargati, da Mollison e Holmgren, che
coniarono il nuovo termine di “PERMACULTURA”, inteso come:
CULTURA DELLA PERMANENZA
La chiave di lettura diventa perciò:
attuare tutte quelle azioni/non azioni che, agendo in SISTEMI, hanno
lo scopo di ricreare/preservare i normali cicli della natura. Poichè ciò
che è CICLICO, è in equilibrio, sostenibile e PERMANENTE.
19/02/2011
Introduzione alla Permacultura
2
Dai concetti basilari della Permacultura, sono nati:
• Cultura della Transizione
• Movimento per la Decrescita Felice
• Agricoltura Sinergica
•.....
C’è un nuovo fermento culturale, in crescita lenta ma costante ed esponenziale,
che lavora in sordina, in attesa di emergere raggiunta la propria massa critica....
Non sono persone che protestano... Bensì persone che cominciano a cambiare i
propri stili di vita in questa direzione.
In permacultura si dice “INIZIA TU STESSO, DALLA TUA ABITAZIONE”, perchè si è
più abituati e confidenti nei risultati. Iniziare dall’ambiente che più si conosce.
Introduzione alla Permacultura
19/02/2011
3
Per capire di cosa stiamo parlando è necessario prima sapere che:
• E’ prima di tutto: PROGETTAZIONE
• La progettazione ha lo scopo di ristabilire e/o preservare SISTEMI
• E’ ECOCENTRICA (anche se alcuni testi la definiscono antropocentrica.
Specialmente nel Regno Unito. Ma questo non deve fuorviare poichè si tratta
di un atropocentrismo in senso lato, circoscritto nelle regole
dell’ecocentrismo)
• Non “EVOLVE” (le risposte sono a nostra disposizione in attesa di essere
scoperte)
• Non serve troppa teoria, perchè il nostro primo insegnante è Madre Natura
• Lavora sempre secondo principi etici
• E’ SEMPLICE
• Studia processi OLISTICI
• Irrobustisce i SISTEMI rendendoli più RESILIENTI. L’uomo che applica i suoi
principi, diventa anch’esso RESILIENTE in sinergia con il suo ambiente
• Usa la miglior fonte di energia rinnovabile: l’INTELLIGENZA UMANA
• Permette di riappropriarci della nostra sovranità alimentare, energetica,
monetaria...
Introduzione alla Permacultura
19/02/2011
4
Parlare in modo SEMPLICE, perchè la natura E’ semplice.
La semplicità aiuta l’interlocutore ad avvicinarsi con più
entusiasmo a questi concetti.
Le cose di cui necessitiamo sono semplici, addirittura BANALI.
Fateci caso, le cose semplici fanno vibrare il nostro essere,
permeano in fretta, fanno vibrare la nostra anima.
Le crisi ci fanno tornare a pensare alle cose semplici, essenziali.
Quindi servono a farci tornare esseri umani e a renderci quella
consapevolezza di esistere per uno scopo ben preciso: essere
animali sociali traendo gioia dalla preservazione dell’ambiente
che ci circonda.
Introduzione alla Permacultura
19/02/2011
5
I 3 principi etici:
• Prendersi cura della terra (ecocentrismo)
• Prendersi cura dell’uomo (antropocentrismo)
• Condividere le risorse (altruismo)
Una sola regola fondamentale:
• RESPONSABILITA’
3 principi + 1 regola = PERMACULTURA
Se uno di questi viene meno, non possiamo chiamarla
come tale
Introduzione alla Permacultura
19/02/2011
6
• COOPERAZIONE
• SOSTENIBILITA’
• FELICITA’ (bisogna divertirsi nell’applicarla)
Introduzione alla Permacultura
19/02/2011
7
La P. e’ una scienza applicata ai SISTEMI.
Parlando di permacultura, non discutiamo solo di tecniche agronomiche, bensi possiamo
applicare questi concetti a tutti gli ambienti che conosciamo. Dal proprio ufficio, al proprio
appartamento, all’officina meccanica nella quale lavoriamo. Si tratta di un cambio di
paradigma culturale, non di nozioni da seguire alla lettera. Tenendo presente questo principio,
possiamo affermare che:
Un SISTEMA è un’area (di dimensioni definite) nel quale
esistono regole e interazioni ben specifiche, basate su
flussi energetici, poiche tutto è energia, compresa la
materia.
