Da Keynes a don Milani….
“Le non autosufficienze di
fronte alle crisi”
Forum sulla Non Autosufficienza
La non autosufficienza vista da Sud
Massimo Campedelli
Bari 18 aprile 2012
Lec.negrisud/wiss.sant’anna
htpp://lec.negrisud.it
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Indice
I.
II.
III.
IV.
Lo sviluppo interrogato dalle n.a.
Le n.a. cambiano “il mondo”
Le n.a. come fattori/sfide …
Si “fa presto” a parlare di disuguaglianze e
crisi
V. Come reagire?
VI. Riconoscere le crisi … per non subire la crisi
VII. Che fare? Riappropriarsi del diritto alla ricerca ,
ovvero di parola
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Lo sviluppo (umano) interrogato dalle
n.a. …
“Tutte le nazioni sono paesi in via di sviluppo, nel senso che
racchiudono problemi di sviluppo umano e lotte per la qualità della
vita pienamente adeguata e per una giustizia minima” (Nussbaum
2012)
Una declinazione:
• I diritti di vita – la salute - non sono divisibili. Le malattie, le vecchie
e nuove povertà, le cronicità subite, l’abbandono educativo, che
spesso teniamo fortemente separate, sono in realtà solo facce
diverse di "violazioni" più o meno evitabili.
• Sviluppo umano significa prima di tutto ridare “capacità di parola
alle persone”, riconoscendo le differenze e le disuguaglianze che essi
vivono; per renderli visibili a sé stessi e agli altri; affinché possano
esercitare un diritto effettivo di parola; e per metterli in grado di
narrare la propria storia quando sono impossibilitati a fruire
dell’autonomia della vita
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Le tante forme di n.a. pongono quindi
problemi di sviluppo umano, qualità della
vita, giustizia minima, in un tempo di
disuguaglianze crescenti? Si, certo.
Come rendere meno generica/scontata una
risposta a questa domanda?
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Le n.a. cambiano “il mondo”

Una delle ultime ricerche (di politica pubblica) sul tema:
“A livello UE, negli ultimi vent’anni si è assistito ad una
riorganizzazione sociale della n.a. .. e a una conseguente
ristrutturazione dei sistemi di welfare” (Ranci, Pavolini 2011)
…… Per l’Italia il riferimento è dalla Commissione Onofri
(1997) in poi…

Per ristrutturazione i Nostri intendono la tendenza ad
un“doppio adattamento”, problematico (in tempi di riduzione
della copertura garantita) e contraddittorio (tra retoriche e
prassi), nonché differenziato (tra i paesi UE e tra regioni):

tra universalismo e compartecipazione alla spesa;