Quando l’uomo interviene in un sistema, apporta comunque cambiamenti. Sta nella nostra
responsabilità capire se quel sistema ha conservato un suo equilibrio, o se tocca a noi cercare
di ristabilirlo. Quello che dobbiamo fare è CAPIRE quale esso sia, affinchè la nostra IMPRONTA
non vada a corromperne la stabilità, ma prendendo solo quella parte di energia che ci spetta.
Conoscete la teoria di Gaia? Parla del sistema su grande scala, il PIANETA TERRA come unico
sistema.
PIU UN SISTEMA E’ PICCOLO, MENO E’ ENERGIVORO. SOLO LA NATURA SA AMMINISTRARE BENE I
GRANDI SISTEMI. L’UOMO DEVE LIMITARSI AI SISTEMI PICCOLI.
Introduzione alla Permacultura
19/02/2011
8
Un flusso energetico è rappresentato da una fonte di energia che viaggia in una
specifica DIREZIONE.
Un SISTEMA possiede insitamente una serie di flussi energetici. Alcuni sono ben
visibili (una cascata d’acqua, il vento, il sole...), altri sono più latenti o sono
dormienti o ancora, possono essere stati compromessi dal passaggio dell’uomo.
• La natura lavora sempre con flussi energetici CICLICI (tipici delle fonti
rinnovabili)
• L’uomo tende ad utilizzare flussi LINEARI (tipici delle fonti fossili e
comunque non rinnovabili)
Se ci si vuole veramente avvicinare alla P., dobbiamo comprendere a fondo
questa cosa. La progettazione in P. si basa proprio sul disegno di questi flussi ed
eventuale sinergia fra essi.
Avete mai pensato al flusso energetico di un POLLAIO?
Introduzione alla Permacultura
19/02/2011
9
Quando si progetta, bisogna partire dal concetto di RESPONSABILITA’ ,
redigendo veri e propri BILANCI ENERGETICI. Si inizia ragionando sulla quantità
di energia che sfrutteremo (in qualunque forma essa sia), per poi reintegrarla.
Il progetto è di buona qualità quando riusciamo, attraverso un approccio
OLISTICO, a reintegrare più energia di quella che consumiamo.
Attualmente, l’industria, l’agricoltura, il commercio... Producono 10 volte tanto
quello di cui necessitiamo per vivere. Lo scopo di questa extra-produzione è
creare ECCEDENZE da utilizzare come vere e proprie ARMI sui mercati
finanziari e destabilizzare la democrazia in favore delle grosse multinazionali.
Esse profittano su questi enormi capitali, sfruttando selvaggiamente le risorse
non rinnovabili, per poi spostarsi su altre aree lasciando alle loro spalle scie di
sterilità e distruzione. NIENTE RESPONSABILITA’.
Inoltre, le materie prodotte in tal modo, richiedono velocità ed immissioni
nell’ambiente di enormi quantità di energia (combustibili, concimazione
chimica, investimenti finanziari che sono da considerarsi anch’essi fonti
energetiche). I prodotti che ne derivano, non possono che essere di SCARSA
QUALITA’ e addirittura NOCIVI.
Solo un animale adottava questo approccio oltre noi. IL DINOSAURO. E si sa
che fine ha fatto.
Introduzione alla Permacultura
19/02/2011
10
Ad ogni immissione di energia in un sistema, ne deriva una
reazione.
Più è l’energia immessa in breve tempo, maggiore e violenta
sarà la risposta che scaturisce dal nostro sistema.
La Natura risponde con maggior violenza ove sia stato introdotto nel suo
ambiente un quantitativo eccessivo di energia al quale essa non riesce a far
fronte. E’ un processo che può essere definito “metabolico”, poichè tutto ciò che
non può essere metabolizzato, viene rigettato provocando nefaste reazioni.
Si basti pensare all’energia consumata per disboscare una grande area
montuosa. La risposta è la frana.
E ancora, l’immissione massiva di concimi chimici nel terreno, accelera i
processi di crescita delle piante, che a loro volta consumeranno la maggior
parte della materia organica. La risposta è la progressiva sterilità di quel terreno
e l’attrazione massiva di parassiti che si vedono servito su un piatto d’argento
una grande quantità di cibo.
La natura, se lasciata indisturbata, dosa molto bene l’energia, lavora
lentamente, produce in qualità. Dobbiamo imparare ad osservarla e copiarla
Introduzione alla Permacultura
19/02/2011
11
Si definisce come SCALARE, qualsiasi processo produttivo che da
àdito ad una produzione equilibrata e duratura nel tempo.
In permacultura dobbiamo tenere ben presente questo concetto, perchè il
contrario di un approccio scalare, è rappresentato dalle MODE, dal
CONSUMISMO SFRENATO, dalla EXTRA PRODUZIONE... Dalla FRETTA di fare
profitto in breve tempo.
Se vogliamo che il nostro progetto sia innanzitutto etico deve produrre in
ottica SCALARE.
Vi vengono in mente esempi di scalarità applicata
all’agricoltura o ad altri settori?
Introduzione alla Permacultura
19/02/2011
12
I maggiori contestatori della P. portano in loro favore il concetto di
RESISTENZA delle nuove specie di piante incrociate dagli scienziati o
addirittura OGM.
La risposta della P. e’ abbastanza semplice:
La resistenza è una capacità che viene INDOTTA nelle piante
attraverso processi chimici o condizionamenti ambientali, o ancora
varietà selezionate appositamente, e che quindi richiede un grosso
dispendio di energia, senza considerare la quantità di residui chimici
che poi andiamo ad ingerire. Quindi il bilancio energetico è
negativo, anche se va a favore di quello economico. Ma in ogni caso
sono piante meno nutritive, perchè crescono molto in fretta.
La P. Incentiva quelle RESILIENTI, che sono quelle specie che si sono
perfettamente adattate negli anni a vivere in un determinato sistema
e che per questa ragione, crescono in armonia facendo fronte
“NATURALMENTE” alle avversità senza bisogno di apporti energetici
dall’esterno. (bilancio energetico positivo)
Introduzione alla Permacultura
19/02/2011
13
Lo sbaglio che si fa spesso al giorno d’oggi, consiste nel voler
produrre la stessa coltura su terreni di tipo diverso, con diversi climi e
a diverse latitudini, eliminando così la biodiversità che la natura ha
creato in milioni di anni. Se la natura ha selezionato certi tipi di piante
e animali, in determinati ambienti, ha sempre avuto il suo logico
motivo.
Per attuare questo “appiattimento” colturale, è richiesta molta
energia in termini di prodotti chimici di sintesi. Queste piante, senza
questi prodotti, non sopravviverebbero e ne divengono quindi
DIPENDENTI. La stessa dipendenza la raggiunge lo stesso SISTEMA.
Una volta che il nostro sistema risulta “DROGATO”, saremo sempre più
dipendenti da queste dispendiose risorse e serviranno anni per
disintossicarci. La terra si comporta esattamente come il nostro
organismo.
La missione consiste nel recupero di varietà antiche che rischiano la
totale estinzione.
Introduzione alla Permacultura
19/02/2011
14
Progettare in P. e’ semplice ma diventa difficile quanto più cerchiamo di
opporci alla natura. Un progetto può fallire facilmente se una di queste
condizioni viene meno:
• Ovviamente deve essere ambientalmente sostenibile, ma lo deve essere anche
ECONOMICAMENTE.
• Si progetta partendo dai FLUSSI ENERGETICI. Più energia apportiamo dall’esterno,
e meno diventiamo resilienti. Meno siamo resilienti, più rischiamo il fallimento
dell’intero progetto
• Un SISTEMA che non possiede importanti fonti energetiche proprie, è destinato a
fallire
• Adattare l’uomo all’ambiente in cui si appresta a vivere e non vice-versa
• Economizzare al massimo il dispendio di energie. Incentiva i processi e ci fa
vivere con meno sforzi. (oggi le persone pensano sia esattamente il contrario,
perchè viviamo in un mondo rovesciato)
•Bisogna COPIARE la natura
Introduzione alla Permacultura
19/02/2011
15
Proveniamo tutti dall’ambiente CONTADINO.
All’inizio del secolo, la maggior parte dei nostri avi, lo era. E’ sufficiente
osservare l’architettura che ci circonda.