di inclusione nelle strategie pubbliche del sistema di cura
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informale .
Le n.a. come fattori/sfide ..
 – la disabilità e il lavoro di cura - di ripensamento “politico morale” di una
collettività e di ridefinizione della concezione della “virilità” alla luce delle
disuguaglianze nel lavoro di cura (Nussbaum 2007, 2012)
 per la/di ridefinizione delle relazioni e funzioni familiari (Istat 2011;
Sabbatini 2012)
 per la medicina (cura delle polipatologie) e la farmacologia (prevenzione
della degenerazione neuronale) (Garattini 2011), ma anche per le loro
finte certezze (prevenzione, diagnosi, terapia) (Lepore 2011)
 per la “medicalizzazione” della epidemiologia (caregiving come
moltitudini di invisibili, come no-man’s-land della medicina) (Tognoni
2011)
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 per le interconnessioni paradossali (secondo le teorie dello
sviluppo) della globalizzazione del mercato del lavoro di cura
(il costo relativo delle economie povere applicato nelle
economie ricche per contenere i costi crescenti del welfare e
per accumulare risorse – rimesse – nelle economie povere per
favorire la crescita economica) (Sen 2000)
 di “trans-istituzionalizzazione” (neo-istituzionalizzazione
territoriale) e/o di “istituzionalizzazione farmacologica”
(Rotelli 2008)
 di “tecnologizzazione” della/per la autonomia personale
nella vita quotidiana (ambient assisted living; e-inclusion)
(Cavallo e aii 2011)
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 di
denuncia
della
inadeguatezza
politico-istituzionale
(lea/lep/lessna? piano nazionale? ) (Cerrito e aii 2011; MC Guerra
2012);
 della differenziazione, ambigua (tra retoriche e pratiche) e
“contorta” (rescaling), legata alla federalizzazione del welfare nel
nostro Paese (Kazepov 2011)
 di forme innovative (non solo particolaristico-categoriale) di
advocacy coalition (Costa 2011)
 per le asimmetrie tra sociale e sanitario e della faticosa e
contraddittoria conformazione di un (sotto) sistema sociosanitario
integrato
 di ricerca e innovazione nei modelli di intervento sanitario e
sociosanitario (Maciocco 2011)
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 di crescita delle forme di autorganizzazione (imprenditoria
familiare diffusa) (Gori 2010) e di secondo welfare (fondi
integrativi contrattuali) (AA.VV. 2012)
 di crescita della domanda di conciliazione famiglia/lavoro
(AA.VV.2011)
 di nuovi profili di tutela giuridica (amministratore di
sostegno)
quindi, le n.a. : … fattori/sfide di cambiamento che
promuovono o ostacolano quella esigenza di
sviluppo umano, qualità della vita, giustizia minima
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Si “fa presto” a parlare di disuguaglianze e di
crisi …
• In generale, le evidenze non mancano, casomai il rischio è
quello della “bulimia” o “assuefazione” ai dati, come
meccanismo di nascondimento/rimozione della condizione
delle persone reali (..IN VIAGGIO CON LUIGI ….)
• Nello specifico delle non autosufficienze: è pensabile che le
cose possano peggiorare? (Ceis 2009; Costa 2011)
– Per i pazienti – quali, dove?
– Per i caregivers – quali, dove?
– Per gli operatori – quali, dove?
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Come reagire?
• non è solo questione di aumento ma anche di
crescente difficoltà a contrastare queste
“diverse” disuguaglianze …
• .. in primis per gli operatori dei diversi servizi,
pure essi colpiti da disuguaglianze crescenti
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Riconoscere le crisi … per non subire
la crisi
– le n.a. in genere sono associate alla crisi demografica,
all’invecchiamento, all’indebolimento delle reti familiari e di
care, ai costi crescenti dell’assistenza: come abbiamo visto
questo è vero, ma solo in parte;
– LE REGOLE; si sta modificando la “costituzione materiale” del
Paese (l’insieme di quei valori e principi che danno identità a un
ordinamento, quelle norme informali e sostanziali che regolano i
rapporti tra soggetti, istituzioni, politica, economia, mondi del
lavoro e mondi dell’impresa);
– LE PAROLE; da 40 anni non riusciamo a dare un nome ad un
welfare diverso (welfare mix, welfare community, welfare
municipale, welfare delle opportunità, welfare sussidiario, ecc.)
– LE CONDIZIONI MATERIALI; cambia il lavoro (e la previdenza), e
questo muta anche il welfare; così come il lavoro di welfare
influisce sugli assetti del lavoro; ma queste due dimensioni nel
dibattito pubblico sono incomunicanti ;
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• LE RISORSE E I PATRIMONI; anche i servizi
sono in crisi dal punto di vista economico e
gestionale, ma questo affanno rischia di far
perdere, o di non utilizzare, il proprio
patrimonio motivazionale, cognitivo e
deontologico;
• LE PAURE; paura e chiusura, afasia e “rumore”,
incapacità di rimettere ordine agli elementi
capaci di dare una visione di lungo periodo
indicatori di una specie di shock di pensiero
strategico dei servizi?
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Che fare? Riappropriarsi del diritto alla
ricerca , ovvero di parola
Servizi come laboratori: “si fa presto a dire” ….
• “Ossigenarsi”: rivendicare momenti, spazi, luoghi in cui si
possa prendere consapevolezza e della condizione in cui ci
si trova
• “Recuperare la dimensione deontologica”: se si vuole
superare questo shock, si deve spostare dal sé all’altro da
sé l’asse delle questioni che normalmente affrontano ( il
problema non è chi sei come servizio, come organismo di
produzione di prestazioni sociali o sanitarie, il problema è
per chi ci sei.) E questo dobbiamo farlo insieme a quel “ per
chi”
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“Alleggerirsi”… una suggestione tra assonanze nel
corso del ‘900
“La difficoltà non sta nelle idee nuove, ma nell’affrancarsi da quelle
vecchie, le quali, per coloro che sono stati educati come lo è stata la
maggioranza di noi, si ramificano in tutti gli angoli della mente.”J.
M. Keynes (1935/6 - TGOIM )
“Nei momenti in cui il regno dell’umano mi sembra condannato alla
pesantezza, penso che dovrei volare come Perseo in un altro spazio.
Non sto parlando di fughe nel sogno o nell’irrazionale. Voglio dire
che devo cambiare il mio approccio, devo guardare il mondo con
un’altra ottica, un’altra logica, altri metodi di conoscenza e di
verifica. .. Oggi ogni ramo della scienza sembra ci voglia dimostrare
che il mondo si regge su entità sottilissime ….” I. Cavino (1985/8 LA)
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“E’ tutta colpa tua, perché tu mi hai parlato
della necessità di cercare sempre l’essenziale,
di eliminare i dettagli e di semplificare, di
vedere le cose come un’unità dove ogni parte
dipende dall’altra. A me non bastava fare
tutto questo su un pezzo di carta. Non mi
bastava cercare rapporti tra i colori. Ho voluto
cercarli tra la mia vita e le persone del mondo.
E ho preso un’altra strada.” (don Milani a
Staude /N. Fallaci 1994)
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Il toro di Picasso
“Un giorno cominciò dunque quel famoso toro. Un toro
superbo. Ben in carne. A me sembrava che andava bene.
Per niente. Secondo stato. Terzo stato. Sempre in carne. …
E avanti così. Ma il toro non è più lo stesso. Comincia a
diminuire. A diminuire di peso ….. All’ultima prova non
restavano che poche linee. Lo guardavo lavorare. Toglieva.
Toglieva. Io pensavo al primo toro. Non potevo fare a meno
di dirgli: quello che non capisco è che finisce dove avrebbe
potuto cominciare ! … Ma lui cercava il suo toro. per
arrivare al suo toro fatto da una sola linea ha dovuto
passare da tutti quei tori. E quella linea, quando la si
vede, non si può immaginare il lavoro che ha richiesto. ”
Helène Parmelin, amica fedele di Picasso
Nell’esperienza di Picasso “si toglie” perché “si cerca”
qualcosa; ovvero, più che chiedersi cosa eliminare vi
è da chiedersi cosa cercare; ovvero: cosa tenere e
per chi?
Buon lavoro
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