Poi l’uomo ha deciso più o meno velocemente di cambiare stile di vita,
e quelli che sono rimasti nelle campagne sono divenuti AGRICOLTORI.
L’AGRICOLTORE è una figura fortemente dipendente da:
• Meccanizzazione e quindi: MONOCOLTURE (agricoltura estensiva)
• Chimica e combustibili fossili
• Estrema specializzazione
• Incentivi finanziari (contributi P.A.C., assicurazioni...)
• Individualismo spinto dalle lobbies
• Grande distribuzione
Il CONTADINO:
• Ha studiato con la pratica il proprio territorio, promuovendone la biodiversità e tramandando oralmente i suoi saperi
• Grande collaboratore (si aiutavano l’un l’altro, condividendo..)
• Despecializzazione (un contadino sapeva fare un po’ di tutto)
• Agricoltura INTENSIVA e quindi più colture per minor superficie
• Sapeva che la sua terra doveva essere preservata (“Figlio, un giorno tutto
questo sarà tuo”).
Introduzione alla Permacultura
19/02/2011
16
La permacultura non deve essere un privilegio di pochi...
Si possono fare innumerevoli esempi per dimostrare come si può agire
anche senza essere in proprietari di una grossa azienda agricola.
• Prestando manodopera in cambio di merce.
• Iniziando a coltivare il proprio giardino trasformandolo in orto urbano
(il prato all’inglese è anti-permaculturale)
• Trasformando il proprio balcone in una piccola jungla
• Informandosi e facendo gruppo con persone che hanno lo stesso
interesse, per prendere in comodato d’uso o in affitto piccoli
appezzamenti di terreno
• ....
Introduzione alla Permacultura
19/02/2011
17
1. Tutto influenza tutto
2. Lavora CON, mai CONTRO
3. Nessun intervento (la natura interviene da sola)
4. Il PROBLEMA è la SOLUZIONE
5. Inizia da casa tua e da lì vai oltre
6. Lavora dove è EFFICACE (inutile accanirsi)
7. COOPERAZIONE non COMPETIZIONE
8. RENDIMENTO non limitato
Introduzione alla Permacultura
19/02/2011
18
Introduzione alla Permacultura
19/02/2011
19
Masanobu Fukuoka
Semina con Palline d’argilla
Pacciamatura Naturale
Introduzione alla Permacultura
19/02/2011
20
AGRI-BUSINESS:
Chi guadagna:
• Chimici
• Lobbies Farmaceutiche
• Lobbies Sementi
• Lobbies produzioni meccaniche
Chi perde:
• Ambiente
• Terreni
• Agricoltori
• Consumatori
PERMACULTURA:
L’esatto contrario
Introduzione alla Permacultura
19/02/2011
21
Masanobu Fukuoka dimostrò a chi lo contrastava, che poteva produrre quantità di riso in
competizione con l’agricoltura moderna, ma con meno sforzo e nel rispetto dell’ambiente.
Prima di iniziare a progettare, bisogna capire cosa quel terreno è predisposto a
produrre, osservando nello specifico alcuni elementi fondamentali:
• esposizione
• piante pre-esistenti (più varietà è sintomo di maggior equilibrio e fertilità)
• luminosità
• vento
• risorse idriche
• piovosità della zona
• struttura del terreno
• presenza di sostanza organica decomposta
• temperatura
• ...
Per fare ciò, è necessario osservare il nostro SISTEMA per un anno, osservando
l’alternanza delle stagioni e gli effetti che hanno sull’ambiente.
Introduzione alla Permacultura
19/02/2011
22
La prima fase di un progetto consiste nel realizzare una mappatura dell’intero
sistema sul quale vogliamo lavorare. La cartografia ufficiale non è sufficiente
perchè non ci fornisce alcuni elementi fondamentali quali sensazioni, odori,
sensibilità.
Una considerazione: IL DISORDINE (per come lo concepiamo) è L’ORDINE DELLA
NATURA
Sulla nostra MAPPA dovremo annotare ogni cosa che ci possa tornare utile ai fini
della progettualità di ogni singolo aspetto. Annoteremo quindi:
• tipi di piante
• tipo di terreno
• clima
• risorse idriche
• vento
• esposizione
• pendenze
• sensazioni
• ....
Introduzione alla Permacultura
19/02/2011
23
Fatta la mappatura, si inizierà a dividere in 5 zone concentriche (anche irregolari)
il nostro sistema, mettendo al centro l’uomo e la sua abitazione. Per tracciare
le zone dobbiamo valutare 2 soli criteri:
1. Facilità di accesso e distanza
2. Controllo
Quindi, in una scala di valori, assegnare dei punteggi per ogni attività che si
desidera creare tenendo presenti i due criteri sopra citati (1 e 2). I punteggi
che ne derivano serviranno a collocare in ciascuna zona le attività che si
desidera svolgere.
Tanto più un’attività richiede accessibilità(1) e controllo(2), tanto più la zona
ideale sarà quella vicina all’abitazione. La zona 5 deve essere lasciata alla
natura e quindi non deve essere disturbata. Serve al passaggio di animali, ad
ospitare insetti, biodiversità in genere. E’ il tributo che l’uomo lascia a Madre
Natura per lasciare in equilibrio l’ambiente circostante. Al contrario di quello
che si può pensare, la zona 5 è la più importante di tutte, perchè è terreno
fertile per l’OSSERVATORE.
Introduzione alla Permacultura
19/02/2011
24
Esempi:
ZONA 1: orto, magazzino attrezzi, stenditoio, gazebo...
ZONA 2: pollaio, piccoli allevamenti animali, stagno, piccoli alberi da
frutto...
ZONA 3: grandi frutteti, allevamento di grossi animali...
ZONA 4: pascoli, bosco ceduo...
ZONA 5: incontaminata e selvaggia
Introduzione alla Permacultura
19/02/2011
25
Introduzione alla Permacultura
19/02/2011
26
Un terreno si può valutare anche senza operare un’analisi
chimico/strutturale di laboratorio. Si ricorre a questa costosa pratica,
solo quando uno dei seguenti principi non è rispettato.
• La terra che “profuma” è generalmente di buona qualità. Deve avere un odore
di sottobosco, non deve avere odore sterile o “cattivo” (valutazione olfattiva)
• Il terreno più versatile ha un buon equilibrio tra argilla e sabbia. Toccandola
deve sgretolarsi, ma non completamente (valutazione tattile)
• Il terreno che presenta molta biodiversità naturale è un terreno equilibrato
(valutazione visiva)
• Capacità di permeazione all’acqua. Provare, in piano, a gettare un secchio
d’acqua e valutare quanto tempo ci mette ad assorbirla (valutazione oggettiva)
Introduzione alla Permacultura
19/02/2011
27
La pacciamatura naturale è una pratica che la natura applica da sempre.
Essa ricopre il terreno di materiale organico. Tale materia è composta da
fogliame, fieno o paglia, corteccia, frutti caduti, semi, fiori.... Tutto ciò che
naturalmente cade sul terreno.
In Permacultura si usa la pacciamatura naturale perchè è un ottimo modo per
imitare la natura. Non si è dovuto studiarlo in laboratorio. Si è semplicemente
osservato l’ambiente circostante.
• Restituisce al terreno la materia organica che gli è stata tolta con la
raccolta
• I composti organici, quando si decompongono, liberano l’energia
che avevano accumulato, restituendola al terreno sottoforma di
calore, molecole organiche, micro e macro elementi
• Protegge il terreno dagli sbalzi termici
• Impedisce l’evaporazione eccessiva dell’acqua
• Reintegrando materia organica, rende il terreno più soffice e
arieggiato, oltre che più ricco di elementi nutritivi
• Negli anni va a costituire un vero substrato chiamato “pelle” che
rende quel terreno molto più RESILIENTE
Introduzione alla Permacultura
19/02/2011
28
In Permacultura andiamo a promuovere elementi che abbiano
almeno 3 tipi di utilità diverse
Evitiamo perciò di incentivare dispendi di energia su elementi che
abbiano un solo scopo
Un buon esempio è rappresentato dall’allevamento dei polli (slide
successiva).
Anche la pacciamatura ha in se numerosi scopi (nutrire,
proteggere, evitare l’evaporazione eccessiva, regolare la
temperatura,...)
Introduzione alla Permacultura
19/02/2011
29
Introduzione alla Permacultura
19/02/2011
30
Introduzione alla Permacultura
19/02/2011
31
Scarica

PERMACULTURA